DELLA IMPRONTA DELLE COSE - CAPITOLO II
Dell'opposizione e della lotta dell'Essere di tutti gli esseri.
1.- Dalla quantità infinita delle forme, di cui ciascuna produce la sua diversa volontà, possiamo dedurre che l'Avversità esiste anche nella Essenzialità originaria e che le peripezzie di questa lotta in cui una essenza attacca sempre l'altra generano le malattie e i dolori.
2.- Qui è la base della medicina, vale a dire l'arte di temperare l'una con l'altra le essenze di guidarle tutte verso un equilibrio armonioso. Senza questa lotta non esisterebbe la natura né la volontà, ma il nulla eterno, perchè la volontà origina il moto, che tende al riposo e s'eccita di per se stesso cercandolo.
3.- L'ufficio del medico consiste nell'eguagliare le volontà, che tendono d'altra parte, come alla gioia più completa, a unirsi alla volontà similiare. così è riprodotta l'eguaglianza della Natura eterna, nonchè l'eterna sua Pace.
4.- Tali azioni non sono daltra parte estrinsecate materialmente, ma sono caratterizzate dalle lotte interiori, ciascuna essenza tendendo senza posa a sottrarsi a ogni urto e a ricuperare la tranquillità perduta.
5.- In tal modo verifichiamo come il migliore rimedio della Contrarietà sia la Libertà che è una luce e quasi il desiderio dello spirito e come la bramosia dell'essenza sia l'eguaglianza: due alimenti per cui si può che dare e cessare d'inqualificare la fame dell'Avversione alla lotta.
6.- Dunque, poichè la vita umana consiste nell'azione di tre principii in una triplice essenza e possiede un triplice spirito di ciascuna proprietà dell'essenza, cioè il Fuoco centrale, la Luce eterna o la proprietà dell'essere divino e la proprietà del mondo esterno, ci abbisogna considerare in qualmodo ciascun spirito combatta con la sua essenza e in che consista la cura, vale a dire il rimedio dell'armonia.
7.- Oltre la Natura si trova il Nulla, o il silenzio e il riposo eteno. In questo Nulla, o il silenzio e il riposo eterno. In questo Nulla sordo, dall'eternità, una Volontà versa qualche cosa ch'essa appetisce e non è in fondo che sè stessa, poichè non v'ha Nulla fuor che sè stessa. Tale brama è la proprietà della fame che si sazia di sè medesima e questo ingerimento produce l'oscurità.
8.- La Volontà è obbligata dunque a restare fra le tenebre e volendone venir fuori si crea una seconda volontà che tende verso la libertà. Ma è una tensione che non può riuscire che al Nulla perchè più essa vuole e più la volontà primitiva la raffrena in se stessa. Questa lotta origina tre forme.
9.- La cupidigia è l'Astringenza che da la purezza, la quale è una chiusura, da cui proviene il freddo; poi l'espansione, che stimola la durezza che causa il movimento, la quale lotta contro l'Astringenza e la rinforza d'altrettanto. Questa lotta provoca un miscuglio nella cupidigia che è l'essenza e da questa rottura, da questo conflitto perpetuo proviene la terza forma, l'Angoscia dolorosa.
10.- Queste tre forme s'esaltano e s'attivano sempre più provocandosi l'un l'altra e originano la Natura, che, essendo qualche cosa, è opposta al Nulla calmo e immobile.
11.- E ne nasce l'Inimicizia. Tale è il centro della Natura. All'inizio, nel primo principio, è uno spirito; nel secondo è un Amore; nel terzo è una Divinità. E nel terzo principio, che è il mondo fisico e astrale, le tre forme si chiamano Solfo Mercurio e Sale.
12. - Nel primo Principio Sol è la volontà libera come tendenza del nulla verso qualche cosa nella libertà soprannaturale; Fo è la bramosia di questa tendenza, che comprende la genesi della Natura eterna e della Natura esterna, perchè la durezza e l'attrattiva severa aguzzano le essenze e le perpetuano contro. Mercè il Sol, l'angoscia tenebrosa diviene una luce è nel terzo Principio il Sol è l'olio della natura in cui arde la vita e crescono tutte le cose.
13. - Il Sol in realtà non è separato dal Fo. E' un unica Divinità che ha due proprietà: gioia e dolore, luce e tenebre; due mondi: L'uno di fuoco oscuro nella severità, l'altro di fuoco luminoso nella libertà. Quest'ultimo fa comprendere la Divinità, il primo la Natura ed entrambi sono la causa reciproca della loro esistenza.
14. - Il dolore è il medico del desiderio di libertà, mercè l'angoscia che fa che il Nulla divenga una vita e prenda coscienza di se stesso cosa che non gli sarebbe stata consentita restando nella calma.
15. - E la luce, o il Sol è il medico della bramosia della natura tenebrosa, arrestando il turbine dell'Angoscia, che si converte in una sonorità nell'essenza.
16.- Ciascuna delle tre proprietà sta a sè pur albergando l'una nell'altra e per mezzo dell'immaginazione l'una è il medico dell'altra, perchè l'Eterno è Magico.
