RISPOSTE AD UN ASPIRANTE ERMETISTA - PARTE PRIMA
Nel «Mondo Secreto» ho ampiamente accennato alla iniziazione
filosofica di un giovane che voglia addentrarsi negli arcani dell’invisibile e
del sovrasensibile, però il pubblico che è educato modernamente a desiderare e
ad ottenere con rapidità, è stanco di sentire sempre discorrere di filosofia
dei miracoli e di non vederne mai, e vorrebbe dalla filosofia naturale ermetica
una spiegazione chiara, tanto da non incespicare nei soliti scogli dell’utopia.
Per la quale ragione io, negli articoli che scriverò per questa
modestissima pubblicazione, scenderò terra terra e darò chiare, esplicite,
schiette, alcune idee fondamentali della Filosofia ermetica applicata alla
medicina, in modo da indirizzare i ricercatori della scienza per la via buona,
e non per la falsa additata come buona dai romanzieri e dai poeti
dell’occultismo.
Così rispondo a diverse domanda che il lettore potrà indirizzare a sé
stesso, prendendo nelle mani il primo fascicolo di questa Rivista.
1. – CHE
COSA è L’ERMETISMO?
ERMES, come nei libri e nelle enciclopedie tutti possono riscontrare, è
il nome greco che risponde al latino MERCURIO e deriva dalla parola ebraica
HUERMA che significa astuzia, sagacità, sottigliezza.
Perciò MERCURIO era il sagace, il sottile, l’ambasciatore degli dei;
perciò tutti gli attributi dell’Huerma ebraico. Questo Ermes, per esprimermi
con idee volgari, rappresenta il dottore della verità divina nelle popolari
mitologie antiche. Ma da un punto di vista filosofico più alto, Ermes è la
sottilissima filosofia che rende l’uomo corrispondente degli dei dell’Olimpo; è
la SCIENZA, cioè la verità constatata per
esperienza o intuita con l’intelletto umano in regioni più elevate dello
spirito del mondo.
L’ERMENEUTICA è l’interpretazione delle manifestazioni sacre nelle
scritture e nei libri antichi, appunto da questo valore DIO
ERMES. Perciò coloro che
studiano la sottilissima filosofia delle verità divine, sono ERMETISTI o
ERMETICI.
A chi mi domanda che cosa bisogna intendere per ERMETISMO, rispondo che,
per tutti gli studiosi di questa parola, vuol dire SCIENZA PER ECCELLENZA,
verità rapida agli dei ascosi nelle sommità dei cieli, scienza delle
sottilissime relazioni che passano tra il visibile e l’invisibile e che tutti
gli uomini, perfezionando sé stessi, coltivando il loro intelletto,
assottigliando il loro spirito, possono raggiungere. Perché, praticamente
parlando, questo ERMES o MERCURIO è un dio pei volgari, cioè per il pecorume,
mentre che, filosoficamente, vuole indicare una forza, o meglio: l’INTELLETTO
DI UNA FORZA ALTISSIMA, sottile, che rende dio l’uomo che lo raggiunge o lo
comprende.
Il poeta nei momenti di estro (dal greco istros – furore), il matematico che risolve problemi arditissimi,
il fisico che scopre una legge nuova, l’oratore fecondo che emette parole, idee
e modulazioni in armonia con un fascino che trasporta un’assemblea, il musico
che tocca note emozionanti fino al delirio, sono o possono essere dei protetti
di questo ERMES sottilissimo, di cui possono ottenere, in uno stadio
particolare delle loro pulsazioni IPERCEREBRALI, l’intelletto completo. Così
questa esplicazione dell’ermetismo insegna che le sue diverse facce sono
concepibili come dii particolari dell’arte, dell’industria e della scienza
umana. Più particolarmente l’ermetismo è nella più alta sintesi filosofica di
questo intelletto della scienza divina (il NEC PLUS ULTRA della sapienza) e non
nelle applicazioni volgari emananti da essa.
2. – DI CHE COSA SI OCCUPANO GLI ERMETISTI?
Ho detto già che il largo intendimento di questa parola «Ermetismo»
lascia gli studiosi di questa filosofia sottilissima padroni di studiare
dovunque e di applicare comunque questa forza, il VERO ALBERO DEL BENE E DEL
MALE, di cui il serpente della terra addita al figliolo dei cieli il frutto
proibito.
