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    postdateiconMartedì 22 Dicembre 2009 00:03 | | Stampa | |  E-mail

    Oggi 22 dicembre 2009, una grande ricorrenza si celebra: i cento anni dalla stesura definitiva della Pragmatica Fondamentale, da parte di Giuliano Kremmerz.
    Per chi non lo sapesse, la Pragmatica Fondamentale è la visione più luminosa del Kremmerz, la visione di un modello di umanità gerarchicamente costituita sì, ma legata dal proposito universale della razza umana che è quello della Fratellanza.
    La Fratellanza di anime e pensieri affini, è la sua visione; una Fratellanza che significa condivisione soprattutto, amore per le cose belle della vita, e nel calore umano e fraterno ritroviamo forse la cosa più bella.

    Mai sufficientemente si è  analizzato il fatto che il Kremmerz scelse questa importante parola per definire il suo movimento, avrebbe potuto scegliere altre parole, di origine più occulta o regale, ma no, egli scelse Fratellanza, per mettere sullo stesso piano, tutte le anime partecipanti alla “sua”  Grande Opera.

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    Tutti Fratelli!, anche se ognuno con la propria responsabilità, all’interno della gerarchia. Tale responsabilità deve essere sempre vissuta come lavoro di impegno a favore di tutti i fratelli e non come motivo di carriera e dominio.

    Al contrario  di altre organizzazioni umane, più la “carriera” progredisce nell’ambito della gerarchia, più il fratello diviene occulto, più la sua opera diviene nascosta; il Kremmerz non voleva creare dei miti, ma degli esseri che si impegnassero per la propria evoluzione e per quella degli altri.
    Tant’è che alla sua morte, nessuno seppe mai colui che gli succedette alla carica di DG, molti ebbero tale pretesa, ma alla fine chi ebbe la forza di portare avanti le redini della Fratellanza, alla stregua del pensiero kremmerziano, e cioè senza lotte di campanile, senza enfatizzazioni della propria personalità?
    Ma al di là di queste parole, oggi dopo cento anni la fiammella della Pragmatica Fondamentale è ancora viva, e vive ancora in gruppi autogestiti come il nostro, forse è poco per i più, ma finché c’è la brace il fuoco può essere riacceso, se si trova l’innesco adeguato.
    Cosa fare per celebrare questo evento, da molto tempo questo proposito ci arrovella le meningi, sicuramente un buon bicchiere di grignolino ce lo siamo bevuto, ma la cosa più importante che dopo moltissime analisi abbiamo deciso di intraprendere è quella di commentare il testo stesso alla luce di ciò che siamo oggi, noi uomini, cento anni dopo.
    Ancora oggi la Regula Benedettina (Orat e Laborat per intenderci) , è parte integrante del movimento monastico occidentale, seppur con le sue variegate sfaccettaure, così anche la nostra regola è ancora viva, ma deve essere letta, per un uomo contemporaneo, che porta su di se alcuni grossi pesi in più, ma anche molti piccoli traguardi.
    Per i primi, abbiamo la conoscenza dello sterminio di massa, della bomba atomica,  dell’irreparabile  compromissione del clima terrestre, dell’epoca materialistica.
    Per i secondi, tutte le conoscenze tecniche e scientifiche moderne, la decodifica del genoma umano (che se accuratamente analizzato ci fa comprendere di come i nostri "amici" ermetisti-alchimisti di tutte le epoche avessero una visione molto corretta),  la comunicazione istantanea, l’immenso mondo virtual-astrale di internet (dove lo scibile umano è per la maggior parte alla portata di tutti), la fine almeno per una parte dell’umanità (cosa che ai tempi del Kremmerz non era ancora così), delle carestie e delle malattie, e la nuova consapevolezza che, affinché ognuno di noi possa stare bene, tutti debbano stare bene.
    C’è ancora moltissimo da fare, ma noi nel più puro spirito kremmerziano, siamo abituati a vedere il bicchiere mezzo pieno.
    Per concludere, da oggi in tutti i giorni di luna piena del prossimo anno, commenteremo i punti salienti della Pragmatica Fondamentale su questo sito, non abbiamo un canovaccio prestabilito, ma scriveremo ciò che il nostro cuore ci detterà in quel momento.
    (I Fratelli di Hermes)
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