LEO - IL"SERPENTE PIUMATO"
D.H. Lawrence è un uomo libero. Chi ha seguito la sua opera ha la sensazione netta di un uomo che sorge e che sta da se. E’ libero soprattutto di fronte ai suoi lettori, non ha preoccupazioni di piacere né ai molti, né ai pochi, e nemmeno quella di farsi comprendere. Non spiega – va per la sua via solo con la sua visione – senza distrarsi. Egli è solo con la sua visione, e questa, a coloro che riescono ad afferrarla, si presenta vivente ed integra. E le sue creazioni hanno una pienezza magica.
Il « Serpente Piumato » è forze la più poderosa e completa fra le opere di Lawrence. In essa non ci sono dissertazioni o argomentazioni, c’è invece un’atmosfera psichica che ci fa vivere nell’anima di un paese, dove sembrano ancora esistere forze altrove già scomparse e passate ad altri modi di essere.
Si tratta del Messico moderno – così poco conosciuto dai più. Il Messico è un paese dove le forze occulte aborigene hanno resistito alla penetrazione della razza dominatrice e le sono restate accanto, senza venire sopraffatte. Gli avvenimenti svoltesi negli anni dopo che il libro di Lawrence era stato già scritto danno al libro stesso un valore quasi profetico. La lotta anticristiana degli ultimi tempi – malgrado la vernice massonico-anticlericale di imitazione francese – ha in realtà un significato ben differente da quel che a tutta prima si può credere. E’ la vecchia anima pagana che insorge contro il culto cristiano; sono gli antichi Dèi del Messico che si risvegliano dal loro sonno secolare e reclamano il loro popolo; è Quetzalcoatl, il « serpente piumato », che torna a manifestarsi.
Rimandando al libro coloro che possono interessarsi alla vicenda così come è stata drammatizzata dall’arte del Lawrence, qui ci limitiamo a riportare un episodio culminante, non privo di elementi che hanno un valore effettivamente esoterico.
Il vecchio sangue indiano che pervade la razza messicana si risveglia e diviene cosciente dapprima in un gruppo che avendo ricevuto una educazione europea si trovava a vivere in modo ancor più forte il contrasto. Gli altri lo seguono. Si entra in un ordine di vera e propria evocazione. Dapprima nascostamente e nella notte suona il tamburo che chiama i fedeli. Il ritmo del tamburo ha un carattere magico in relazione al risveglio dello psichismo; è, in certe forme, una via per giungere all’estasi e quindi al contatto con forze soprasensibili.
Intorno ai capi si raccoglie silenziosamente la folla e la « saturazione » cresce presso il ritmo martellante fino a che viene pronunciato un inno, con il valore, soprattutto, di formula magica, di mantra. E’ allora che l’antico dio Quetzalcoatl viene a manifestarsi, a entrar di nuovo in rapporto col sangue della sua gente. Il suo messaggio vien dato, nel libro, con le seguenti parole:
Nel luogo d’Occidente
In pace, al di la della coda brillante del Sole,
Nella quiete dove sono nate le Acque
Io, Quetzalcoatl, dormivo.
Nella caverna che si chiama «L’Occhio Oscuro»
Dietro il Sole e che guarda da lui come da una finestra,
E’ il luogo. Là sorgono le Acque.
Là sono nati i Venti.
Sulle Acque dell’oltre la vita.
Io sorsi di nuovo e vidi una stella cadere e sentii un soffio sul mio volto.
Il soffio mi disse: « va » - ed ecco
Io vengo.
Quetzalcoatl procede nella sua teofania e così dichiara la propria natura:
Io sono il vivente Quetzalcoatl
Nudo io vengo fuori dal profondo.
Dal luogo che chiamo mio Padre.
Nudo ho percorso tutta la via.
Del cielo accanto ai dormenti figli di Dio.
Fuor dalle profondità del cielo, io vengo come un’aquila;
Fuor delle viscere della terra, come un Serpente.
Tutto ciò che si innalza, nell’innalzarsi della vita fra cielo e terra, mi conosce.
Ma io sono la stella interiore invisibile,
E la stella è una lampada nella mano dello Sconosciuto Movitore.
E dietro di me è il Signore, che è terribile e meraviglioso e sconosciuto a me per sempre.
E pure ho giaciuto nei fianchi ed egli mi ha generato nello spazio madre.
Ora io sono solo sulla terra e queste cose son mie;
Le redici sono mie fin giù, nell’oscuro sentiero del Serpente;
Ed i rami sono miei nel sentiero del cielo e degli uccelli,
Ma la scintilla di me, che è me stesso, è più che la mia propria.
