ABRAXA - IL CADUCEO ERMETICO E LO SPECCHIO
Ogni nostro insegnamento è errore finché non si traduca in una pratica e in un atto. Ti siano dunque comunicate le direttive per le prime operazioni nel senso della via, di cui sai per quanto ti ho detto in precedenza.
Devi impadronirti anzitutto di un tratto della tua vita o della tua giornata per fissarvi saldamente ed attivamente una qualità nuova, così.
Staccati interiormente da te e da quanto ti circonda, e tieni ad una vita sobria, senza sforzi, senza eccessi, neutra e equilibrata. Dormi quanto basti e nel cibo sii parco.
Il corpo tuo sia integro, placato, armonizzato. La tua anima tèmprala con la potenza di te, e ugualmente epurala dall’impulsività, dalla passione, dall’agitazione, e poi fissala ed amalgamala nel corpo.
Gli altri esseri non esistano. Le loro azioni e i loro pensieri o giudizi non ti tocchino – qualunque essi siano.
Fa si che nulla riesca a penetrare di nascosto in te: sorveglia tutto, ciò che viene dall’esteriore e ciò che emerge dalle profondità ancora impenetrate dalla coscienza tua; osservando in silenzio con intelletto ed imperturbabilità, con rapida energica mano frenando ogni giudizio.
Se passioni ti molestano, non reagire né turbarti. Conducile invece deliberatamente a soddisfazione e poi discioglitene.
Accresciti su questa direzione fino a riuscire ad avvertire la frivolezza, l’inutilità e l’insidia di ogni pensare, così che anche la mente tua a poco a poco si plachi e venga ad accovacciarsi in silenzio ai tuoi piedi.
Così metti lentamente in piedi una forza in te, simile ad un signore il cui sguardo impone silenzio, rispetto o confusione ai servi che gli sono d’intorno. Questo è il nostro Oro: .
Quando avrai operato tutto questo con arte sottile e costante, forte e dolce; quando lo stato equilibrato e neutro in te sarà divenuto una cosa continua e naturale – allora ti sentirai come ricongiunto a te stesso in un senso di interiorità di cui prima nulla sapevi. A questo punto sperimenterai una propensione a riposare in te stesso, e da codesto riposo calmo ed illuminato scaturirà un senso di spirituale e liberata contentezza.
Spia questa sensazione e trattienila. Quando te ne sarai impadronito interamente, con un atto interiore su cui non posso dirti nulla, perché lo apprenderai solo dopo averlo inventato cerca di connetterla al corpo così che come calore nell’acqua vi si diffonda ed alla fine dei due non risulti che una sola cosa, che un solo stato.
Questo stato è lo stato fluidico.
E l’operazione nella Tradizione nostra è detta: la prima estrazione del Mercurio (o dell’Ermete ) dalla Miniera.
Tenga ben fermo, la tua coscienza, questo stato, con una calma fermezza. Poi lascialo andare, poi rievocalo, a più riprese; studialo, imparalo, finché sia da te sentito come una realtà che attende nella subcoscienza, pronta ad emergere al tuo richiamo. Quando abbi conquistato questo punto, sii certo di essere andato abbastanza avanti.
Delle proprietà varie del corpo fluidico non ti sarà detto che in connessione alle varie operazioni, soltanto sulla prima delle quali oggi ti istruirò. Sappi soltanto che ogni rapporti sessuale che sia dominato dalla sete per la voluttà lo paralizza, lo rende inerte e fiacco – specie nei temperamenti nervosi. Sappi che esso è energizzato dal regime vegetariano (1), – (Una legge occulta vuole che ogni energia di un essere che in quell’essere non sia in atto, costituisce un peso e un impedimento in ogni operazione iniziatica. Vi sono nell’uomo particolari forze di organizzazione, da cui il cibo è assunto e trasformato. Ora poiché andando dal mondo minerale a quello umano si ha una materia sempre più organizzata, nel cibarsi di vegetali sono costrette a venire in atto delle forze che cibandosi di animali non si manifesterebbero, in quanto nella materia animale è già risolto lo sforzo di organizzazione rispetto al mondo vegetale. E’ così che il cibo vegetale propizia un maggior grado di presenza e di dinamicità fluidica. In più, si evita il pericolo di certe infezioni psichiche, che si possono risolvere positivamente solo applicando il fuoco interno in una speciale opera di trasmutazione, intesa a mutare i «veleni» in «succhi vitali».) dal digiuno e anche dai profumi magici, come lo accenna uno dei suoi nomi, che è « corpo aromale » e, in un suo particolare aspetto, « vampirico ». Sappi che ogni squilibro o emozione improvvisa sopravveniente quando la coscienza è in rapporto con esso può produrre danni, anche gravissimi, nel fisico e nel psichico. Sappi infine che le sue virtù vanno affinate mediante una speciale disciplina.
