LA SCIENZA E LA VOLONTA'
Ariel
forza è principio e conseguenza di scienza.
La scienza ha applicazione intensa e concreta della forza in magia. Il mago
deve avere perfetta scienza dell’azione delle forze psichiche e iperfisiche per
ottenere la realizzazione dell’Ariel.
Con questo si dimostra che in magia non
esiste applicazione, esplicazione o adattamento di volontà senza la conoscenza
anticipata della sua maniera di agire. Chi agisce impulsivamente, per
rivelazione di quell’incosciente sensibile che forma il sostrato dei medium e
degli isterici, non è un mago, ma un buon soggetto nelle mani di una persona
che sa quanto fa e come fa. Viceversa chi coscientemente opera anche esplicando
un infinitesimo sulla sua volontà-forza, può chiamarsi mago o sapiente.
I sapienti delle scuole note a tutti i
profani risolvono tutti i problemi dell’adattamento delle forze e delle
produzioni naturali, possedendo a priori
la conoscenza delle virtù adoperate. L’architetto non eleva un edificio se non
con la piena coscienza di non violare le possibilità di resistenza dei
materiali impiegati nella costruzioni, e le leggi della statica; - l’avvocato non studia una questione di
diritto che dal punto di vista delle leggi regolanti i diritti e i doveri dei
cittadini nello stato, a lui note; il navigante non cammina sul mare senza
confini che in perfetta sicurezza di non sbagliar rotta. I medici sono
scienziati sol quando si accingono alla diagnosi di una infermità nota –
perdono il diritto a tal nome quando cercano il rimedio assoluto alla infermità
diagnosticata, ricorrendo alla materia.
Apro una parentesi brevissima sul perché la terapia fa classificare i
medici più presuntuosi tra gli empirici. Tutti gli scienziati accennati di
sopra, compresi i medici diagnosticanti le infermità note, sono infallibilmente
tali quando non si allontanano dalla osservazione delle leggi immutabili della
natura nella materia, nell’ordine del creato, nello spirito e negli elementi naturali ed inferiori. Ciò perché la
Natura, il creato, il visibile, la materia è ordine, è equilibrio immutabile, e
la penetrazione delle leggi regolanti questo ordine immutabile è la scienza
delle cose visibili. Se la terra non ruotasse più intorno al sole, l’ordine
attestante una legge di moto, che è legge di
vita, perirebbe – se i materiali da costruzione senza variar di aspetto
fisico o di struttura chimica non mantenessero costantemente l’esplicazione
della loro potenzialità, l’ordine negli spiriti delle cose brute sarebbe un
inganno – se le leggi di un paese mutassero nel loro fondamento etico e sociale
in rapido modo, la vita collettiva si ridurrebbe ad una serie di assurdi e,
mancante l’ordine piomberebbe in uno stato di accidentalità negante il
progresso. Così che guardando le industrie coscienti dell’uomo nella sua vita
sociale, da un punto di vista elevatissimo, si viene alla doppia conclusione: -
1. che la scienza umana è nell’immutabilità delle leggi della natura o delle
cose fatte ad immagine della immutabilità assoluta della natura (stati, repubbliche,
leggi); - 2. che tanto più è assoluta la scienza umana per quanto è
inalterabile l’ordine delle cose su cui la industria umana si forma; - 3. che
tanto più è esatta la scienza dell’uomo per quanto più inalterabile è la
brutalità dei mezzi impiegati.
Infatti date uno sguardo alle leggi del
processo sociale. Nei popoli primitivi le prime a perfezionarsi sono le
industrie meccaniche. Il fabbro, il muratore, il falegname sono gli scienziati delle società rudimentalmente
civili. In questi stadi sociali tutto ciò che implica una qualunque influenza
dello spirito sulla materia, è pertinenza del sacerdozio: perché l’ignoto è sempre divino. Progredendo la
società, il muratore diventa architetto, il fabbro diventa un metallurgo, il
falegname un costruttore e chi riunisce le potestà scientifiche di dettar leggi
a questi esecutori, è un ingegnere.
L’avvocato, il giurista, il magistrato sono piante che vengono dopo che gli
stati barbari entrano nella loro forza di equilibrio. Il diritto è sacerdotale,
come la medicina: negli stadi di barbarie, perché il diritto è fuori
dall’ordine costante e assoluto per la preponderanza dello autocratismo dei regoli
o delle oligarchie, e la seconda perché le infermità del corpo umano è sempre
conseguenza di uno squilibrio recente o lontano dello spirito del paziente.
