Psalmus 63
In finem. Psalmus David.
Exáudi, Deus, oratiónem meam cum déprecor: a timóre inimíci éripe ánimam
meam.
Protexísti me a convéntu malignántium: a multitúdine operántium
iniquitátem.
Quia exacuérunt ut gládium linguas suas: intendérunt arcum rem amáram, ut
sagíttent in occúltis immaculátum.
Súbito sagittábunt eum, et non timébunt: firmavérunt sibi sermónem nequam.
Narravérunt ut abscónderent láqueos: dixérunt: Quis vidébit eos?
Scrutáti sunt iniquitátes: defecérunt scrutántes scrutínio.
Accédet homo ad cor altum: et exaltábitur Deus.
Sagíttæ parvulórum factæ sunt plagæ eórum: et infirmátæ sunt contra eos
linguæ eórum.
Conturbáti sunt omnes qui vidébant eos: et tímuit omnis homo.
Et annuntiavérunt ópera Dei, et facta ejus intellexérunt.
Lætábitur justus in Dómino, et sperábit in eo, et laudabúntur omnes recti
corde.
Salmo. Di Davide. Al maestro del coro.
Ascolta,
Dio, la voce, del mio lamento, dal terrore del nemico preserva la mia vita.
Proteggimi
dalla congiura degli empi dal tumulto dei malvagi.
Affilano
la loro lingua come spada, scagliano come frecce parole amare
per
colpire di nascosto l'innocente; lo colpiscono di sorpresa e non hanno timore.
Si
ostinano nel fare il male, si accordano per nascondere tranelli; dicono:
"Chi li potrà vedere?".
Meditano
iniquità, attuano le loro trame: un baratro è l'uomo e il suo cuore un abisso.
Ma
Dio li colpisce con le sue frecce: all'improvviso essi sono feriti,
la
loro stessa lingua li farà cadere; chiunque, al vederli, scuoterà il capo.
Allora
tutti saranno presi da timore, annunzieranno le opere di Dio e capiranno ciò
che egli ha fatto.
Il
giusto gioirà nel Signore e riporrà in lui la sua speranza, i retti di cuore ne
trarranno gloria.