IN QUESTI GIORNI INVERNALI
In questi giorni invernali ricordo assai bene i numerosi canti di primavera che ti dedicai quando si destò l’amore e che adesso, due giorni prima della mia probabile esecuzione, si trasformano in canti di una speranza destinata ad avverarsi presto. Uno era il seguente:
Volentieri percorro con te i prati primaverili,
quando sui pendii fioriscono le prime violette
e le betulle dagli argentei tronchi ci salutano,
le foglie sui rami già verdi smeraldo,
e l’alito del vento le sfiora trasognato
e ti accarezza occhi, fronte e capelli
e ti sussurra piano che anno dopo anno
sento con crescente affetto la tua presenza.
Oh mostrami, amata, dove è di casa il tuo cuore.
Vorrei essere sempre dove tu dimori.
Perché ogni violetta, ogni ramo di betulla che germoglia
mi dice come mi ricompensi con il tuo amore.
Mi viene in mente questo pensiero: «Amate i vostri nemici»(Mt 5, 44); ma mi pare di capire che gli esseri umani non sono nemmeno in grado di riconoscere i loro benefattori e di amare chi si rivolge loro in piena sincerità e benevolenza, e sino a quando non avranno appreso quest’arte, non si dovrebbe loro nemmeno parlare dell’altra.