QUANDO NUMI DIVERSI POSSONO APPARIRE ED AGIRE IN MODO DIVERSO
Tutti gli esseri superiori, se invocati, vengono al cospetto degli uomini, ma ciascuno sotto forme diverse, e li soccorrono. Anche le anime determinano l'aspetto delle stelle in certi nuovi modi. La visione degli dei appare uniforme, semplicissima, quella degli arcangeli assai meno uniforme e semplice. Quella degli angeli anche meno, quella dei demoni già varia, quella dei principati più varia ancora, ma quella degli eroi, per il mirabile ordine della verità, è quasi simile a quella dei principati, essendo assai varia la visione dei principati, ma assai ordinata. Essa è uniforme in tutte le anime particolari. Essendo infatti gli esseri superiori diversi per natura ed azioni, e poiché appaiono ai singoli in modo particolare, giustamente appaiono ciascuno diversamente e in modo diverso.
Gli dei compaiono in modo abbastanza benefico, gli arcangeli orribili ed insieme mansueti. Più miti gli angeli. I demoni temibili; gli eroi meno venerabili; i principati stupendi; i principi nocivi e malefici; le anime simili agli eroi, per quanto inferiori. Le immagini degli dei appaiono completamente immutabili per grandezza, forma, figura, azione; quelle degli arcangeli e degli angeli gradatamente più mutevoli, ma vicine agli dei; quelle dei demoni appaiono non altrimenti diverse da questi, che per grandezza e forma, ma queste è possibile riconoscerle simili; quelle dei principati immutabili; quelle degli eroi quasi come quelle dei demoni; quelle dei principi variano in modo multiforme; quelle delle anime sono assai più mutevoli di quelle dei demoni. Gli dei appaiono in una certa stabilità ed ordine. Gli arcangeli con questi medesimi caratteri, ma aggiungono ad essi un' azione attiva. Gli angeli hanno uguale stabilità ed hanno oltre l'ordine un moto ordinato e moderato; i demoni con certi turbamenti che escono dall'ordine; i principati con stabilità e costanza in se stessi. Gli eroi con movimento, ma permanenza in se stessi; i principi con tumultuosi movimenti, le anime quasi come gli eroi, ma con minore stabilità ed ordine.
La bellezza degli dei appare inestimabile, incomparabile, ammirevole, e sopra ogni cosa dilettevole; quella degli arcangeli e degli angeli simile, ma gradatamente disuguale. Gli spiriti dei demoni e degli eroi hanno, al loro apparire, bellezza, in determinate specie, ma quelli secondo ragione di essenza, questi secondo azione di forza; la bellezza dei principati è grandissima e nativa; quella dei principi fitta, adornata, elaborata.
La bellezza delle anime consiste certamente in ragioni determinate; ma più divise che la forma negli eroi, tuttavia sotto una sola specie. Le azioni e gli effetti degli dei sono più veloci della possibilità dell'intelligenza di capirli; ma contemporaneamente sono stabili fino in fondo; la celerità degli arcangeli è mista, in un certo qual modo, ad azioni efficaci; quella degli angeli è mista col movimento, e non ha abbastanza potenza da compiere azioni nello spazio di tempo che queste sono dette; le azioni dei demoni appaiono più celeri di quanto lo siano in effetto ed i verità; gli eroi compiono azioni in modo meraviglioso, tuttavia agiscono in modo più tardo dei demoni; i principati vengono dall'azione con l'autorità ed il comando; l'azione dei principi ha certamente moltissima forza d'espresione, ma manca di effetto; le azioni delle anime sono più mobili, ma più deboli di quelle degli eroi.
La grandezza degli dei che appaiono sembra occupare tutto il cielo. E si pensa che neanche la terra possa sostenere la loro grandezza che avanza. All'apparire degli arcangeli alcune parti del mondo si muovono e la loro luce avanza divisa in sè. Essi, in verità, offrono grandezza di luce e di figura per la potenza del loro dominio; la forma e la luce degli angeli è minore, è più divisa; la grandezza dei demoni è ancora più divisa e minore; quella degli eroi è di nuovo più piccola per quanto sia assai più appariscente. I principati sono assai grandi e vasti; i principi appaiono gonfi, superbi ed insolenti; le immagini delle anime sono disuguali e minori di quelle degli eroi. Infine qualsivoglia di esse supera per l'ampiezza della sua potenza e la larghezza del suo imperio, la grandezza della forma e della luce.
