PREAMBOLO ALLA MEDICINA AUREA - CAPITOLO I
Dedico questo scritto ad Esculapio, protomedico laureato dell’Olimpo e
vecchio ornamento dei barattoli di farmacia. A Lui che, trasformato in Serpe,
distrusse la pestilenza volgare dell’Urbe, innalzo i vapori del nero inchiostro
del mio calamaio, pensando ai sacri postriboli nei quali il Nume rispondeva
alle Sibille, e dimenticando l’ora presente che nega ai Massimi la voluttà di
concedersi ai cuori vergini di dottrine microbiche e di scienze psichiche. A
Lui che Immortale ha indicato al primo alchimista la ricetta dell’Elixir di
lunga vita e ai figli della Saggezza la Coppa preziosa per moltiplicarlo,
domando aiuto per dir bene ciò che devo dire e nascondere meglio quello che
tutti devono ignorare … per il bene della umanità dolorante e per l’oscuro
insegnamento della Scienza Sacra di Ermete.
L’orbita della “Schola” – L’investigazione umana del medico – La medicina è fondata nella sua particolarità filosofica su di un vizio mentale – L’ipotesi dell’etere – La luce – Il mistero insondato della vita e la sua divinità.
Lo scopo della mia vita presente non si riassume in ciò che finora ho scritto e predicato, solamente come corredo a quello che scriverò d’ora in poi, sulla Medicina Aurea, la quale è la scienza e la pratica della Medicina Pitagoricha e divina – cioè la Medicina della grande sintesi, che il laboratorio analitico della Scienza Razionale e i sommi clinici dileggiano.
Ed eccomi ad entrare nell’orbita della SCHOLA.
Non ne uscirò per divagare nell’azzurro dell’ascetismo filosofico, che per ricordare i limiti della possibilità, e segnare i termini del campo illusivo.
Premettere la storia della medicina umana a questo studio, è ozioso. Sulla viltà dei sensibili al dolore e sulla paura della morte considerata come il supremo dei mali, s’impose la volontà dei forti e dei coraggiosi che sentirono in sé la potenza intelligente della divinità e gli dei si manifestarono, così, per la prima volta, benefidi(1).
(L'intelligenza umana rende beneficamente o maleficamente la potestà
dei Numi, i quali - vedi il paganesimo - si vestono di corpo umano per compiere
opere umane e qualche volta di corpo animale. Giove si trasformò in Cigno per
godere dell'amore di Leda. Il prender ciò alla lettera, come Tertulliano e i
più celebri pazzi dei polemisti del suo genere, dimostrerebbe che gli autori
delle favole jeratiche furono delle bestie; ma dalla struttura artistica di
tutta la mitologia greco-romana appare che i cerebri dei volgarizzatori dei
secreti, rivelatori dell'arcano, dovevano pesare il valore ogni parola che
esprimeva un atto divino. Gli 'iddii guaritori, come Esculapio e consimili, si
manifestarono per la prima volta benefici quando gli uomini doloranti vi fecero
ricorso - e si manifestarono attraverso l'umana intelligenza. La qual cosa
oltre a stabilire l'antico primato dell'arte divina del sanare, deve all'uomo
che alle divinità dei Numi non crede, far supporre che dall'intelligenza umana
si sprigionò la favilla del miracolo quando la guarigione si ritenne miracolo).
Attraverso i secoli l’uomo cercò di imparare e
investigare per giungere:
1° - Alla determinazione e conoscenza delle infermità umane, alla loro
causa, evoluzione, e fine.
2° - Alla terapeutica esatta e miracolosa, cioè infallibile, per ridonare
la sanità agli organismi colpiti.
Lo stato attuale della scienza è, nel suo
complesso, meraviglioso: l’osservazione tecnica, analitica, profondo della
devastazione dell’organismo umano in lotta con l’ambiente è con i principii
ritenuti causa di mali (patogenici), ha progredito meravigliosamente – ma
sinteticamente e in errore perché se le teorie sulle osservazioni
fossero vere ed esatte il rimedio ai mali (terapeutica) sarebbe
infallibilmente trovato.
È inutile discutere le teorie.
Il medico è un filosofo e un fisico.
Come fisico è il meno imperfetto possibile – date le conoscenze e il misticismo scolastico di oggi (2);
(non meravigliarti che io dico misticismo
scolastico. Pare un non senso nell'insegnamento positivo delle scienze
sperimentali, ma in realtà il misticismo arriva fino alla idolatria per certi
professori famosi. Nessun dotto può vantarsi d'essere uscito per sempre
dal ciclo della credenza, scrive il dott. Gustavo Le Bon, nei
fenomeni incompletamente conosciuti si è obbligati a formulare teorie e
ipotesi, vale a dire delle "credenze" che l'autorità sola dei loro
autori fa accettare.
