IL PUNTO DI VISTA DI GIULIANO KREMMERZ
La tecnica della realizzazione
magica – secondo Giuliano Kremmerz – doveva procedere nel seguente modo:
Il pensiero (fuoco-etere), attraverso la
parola-preghiera (fiato,aria), che è uno stato di fluidificazione della
volontà, sorretto da vasta applicazione immaginativa di immedesimazione con lo
stato voluto, doveva incidersi sul corpo lunare (acqua), in maniera da
conformarlo o trasformarlo per sapiente ideazione della cosa voluta, per averne
gli effetti fisici adeguati (terra).
Pertanto, il praticante, avendo per iscopo
(fuoco) di trasformarsi in vegeto ricettacolo di forze terapeutiche, tali da
irradiarne il beneficio del suo stesso corpo, prega, cioè immette questo suo
pensiero o germe occulto nella sua anima, in una corrente di fiato emesso
(aria), che ne costituisce la prima trasformazione o veste concreta o efflatus
materiale. Questa corrente, favorita dallo stato che è proprio della preghiera
(stato di oblio di ogni cosa estranea allo scopo per cui si prega), favorita
altresì da uno stato di rapporto con la cosa invocata, il quale si determina
per mezzo dell’immaginazione di se stesso – pittorica, precisa, artistica – in
possesso dello stato voluto, viene assorbita e digerita dal corpo lunare (acqua)
che, con un suo processo di occulta gestazione, partorisce l’effetto fisico
(terra).
Tutto ciò in piena coerenza con la
dottrina magica estesamente attratta dal Kremmerz, produrrebbe l’auspicata
realizzazione e la fisserebbe tanto più presto quanto più costante ed indefessa
la pratica, e quanto più costante l’osservanza di alcune norme di vita
convergenti verso lo scopo prestabilito.
Tali norme sono – tra le fondamentali – la
preghiera, la castità e il digiuno: il tutto presupposta una vita morale di
largo disimpegno da ogni passione per il raggiungimento di un superiore
distacco o equilibrio, propiziatore dell’ascenso invocato.
Ora: una cosa è la preghiera religiosa e
devozionale, per cui in atto di fervida aspettazione ci si rivolge al santo
miracoloso, e un’altra è la preghiera magica, che è assunta volutamente e
coscientemente come il migliore «stato di essere» per la realizzazione in sé,
per sé e per gli altri, di un determinato effetto.
Una cosa è la castità come stato mistico
che intende rifuggire da un preteso peccato della carne, e un’altra è la
castità come cosciente determinazione della volontà di dominare le appetenze
(passività) saturniane, per esserne signore e sfruttarne le energie pro salute
propria e altrui.
Una cosa è il digiuno praticato per
mortificare il corpo, magari esaurendone le forze a beneficio di una
macerazione mistica assurda, e un’altra è il digiuno praticato per il
superamento della voracità e della necessita saturniana, sostituendo ai
principi vitali degli alimenti il proprio principio vitale reso attivo e libero
dalla disostruzione dello organismo.
Infatti, sia per quanto riguarda la
preghiera, la castità e il digiuno, sia per quanto si riferisce al «modus
operandi» del corpo lunare o MEDIATORE PLASTICO, così detto
perché è mediante le sue proprietà plastiche che si producono gli effetti
voluti, il Kremmerz così si esprime:
Tratto da Kremmerz III editrice
«Universale di Roma» anno 1957