La chiesa, la religione e l'occultismo

 

Leggiamo nell’Echo de Paris (N. 5070 1314 1898):

 

All'Arcivescovado di Parigi regna grande preoccupazione circa gli ecclesiastici che s'interessano delle scienze occulte, tanto, che si propone di proibire loro categoricamente, l’immischiarsi in qualunque discussione riferentesi allo studio dei fenomeni psichici.

Non è inutile osservare che il canonico Brettes, come puro Monsignore Méric, entrambi appassionati dei misteri dell’al-di-là, si mantengono del tutto nella tradizione ecclesiastica. In tutti i tempi, i preti si occuparono di cabbala, di satanismo e di magia.

Appunto nelle chiede si reclutavano al medio evo i più ferventi discepoli dell’alchimia, e nei tempi nostri uno dei più distinti cabbalisti fu l’abbate Constant Louis, il quale pubblicò molti importanti scritti sotto lo pseudonimo di Eliphas Levi.

Le autorità ecclesiastiche hanno sempre regolarmente scomunicati i preti che si occupavano troppo apertamente d’occultismo, e l’abbate Constant Louis neanche lui potè sfuggire ai fulmini pontificali, i quali ora minacciano nuovamente i preti che si immischiano troppo negli affari dell'altro mondo.

Fin qui l'annunzio della rivista parigina; ora siccome un quache commento illustrativo è necessario, lo facciamo brevemente.

I preti ignoranti hanno avuto sempre paura dell’occultismo — ma i più illuminati, e i migliori che si occuparono di filosofia occulta, hanno sempre compreso che il Cristianesimo la religione eminentemente magica, non ha nulla a temerne. Mi piacque anzi ciò che la Libertà, un giornale cattolico di Napoli, scriveva tempo fa, che la provvidenza si serve delle investigazioni scientifiche sui fenomeni psichici per trovare una via onde ritornino alla fede in Dio i miscredenti.

Non e irriverenza religiosa dire che Cristo, esseno, fu un gran Mago: quale più grande opera di Magia Divina questa di una intera civiltà che vanta diciannove secoli di storia! Fu Figliuolo di Dio, fu un Profeta, fu un illuminato, non è del Mondo Secreto la discussione di questa tesi di filosofia religiosa: ma il mago, che contro la immagine virtuosa, buona, gentile di questo uomo, che da un calvario reale o da un Golgota simbolico predicò come ultimo sospiro di benedizione a coloro che lo avevano martoriato la parola Carità, scagli una parola di disprezzo o un pensiero non rispettoso, non merita di chiamarsi nè filosofo, nè occultista: non perchè l'occultismo imponga riverenza per Brama o per Cristo, ma perchè l'occultismo s'inchina innanzi alle immagini e alle figure eterne di redenzione e di resurrezione, che includono tutto il processo di amore e di pace cui l’umanità in Dio deve aspirare.

Sarebbe ridicolo che noi studiosi di magia, e filosofi dell'Occulto plaudiamo all’idea di un congresso dell’umanità pel 1900 e poi.... cercassimo di ridurre a Cristo e alle sue chiese il merito di avere attraverso la lunga notte dell’evo medio e la penombra dei tempi moderni redenta l’umanità a furia di alimentarne la face della fede in un'ora più dolce o meno triste, nelle quali l'assassino e la vittima, il signore e il servo, il tiranno e lo schiavo si sentissero uomini e quindi fratelli nella umanità.

Da questo punto di vista l'occultismo non fa la critica storica delle religioni e delle chiese giudicando l'opera degli uomini, ma il continuo svolgersi e crescere della idea divina che ne è centro e luce. Gli uomini possono ingannarsi, tutte le religioni hanno pagine sacerdotali nere: ma il concetto religioso trionfa sempre nella sua essenza appena i periodi storici esauriti mutano.

Da questo lato l’occultismo non può fare ombra, lui che è la filosofia di tutti gli dei, i semidei, gli angeli e gli arcangeli dei sette cieli. Appena uno sguardo alla storia e s'incontra una pleiade di religioni e di santi che ebbero la forza di percorrere il buio regno dell’invisibile.

Da Raimondo Lullo, un santo, a Tommaso d'Aquino il Dottore; da Tritemio, il virtuoso abbate benedettino al cattolico Giuseppe de Maistre; da Sinesio vescovo di Tolomaide al Gesuita Kircher, nessuno credette offendere od offuscare la grandezza del Dio Vero studiando ed intuendo la Verità.

Ed allora perché la Chiesa scomunica?

Per due ragioni; o per conservare la integrità e l’unità del Domma nella interpretazione degli articoli di fede o per l'ignoranza dei vescovi.

Perché fu scomunicato Eliphas Levi? Perché l'abbate Constant, scrivendo, senza parere, dimostrava l'ignoranza del clero della chiesa cattolica... e voi, o gente che avete sano l'intelletto già sapete che mai una donna perdona di esser chiamata brutta e mai una associazione di gente poco savia dimentica di esser messa in ridicolo.

