LA TAVOLA ZODIACALE - SECONDA PARTE E FINE
IL MARZIALE
E' un essere forte, battagliero, che s'impone.
I marziali peccano di noncuranza a riflettere.
Il genio correttivo del marziale è quello che ha
qualità opposte.
In astralità (tendenza individuale) c'è il buono e
il cattivo.
Il marziale quindi può usare la sua volontà in
senso buono e in senso cattivo, cioè esplica la violenza.
Un altro marziale, invece, conserva l'equilibrio e non passa certi
limiti.
Questi sono i tipi di marziale violento e di
marziale buono.
I contrari di essi, sono due tipi che agiscono
come complementi e come correttivi.
Il marziale vive in affinità con l'età delle
conquiste affettive dell'esistenza, periodo in cui si combatte per vivere.
Dopo lo stadio solare delle ambizioni e dei
progetti, si passa a quello delle realizzazioni, ottenute nello scontro
frontale con la dura realtà, alternando successi e sconfitte, cadute e riprese,
ripiegamenti e entusiasmi.
E' un essere che vive di combustione, di spreco di
energie, di sforzi espressi sia in forza muscolare che mentale, sotto l'impulso
del desiderio e si impone, costi quel che costi, per dominare e conquistare.
Ha coraggio, schiettezza, audacia.
Il carattere è teso, aggressivo e, naturalmente,
manca di psicologia e di sfumature.
Il pericolo sta nella liberazione di questa energia animale incontrollata che può trasformarsi in violenza, in passionalità distruttiva e cieca fino al limite del sadismo.
Inimicizie, incidenti, interruzione
brusca dei rapporti.
IL MERCURIANO
Ha l'estasi nel moto rapido ed avviene
come nei sogni, che in pochi secondi si vive la vita di mesi!
Il mercuriano è abile in tutte le
esplicazioni delle forze fisiche e intellettuali.
Il mercuriano vive in armonia con
l'adolescenza. Età androgina che rappresenta un periodo di risveglio
intellettuale e di disimpegno, di affinamento delle facoltà di giudizio,
differenziazione e di scelta.
Periodo di passaggio, di rapida
trasformazione, instabile e inquieto.
L'essere si distacca dall'istinto ed
elabora un meccanismo di difesa contro l'affettività pura.
C'è la dimensione del gioco condotto
sia a livello mentale (critica, ironia, la “battuta” di spirito) che a livello
di realtà dove l'Io è preoccupato di appartenersi, di difendere i propri
interessi.
Da qui una continua tensione nervosa
legata alla mancanza di stabilità.
E' una natura mobile, sveglia,
attenta, curiosa, sottile e scaltra, maliziosa, ingegnosa, ficcanaso.
Natura dualistica, ladra,
arlecchinesca, fanfarona.
Gusto del gioco, dell'esercizio dello
spirito fine a se stesso (l'informazione, il giornalismo) dell'eccitazione
mentale, della sperimentazione.
Senso del contatto, dell'affare, del
dialogo, dello scambio e quindi anche dell'imbroglio.
Bisogno continuo di movimento.
La parola e lo scritto.
I viaggi, il commercio.
IL GIOVIANO
I gioviani banchettano e giocondamente
operano le cose di maggior raccapriccio.
Il gioviano vive in armonia con l'età
del frutto, l'età matura dell'appagamento: l'età del successo e del riposo dopo
la conquista marziana.
E' il momento in cui si ama godere dei
risultati dei propri sforzi, in cui si mette su pancia, in cui si sistema sia
ideologicamente (conservatorismo, borghesia) che materialmente, apprezzando i
valori stabiliti, la propria posizione sociale.
E' un espansivo, un sensoriale, un
fiducioso, generoso, liberale, aperto, socievole.
Afferma gli appetiti legati alla
sensualità, all'interesse professionale ed economico, all'ambizione.
Natura che si esplica in volume, in
ampiezza e potenza, in vitalità espansiva e autorità naturale.
Benevolenza, protezione, profonda coscienza di sé.