Nelle società civili, il primo a
costituirsi, dopo l’ingegnere, è l’avvocato conoscitore del giure collettivo,
il quale formandosi sui diritti, i doveri e l’equilibrio delle tolleranze, è
accettato e di concerto invocato come stabile da tutti i cittadini o regnicoli.
Le leggi vanno soggette a modificazioni secondo epoche e popoli, ma il diritto
dell’umanità è immutabile. Umanità da humus: la terra e i terrigeni non propugnano che l’ideale
dell’equilibrio nell’equa distribuzione dei premi e delle pene – e così come il
medico sbaglia quando vuole impadronirsi di un sistema assoluto di terapia. I
popoli più civili più spesso che non si creda si ingannano nella applicazione
delle pene ai delitti.
S’affaccia il medico uscendo dal fitto
tenebrore della medicina empirica dei primi tempi, studiando alacremente il
corpo umano, fino a descriverne le minuzie invisibili ad occhio nudo. Date uno
sguardo alla storia della anatomia fino al microscopio perfezionato, e vedrete
che l’uomo ha voluto rendersi conto e ragione esatta di ciò che costituisce il
corpo umano. Vi è riuscito. Non vi è cellula che non vanti il suo illustratore.
Non vi è poro che non abbia partorito un libro speciale. Ma quando l’uomo ha
voluto dar praticamente la sanità al suo corpo infermo, la sua scienza è
cessata, e le tombe si sono aperte e si aprono ora come ai tempi di Irnerio e
della scuola salernitana!
Domandatevi collettivamente: perché nelle
applicazioni delle leggi i popoli civili compiono delle ingiustizie e perché
nelle applicazioni dei veleni così detti farmaci i medici salvano l’uno e
ammazzano l’altro? – la risposta è semplice: perché tutto ciò che fin ora si è
studiato appartiene ad un periodo di barbarie stupidamente detto civiltà, in cui l’uomo è considerato
materia e, nelle sue funzioni sociali innanzi alla legge eguale per tutti, ogni
bipide che sappia articolare il suo nome è un uomo e gli stessi diritti e le stesse pene appartengono ad un
vinaio come ad uno statista che abbia governato saggiamente un popolo e tutti
due abbiano rubato una cassaforte.
Gli elementi patogeni, che i medici
contemporanei cercano nei batteri per spiegarsi la diffusione dei morbi e che
passeranno di moda più presto che non si creda, la medicina a venire troverà in
un elemento imponderabile alle attuali ricerche: nello spirito dell’uomo il
contatto o il contrasto con lo spirito delle cose. Allora avverrà una profonda
rivoluzione nella sapienza umana e finirà il mondo … cioè finirà il mondo
dell’ignoranza laureata che saetta fulmini e scomuniche contro chi la
contraddice, finirà lo stato di tenebre e si inizierà un periodo novello nel
quale le scienze umane saranno le scienze dello spirito umano. Allora muterà la
condizione sociale dei popoli, perché lo spirito del Cristo è diventato carne:
la giustizia umana sarà una imitazione esatta cosciente e costante della
giustizia divina, la quale guardata oggi dagli uomini imperfetti sembra spesso
la divina ingiustizia, per la ragione
che gli uomini i quali in tutte le loro concezioni sono relativi non possono immaginare ne comprendere una giustizia nell’assoluto, cui non si scappa né con gli
avvocati né con gli intrighi dei curiali. Allora si troverà la ragione profonda
del perché le società ieratiche o iniziatiche antiche non conobbero medici
migliori di Esculapio o di Osiride guaritori di mali per virtù spirituali.
Allora si comprenderà che cosa erano le ecatombe sacre degli antichi, e che
cosa i sacrifici suggeriti dagli oracoli per far cessare i flagelli. Invito a
leggere in Tucidide il brano riguardante la pestilenza di Atene, e il modo come
la pestilenza cessò: non so se in vista di una apparizione di una epidemia gli
oracoli scientifici possano oggi, 24 secoli dopo, suggerire un rimedio che
facesse per incanto cessare la moria, con la uccisione di una pecora o di uno
scorpione!
Ma l’argomento mi porta più lontano di
dove non voglia giungere con le mie esplicazioni.
Per riannodare: come nelle profane
conoscenze l’empirismo è escluso e maledetto perché non si ritiene savia che
l’applicazione di ciò che si sa, nelle alte scienze dello spirito non può
chiamarsi mago che colui il quale adopera le leggi spirituali
coscientemente, cum scientia et ratione,
come dicevano gli scolastici.