LA MIA FEDE IN DIO
Dio ha celato se stesso nella natura delle cose, e nella estrinsecazione del mondo egli è in cammino verso la sua stessa immagine, ignaro e pieno di desiderio per come egli apparirà a se stesso.
La creazione di Dio assomiglia alla leggenda di quel re sconosciuto che, annoiato dalla solitudine del palazzo, un bel giorno uscì fra gli uomini per scoprire chi nelle vesti di uno straccione lo avrebbe riconosciuto in quanto re; a chiunque riconobbe la sua nobiltà pur nel sembiante del povero, regalò una moneta con la sua effige. Anche noi uomini non possiamo amarci diversamente da come Dio ama la sua creazione: ci seguiamo a vicenda per giungere a noi stessi nell’altro.
Si trattava quindi di un’autentica poesia filosofica, cara Diana, quando ti scrissi cosa ci unisce:
Come potremmo amarci,
se tu non avessi in te l’essere mio,
se la tua immagine non fosse incisa
in me come il tesoro più prezioso?
Solo quando i tuoi occhi mi vedono,
vedo il mio essere autentico,
tu stessa sei tanto bella:
uno specchio puro e squisito.
E i miei occhi risplendono
luminosi quando ti osservano,
sei sole, vento,
un gioiello fra le donne.
A volte ti sento così vicina in me,
come se tu fossi il mio io migliore,
tutto il mio cuore appartiene solo a te,
perché in te, vivo.
E’ davvero solo il tuo amore, Diana, che mi induce a cantare il sorgere del sole e che mi rende contento nelle ore della sera.