Ti darò un cenno elementare su di essa, affinché tu possa intendere il senso dell’educazione iniziatica del sentimento.
Tu non devi distruggere il sentimento, ma devi distruggere la torbida tua adesione ad esso, cioè la voluttà, il desiderio e l’avversione, l’angoscia nel sentire. Purificati da tali scorie: sciogliti dal vincolo del cuore, fatti aperto, libero, senza timore e senza grettezza, nel sentire. Come un’acqua profonda, chiara, non mossa, lascia trasparire le cose che sono nel fondo, così non più identificato con i sentimenti, accoglili ed osservali come faresti per cose del mondo esterno. « Come io non sono il cibo che gusto, così io non sono i sentimenti che lascio risuonare liberamente in me – essi non sono miei, essi non sono me » ? nasca in te questa evidenza.
Soltanto allora i sentimento potranno parlarti – quando cesserai di essere perduto in essi, intento soltanto a godere o a soffrire. Essi ti riveleranno un nuovo organo di senso di là da quelli animali, « oggettivo » quanto questi benché rivolto ad un aspetto più sottile della realtà. Questo nuovo senso educalo con l’attenzione interiore, volto all’orecchio del cuore: rendilo raffinatissimo. Al centro di te, come un ragno che tiene tutti i fili della sua rete e ogni loro vibrazione controlla, sii un dominio e una lucidità calma e scrutatrice al centro di una sensibilità perfetta, purificata ed intrepida, aperta ad ogni voce.
Quest’educazione del cuore, che opererai per « persuasione », con un « fuoco » lento e dolce, trasfonderà nel tuo corpo fluidico un potere di conoscenza sovrasensibile. Essa realizza un’ « acqua distillata », un’acqua trasparente consacrata nel segno della tua neutralità, che la domina:.(2) – (la Chiesa cattolica conserva vari simboli suscettibili ad aver un significato esoterico. Ad esempio, il « cuore » che Gesù « porta in mano » sormontato da una croce e circondato da fiamme, basta leggermente stilizzarlo perché si abbia appunto , un segno alchemico che ha il significato sopra detto. E il suo « fiammeggiare » si connette alla « ignificazione della Luce astrale », la quale ha un ben altro senso che non quello supposto dai devoti.
Giunto a tanto, tenta la liberazione del potere centrale e l’incontro con la Serpe. Ciò accade quando la coscienza del tuo « Io » sappia trasferirsi nella sede del corpo fluidico, e questo sia staccato dai sensi animali ed isolato, in conseguenza, dal mondo fisico.
Le tecniche usate sono varie.
Disprezza la prudenza dei piccoli metodi di « meditazione », che raramente son capaci di trarti via – realmente e non nella tua fantasia – dalla palude delle forme mentali e dalla prigione del cervello. Portati ai metodi diretti. Usa per esempio lo « specchio ».
Per isolare il corpo fluidico occorre che tu renda neutralizzata ed inerte la sensitività del corpo animale. La tecnica dello « Specchio » agisce sul nervo ottico e lo stanca finché la potenza concentrata nello sguardo si scioglie dall’organo fisico e si attua nella luce fluidica (3). – (Rileviamo l’identità di scopo con la tecnica yoghica del pratyahâra, consistente nel fissare un dato punto del proprio corpo, o fuori di se).
Procedi così. Trovati una stanza ben netta, possibilmente fuori dall’atmosfera ebbra delle grandi città, in campagna, in un luogo ove alto regni il silenzio e nulla venga a distogliere l’attenzione tua. Chiuditi ermeticamente. Propizie sono le notti secche e serene. Non portare vestimenta che ti stringano il corpo, né questo sia gravato da peso di cibo. Brucia un po’ di mirra a finestre aperte, poi una dose minore a finestre chiuse, e mettiti seduto dinanzi allo specchio.
Avendo nettamente formulata la tua volontà, evoca a più riprese, persuasivamente, lo stato fluidico che l’aspirazione lenta e profonda del profumo renderà più vivo, e legalo stretto al senso di te quale « presenza » e superiorità impassibile atta al comando (4) – (Ciò riesce ancor più organicamente e direttamente se si opera quella traslazione del senso di sé nel cuore).
