Psalmus 101
Oratio pauperis, cum anxius
fuerit, et in conspectu Domini effuderit precem suam.
Dómine, exáudi oratiónem meam: et clamor meus ad te véniat.
Non avértas fáciem tuam a me: in quacúmque die tríbulor, inclína ad me
aurem tuam.
In quacúmque die invocávero te, velóciter exáudi me.
Quia defecérunt sicut fumus dies mei: et ossa mea sicut crémium aruérunt.
Percússus sum ut fænum, et áruit cor meum: quia oblítus sum comédere panem
meum.
A voce gémitus mei adh?sit os meum carni meæ.
Símilis factus sum pellicáno solitúdinis: factus sum sicut nyctícorax in
domicílio.
Vigilávi, et factus sum sicut passer solitárius in tecto.
Tota die exprobrábant mihi inimíci mei: et qui laudábant me, advérsum me
jurábant.
Quia cínerem tamquam panem manducábam, et potum meum cum fletu miscébam.
A fácie iræ et indignatiónis tuæ: quia élevans allisísti me.
Dies mei sicut umbra declinavérunt: et ego sicut fænum árui.
Tu autem, Dómine, in ætérnum pérmanes: et memoriále tuum in generatiónem et
generatiónem.
Tu exsúrgens miseréberis Sion: quia tempus miseréndi ejus, quia venit
tempus.
Quóniam placuérunt servis tuis lápides ejus: et terræ ejus miserebúntur.
Et timébunt gentes nomen tuum, Dómine, et omnes reges terræ glóriam tuam.
Quia ædificávit Dóminus Sion: et vidébitur in glória sua.
Respéxit in oratiónem humílium: et non sprevit precem eórum.
Scribántur hæc in generatióne áltera: et pópulus, qui creábitur, laudábit
Dóminum:
Quia prospéxit de excélso sancto suo: Dóminus de cælo in terram aspéxit:
Ut audíret gémitus compeditórum: ut sólveret fílios interemptórum:
Ut annúntient in Sion nomen Dómini: et laudem ejus in Jerúsalem.
In conveniéndo pópulos in unum, et reges ut sérviant Dómino.
Respóndit ei in via virtútis suæ: Paucitátem diérum meórum núntia mihi.
Ne révoces me in dimídio diérum meórum: in generatiónem et generatiónem
anni tui.
Inítio tu, Dómine, terram fundásti: et ópera mánuum tuárum sunt cæli.
Ipsi períbunt, tu autem pérmanes: et omnes sicut vestiméntum veteráscent.
Et sicut opertórium mutábis eos, et mutabúntur: tu autem idem ipse es, et
anni tui non defícient.
Fílii servórum tuórum habitábunt: et semen eórum in s?culum dirigétur.
Preghiera
di un afflitto che è stanco e sfoga dinanzi a Dio la sua angoscia.
Signore,
ascolta la mia preghiera, a te giunga il mio grido.
Non
nascondermi il tuo volto; nel giorno della mia angoscia piega verso di me
l'orecchio.
Quando
ti invoco: presto, rispondimi.
Si
dissolvono in fumo i miei giorni e come brace ardono le mie ossa.
Il
mio cuore abbattuto come erba inaridisce, dimentico di mangiare il mio pane.
Per
il lungo mio gemere aderisce la mia pelle alle mie ossa.
Sono
simile al pellicano del deserto, sono come un gufo tra le rovine.
Veglio
e gemo come uccello solitario sopra un tetto.
Tutto
il giorno mi insultano i miei nemici, furenti imprecano contro il mio nome.
Di
cenere mi nutro come di pane, alla mia bevanda mescolo il pianto,
davanti
alla tua collera e al tuo sdegno, perché mi sollevi e mi scagli lontano.
I
miei giorni sono come ombra che declina, e io come erba inaridisco.
Ma
tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo per ogni generazione.
Tu
sorgerai, avrai pietà di Sion, perché è tempo di usarle misericordia: l'ora è
giunta.
Poiché
ai tuoi servi sono care le sue pietre e li muove a pietà la sua rovina.
I
popoli temeranno il nome del Signore e tutti i re della terra la tua gloria,
quando
il Signore avrà ricostruito Sion e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli
si volge alla preghiera del misero e non disprezza la sua supplica.
Questo
si scriva per la generazione futura e un popolo nuovo darà lode al Signore.
Il
Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario, dal cielo ha guardato la
terra,
per
ascoltare il gemito del prigioniero, per liberare i condannati a morte;
perché
sia annunziato in Sion il nome del Signore e la sua lode in Gerusalemme,
quando
si aduneranno insieme i popoli e i regni per servire il Signore.
Ha
fiaccato per via la mia forza, ha abbreviato i miei giorni.
Io
dico: Mio Dio, non rapirmi a metà dei miei giorni; i tuoi anni durano per ogni
generazione.
In
principio tu hai fondato la terra, i cieli sono opera delle tue mani.
Essi
periranno, ma tu rimani, tutti si logorano come veste, come un abito tu li
muterai ed essi passeranno.
Ma
tu resti lo stesso e i tuoi anni non hanno fine.
I
figli dei tuoi servi avranno una dimora, resterà salda davanti a te la loro
discendenza.