17.- La seconda forma della Natura nell'Eternità è l'Irraggiamento delle essenze acute e pungenti. L'essenza nasce dove v'ha turbamento, giacchè il Nulla è tranquillo. Nel terzo principio v'ha il Mercurio ostile e velenoso, causa della vita, del moto e dei sensi. Esso esiste affinchè sorga la molteplicità senza fine e senza fondo.
18. - Questa forma cerca il riposo a mezzo dell'irrequietezza ed è l'inimica di se stessa. La sua medicina è dupplice come la sua bramosia che si volge a un tempo verso la libertà tranquilla e verso l'irrequietezza della ricerca di se medesima. La volontà radicale cerca la gioia; perciò esce dal Nulla e s'immerge nel movimento doloroso, in cui essa stessa può ritrovarsi.
19.- Questa volontà trovata desidera ancora la pace del Nulla, per poter godere la tranquillità e la gioia. Così, al fondo d'ogni cosa vanno due volontà l'una tesa verso il fuoco irascibile e la ruota d'angoscia per generare la Natura, l'altra verso la vita di luce e la gioia della Natura.
20. - Il medico della prima è il desiderio della libertà e quello della seconda il furore nella bramosia affamata. Tali sono nel Centro di ciascuna vita, l'amore e la collera di Dio, il bene e il male, il piacere e il dolore e il loro incessante mescolarsi.
21-22. -- V'ha una terza volontà che nasce come da un'essenza delle due prime ed è il loro spirito e il loro padrone, perchè può provocarle tutte e due a suo capriccio. Essa è la vera vita.
23.- Il desiderio della libertà ha nome Dio, il desiderio della natura è chiamato la collera di Dio. Il mondo oscuro è il primo principio e il mondo luminoso è il secondo principio. Essi non sono separati l'un l'altro, ma vivono insieme e sono la causa e la cura l'uno dell'altro e quello dei due che agisce, si manifesta all'esterno per suo Carattere.
24.- La terza forma è l'Angoscia, che si per se stessa è il Fiat e che, operando con le altre due, produce la quarta forma che è il Fuoco.
Nel terzo principio essa è il Sale secondo la sua materia, ma secondo il suo spirito essa ha molti aspetti. E' la forza corporizzante, può essere solforosa o un bagliore mercuriale; in se stessa è un'agonia acuta.
25.- Essa contiene un fuoco freddo e oscuro e un fuoco caldo. Il primo si genera dall'Astringenza, o attrattiva acuta; il secondo proviene dallo stimolo del moto nell'Angoscia e lo accende il desiderio della libertà.
26.- Le tre forme si sviluppano l'una nell'altra e non hanno che una sola Madre, che è la volontà bramosa della manifestazione.
27.- L'angoscia, o fame dello spirito del Sale, ha due volontà. La prima è quella verso la Natura, la seconda è figlia della precedente. E gira intorno a se stessa dalla manifestazione alla libertà. Perchè la vita che circola nella Natura non le appartiene essenzialmente ed ha in se stessa il desiderio di manifestare il suo interiore.
28.- La prima volontà del Sale nella ricerca di sé stesso costituisce il centro della Natura. E' un baleno e un terrore e questo si sprigiona da quello per spiegarsi in un qualche cosa.
29.- Questo centro, questo furore è il mondo tenebroso. l'uscita verso la manifestazione è il mondo esteriore, l'altra volontà che si sprigiona dalla prima è il mondo della luce, il regno della gioia, la vera divinità.
30.- Il mondo tenebroso appetisce il mondo esteriore, manifestato per saziare la sua fame; il mondo esteriore aspira all'essenza o alla vita, che è la risultante dell'Angoscia.
La sua bramosia è il miracolo dell'eternità. un mistero, o uno specchio, o l'oggetto della ricerca della prima volontà.
31.- E' il Solfo, il Mercurio, e il Sale, perchè una tale bramosia è un appetito di se stessa e la sua propria sazietà. Sol desidera il Fo. Fo desidera il Mercurio e questi due desiderano il Sale, loro figliuolo loro abitazione e loro alimento.
32.- L'immagine dell'inimicizia prodotta dalle sue bramosie è l'uragano e i baleni. Allorchè il fuoco del sole scatena la grande angoscia, raggiunto che abbia il Salnitro, l'infiamma, giacchè esso è il baleno o il pungolo del Mercurio. Questo baleno provoca la tensione fredda dello spirito del sale, che si riconcentra in sé stesso, così che il baleno visibile cede a causa della leggerezza del Salnitro.
33.- Poi si leva il vento, vale a dire lo spirito delle quattro Forme e la grandine è provocata dal freddo e l'acqua proviene dalla brama della luce che agisce sullo spirito freddo del sale, vale a dire sulle nubi, disciolte in pioggia da quest'ultimo.
34.- Così il baleno, Salnitro ardente, riceve il fulmine che provoca l'astringenza. Indi il vento comincia a turbinare.