Fissa di continuo lo Specchio.
Lo specchio può essere in cristallo, ovvero in acciaio, rame, bronzo, concavo in ogni caso, così da raccogliere in un punto centrale la luce di una lampada situata in modo che l’operatore non la veda e che tutto rimanga in una penombra ad eccezione dello specchio. Fissa dunque quel punto senza battere ciglio, fino a non vedere null’altro. Insisti. Esso si cangerà in un punto nero. Il punto nero si allargherà in una macchia azzurrognola che poi diverrà un’aureola dapprima indecisa, poi bianco-lattea. Ancora un passo, e da questo albore si schiuderà con un rapido espandersi una chiarità illuminata, una libertà- freschezza-luce.
E’ la soglia del sovrasensibile, il primo contatto con la « Luce Astrale », ove sul nucleo sussistente cessano di gravare, in via di principio, le condizioni a cui sono astretti gli esseri incarnati che stanno al fondo delle « acque ».
Ti ho detto: fissa. Questo è tutto e questo è nulla. E’ una parola ove è racchiusa un lungo tentare, un incerto sentiero costruito dall’arte segreta di un attento, sottile, prudente dosare, combinare ed equilibrare l’attivo e il passivo, il sensitivo e il determinativo dell’anima. Poco posso dirti qui, a tuo aiuto. Devi farti da te la strada e le gambe per camminare.
Sia, il tuo guardare, senza sforzo, senza volontà apparente, come di chi stesse per addormentarsi dolcemente (fuoco sotto cenere). Lascialo fissare e poi abbandonalo, cerca di non pensare più ad esso, di dimenticarti di esso. La vista è il punto di partenza, ma in verità tuta la tua anima sarà operante nell’operazione, e il suo fissare lo sguardo è soltanto un mezzo per fissare sé medesima.
L’abbandono intensificalo amandolo, condiscendendovi e temprandolo con dolce ostinazione finché esso si sarà reso una cosa continua che non cerca più di sottrartisi al tuo sospingerlo ancor più in fondo. D’altra parte devi tener fermo ad una presenza sottile e tenace a te stesso – te come un punto semplice che non ha arresti di paura, che sa conservarsi e nel conservarsi non intralcia la direzione di abbandono, che si fa portare dall’abbandono, sgusciando e sciogliendosi e nei trapassi non dissolvendosi ma risorgendo con l’esperienza inattesa di una maggiore limpidità, semplicità e fortezza. Qui viene in atto un primo congiungimento di Solfo e Mercurio, di Luna e di Sole; conosci dunque l’opera come la prima preparazione del caduceo di Ermete.
Gli ostacoli – astraendo da quelli che interverranno a rapporto compiuto stanno nell’eccesso o squilibrato dosamento del Mercuriale e del Solfureo. Ti ho detto della preparazione, che deve rendere calma, duttile ed armoniosa sotto di te la natura corporea. Codesta natura ora devi prenderla con dolcezza conducendola all’operazione quasi senza che ne sappia. Se, impaziente e maldestro, eccedi nella forza, essa reagirà, si scioglierà da te ed ecco che con uno scatto tu sarai proiettato al punto di partenza. Queste reazioni istintive al principio sono inevitabili; ma esse non debbono scoraggiarti: tenta di nuovo, con spirito nuovo, alla stessa ora, insisti sottilmente – Eliphas Levi dice: come l’« onda che sempre ritorna e finisce col rodere anche il ferro ».
Alle reazioni ed agli allarmi istintivi del tuo corpo succederanno quelli del tuo spirito non abbastanza temprato. Ti avverrà di sentire come dei mancamenti, un senso come di precipitar di colpo onde sobbalzerai, ti tratterrai rapidissimo – e di nuovo sarai al punto di prima (5) – (Rilevi, il lettore, l’analogia con quei soprassalti che spesso si verificano senza apparente ragione prima di addormentarsi; in effetti nel sonno avviene un naturale , involontario, inconscio distaccarsi del corpo fluidico, in seguito al quale subentra uno stato di passività dell’Io di fronte alle forze a cui deve la sua stessa vita e che, nel sonno, prendono il suo posto. A chi capisce, questa analogia può già offrire le direttive per un secondo metodo. Ricordiamo che tutto il segreto sta nel rendersi conto della « forma » del proprio Io, della propria « pelle », immersi che si sia nel sonno o no, meglio nel momento del trapasso nel sonno.
Resterà chiusa, la via, fintantoché non abbi destata in te una prontezza ancor più rapida con cui fulmineamente arresterai la reazione prima ancora che essa possa intervenire a sospendere il distacco fluidico.
