Psalmus 94
Laus cantici ipsi David.
Veníte, exsultémus Dómino: jubilémus Deo salutári nostro:
Præoccupémus fáciem ejus in confessióne: et in psalmis jubilémus ei.
Quóniam Deus magnus Dóminus: et Rex magnus super omnes deos.
Quia in manu ejus sunt omnes fines terræ: et altitúdines móntium ipsíus
sunt.
Quóniam ipsíus est mare, et ipse fecit illud: et siccam manus ejus
formavérunt.
Veníte adorémus et procidámus et plorémus ante Dóminus qui fecit nos.
Quia ipse est Dóminus Deus noster: et nos populus páscuæ ejus, et oves
manus ejus. Hódie si vocem ejus audiéritis, nolíte obduráre corda vestra:
Sicut in irritatióne secúndum diem tentatiónis in desérto: ubi tentavérunt
me patres vestri, probavérunt me, et vidérunt ópera mea.
Quadragínta annis offénsus fui generatióni illi, et dixi: Semper hi errant
corde.
Et isti non cognovérunt vias meas, ut jurávi in ira mea: Si introíbunt in
réquiem meam.
Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci
a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.
Poiché
grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dèi.
Nella
sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti.
Suo
è il mare, egli l'ha fatto, le sue mani hanno plasmato la terra.
Venite,
prostràti adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli
è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce.
Ascoltate
oggi la sua voce: "Non indurite il cuore, come a Meriba, come nel giorno
di Massa nel deserto,
dove
mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie
opere.
Per
quarant'anni mi disgustai di quella generazione e dissi: Sono un popolo dal
cuore traviato, non conoscono le mie vie;
perciò
ho giurato nel mio sdegno: Non entreranno nel luogo del mio riposo".