
Salvatore Mergè (Rocca di Papa,16 giugno 1899–Roma, 22 gennaio1965) è stato un
ermetista italiano, orientalista, artista
marziale e pittore,
Biografia
Salvatore Mergè era
figlio di Romano e di Giuseppina Tardiola, entrambi di famiglie benestanti,
allevatori e rivenditori di bestiame. A soli 17 anni partecipò alla prima guerra mondiale e fu ferito.
Conseguito il diploma divenne impiegato delle Ferrovie della Stato, cosa
che gli permise di recarsi spesso in Francia, a Beausoleil, in visita presso il
maestro Giuliano Kremmerz, di cui Mergè, ancora giovanissimo, era divenuto
discepolo grazie alla presentazione di Giovanni Bonabitacola, medico ed amico
di famiglia. Nel 21 dicembre 1933 sposò a Roma l’americana di origine
giapponese Florence Strunsky (1909-1967). I Mergè, esclusa la lunga parentesi a
Tokyo, vissero a Roma in zona Corso Trieste, senza figli, condividendo
l’esperienza della meditazione e dell’ermetismo.
Come discepolo diretto
di Giuliano Kremmerz è noto negli ambienti esoterici dell'ermetismo cristiano con il
nome sacro di Elis Eliah[1]. Intellettuale poliedrico ha
dato il suo contributo in campi specifici molto diversi tra loro:
orientalista, iamatologo, professore di lingua, letteratura e cultura giapponese a Roma presso l'Istituto
per il Medio ed estremo oriente (ISMEO); pioniere dell'Aikido, primo occidentale
discepolo diretto del suo fondatore Morihei Ueshiba e primo ad insegnare tale
arte in Italia[2][3][4][5][6][7]; funzionario presso l'Ambasciata
italiana a Tokyo durante la seconda
guerra mondiale a seguito dell'armistizio del '43 fino al '45 fu imprigionato
in un campo di concentramento dal governo giapponese. Il Mergè era anche un
ottimo pittore e disegnatore. Iniziato dai Centri più elevati di Occidente e di
Oriente, intrattenne rapporti durante tutta la sua vita con le élite
intellettuali dell’esoterismo occidentale ed orientale. Fu riconosciuto Maestro
ermetista dalle personalità più influenti del secolo scorso[8][9].
Salvatore Mergè rimase, per tutta la sua vita, intellettualmente apolitico e
non espresse mai in alcun modo il suo pensiero riguardo ad ideologie politiche.
Amava spesso ricordare ai suoi discepoli che: “un poco di scienza allontana da
Dio, molta scienza avvicina a Lui”; “non siamo occultisti, siamo ermetisti
cristiani”.
Cultore di lingua,
letteratura, costumi e cultura giapponese, lingua che aveva appreso interamente
da autodidatta, curò negli anni '30 come interprete radiofonico il giornale
radio in giapponese trasmesso dall’E.I.A.R.; nello stesso periodo
fu responsabile della rassegna stampa in giapponese del nascente IsMEO,
Istituto per il Medio ed Estremo Oriente, fondato e presieduto dal
filosofo Giovanni Gentile e
dall’orientalista Giuseppe Tucci. Fu probabilmente su
segnalazione di quest’ultimo che nell’agosto del 1937 Mergè venne inviato dal
Ministero degli Affari Esteri in Giappone come interprete dell'ambasciatore
italiano a Tokyo. Fu durante la permanenza in Giappone, durata nove anni, dal
1937 al 1946, che Mergè, già appassionato di arti marziali, perfezionò, fino al
raggiungimento del massimo grado, lo judo, il kendo e soprattutto
l’arte dell’aikido, sconosciuta allora in
Europa. Primo europeo ad essere accolto come discepolo diretto di Morihei
Ueshiba, padre dell’Aikido, perfezionò con lui per circa sei anni la pratica
della disciplina, non perdendo mai di vista il punto di vista spirituale
proprio della stessa[10]. Al suo rientro in Italia introdusse nella
nostra penisola tale arte, a Roma, dove ebbe numerosi e validi allievi nella
pratica della stessa tra i quali spiccano i nomi di Placido Procesi e sopratutto
di Stefano Serpieri, quest’ultimo, più
giovane, sarà uno dei fondatori dell'Aikikai Italia, l'Associazione di Cultura
tradizionale giapponese e porterà avanti l’insegnamento della pratica delle
arti marziali nel dojo romano fino alla sua dipartita nel 2005, dojo tra gli
altri ancora esistente ed anche oggi intitolato al M° Salvatore Mergè. In
Giappone ebbe modo di essere apprezzato e di frequentare gli ambienti degli
intellettuali ovvero l’élite tradizionale giapponese di allora, come dimostra
tra l’altro la foto di Mergè
mentre ritrae la massima autorità del Drago Nero. Salvatore Mergè, a
seguito della firma dell'armistizio dell’8 settembre del 1943, in quanto
dipendente dell'ambasciata italiana a Tokyo, insieme a tutto il corpo
diplomatico italiano ambasciatore Indelli compreso, fu internato e poi
deportato in un campo di concentramento dal governo giapponese[11];
verrà liberato solo il 15 settembre del 1945 un mese dopo la resa del Giappone.
