L'IGNORANZA RIGUARDO A DIO
1 - Dove andate mai, o uomini, ubriachi, voi che avete bevuto fino in fondo il discorso schietto dell’ignoranza, che non riuscite nemmeno a sopportare, ma che ormai state addirittura per rigettare? Fermatevi, divenite sobri. Guardate in alto con gli occhi del cuore. E se non potete farlo tutti, lo facciano almeno coloro che possono. Il male dell’ignoranza, infatti, inonda l’intera terra; corrompe l’anima rinchiusa nel corpo, senza lasciarla ormeggiare nei porti della salvezza.
2 - Non lasciatevi trascinare sotto, dunque, dagli ingenti flutti, ma, approfittando di una controcorrente, voi che potete giungere al porto della salvezza, gettatevi l’ancora, e cercatevi una guida che vi mostri la via fino alle porte della conoscenza, là dove c’è la luce splendente, pura da ogni oscurità, dove neppure uno è ubriaco, ma tutti sono sobri, guardando in alto con il cuore verso colui che vuole essere guardato. Infatti, non lo si può udire, né descrivere, né vedere con gli occhi, bensì soltanto con l’intelletto e con il cuore. Ma, in primo luogo, occorre che tu strappi tutt’attorno la tunica che indossi, il tessuto dell’ignoranza, il supporto della malizia, la catena della corruzione, il carcere tenebroso, la morte vivente, il cadavere dotato di sensi, la tomba che porti in giro assieme con te, il ladro che ti abita nella tua casa, colui che ti odia per le cosa che ama, e che invidia per le cose che odia.
3 - Tale è il nemico che tu hai rivestito come una tunica, che ti stringe e ti attira a se, in basso, per evitare che tu guardi verso l’alto, veda la bellezza della Verità e il Bene che in essa risiede, e prenda così a odiare la malvagità, avendo compreso l’insidia che esso ha messo in atto contro di te, rendendo insensibili gli apparenti organi di senso, avendoli ostruiti con molta materia e riempiti di un piacere impuro, affinché tu non possa né udire quello che devi udire, né vedere quello che devi vedere.