Ciò vuol dire che la scienza per eccellenza, o Ermetismo, è applicabile
al Bene e al Male, cioè a fare il bene o a produrre il male, perché la chiave
del bene e del male è UNA; perciò la Provvidenza non ha piantato quest’albero
dai frutti proibiti, benché alla portata di tutte le mani, visibile a tutti gli
occhi; e ne ha riservata la intuizione, la conoscenza, la chiarascenza,
solamente a coloro che solennemente fanno voto di essere – innanzi ad ogni
debolezza umana – forti e giusti, di amare il prossimo come sé stessi, di
desiderare sempre il bene e mai il male.
Queste promesse, fatte con più o meno solennità nei momenti di
desiderio, possono ingannare sulla loro veridicità gli uomini volgari, ma non
ingannano l’occhio divino che guarda oltre i monti, perché l’uomo che non è
riuscito a dominare tutti i suoi istinti animali, non vorrebbe che torcere la
conquista di questi segreti filosofici, inesplorati per la maggioranza, a scopi
personali ed egoistici. Per la qual ragione l’occhio che non si è purificato
dalla nebbia umana non vede, e la mano che non si è lavata dalla impurità
terrena, non tocca il frutto o la semenza di quest’albero ermetico.
L’ermetismo si presta a tutte le
applicazioni: nel mondo della materia, alla trasformazione dei metalli, cioè di
tutti i corpi bruti o di anima rudimentale, nell’oro o metallo nobilissimo, e
quindi a FAR DENARO, la febbre del presente e dei passati secoli.
Nel mondo delle anime, a trovare il MAGNETE che attira gli spiriti di
tutte le gerarchie della natura visibile ed invisibile, i quali aggioga e rende
propizi. Nel mondo dell’intelligenza pura trasforma la fiamma-vita nella
scintilla-essenza, o YOD del TETRAGRAMMA cabalista.
Ecco dunque spiegato in poche
parole di che cosa di occupano gli ermetisti.
L’ermetismo è una fontana a cui tutti possono accorrere per attingere la
scienza; coloro che non hanno l’animo temperato alla lotta dei principi
egoistici, possono involontariamente trovarvi la FOLLIA il DISINGANNO e la
MORTE.
3. – DUNQUE OCCUPARSI DI ERMETISMO È PERICOLOSO?
Perfettamente.
È pericoloso occuparsene se non si ha volontà di studiare senza fini
volgari, abbietti, bassi, bestiali, le verità riposte nelle manifestazioni
della natura visibile.
È inutile occuparsene se si desidera di soggiogare al proprio carro le
verità divine per farsi ammirare come un dio in terra, senza avere alcun
merito.
La via per non correre pericolo alcuno e per conquistare con certezza la
verità riposta, può essere riepilogata in pochi precetti:
1) Credere
nel Dio Unico, armonia dell’universo visibile e invisibile, Dio che è legge
immutabile, che è verità e luce, che è giustizia e bene, che è perfezione e
misericordia.
2) Studiare
di elevare a simbolo di giustizia divina il proprio essere; desiderare la
propria perfezione al di sopra di tutti i dolori, di tutte le pene, di tutti i godimenti e le voluttà.
3) Cancellare
dal proprio animo ogni traccia di odio pel proprio nemico, con quell’ardore
intenso col quale la madre ama il figliuolo, al di sopra di tutte le colpe e di
tutte le sue imperfezioni.
4) Essere
umile innanzi all’immenso ideale di bene che deve abbracciare in un amplesso
solo tutta la famiglia umana, e non insuperbirsi della propria perfezione e
grazia.
5) Lavorare
per il bene, dispregiare il male sotto ogni forma, dominare i propri istinti
bestiali e le catene che ci vincolano ai vizi, innanzi a cui la società volgare
si inchina; amare gli umili e gli imperfetti e circondarli della propria luce,
affinché trionfino imitandoci.
6) TACERE
PER INTENDERE E, DOPO AVER COMPRESO, TACERE.
7) NON
TRADIRE MAI IL PROPRIO FRATELLO, NON INGANNARLO, NON TRASPORTARLO PER INVIDIA
SULLA VIA DELL’ERRORE.
8) NON
AVERE MAI PAURA QUANDO SI HA LA COSCIENZA DI FAR COSA BUONA E GIUSTA.
9) Non desiderare quello che per giustizia non puoi avere.
10) Non concupire le voluttà alle quali devi essere superiore.
4. – SI PUÓ ESSERE CATTOLICO E STUDIARE
L’ERMETISMO?
Certamente: il cattolicesimo non proibisce
alcuna cosa di quanto si prescrive da noi, come non lo proibisce il buddismo.
