Psalmus 72
Psalmus Asaph.
Quam bonus Israël Deus, his, qui recto sunt corde!
Mei autem pæne moti sunt pedes: pæne effúsi sunt gressus mei.
Quia zelávi super iníquos, pacem peccatórum videns.
Quia non est respéctus morti eórum: et firmaméntum in plaga eórum.
In labóre hóminum non sunt, et cum homínibus non flagellabúntur:
Ideo ténuit eos supérbia, opérti sunt iniquitáte et impietáte sua.
Pródiit quasi ex ádipe iníquitas eórum: transiérunt in afféctum cordis.
Cogitavérunt, et locúti sunt nequítiam: iniquitátem in excélso locúti sunt.
Posuérunt in cælum os suum: et lingua eórum transívit in terra.
Ídeo convertétur pópulus meus hic: et dies pleni inveniéntur in eis.
Et dixérunt: Quómodo scit Deus, et si est sciéntia in excélso?
Ecce, ipsi peccatóres, et abundántes in s?culo, obtinuérunt divítias.
Et dixi: Ergo sine causa justificávi cor meum, et lavi inter innocéntes
manus meas:
Et fui flagellátus tota die, et castigátio mea in matutínis.
Si dicébam: Narrábo sic: ecce, natiónem filiórum tuórum reprobávi.
Existimábam ut cognóscerem hoc, labor est ante me:
Donec intrem in Sanctuárium Dei: et intéllegam in novíssimis eórum.
Verúmtamen propter dolos posuísti eis: dejecísti eos dum allevaréntur.
Quómodo facti sunt in desolatiónem, súbito defecérunt: periérunt propter
iniquitátem suam.
Velut sómnium surgéntium, Dómine, in civitáte tua imáginem ipsórum ad
níhilum rédiges.
Quia inflammátum est cor meum, et renes mei commutáti sunt: et ego ad
níhilum redáctus sum, et nescívi.
Ut juméntum factus sum apud te: et ego semper tecum.
Tenuísti manum déxteram meam: et in voluntáte tua deduxísti me, et cum
glória suscepísti me.
Quid enim mihi est in cælo? et a te quid vólui super terram?
Defécit caro mea, et cor meum: Deus cordis mei, et pars mea Deus in
ætérnum.
Quia ecce, qui elóngant se a te, períbunt: perdidísti omnes, qui
fornicántur abs te.
Mihi autem adhærére Deo bonum est: pónere in Dómino Deo spem meam:
Salmo. Di Asaf.
Quanto
è buono Dio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro!
Per
poco non inciampavano i miei piedi, per un nulla vacillavano i miei passi,
perché
ho invidiato i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi.
Non
c'è sofferenza per essi, sano e pasciuto è il loro corpo.
Non
conoscono l'affanno dei mortali e non sono colpiti come gli altri uomini.
Dell'orgoglio
si fanno una collana e la violenza è il loro vestito.
Esce
l'iniquità dal loro grasso, dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
8Scherniscono e parlano con malizia, minacciano dall'alto con prepotenza.
Levano
la loro bocca fino al cielo e la loro lingua percorre la terra.
Perciò
seggono in alto, non li raggiunge la piena delle acque.
Dicono:
"Come può saperlo Dio? C'è forse conoscenza nell'Altissimo?".
Ecco,
questi sono gli empi: sempre tranquilli, ammassano ricchezze.
Invano
dunque ho conservato puro il mio cuore e ho lavato nell'innocenza le mie mani,
poiché
sono colpito tutto il giorno, e la mia pena si rinnova ogni mattina.
Se
avessi detto: "Parlerò come loro", avrei tradito la generazione dei
tuoi figli.
Riflettevo
per comprendere: ma fu arduo agli occhi miei, finché non entrai nel santuario
di Dio e compresi qual è la loro fine.
Ecco,
li poni in luoghi scivolosi, li fai precipitare in rovina.
Come
sono distrutti in un istante, sono finiti, periscono di spavento!
Come
un sogno al risveglio, Signore, quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
Quando
si agitava il mio cuore e nell'intimo mi tormentavo, io ero stolto e non
capivo, davanti a te stavo come una bestia.
Ma
io sono con te sempre: tu mi hai preso per la mano destra.
Mi
guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella tua gloria.
Chi
altri avrò per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terra.
Vengono
meno la mia carne e il mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la
mia sorte per sempre.
Ecco,
perirà chi da te si allontana, tu distruggi chiunque ti è infedele.
Il
mio bene è stare vicino a Dio: nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per
narrare tutte le tue opere
presso
le porte della città di Sion.