Rientrerà in Italia nel 1947, dopo un soggiorno di qualche mese negli Stati
uniti presso la famiglia della moglie Florence cittadina americana;
quest’ultima, rimasta in Giappone a fianco del marito durante tutto il
difficile periodo della prigionia[12].
Rientrato in Italia nel
1947 si stabilì prima a Grottaferrata, vicino Roma, presso la
villa del ministro Giuseppe Togni (ospite del cugino
Mario de Angelis padre di Renato che diverrà, a soli 10 anni, suo discepolo);
Mergè si trasferì poi a Roma dove, su nomina diretta dell’orientalista Giuseppe
Tucci co-fondatore e presidente dell’Istituto, divenne professore di lingua e letteratura
giapponese presso l’IsMEO. il prof. Mergè, nella
città eterna, ebbe modo di riprendere i contatti interrotti con il variegato
mondo esoterico di allora, rimanendo sempre però piuttosto in disparte, per il
suo carattere naturalmente schivo, e soprattutto non approvando le polemiche e
le lotte intestine che dalla dipartita di Kremmerz, avvenuta nel lontano nel
1930, non si erano mai placate in quegli ambienti. Frequentò anche gli amici
del gruppo di Ur, senza tuttavia mai
farne parte, se non forse per scrivere qualche raro articolo su riviste
collegate e sotto uno pseudonimo ad oggi ancora sconosciuto. Con Fosco Maraini, Giuseppe Scalise ed
altri orientalisti fu membro permanente del comitato di redazione della rivista
"Giappone" trimestrale a cura del Centro di Studi di Cultura
Giapponese di Roma, diretto da Giuseppe Morichini. Intrattene colloqui e
carteggi con personaggi diversi di spicco di allora come Arturo Reghini, Massimo Scaligero, Vinci Verginelli, e tra i kremmerziani
rimase legato soprattutto da profonda amicizia e reciproca stima con il
dottore Giovanni
Bonabitacola, medico, anche lui discepolo diretto di Giuliano Kremmerz, preside della
Accademia Vergiliana di Roma fino alla sua morte avvenuta nel 1945. Nel 1950,
poco dopo il rientro dagli Stati Uniti, con il solo ed unico
intento di trasmettere ai posteri gli insegnamenti che aveva ricevuto
direttamente dal suo maestro Giuliano Kremmerz, senza mania di protagonismo,
come prescritto dallo stesso Giuliano Kremmerz nella pragmatica fondamentale
della Myriam, fondò a Roma la sua Schola Myriamica intitolandola Accademia
Kremmerziana Romana “San Tommaso”, con sede presso la propria abitazione,
riservandola ai pochi ed intimi amici che la frequentavano, tra cui il nipote
Renato de Angelis psicometra naturale[13]. A
quest’ultimo diede mandato scritto nel 1964 di proseguirne il magistero.