Ed i piedi dell’uomo e le mani delle donne mi conoscono,
E le ginocchia e le cosce ed i fianchi e le viscere della forza ed il seme sono accesi con me.
Il serpente della mia mano sinistra fuori delle tenebre sibila ai vostri piedi colla sua bocca di fuoco che accarezza,
E pone la sua forza nelle calcagne e le caviglie, le gambe e i fianchi vostri, ed il suo cerchio di riposo nel vostro ventre.
Perché io sono Quetzalcoatl, il serpente piumato,
E non sarò tra voi finchè il mio serpente non avrà avvolto il suo cerchio di riposo nel vostro ventre.
Ed io Quetzalcoatl, l’Aquila dell’Aria, lambisco le vostre facce con la visione.
Io fo vento al vostro petto col mio soffio
E fabbrico il mio nido di riposo nelle vostre ossa.
Io sono Quetzalcoatl, il signore delle Due Vie.
A poco a poco un senso di sollievo si diffonde nel popolo: « Quetzalcoatl è venuto ». – La divinità originaria torna ad abitare in esso, rimuovendo la forza del culto straniero e nuovo che dall’esterno aveva soggiogato l’anima messicana. E’ l’ora della partenza del dio cristiano. Le imagini, tratte dalla chiesa, al rullo del tamburo, mentre s’accende il fuoco dell’auto-da-fè, gli sono restituiti. Il Messico ritrova e riafferma la propria anima: questo sarà il principio della rigenerazione, la cessazione delle vicende tragiche della sua vita nazionale.
Ma vi è anche, in un piano superiore, la spinta misteriosa che urge in avanti gli uomini: « Va, e una volta che tu sii andato, non potrai più tornare indietro ». Il messaggio di Quetzalcoatl parla agli uomini dell’autocoscienza trascendente. Dal punto di vista esoterico il messaggio che segue ha in effetti espressioni di una singolare ispirazione. Eccolo nella sua intonazione sibillina:
Il gran Serpente avvolge e svolge il plasma delle sue spire, stelle appaiono e mondi spariscono: è nulla più che il mutare e il distendersi del plasma.
« Io sono, sempre » egli dice nel sogno.
Come un uomo nel sonno profondo non conosce, ma E’, così è il Serpente delle spire del cosmo vestito del suo plasma.
Come un uomo nel sonno profondo non ha domani, né ieri, né oggi, ma solo E’, così è il chiaro, lungi esteso Serpente del cosmo eterno, adesso e però sempre adesso.
Adesso, e solo adesso, e per sempre adesso.
Ma sogni sorgono e si dileguano nel sonno del serpente,
E mondi sorgono come sogni e si dileguano come sogni.
E l’uomo è un sogno nel sonno del Serpente.
E solo nel sonno senza sogni egli respira: « IO SONO ».
Nell’adesso senza sogno, IO SONO.
I sogni sorgono come devono sorgere e l’uomo è un sogno che è sorto.
Ma il plasma senza sogni del Serpente è il plasma di un uomo, del suo corpo, della sua anima, del suo spirito: in uno.
Ed il sonno perfetto del Serpente IO SONO è il plasma di un uomo che è intero.
Quando il plasma del corpo ed il plasma dell’anima ed il plasma dello spirito sono uno, nel serpente IO SONO.
Io sono adesso.
« Non era » è un sogno e « sarà » è un sogno, come due distinti piedi pesanti.
Ma ora , IO SONO.
Gli alberi metton fuori le foglie nel loro sonno, e la fioritura emerge dai sogni, nel puro « Io sono ».
Gli uccelli dimenticano il peso dei sogni, e cantano alto nell’adesso: Io sono, Io sono.
Poiché i sogni hanno ali e piedi, viaggi da compiere e sforzi da fare.
Ma il Serpente scintillante dell’Adesso, individuo e perfettamente avvolto in spire, non ha piedi né ali.
Potranno gli uomini del Serpente ricevere il messaggio? – La risposta non è nel libro; col profondo senso d’arte dell’autore ci ha dato una visione capace di vivere in noi e trascendente il libro stesso. Le vicende del romanzo ci danno abbastanza per poter sentire l’anima di un popolo nella sua interiorità. Sono stati, che nelle nostre anime ancora non sono interamente dimenticati e, il ritorno cosciente, sentiamo di penetrare nella nostra stessa interiorità. E’ un passato che giustifica e spiega il nostro presente.