Personalità che tende a unificare il
proprio istinto e la propria ragione in umanesimo, in saggezza, in calore
umano, in amore per la vita e per i propri simili con sfumature di
paternalismo.
IL VENEREO
Osservate gli uomini che presentano
una preponderanza venerea.
Venere è la dea della bellezza nella
forma più squisita della manifestazione ma anche nella forma più cattiva.
I venerei hanno bisogno di un
complementare cioè di elementi, di virtù che permettano l'esplicazione di
poteri che l'elemento venereo da solo non potrebbe fare.
I venerei sono auto ammiratori della
loro bellezza; hanno cure esagerate di se stessi e, preoccupati solo della
forma esteriore, adorano l'apparenza seducente delle cose.
Un venereo assolutamente dedicato allo
specchio si preoccupa più della cravatta e di una piega dei calzoni che di una
questione seria in cui possa impegnare la sua anima e il suo avvenire. E'
spesso un elegante infelice.
Il venereo vive in sintonia con la
prima giovinezza. Periodo del risveglio della prima sensualità, della
sensibilità amorosa, del fascino fisico, del gusto di piacere e dell'amore per
i piaceri.
Vuole sedurre ed essere sedotto,
vivere in armonia con le persone che piacciono e in armonia con le cose.
Tutto deve essere perfettamente in
equilibrio, in un modo delicato e voluttuoso dove i contrasti, i toni violenti
sono banditi.
Cerca la perfezione attraverso i sensi
e la comunione affettiva.
Lo fa con la persuasione e la
diplomazia. Diventa estremista e intransigente quando non è appagato.
Può diventare schiavo dell'amore, della forma, della propria arte, della bellezza.
E' un esteta attraente, elegante, amabile che rischia di diventare frivolo e vanesio, vittima del suo narcisismo.
IL SATURNIANO
Preponderano in lui esclusivamente le
forze fisiche e gli attaccamenti alla terra, nei bisogni esagerati e voraci
dell'animale che tutto vuole per la conservazione materiale; diffidente e
appetente in tutti gli atti che compie: nel mangiare, nel camminare ed anche
nello svolgere pensieri nei quali si sente tutto il Saturno, cioè tutto il
piombo della sua costituzione: è l'individuo grave, pesante, impacciato che fa
sentire la gravità lugubre della sua presenza, privo di sorriso, straripante
malinconia e mortorio.
Questo essere saturniano ha il Genio
compensativo, che è costituito dalla invocazione al contrario del suo
temperamento intimo fisico e spirituale.
Il tipo saturniano ossuto, quadrato,
mangia bene e beve meglio; se non tocca, non vede e non pensa.
Dormono profondamente, svegliati
stentano a riprendere la conoscenza ed il ritmo della vita, sognano e
dimenticano o sognano molto raramente.
I saturniani, tetri maghi di rigida
sventura, non si esaltano che al dolore; hanno l'estasi del tormento della
carne e dei sensi.
Si ricollega all'età della vecchiaia,
tempo in cui l'essere si ripiega su se stesso disseccandosi e raffreddandosi,
fisso su atteggiamenti definitivi.
Le forze che lo animano lo portano
alla solitudine e alla concentrazione.
Si rifugia nel silenzio della
riflessione, nel profondo della vita interiore.
E' l'introverso che tende allo
scetticismo, al pessimismo e alla malinconia.
I sani piaceri della vita lo lasciano
indifferente, non sa godere edonisticamente perché è disincantato e il suo
cerebralismo glielo impedisce.
Può essere avaro ed egoista,
esercitare implacabilmente la sua autorità, e può nascondere una ricca,
tormentata spiritualità.
Il suo carattere è calmo, lento,
prudente e riservato, paziente, rinunciatario, ascetico.
Può quindi realizzarsi
nell'astrazione, nella spersonalizzazione o nel sacrificio.
E' vicino alla realtà nuda perché ha
il senso del Tempo e della Morte.
Quando non prevale la paura, il
rifiuto o il distacco dalla vita, domina in lui il male di vivere, fatto di
avidità, di desideri inappagati, di frustrazione, di ipersensibilità dolorosa e
tormentata.