Ma intendiamoci, la verità religiosa non ha da fare coi sacerdoti ignoranti, né devono confondersi questi con quella: Raimondo Lullo era francescano, io stesso mi farei frate... a patto che i priori non mi venissero a spiegare corbellerie o a dimostrare con corbellerie i più alti misteri del simbolismo cristiano.

Oggi tutti vogliono diventar maghi credendo che il facil desiderare approdi alla facile conquista, ma non sanno, che quelli i quali paiono e presumono di essere meglio adatti, al frontespizio del libro fanno fiasco, e che fiasco! Al tempo in cui non si stampavano giornali di occultismo e opere sataniche le cose passavano tra discepolo e maestro e nel giuramento che il discepolo faceva era compreso questo: di non mai attaccare la chiesa cattolica, i suoi ministri e il proprio maestro.

A chiudere questa nota credo giovevole riportare quanto scrive l'abbate Tritemio sulla scelta del discepolo:

« Deinde necesse est, ut sit bonis artibus literarum aliquantum imbutus, et maxime in scientia astrorum ut sciat generales motus, cursus, discursus, mutationes, ordines, naturas, situs ortus, occasus et effectus stellarum, signorum et planetarum: quia sine istorum competenti scientia nemo potest ad huius artis profunda habere accessum. Consequenter necesse est, ut praeceptorem habeat in arte perfectum et exportum: quia non, nisi paucis et in multis eruditissimis et maxime in magicis peritis ad hac scientia venire sine praeceptore, possibile creditnug. Oportet autem praeceptorem non soluni in scientia esse probatum et expertum sed etiam fidelem, probum et Deum timutem: quia, quanto fuerit cum Deo in bona conversatione purior, tanto erit in huius scientiae operatione securior: spiritus anim virtutibus obtemperant. Cum itaque ad hanc artem quisquam accessurus est, occipiat cum praeceptor et ducat in locum aliquem secretum et mundum, sit tempus tranquillum et serenimi et luna in oppositione completa, sole dare splendente: sit Mercurius in ascendente coniunctus Veneri aut Jovi, si fieri potest: sitque Saturnus remoti et Mars: quia si ipsi aut alter eorum fuerit cum ascendente non erit institutio perfecta.

In primis jurabit istituendus in arte hoc juratmoatum.

Ego N. juro et promitto per virtutem omnipotentis Dei, per Sanguinem Domini nostri Jesu Christi, per resurrectioiem mortuorum te extremum judicium, et per salutem animae meae in fide sancta catholica omnipotenti Deo, Beatae Maria virgini, omnibus sanctis, et tibi N. quod hanc artem steganographiae omnibus diebus vitae meae occultam fideliter servabo: nec docebo illam aliquem sine tua voluntate ac consensu. Insuper in eadeni virtute juro et promitto quod hac scientia non retar contra Deum et ejus mandata: nec contra ecclesia sanctam Romanam et universalem seu ministros eius, neque contra justitiam et aequitatem. Sic me Deus adiuvet et sic salvet in extremo judicio.

Deinde praeceptor legat sequentem coniurationem in lingua mistica... », che risparmio al lettore che non la capisce.

Bisogna conoscere prima la scienza degli astri senza la quale non si può a quest'arte profonda avere accesso.. poi bisogna trovare un maestro dell'arte provato ed esperto... e date certe posizioni degli astri, bisogna giurare.

Curioso se dopo aver giurato che si rispetta Dio, la Vergine e la Chiesa, viene un protonotorio di curia e ti scomunica!

 

Giovanni Bovio contro l'occultismo

I pregiudizi della moderna filosofia

 

Quasi non bastasse alla filosofia occulta la guerra spietata dei preti ignoranti e di poca fede, anche i filosofi che più hanno ascendente sulla gioventù studiosa gettano la loro pietra.

Nella Nuovissima Antologia Italiana (febbraio 1898) trovo pubblicato il sunto della introduzione di Giovanni Bovio intorno ai pregiudizi, fatta all’Università Napoletana.

Io credo che il pensiero dell’illustre uomo sia stato in molti punti tradito dal reporter; perché, se questo non fosse, io non saprei giustificare come un uomo di tanta fama abbia messo in luce delle opinioni tanto poco in armonia col progresso della scienza sperimentale moderna.

Dopo aver definito il pregiudizio come un errore non corretto e la superstizione come un pregiudizio religioso (cose incomplete) e l'allucinazione come una superstizione che turba, la mente (cosa assolutamente falsa) l'apparizione degli spettri (Banco, Re di Danimarca, Nino, Samuele) non sono che allucinazioni.

William Crookes, Aksakoff, Dariex, Lombroso, De Rochas, e tutti gli sperimentatori moderni sono degli allucinati... perché hanno la superstizione, pregiudizio religioso, (essi che non credono) che turba loro la mente!

Ma dove è ammirevole l'incomprensibilità scientifica del Bovio è quando vuol dire che le investigazioni freniatriche sui soggetti creatori di spettri sono incomplete, se non si tien conto dell'influenza dell'ambiente sull'artista, e conclude:

« Alcoolizzate quanti poeti volete della età nostra, date loro dei genitori ed avi nevrotici quanti potete frugare nella loro genealogia domestica, voi se create uno spettro oggi farete ridere.»

