INTRODUZIONE A "IL BENE ESISTE SOLTANTO IN DIO"
Sul Bene e Su ciò che è Bello-e-Buono.
1) Il Bene non è che Dio, o, piuttosto, è Dio. E’ in quanto Bene che Dio è la causa sostanziale di ogni movimento e generazione.
2) Dio solo è il Bene: non manca di nulla e non deve dunque desiderare nulla. Non ha nulla che possa perdere e della cui perdita abbia motivo di addolorarsi. Inaccessibile al desiderio e al dolore, Dio lo è anche a tutte le altre passioni.
3) Questo privilegio di impassibilità assoluta non si trova se non in Dio soltanto: ogni essere generato, ivi compreso il mondo, è pieno di passioni, poiché la generazione è passibile e non possiede il carattere del Bene.
4) La materia ha ricevuto partecipazione al Bene come a tutti gli altri archetipi: il mondo è buono in quanto produttore, ma cattivo per tutto il resto, poiché è passibile, mobile, produttore di esseri passibili.
5) Nell’uomo, il Bene esiste soltanto sotto forma di male minora, e solamente di nome, ma non in realtà. Il peggio è che l’uomo tiene per buone tutte le passioni che lo soffocano.
Conclusione: Ermete rende grazie a Dio di quello che gli ha concesso di comprendere: che è il mondo è la totalità del male, mentre Dio è la totalità del Bene.
B.
1) Tutto ciò che è bello quaggiù si ritrova in Dio in uno stato puro e più eccellente. L’essenza di Dio, se esso ne ha una, è il Bello, il quale non si trova da nessuna parte quaggiù. Il Bello e il Bene sono parti di Dio, e proprietà che appartengono ad ess soltanto.
2) Il Bello-e-Buono si identifica con Dio, e, siccome è inseparabile da Dio, non si può comunicare ad altri viventi. Cercare Dio è cercare il Bello. Ora, la sola via verso Dio è la pietà nella conoscenza.
3) L’errore degli uomini senza conoscenza e senza pietà deriva dal fatto che essi attribuiscono il bello-e-buono all’uomo, mentre l’uomo desidera il male, che considera come bene, e dal fatto che è tuttavia obbligato a desiderare questo male, poiché non può vivere senza di esso.