DELLA PROVVIDENZA E COME GLI DEI SIANO OVUNQUE
Quando si dice che gli dei hanno scelto per se delle parti del mondo, delle città, dei templi, delle statue, bisogna intendere che la loro potenza ed essenza, che ha ovunque vigore in se stessa, si manifesta particolarmente in questo o quel luogo; e come un lume che si alimenta in se stesso senza mescolarsi e dividersi, illumina d'intorno le cose diverse da sè, così sono gli dei. Come la luce del sole tutta uguale e continua è ovunque, nè può essere divisa in parti, nè essere rinchiusa in qualche parte nè essere separata dalla propria sorgente, nè essere mescolata con l'aria, pure è presente. Che anzi, come pur non perdendo niente della sua luce, tuttavia lascia le cose riscaldate dal calore, così la luce di alcuni dei è presente quasi a tutto il mondo, nella sua pienezza individuale, e tuttavia può comunicare particolarmente la sua forza alle parti specialmente simili a sè. Nondimeno, tuttavia, in un certo qual modo, riempie ogni cosa, per la sua potenza perfetta e per la sua forza generatrice certamente immensa. In questo modo compie ogni cosa ed unisce con gli estremi, comprendendo in sè tutte le parti medie, e riflettendo così sè a se stessa, completamente, in un tutto unico. La quale proprietà è imitata dal mondo nel moto circolare, in una certa connessione delle parti, e nella conciliazione che trasferisce a vicenda gli elementi negli elementi e che trasporta le virtù dei superiori agli inferiori.
Colui che sostiene questa presenza degli dei ovunque direttamente unita, deve sempre essere reverente e sentire nelle cose comuni gli dei causa del mondo, cioè presenti in ogni luogo, (come dissi) separatamente. Se infatti non vi fosse alcuna comunione fra il mondo e gli dei, per quando riguarda l'essenza, la forza e l'azione e nessuna interferenza fra le cose consorti e quindi nessuna coestensione e distribuzione a seconda del luogo, non si potrebbe, determinando quanto riguarda ciascuna cosa, pensarla per genere e specie, quindi non potrebbe sussistere una mutua comprensione e mescolanza.
Le cose, infatti, completamente differenti fra di loro, non ammettono alcuna reciproca contribuzione o mescolanza o comprensione. Quando si parla di distribuzione degli dei nelle diverse zone del mondo, bisogna intendere che ogni zona è particolarmente suscettibile a certi doni degli dei, a seconda delle sue proprietà. E tenendo conto di questo, l'arte delle cose sacre usa invocazioni particolari che si adattano a questa distribuzione ed alle proprietà dei nomi. Ma qualsiasi parte, del mondo riceve qualche cosa da qualsiasi dio, infatti ciascuno degli dei è presente totalmente in ciascuna parte del mondo. Ma ogni parte riceve diversamente; l'Etere riceve spontaneamente le cose eteree, l'Aria le aeree. Inoltre i doni degli dei sono attratti naturalmente da certe materie e da certe invocazioni.
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