GIORDANO AL LIBRO
Per vedere la maga figlia del gran sole,
Spingendoti fuori da questi rifugi,
Te ne andrai, libro, nel dominio di Circe,
Racchiuso entro confini tutt’altro che angusti.
Stai per vedere le belanti pecore e i muggenti buoi,
I saltellanti padri dei capretti,
Tutto il bestiame che vive nei campi
E tutte le belve della selva.
Con vario ed armonioso canto si leveranno qua e là i volateli del cielo,
Aggirandosi per la terra, sull’onda e nell’aere.
Ti lasceranno invece passare indisturbato i pesci del mare,
Nel loro naturale silenzio.
Attendo però ad accostarti alla casa,
Quando ti imbatterai negli animali domestici:
Allora infatti proprio di fronte alle porte ed all’ingresso dell’atrio
Facendosi avanti tutto fangoso
Ti verrà incontro il porco , e se per caso gli andrai troppo accosto,
Col fango, con le zanne e con gli zoccoli
Ti morderà, ti sporcherà, ti calpesterà
E col suo grugnito t’importunerà.
Sulla soglia, poi, e proprio all’ingresso dell’atrio
La stirpe di bestie latranti,
Che là se ne sta in ozio, ti sarà molesta per il grande abbaiare
E terribile per le fauci.
Se questo non ti farà perdere la testa, e se non la perderanno i cani
Per timore tu delle loro zanne, quelli del tuo bastone,
Loro non ti morderanno, tu non li picchierai:
Sarai libero di passare, né quelli ti saranno di ostacolo.
Superate con solerte industria tutte queste prove,
Mentre ti addentri nei luoghi più celati,
Ti verrà incontro il volatile solare, il gallo,
Per condurti al cospetto della figlia del sole.