INTRODUZIONE
LEO
APPUNTI PER L’ANIMAZIONE
DEI “ CENTRI “
Il risveglio dei centri sottili implica tutto un complesso di attività speciali, in cui l’uomo è tenuto ad impegnare l’insieme delle sue facoltà. Non si tratta quindi solo di applicare metodi diretti e pratiche magiche; ma occorre che tutto ciò che l’uomo pensa, sente e fa, sia armonizzato al fine del risveglio. Altrimenti si perde nella vita quotidiana ciò che si è guadagnato sporadicamente con le pratiche occulte.
Il primo problema che si presenta è quello di coltivare la vita interiore in mezzo alle impressioni dei sensi.
E’ sarebbe un errore il cominciare collo stabilire un dualismo rigoroso, poiché non solo qui non si tratta di polarità contrarie e irriducibili; ma anzi di vivere la pienezza interiore sul cammino del risveglio, parallelamente alle impressioni del mondo materiale. Dobbiamo ricordare che il senso dell’IO ci viene dal contrasto col mondo del non-Io. Il problema metafisico della realtà del mondo non appartiene a tali considerazioni: noi viviamo giornalmente con certi dati della coscienza, e da quelli dobbiamo partire.
Come dobbiamo dunque ricevere queste impressioni esteriori? In modo chiaro e attivo. Dobbiamo prendere, più tosto che ricevere, le sensazioni del mondo esterno: non si deve essere un terreno su cui si svolgono semplicemente delle azioni e delle reazioni. Nulla di più dannoso e banale di certa naturalezza e spontaneità. L’assistere passivamente a quel che giunge a noi induce uno stato semisognante in mezzo alla vita di veglia. Spesso quando qualche cosa c’interessa profondamente siamo del tutto assorbiti da essa, che si muove da padrona nel campo della coscienza provocando degli stati emotivi e degli impulsi in cui il nostro IO non ha alcuna parte. Invece bisogna agire come se si dicesse a noi stessi: << Io prendo ciò dentro di me e lo faccio mio – ora sono divenuto diverso da quello che ero prima e paragono me stesso con quello che ero prima >>. Il cambiamento che si produce ci darà il senso vero di quel che si è ricevuto. L’impulso ad agire dovrà essere accompagnato dall’intonazione: << Io voglio così >>. In tal modo non si vedrà forse dal di fuori nessuna differenza tra la linea di condotta di chi “riceve e reagisce” e di chi << prende e vuole >>; ma internamente vi è una differenza enorme: si mantiene sveglia la coscienza dell’IO di fronte al mondo.
Una delle difficoltà della pratica della concentrazione, che pure è una condizione sine qua non dello sviluppo, è data appunto dal fatto che essendo abitualmente passivi, non possiamo diventare attivi d’un tratto, ad un dato momento; e l’oggetto della concentrazione ci possiede e ci porta via, imponendoci delle associazioni non volute, così che al tema iniziale si sovrappone un calcidoscopio di immagini, e l’esercizio si disperde in un senso di sconfitta e di vuoto.
Da tutto ciò deriva che per conquistare il potere di concentrazione occorre un contenuto definito su cui fissarsi. S’illudono quelli che credono di poter giungere senz’altro a fare in sé il vuoto necessario per rendersi recettivi alle impressioni della sfera spirituale; tutto al più essi possono arrivare ad un irrigidimento interiore e svuotarsi per uno stato di inibizione che è solo tensione cerebrale e non darà mai alcuna esperienza d’ordine superiore; poiché nel tentativo di portarlo nei centri sottili, esso prenderà la via dei nervi e dei muscoli. Solo quando l’allenamento sarà giunto ad un tal grado, da poterci fissare a lungo su di un contenuto definito, si potrà far cadere questo e realizzare il vuoto nella coscienza – e soprattutto bisognerà essere già divenuti sensibili alle esperienze spirituali e al tono delle percezioni super sensibili, per poterle allora riconoscere ed afferrare nella coscienza.
Quindi per procedere ad una seria preparazione occorre rendersi conto dei modi d’azione e della natura dei centri sottili e di ciò ch’essi rappresentano non solo in relazione ai poteri occulti, ma anche in rapporto alla coscienza ordinaria. Poiché sarebbe un errore il credere che tali centri entrino in azione solo nello sviluppo dei poteri superiori: per così dire, vi sono in essi due fasce, una rivolta verso l’interno ed una verso l’esterno. La prima si sviluppa con una direzione occulta coscientemente diretta, l’altra indirettamente, con certi modi d’attività che possiamo sperimentare in rapporto alla vita d’ogni giorno. Vedremo questi due aspetti esaminando uno per uno i centri e le loro modalità di risveglio.
Occorre premettere che sotto l’influenza della civiltà attuale – per l’importanza che il cervello ha assunto – i centri sottili hanno subìto una specie d’involuzione che, per il materialismo di cui ci siamo imbevuti, tocca l’atrofia; benché l’auto vivificazione sia sempre possibile. Attualmente presso i medium e i chiaroveggenti non volontari si ha una sopravvivenza dell’attività dei centri; ma solo l’auto sviluppo di essi può darne il possesso completo. Nella telepatia, nei fenomeni di previsione, ecc... si ha un brusco e momentaneo risveglio di essi; ma è una riattivazione sporadica e separata, non avvenuta per mezzo della corrente dall’alto che porta con se coscienza lucida e volontarietà. Tutto al più quando corrente vi è, si tratta di una corrente dal basso verso l’alto che non porta con sé ne la pienezza del possesso ne la permanenza dell’attività e che è sempre subordinata ad un ordine di stimoli che non sarebbe possibile mantenere senza una reazione fisica distruttiva.
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