Le immagini degli dei ci appaiono lucentissime, fulgenti in sommo grado e meravigliosamente irraggianti splendore e più splendidi di quanto siano in verità; quelle degli arcangeli sono vere e perfette; le effigi degli angeli appartengono alla medesima specie, tranne che mancano della pienezza della comprensione e delle distinzioni della conoscenza. Quelle dei demoni sono assai esili e quasi caduche; più esili quelle degli eroi; appariscenti sono quelle dei principati; quelle dei principi oscure; ma imperiose; delle anime ombrose. Le immagini degli dei lampeggiano del più grande splendore possibile. Anche quelle degli arcangeli sono assai fulgide; inoltre sono splendenti quelle degli angeli; i demoni appaiono come un torbido fuoco; gli eroi hanno una luce mista a molte altre cose; i principati, invece, più pura; i principi, poi, appaiono confusi per le loro dissomiglianze e contrasti; le anime danno un fuoco pieno e diviso per le molte mescolanze delle generazioni. Le immagini degli dei appaiono come un fuoco unico, ineffabile, che riempie l'universo profondo del mondo; anche il fuoco degli arcangeli non è diviso, ed ha intorno, davanti e dietro un'enorme moltitudine; il fuoco degli angeli è diviso, ma in idee assolute; quello dei demoni è anche più diviso ma circoscritto entro limiti più angusti e quindi più facile ad esprimersi, e presso quelli che videro gli esseri superiori, più disprezzabile; il fuoco degli eroi ha le qualità dei suoi consimili, ma non in eguale misura; il fuoco dei principati è particolarmente lucente; quello dei principi ha qualcosa di opaco; quello delle anime è assai diviso e multiforme e mescolato a molte nature del mondo.
Il fuoco degli dei è completamente stabile nel suo aspetto; quello degli arcangeli partecipa alla stabilità di questo; quello degli angeli si muove entro certo limiti stabiliti. Quello dei demoni instabile, quello degli eroi più veloce, quello dei principati diventa quieto, ma quello dei principi tumultuoso; il fuoco delle anime si trasforma in molti movimenti.
Gli dei purificano le anime in modo perfetto. Gli arcangeli le chiamano di nuovo, gli angeli le sciolgono soltanto dai vincoli della materia. I demoni le traggono alla natura; gli eroi le guidano nella cura delle opere semplici. I principati presiedono le imprese mondane; i principi, invece, lo studio di quelle materiali. Le anime, quando appaiono tendono e trascinano alla generazione. Ciò che di puro e di fermo è nell'immagine che ci appare, va attribuito ai generi superiori. Infatti ciò che in esso vi è di più fulgido e fermo in se stesso, va attribuito agli dei; ciò che splende, ed anche permane in se stesso, ma quasi in altro modo, agli arcangeli; ciò che permane muovendosi, agli angeli; egualmente quanto è mobile, vagante, e pieno di nature diverse, ovunque va attribuito ai generi inferiori.
Le anime invocanti riportano, dall'intervento degli dei, l'influenza della perfezione dell'azione e dell'amore divino ed un'incredibile letizia; da quello degli arcangeli una contemplazione intellettuale quanto mai pura ed immutabile potenza: da quello degli angeli la sapienza razionale e la virtù volta ai sommi gradi; da quello dei demoni il desiderio della generazione; da quello degli eroi tali altre virtù e la sapienza di governare le cose civili; da quello dei principati e dei principi gli istinti sensibili o materiali insiti alla natura dell'animo ed il compimento delle opere del destino; da quello delle anime i desideri, l'istinto della generazione e la tendenza alla cura dei corpi.
L'apparizione degli dei rafforza potentemente la verità, la potenza e la forza e procura largamente il bene; quella degli arcangeli analogamente, ma in modo più particolare e la conoscenza e la sapienza non assoluta, ma per questo o per quello od a qualche patto; quella degli angeli anche più determinata, quella dei demoni non è benefica per l'anima, ma per il corpo, per quanto concede l'ordine delle cose sensibili; i doni degli eroi sono mondani o terreni; quelli dei principati sono mondani; tutti quelli dei principi servono a migliorare la vita; inferiori, cioè in maggior copia materiali, sono quelli delle anime, che portano quasi un familiare soccorso alla vita umana.
