TRATTENERE L'ACQUA CON UN COLABRODO
Riprendiamo con questa luna nuova di maggio, l'appuntamento mensile con i nostri blogs.
In questo periodo di pausa, ci siamo interrogati molto sull'utilità, di questi approfondimenti mensili.
La difficoltà più comune per qualcuno che vuole cimentarsi, nello spiegare argomenti di provenienza antica, e tradizionale, sta nel cercare di non percorrere strade già battute, senza per questo diventare meno convincenti ed interessanti.
Nello scrivere questi blogs, non possiamo parlare il linguaggio del Kremmerz, altrimenti diverremmo un suo alter ego, e non lo siamo, né ci riteniamo tali, anche se la nostra matrice da lui deriva.
Questo per due motivi principali , innanzi tutto perché il Kremmerz scrisse per tutta la vita e se vogliamo trovare il Kremmerz, non dobbiamo far altro che leggere i suoi libri, ed inoltre perché siamo in un periodo storico diverso, in una società che utilizza un linguaggio ed un rapporto alla vita totalmente differente.
Un altro errore che possiamo commettere, è quello di essere troppo innovativi e irrealisti, cadendo in un linguaggio troppo simile a quello dei nuovi movimenti di New Age, di cui noi non ci riteniamo parte, perché siamo legati alla tradizione antica dell'ermetismo italico classico, che si è formata nei secoli, accanto ad un certo ambiente culturale e di ricerca di ciò che nell'uomo è celato.
Ciò che cerchiamo di far comprendere è, che dietro ai nostri blogs c'è uno studio, che dura il tempo di una lunazione, per poter dare ai nostri lettori lo spunto per una riflessione, durante la lunazione successiva.
Continuando in questa riflessione, ci siamo domandati spesso: perché dovremmo scrivere, perché argomentare, e specularmente perché leggere, perché riflettere; per il motivo principale (che approfondiremo più avanti in un nuovo blog), che il nostro cervello non vede al di là di un palmo di naso, e spesso si stereotipizza in alcuni comportamenti, che non solo lo limitano, ma non gli fanno vedere la realtà della vita, perché tale realtà è sempre e costantemente filtrata dal proprio io ripetitivo, ma di questo scriveremo in seguito.
Sperando che un giorno forse ci potremmo incontrare e discutere regolarmente di ermetismo, attorno ad un tavolo, come il Kremmerz ormai quasi 100 anni fa si augurava in una delle sue ultime lettere, per poter crescere insieme, che è una delle esperienze umane più faticose, ma anche più intense e piene.
Oggi invece parleremo delle idee e del tentativo che fanno taluni per fermarle.
Le logge occulte, quale può essere l'Ordine Osirideo Egizio, approntano le proprie pratiche nella segretezza, perché sanno bene che le idee non si possono fermare o circoscrivere, e proprio per questo basano buona parte della loro attività, nella scelta di adepti che siano fedeli alla causa di riservatezza, per non dire di segretezza.
Il Kremmerz quando attuò la sua missione di apostolato, fu in certi termini molto esplicito, nel dichiarare i suoi intenti ed i suoi insegnamenti, tanto che si inimicò fin da subito una certa aristocrazia, che non voleva che le terminologie esoteriche venissero date in pasto al così detto popolino.
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Proprio per questo il Kremmerz fu un innovatore, nella sua Fratellanza accettava tutti, dando a tutti perfino la speranza di poter approdare un giorno, nel tanto ambito Or. Os. Eg.
Questa pratica di apertura, fu ed è ancora oggi osteggiata, da una certa “aristocrazia” che pretende di salvaguardare il VERO, l'UNICO, attraverso un'opera sistematica di divieto ed impedimento, nel tentativo di bloccare costantemente coloro che animati da sincerità o meno, vogliano intraprendere una certa strada e pertanto utilizzare una determinata terminologia ed esperienza.
Queste persone purtroppo, non si rendono conto, che neppure il Kremmerz, volendo avrebbe mai potuto fermare questa sua opera, tant'è che in varie occasioni cercò di "tirarsene fuori", deluso dal comportamento di determinati personaggi che aleggiavano attorno alle accademie.
Mai le chiuse, definitivamente, per due motivi principali: il primo è che egli non era altro che uno strumento di un opera più alta di lui, ed il secondo è che la Pragmatica fondamentale stessa dava piena autonomia alle accademie di formarsi, di crescere e di gestirsi.
Infatti un Fratello del circolo esterno, per ambire a diventare discepolo è obbligato a riunire attorno a sé almeno altri 12 Fratelli, dimostrando di saperli ben dirigere (Punto 9 della Prag. Fond.) ,
Inoltre sempre nella Pragmatica Fondamentale, ai punti dal 14 al 20, si capisce molto chiaramente come le Accademie siano un organismo, di facile costituzione, basta infatti un anziano e 4 novizi, per poterne fondare una, ed in piena autonomia :
"I fondatori di ogni Accademia sono liberi di stabilire uno statuto o regolamento interno, determinare il modo o il tempo di elezione degli offici, le contribuzioni degli associati alle spese di mantenimento dell' Accademia, casa, illuminazione, suppellettili, spese di segreteria etc. le attribuzioni particolari di ogni ufficio, i giorni di riunioni particolari, obbligatorie o libere, la fondazione di sale di lettura, di dispensari medici quando tra i soci vi sia un medico legalmente esercente, e per fino di sale ospedaliere ove il numero dei soci o i fondi lo permettano." (Punto 17 della Pragmatica Fondamentale)Si comprende da ciò sopra detto, come tutti coloro che furono discepoli del Kremmerz stesso, non solo potevano formalmente costruirsi un'accademia, ma anzi in una prima fase erano quasi obbligati a fondarne una.