Sforzo, dovere, virtù, perdita,
malattia, morte.
* * *
Nella “Tavola Zodiacale ” il
ricercatore potrà riscontrarvi molti significati, anche perché della Tavola ve
ne sono varie versioni con progressive integrazioni.
Quella che ritengo la più
interessante, è chiamata dagli studiosi “La Tavola delle 72 Intelligenze
Divine, o dei 72 nomi Angelici, o dei 72 Geni”.
Il numero 72 ha origine dal fatto che
la tradizione ci tramanda che la “Porta” attraverso la quale ogni Intelligenza,
Angelo o Genio manifesta il suo dominio ha un'ampiezza o durata di 5
gradi o giorni. Dividendo pertanto i 360° o giorni per 5 si
ottiene il 72.
In astronomia si sa che il Sole si
sposta di 1° lungo l'eclittica celeste ogni 72 anni.
La cadenza del 72 è
stata fissata dall'egizio nelle 72 litanie di Ra, nei 72
nomi divini che furono ripresi
dall'ebraismo e dal proto-cristianesimo.
Oltre che come valore macrocosmico, quale orologio solare nella precessione degli equinozi nei 12 segni zodiacali, 72 ha un preciso riscontro nel microcosmo. Infatti nel corpo umano 72 sono le normali pulsazioni cardiache (Sole-Cuore).
Naturalmente ognuna delle 72 Intelligenze Divine, 72 nomi angelici o 72 Geni ha la sua specifica influenza e i suoi attributi e mistero.
I 72 nomi di Dio Angelo
custode
Analogamente alla Tavola
Zodiacale (concepimento), anche per i Segni Zodiacali
(nascita) è possibile risalire ai 72 Angeli che dominavano il giorno in cui
abbiamo visto la luce (l'Angelo custode dei cattolici al quale siamo affidati
alla nascita).
Altro Angelo, altra influenza,
attributi ecc.
Il Kremmerz scrive:
“L'astralità, ossia la 'tendenza', è il difettivo dell'individuo che noi
consideriamo a seconda della maniera in cui le influenze del mondo hanno agito
su lui al momento della sua nascita. Per esempio, chi ha un'astralità marziale
è un essere forte, battagliero, che si impone. Ma ha una deficienza che è il contrario del 'tipo' marziale. I marziali
peccano di noncuranza a riflettere. Il
genio che si invoca al marziale è quello che ha la qualità opposta e che ne è il correttivo. In ogni astralità c'è il
buono e il cattivo”.
Vorrei terminare questo scritto
ricordando, ad integrazione di quanto sopra, che Tommaso d’Aquino ci ha
lasciato un ulteriore insegnamento da tenere sempre presente:
“Astra inclinant, non
necessitant – Gli astri influenzano ma non costringono”.
Pitagora ammetteva due agenti delle azioni umane, la potenza della Volontà e la
necessità del Destino, e che li sottometteva l’uno e l’altro a una
legge fondamentale chiamata la Provvidenza,
dalla quale emanavano ugualmente. Il primo di questi agenti era libero,
e il secondo costretto: di modo che l’uomo si trovava posto entro
due nature opposte, ma non contrarie, indifferentemente buone o malvagie,
secondo l’uso che sapeva farne. La potenza della volontà
s’esercitava sulle cose da fare o sull’avvenire; la necessità del
destino, sulle cose fatte o sul passato: e l’una
alimentava senza posa l’altra, lavorando sul materiale che si forniscono
reciprocamente: giacché, secondo quest’ammirabile filosofo, è dal passato che
nasce l’avvenire, dall’avvenire che si forma il passato, e dalla riunione
dell’uno e dell’altro che si genera il presente sempre esistente,
dal quale traggono ugualmente la loro origine: idea molto profonda, che gli
stoici avevano adottata.
L’uomo può fare miracoli con la sua volontà
ma se non la saprà attivare, sarà sempre influenzato nelle sue azioni dalla sua
astralità e dal passato o necessità del
destino, senza nemmeno rendersene conto.
Ma questa è un’altra storia, forse per curiosi alla ricerca di risposte....
Dua-Kheti
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