Non è vero. Lui, il Bovio, nella Festa a Parim non ha creato, ha riprodotta una voce spettrale della caduta del paganesimo: il gran pane È morto e non ha fatto ridere, viceversa ha commosso e commuove.

Nella natura di Bovio il senso artistico e più illuminato del senso filosofico: in filosofia non studia il fenomeno umano nell'eternità, ma nella relatività dei tempi.

Egli dice:

« In fatti, Voltaire evocando l’ombra di Nino non commosse, perché Voltaire non credeva e non poteva far credere. Si vis me flere resta eterno. Prima dell’allucinazione ci voleva la superstizione, e prima di questa il pregiudizio del tempo. Allora le caverne danno oracoli, le querci sono vaticinanti ai numi, come vuol Giovenale, nascono negli orti a guisa di cipolle. La psiche di Amleto abbandonata allo psichiatra è una mezz’anima».

Ma tutto ciò non è nel pregiudizio dei tempi, ma nella ragione occulta dei fenomeni psichici. Ora le caverne non danno più oracoli, gli alberi vetusti non vaticinano, i numi non nascono più come cipolle, e viceversa continua su di altra forma lo stesso fenomeno psichico: le chiese sono caverne in cui gli oracoli si ottengono coi miracoli provocati, non vaticinano gli alberi ma le novene e i rosarii, i numi non nascono negli orti, ma ogni paese ha una madonna o un santo miracolosi, e ogni famiglia una mezza dozzina di santi avvocati. Lo stesso fenomeno ha cangiato stile, ma è lo stesso: il perpetuarsi di esso non e un pregiudizio, ma una legge inesorabile che attesta come la psiche umana ha virtù che oggi appena la scienza sperimentale comincia a mettere in luce.

Di qui altri fiori:

« La Kabbala fu ed è il pregiudizio più diffuso, da Ficino a Pico, da Pico a Frank.

« Teoricamente la Kabbala è un sistema emanatista. Dall’Ensoph procedono le dieci sephirot. In Italia poté attecchire in Firenze, sul fondo neoplatonico, inaugurato da Ficino, ampliato da Pico della Mirandola, Le 900 tesi di Pico erano gran parte, a fondo cabbalistico. In Padova la Kabbala non poté penetrar mai; il fondo aristotelico non si prestava.

« Il risorgimento prese colore diverso da tre regioni italiane: nel settentrione fu aristotelico, (Bologna e Padova — Pomponazzi, Zabarella, Cremonini) nel centro fu neoplatonico (Ficino, Pico), nel mezzogiorno fu Naturalista, (Telesio, Campanella, Bruno), La Kabbala non potè penetrare nè nel settentrione, né nel mezzogiorno, e rimase al centro d'Italia.

« La Kabbala pratica si fonda sulle lettere, che presso gli Ebrei e i greci sono numeri ancora. Poiché la parola oriente e la parola Gesù equivalgono a 138, Gesù è l'Oriente. Poiché Gesù equivale a 138 e il serpente a 126, Gesù vincerà il serpente. Così ne nascono la divinazione e la magia. La Kabbala è sfatata per sempre, ma non restano pregiudizii peggiori? Lo Spiritismo e l'Occultismo sono i due grandi pregiudizii dell’età nostra ».

Tutto questo significa che il professore non ha capito né la Cabbala, né i sefirotti, né la Cabbala pratica (vuol dire adattamento) e ti qualifica di punto in bianco lo spiritismo e l'occultismo come due peggiori pregiudizii dell'età nostra!

Indi il professore continua:

« Dalla Cabbala nacque l'occultismo, dall'occultismo lo spiritismo, e da un capitolo dello Spiritismo che è la demonologia (??), la jettatura.

I lettori studiosi non capiranno per che cosa ci stia ad entrare la jettatura:

lo spiego brevemente. Il Bovio ha dovuto esser vittima di qualcuno che abbia la virtù, come scrive Nicola Valletta, di jettare per li occhi e sotto l’impressione di questa orrenda malsania, ha avuta la pessima idea di occuparsi di cose che egli ha sempre ignorate — ed ha voluto dei suoi pregiudizii molto poco filosofici gittare una nuvola sul suo giovane uditorio.

Così non è da meravigliarsi che i giovani colli e la gente seria appena si parla di scienze occulte borbottino:

Ma che utopie! Ma che pazzie!

Il pregiudizio vero, nelle scuole e nella società contemporanee, è questo: che si giura in ciò che i professori di un certo nome predicano dalla cattedra e dalla tribuna, senza supporre neanche come probabile che chi predica imbandisce alla mensa intellettuale degli uditori, delle castronerie da prendersi con le molle. Personalmente ho troppa grande stima dell’ingegno di Giovanni Bovio per perdonargli una scappata antiscientifica, e in contraddizione con tutto ciò che lo sperimentalismo ardito valorosamente sottrae alle tenebre dell’ignoranza ufficiale.

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