La religione cattolica, anzi, ha per noi questo vantaggio grandissimo: di
conservare nei suoi rituali liturgici una grande quantità di simboli ermetici,
il cui studio avvia il discepolo alla conquista della verità assoluta. Molti
ermetisti si giovano anzi efficacemente anche delle preghiere e dei rituali
cattolici nelle pratiche che tramandano ai discepoli.
5. – ORA CHE COSA BISOGNA INTENDERE PER MEDICINA ERMETICA?
Spiego, affinché non nascano
equivoci: la medicina è l’arte e la scienza di conservare o di ridonare la
sanità al corpo umano.
L’uomo viene al mondo con una immensa paura delle sofferenze e della
morte e con un desiderio non meno intenso di godere.
Di
queste due forze, connaturali alla sua esistenza, egli non si dà ragione. Per
lui la morte è l’abisso, l’ignoto che lo terrorizza; per lui il godimento dei
sensi è la vita effettiva e reale.
Nonpertanto si soffre e si muore con la medesima e costante legge eterna
della rinnovazione e trasmutazione delle cose imperfette e periture, e chi si
dà allo studio della medicina n’esce scettico e scoraggiato.
La medicina, come scienza è antica quanto l’uomo, e non passa giorno e
non passa ora che nel formicolaio immenso dell’umanità, gli studiosi non
tentino di strappare un segreto alla natura per arricchire l’archivio delle
scoperte a beneficio dell’umana felicità.
Il dio della medicina era OSIRIDE, il SOLE presso gli egizi; ESCULAPIO
venne dopo; tra i santi del cristianesimo S. Ciro (Ciro vuol dire anche Sole o Osiride o Serapide); ma
nel tempio di ISIDE (la luna) gli egizi guarivano lo stesso come oggi nei
templi delle madonne nostre.
Ciò dimostra che la pretesa scienza medica che si studia nelle nostre
Università è ancora una scienza in embrione, perché non ha ancora spodestato i
templi, i santi e le madonne, della possibilità di guarire senza medicine.
Nonpertanto bisogna ben convenire che lo sperimentalismo, le osservazioni, lo
studio delle infermità o delle alterazioni organiche che si presentano nel
corpo umano, è progredito di molto, e le facoltà europee ed americane vantano
dottissimi clinici. Un qualunque giovane medico che ha fatto tre o quattro anni
di pratica ospedaliera, è già un espertissimo ed oculato osservatore, come ai
tempi passati non esistevano.
Al contrario, la terapeutica – cioè l’arte del guarire – non è
progredita di pari passo con l’osservazione clinica, anzi è cosa da far pietà,
tanto è il garbuglio di medicamenti e di preparati nuovi che si presentano
nelle farmacie, mutate in vere fiere di barattoli dalle miracolose etichette
che, viceversa poi non fanno, il più
delle volte, che schiudere ai ritardatari più presto l’avello.
La terapeutica ha diviso i medici in due scuole:
gli ALLOPATICI che curano combattendo coi contrari
i sintomi delle infermità da curare;
e gli OMEOPATICI che, invece, seguono il
procedimento inverso, di curare coi medicamenti producenti gli stessi fenomeni
che si presentano negli ammalati.
La sieroterapia che è praticata dai medici allopatici, cura in base al
precetto fondamentale degli omeopatici, altri cura con la canfora, altri con
gli umori delle glandole della generazione, altri coi veleni più potenti, altri
infine col sistema elettromiopatico, altri con solo magnetismo.
Da ciò una grande confusione. I medici perdono la fede nella scienza
loro, gli ammalati nei medici e ai conti fatti, quando la natura non trionfa
dei mali, tutta la sapienza odierna si arresta nell’accademia dei medici
decorati, che guariscono più col magnetismo del loro nome che con l’efficacia
della terapeutica.
Ma una vera, incontestabile scienza del dio ESCULAPIO o di OSIRIDE deve
esistere; non è possibile – filosoficamente parlando e col buon senso naturale
– che, data una legge inesorabile che determina le alterazioni morbose del
corpo umano, non vi sia una legge anche costante e non meno inesorabile, atta a
ridonare in condizioni contrarie della precedente, la perfetta guarigione dei malati.
Questa scienza che studia o ricerca la terapeutica assoluta per la
guarigione di tutti i disordini fisici è la MEDICINA ERMETICA, ovvero
l’ermetismo applicato alla medicina.
... Continua
Tratto da Kremmerz III editrice
«Universale di Roma» anno 1957