L'accademia o il circolo, è considerato un centro di studi ermetici, dove idee nuove che riguardano l'approccio alla vita ed ai sui misteri, devono essere scientificamente analizzate e sperimentate.
Il fondatore della nostra Accademia Salvatore Mergè, animato dal più Puro Fuoco Ermetico, fondò il suo circolo fin dai tempi in cui frequentava il suo Maestro, con la sua benedizione.
Le sue vicissitudini lavorative, che lo spinsero all'estero, mai però fermarono il suo intento di portare avanti il suo circolo, che venne riaperto immediatamente dopo il suo rientro in Italia, appoggiato anche dal suo amico e Fratello, Maestro della Accademia Virgiliana "Dott. Giovanni Bonabitacola".
Che testimoniano l'appartenenza alla Miriam di Salvatore Mergè, ci sono alcuni testi editi tra i quali un paio del Maestro Ugo Danilo Cisaria, e il testo "Dallo Yoga alla Rosacroce" di Massimo Scaligero, in cui egli narra che nella sua ricerca spirituale, negli anni 30 venne a contatto con i valorosi amici della Miriam citando tra gli altri anche Salvatore Mergè, che in quel periodo aveva poco più di trent'anni.
Alla sua morte il Kremmerz, non lasciò detto nulla a riguardo della Schola Ermetica della Fratellanza di Miriam, pertanto per gli esseri umani di tutte le epoche vige il silenzio assenso, e cioè accrescetevi e moltiplicatevi, ma attenzione siate sinceri nella vostra opera, altrimenti vi guadagnerete l'inferno.
Nel Panorama attuale, ci sono alcune accademie che si definiscono ortodosse, che rivendicano l'unica e vera tradizione ermetica kremmerziana, non vogliamo mettere in dubbio la veridicità della loro discendenza, ma vogliamo nuovamente ribadire, che in questa discendenza ci siamo anche noi, e forse ci sarà anche qualcun altro a noi sconosciuto.
Oltre a ciò, nella linea di discendenza per via diretta delle altre accademie Kremmerziane, si contano almeno quattro, cinque successori, nella nostra ne contiamo soltanto due, Salvatore Mergé (discepolo del Kremmerz) e Renato de Angelis.
Di ciò nessuno può dire il contrario, di documenti a firma dello stesso Kremmerz, che confutino ciò che diciamo, non ne sono ancora saltati fuori, e tutti coloro che da quell'epoca ad oggi hanno cercato di bloccare, circoscrivere o vietare, le pratiche kremmerziane con le più assurde e disparate motivazioni, si sono quasi sempre coperti di ridicolo, senza mai per altro riuscirvi.
Parliamo di coprirsi di ridicolo, perché questi esseri non hanno capito, e mai capiranno, che la vera pratica dell'ermetismo Kremmerziano, non è legata a dei fattori esteriori, o a delle pretese di primato nobiliare, il Kremmerz fondatore di questa scuola, ruppe in maniera drastica con questo concetto di primato, tanto da inimicarsi tutti gli ambienti dell'”occulto bene” d'Italia, perché la sua dottrina era rivolta a tutti.
Avrebbe potuto, far finta di niente, restare tranquillo per tutta la vita all'ombra di questa enclave napoletana, aveva la fama, aveva le capacità e la benedizione del suo Maestro Izar, ma no, egli aveva una missione da compiere e per portare a termine questa missione rinunciò a tutto.
Da allora la lotta più grande che noi ermetisti kremmerziani della Fratellanza di Miriam, abbiamo dovuto affrontare, è quella di poter professare alla luce del sole le nostre idee, perché da ogni dove si sono sempre affacciati pretendenti all'imprimatur Kremmerziano, che per le ragioni sopra descritte è una pretesa tanto ridicola, quanto contro la vera essenza della volontà del Kremmerz stesso.
Ricordiamo che uno dei termini più ricorrenti nell'ermetismo kremmerziano è fluidico, che è un termine esattamente contrario al termine rigido.
Rigido significa limitato chiuso, mentre fluidico significa adattabile espandibile.
Le idee una volta immesse nella testa delle persone, non si possono più fermare, è inutile tentare di vietare a qualcuno, qualcosa che è già in circolo nel mondo, non siamo stati noi a metterle nel mondo, ma la nostra limitatezza, impone ad altri il divieto di utilizzarle.
Se fossimo nella fonte e cioè in quella fonte da cui il Kremmerz attingeva le sue visioni, non avremmo bisogno di vietare niente a nessuno, perché sapremmo che gli uomini si classificano in due categorie, chi ha visto e chi non ha visto, chi ha visto sa che è tutta un'altra cosa.
Cercare di fermare le idee è come tentare di raccogliere l'acqua con un colabrodo, una volta date al mondo le idee sono di tutti, non c'è divieto che tenga.
Tutto si muove, il tempo scorre, bisogna stare attenti, la vita finisce.
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