Porfirio narrò che l'opinione comune diceva che gli dei, gli angeli, ed i demoni e tutti i superiori, quando compaiono, ostentano la loro potenza e si gloriano meravigliosamente e si formano un'immagine a loro somiglianza. Giamblico confuta entrambe le asserzioni. Il Dio, l'angelo e il demone buono insegnano agli uomini quando compaiono, che cosa e quale sia in verità la loro essenza parlando sempre secondo e non oltre la verità. Infatti come la luce segue naturalmente ed assiduamente il sole, così la verità segue dio ed i suoi seguaci, specialmente quando sono perfetti, completi e non manchino di niente e non possano chiedere di più di quanto essi siano. Quando nell'adempimento delle facoltà teurgiche, cioè divine e sacerdotali, si è in colpa, allora appaiono non gli dei buoni che si desiderano, ma quelli malefici e cattivi sotto l'aspetto dei benefici; infatti gli spiriti maligni spesso si trasformano secondo le immagini dei buoni e vengono gloriandosi e mostrandosi di più di quanto essi siano. Così da un primo inizio falsato, seguono una quantità di menzogne perverse. E' necessario che i sacerdoti esaminino le apparizioni degli spiriti secondo la regola di tutto l'ordine, e ricordino che l'arrogante vanagloria non è propria degli spiriti veri e buoni e badino di non allontanarsi dal rito dei sacrifici. E se nell'incertezza dell'apparizione sopraggiunge improvvisamente qualcosa di eccessivo, non è normale che da questo fatto dipenda la normale natura e condizione degli dei. Non è lecito, per alcuni motivi incidenti, mutare temerariamente giudizio su ciò che in molti secoli di operosa fatica è stato comprovato nei sacrifici. Anche se i falsi spiriti mentiscono, tuttavia quelli buoni sono veridici e legittimi nella loro luce. Poiché in ogni genere le principali verità nascono dall'intimo di ciascuno ed ognuno prima le dimostra a sè per dirle agli altri, così gli esseri superiori, mostrando a tutti la verità, per ciò che riguarda l'essenza, la vita, il moto, dapprima dicono le loro verità e manifestano ai contemplanti specialmente la loro stessa essenza. Perciò mostrano secondo il rito ai sacerdoti il fuoco da contemplare come loro immagine e forma.
Infatti non è proprio del calore produrre freddo, o della luce oscurare, od occultare o di alcuna cosa che agisce secondo la vera essenza, fare qualcosa di contrario. Un fantasma, cioè un'immagine mandata da qualcuno, senza avere la natura di quello, solo al modo dell'immagine di uno specchio, attrae vanamente l'animo di chi guarda e lo inganna, mentre simula di essere qualcosa di cui non ha per niente la natura. Esiste infatti, una causa di falsità, perché in nessun modo si accorda con alcuna vera essenza e perciò neanche con quella degli dei; ma questi ed i loro seguaci mostrano delle loro immagini; non sottili e vane, ma naturali e vere, non vane come quelle dello specchio, come già dissi e perché infatti manderebbero quelle per mostrare la loro essenza e potenza?
Infatti quelle mancano completamente di questa natura, e di utilità per coloro che contemplano. Quale utilità viene, infatti, dalla menzogna e dall'inganno? Infatti non mandano fantasmi per questo, perchè la loro natura non è tale da mandarne; poichè infatti un'essenza ferma e consistente in se stessa e quindi causa agli altri in essenza e verità, non manda in alcun modo un'imitazione di sé falsa ed ingannevole, che sia insieme qualcosa della cui natura non ha niente in comune. Perciò nè gli dei, nè i loro seguaci trafondono la loro natura in altre immagini, nè producono queste cose in altro modo da sè; ma illustrano e dimostrano all'anima le loro vere forme in veri modi. Per la sua caratteristica questo fatto è simile a quello famoso che in patria una mente tranquilla vede l'essenza divina, non attraverso un'immagine da essa creata e perciò inferiore, ma attraverso la sua stessa essenza, come colui che vede la luce per la luce e nella luce. Non come chi vede il calore al posto della luce od un corpo nello specchio. Le sostanze separate non hanno fra di loro alcun genere in comune. Egualmente gli dei, gli angeli ed i demoni buoni non appaiono in modo fantastico, ma piuttosto in modo proprio e vero. Gli spiriti cattivi, invece, ci appaiono in modo fantastico e fallace e non è possibile, dall'aspetto col quale si presentano a noi, dedurre il modo con cui possono formare l'anima al bene.
Porfirio dice che la conoscenza delle cose divine è sacra, l'ignoranza, invece, è profana. Giamblico approva questo perchè, governando gli dei le cose esistenti per mezzo dell'intelligenza, giustamente noi siamo graditi agli dei usando l'intelligenza, e ciò è lodevole; ma antepone l'operazione religiosa all'intelligenza, come se questa sola sia efficace ad acquistare all'anima una meravigliosa unità con il dio. Tanto è il valore dei sacrifici fatti a dio secondo il rito, che anche se tu ignori questo, ma sei pienamente osservante, non hanno minore efficacia. Infatti non è l'intelligenza che congiunge i sacrificanti al dio, come altrimenti i filosofi hanno inteso l'unione divina.
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