Il difetto opposto sta nella possibilità di un abbandono all’abbandono che dissolva la presenza a te stesso. Ciò farebbe decadere il mondo dei maghi nel mondo dei medium e dei visionari, il mondo del sovrasensibile nel mondo del subsensibile. Nel medium il centro si dissolve e la sua coscienza scivola giù, si immerge nel corpo, diviene quella stessa del corpo. Egli è alle piene dipendenze del corpo, e ciò che sperimenta sono per l’appunto affioramenti e « proiezioni » delle tendenze torbide e delle elementari forze che sono racchiuse nel suo organismo. Il segno di questo pervertirsi ed abortire dell’operazione è un senso di stanchezza mortale che ti prenderà non appena sii tornato allo stato normale: perché altre forze si saranno nutrite della tua forza.
Creare una preponderanza sempre più decisa del centro intellettuale sulla sensibilità periferica in contatto col mondo esteriore e così pure sugli elementi organici e subconsci in genere – tale era il compito della « preparazione » indicata al principio di questo scritto. Codesta preponderanza conduce allo stato di cui ti ho detto = ove la mente si congiunge con sé e realizza l’esperienza di una indipendenza, sussistenza e superiorità rispetto a tutto che è corporeo ed animale. Quando nel tuo fissare reso continuità ed intensificato intrepidamente nella direzione interna avviene il distacco del corpo fluidico, è una base che viene meno, e devi tenerti fermo, assolutamente, in questo stato puro, immateriale, extracerebrale della mente e dell’« io ». Se non ne sei capace, subentra lo stato medianico e sonnambolico in cui il corpo fluidico liberato è privo di nucleo e diviene uno strumento passivo del mondo inferiore.
Se invece sorpassi attivamente il punto neutro, realizzerai nella « magnesia dei Saggi » la « Rinascita in mente ». Voglio dire che dal nucleo d’oro della tua mente integrata, raccolta ed una = , sboccherà una luce intellettuale, in cui realizzerai un senso di te nuovo, possente, trasformato. Vedrai. Sarai desto.
Dice Filalete: « Per il nostro oro (= sole che è il nucleo destato e costituito dalla preparazione) avviene lo stesso (che per il seme); da principio esso è morto, o, meglio, la sua virtù vivificante è nascosta sotto la dura scorza del suo corpo … Non appena è bagnato dalla nostra acqua (che èil fluidico ) rinasce, riprende vita e diventa l’ORO dei filosofi … Il fisso = diviene volatile per un tempo onde ereditare una più nobile qualità che serve poi a fissare il volatile ».
Con quest’esperienza il tuo « io » lascia dunque il veicolo animale, schiavo delle « acque », ed assume un corpo fluidico – o « corpo d’aria » - per organo d’azione, col quale e con adeguate determinazioni gli è possibile operare molteplici e miracolose opere. E quando per la riassunzione del corpo animale incontrassi difficoltà, ricordati, il mezzo è: evocarne l’immagine e volerla.
Per il mago è questione di uscir in un modo o nell’altro dall’atmosfera di servaggio e di ubriachezza che è l’« anima della terra »; entrare in un cosciente contatto col mondo di là, e da là agire attivamente, dirigendo congrue reazioni ed effetti nella vita reale. Il suo spirito – dice il Kremmerz – è come una fiamma che sale e scende: egli sa risalire alla superficie della corrente delle « acque » ove, consacrato in « aria », gli è virtualmente dischiusa la possibilità di assoggettare tutti gli esseri che dipendono da questa stessa corrente, la quale appare ora come la « Luce astrale » istessa (6) – (Da questi insegnamenti, fra l’altro, risulta il senso dei simboli dell’« uccello », animale che « vive nell’aria » - e del « pesce », animale che si muove liberamente nelle « acque »).
Ti ho dato una via.
Tenta quanto ti ho detto prima di pensare a qualunque altra operazione. Non credere che il compito sia agevole e scevro di pericoli, né aspettati nulla dai primi tentativi. Se sarai costante e signore del dubbio, riuscirai. Osa e taci.
La più potente forza è la volontà dell’uomo che sa ciò che vuole. Fissa dunque lo scopo e non cambiarlo mai. Una volta cominciato, non desistere per nessuna ragione poiché, come già ti dissi, la via della Magia non conosce « angoli morti »: si può non entrare in essa – ma una volta entrati che si sia, vi è questa alternativa: riuscire o rovinare.
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