Questo è misticismo scientifico e scolastico che non è sfuggito
all'osservazione di psicologi spregiudicati! Però studiosi seri e
sperimentalisti se sono accusati di misticismo vi danno dell'ignorante. Anche
pei fenomeni studiatissimi, continua lo stesso Le Bon, siamo
obbligati, non potendo verificarli tutti, di ammetterli come credenza. La
nostra educazione classica non è che un atto di fede di fronte a dottrine
imposte per il prestigio di un maestro. Deve (la nostra educazione
classica) per questa ragione divenire esperimentale qualche volta con
lo scopo di mostrare all'allievo la possibilità di verificare le affermazioni
che gli impone e di insegnargli che l'osservazione e l'esperienza non sono i
soli congegni della vera certezza.
L'impossibilità di verificare l'insieme delle nostre
conoscenze rende chimerico il consiglio dato da Cartesio nel "Discorso del
metodo": "non ricevere mai alcuna cosa per vera che io non la conosca
evidentemente per vera e rigettare come false tutte quelle su cui possiamo
intravedere il minimo dubbio".
Se Descartes avesse tentato di applicare questi
precetti non avrebbe ammesso come evidenti delle cose che oggi ci fanno
sorridere. Nello stesso modo dei suoi contemporanei e la generalità dei suoi
successori egli era dominato dalla credenza. Lo scetticismo più avanzato è in
realtà sempre parziale ... E poiché un dotto è obbligato di accettare come
credenza una gran parte di verità della scienza non ci meravigliamo di vederlo
tanto credulo quanto gli ignoranti. Sugli argomenti estranei alla sua
specialità li sorpassa di poco.
Il misticismo scientifico e scolastico esiste.
Noi crediamo agli illustri specialisti che han fatto un esperimento nuovo solamente sulla fede della loro parola e della loro opinione ... che può essere errata. E gli esempi non mancano perché noi non possiamo e non abbiamo i mezzi di controllare.
- come filosofo, ahimè, resta nell’idea
ciclica delle filosofie di tutte le epoche – un attivo logismografico di
principii teorici che si avvicenda ad un passivo di dubbi e di impotenze.
Io parlo della Scienza e non dei Medici.
La conoscenza delle verità è umanamente una
presunzione a cui abbiamo fatto l’orecchio come a tanti convenzionalismi. La
scienza – abbiamo l’abitudine di dire – spiega tutto e l’uomo vuole le ragioni
di tutte le cose, magari con ipotesi ardite o false, ma abbiamo in noi caratteristica
nell’ora presente la pseudo ragionevolezza di trovare una ragione a tutte le
cose che ci si presentano con un’aria di mistero.
La medicina è la storia vivente di questo vizio
mentale del volgo studioso – ma anche le scienze strettamente fisiche si
trovano nella stessa condizione pietosa. L’etere sul quale riposa tutto lo
sperimentalismo della fisica moderna è una ipotesi necessaria per spiegare
tutto ciò che non si spiega; il calore, l’elettricità, il magnetismo, si
definiscono per effetti: il mistero dei movimenti planetari che matematicamente
e precisamente si calcola, si espone per ipotesi causali che passano per buone
in mancanza di meglio – ma il mistero più complesso della vita di un organismo
animale in cui si agita un pensiero o una unità
pensante o anima, non è sondabile né dalla biologia sperimentale né
dalla chimica né dagli apparecchi della vista, microscopii, raggi Röntgen e
altri possibili.
Il
mistero è il limite della conoscenza.
Un magistrato molto colto e retto mi espone le sue meraviglie dieci anni fa che
io avessi scritto un Mondo Secreto e mi domandò convinto come
si parlasse di secreto o arcano ora che tutto è luce.
In verità è che noi non
sappiamo propriamente che cosa sia la Luceneanche nei trattati più
profondi di ottica. Le vibrazioni date come causa ci trasportano nel problema
del movimento o moto che è un principio della sacra cabala più che una
conquista fisica di oggi.
La febbre delle
teorie è una forma psicopatica come un’altra quando raggiunge l’esagerazione.
La fiamma della vita
di un’unità organica non è stata sorpresa né sarà sorpresa da nessuna scienza
umana perché è l’unica cosa divina che esiste comune in tutti
i corpi organizzati viventi e pensanti. Divina perché è nascosta ed è palese in
tutti gli organismi e in nessuno tangibile; divina perché eterna, cessa qui e
rinasce più in la, dovunque una copula amorosa determina una fecondazione che è
l’accensione di una fiamma nuova che è la vecchia estinta e ricomparsa e
di cui la chimica non può darsene ragione perché interviene a fatto compiuto o
prima che il fatto si compia.
A parte
le conoscenze anatomiche su organismi in disfacimento, il problema della vita,
della fiamma, della fiaccola tra miliardi di milioni di vite organiche
dell’universo è oggi allo stesso stato del tempo di Timeo di Locri o di
Empedocle seppure l’uno e l’altro citati non ne intuissero di più.
Ciò prova che
il mistero sussiste in un confine dove le scienze di osservazione si arrestano.