Scrittore prolifico preferì lasciare il suo testamento spirituale nel modo più
caro agli antichi, in forma di aforismi scritti in
innumerevoli appunti, su fogli singoli e piccolissimi taccuini. Una piccola
parte di queste annotazioni sono state pubblicate dal nipote in una raccolta
postuma. Amante della simmetria e dell’arte sacra, egli stesso non smise mai di
dipingere, opere sacre come la pala d'altare della Chiesa di un
convento sulla via Tuscolana, e ritratti. Amò cimentarsi anche nella
sperimentazione pittorica futurista all’epoca in voga tra gli artisti.
Alcuni cenni
dell’insegnamento di Salvatore Mergè
Cultore di ermetismo,
membro dell’Ordine Osirideo Egizio, il suo “sogno” era la Cabala angelica, cosa che non smise mai
di approfondire e di praticare.
Salvatore Mergè rimase
per tutta la vita un cristiano devoto, recitava quotidianamente i Salmi come esercizio di
vera carità e di amore fraterno e universale, attingeva dalla preghiera l'olio
santo per la guarigione del cuore e la forza per la propria elevazione
spirituale.
L’interesse per la Teurgia e l’Angeologia, così come emerge dai suoi scritti,
rende bene l’idea della profondità delle conoscenze spirituali cui Mergè giunse
nella sua esistenza terrena.
Trascorreva giornate
intere assorto nella meditazione e nell'ascolto di antiche melodie giapponesi,
non tralasciando mai l'esercizio fisico e la pratica quotidiana dell’aikido
spirituale.
Opere
· L’arte di divenire
simile agli dei, 2002 (raccolta postuma) Edizioni Mediterranee manuali Hermes Roma ISBN 88-7938-212-8
· Appunti di storia del
Giappone, 1961 IsMEO Roma.
· La dinastia imperiale
del Giappone e cronologia nipponica comparata a quella occidentale, 1942 Tokyo; 1958
ristampa Lit. R. Pioda, Roma.
· Emblems and
Insignia—Japan, 1959 Encyclopedia of World Art, IV:723, McGraw-Hill, New York USA (in
lingua inglese).
· Compendium of the
History of Japanese Culture - From the Archaic Age to the Restoration of the
Meigi, 1956, East and West, vol.7 n.1, Roma (in lingua inglese).
· Mongol lamaseries 1953 East and
West, vol.4° n.1. IsMEO, Roma (in lingua inglese).
· Demonologia nipponica,
l'oni, 1938 Tokyo.
· Il haiku nella poesia
yamato, 1938 in Asiatica, vol. IV, fasc. 1 Roma.
· Kabuki, il teatro
classico giapponese, 1937 in Asiatica, vol. II, Roma.
Traduzioni
· Arishima Ikuma, Il
volto [sic! voto] a Santo Jiz, traduzione dall'originale giapponese a cura
di Salvatore Mergè, 1959 (Rivista trimestrale a cura del Centro di Studi di
Cultura Giapponese - Roma.
· Akutagawa
Ry?nosuke, Nel bosco Iabu Naka, traduzione dall'originale
giapponese a cura di Salvatore Mergè, 1958 (Serie oltremare a cura di Giacomo
Prampolini) All'insegna del pesce d'oro, Milano.
Opere d'arte
· Grande pala d'altare
nella chiesa degli Oblati di Maria Immacolata sulla Via Tuscolana in Roma.
· Opere futuriste in
collezioni private.
· Tavole e disegni per
Demonologia nipponica Tokyo 1937.
Bibliografia
· Massimo Scaligero,cDallo
yoga alla Rosacroce, 1972, Perseo, Roma, pag.58 e succ.
· Ugo D. Cisaria,cL'ordine
egizio e la Miriam di Giuliano Kremmerz, 2008, Rebis, Viareggio, pagg.72 e
succ.
· Ugo D. Cisaria,cDizionario
dei termini ermetici dall'Opera omnia di Giuliano Kremmerz, 1976, edizioni
Mediterranee, Roma, ISBN 9788827206065
· Italian-United States
Conciliation Commission - Mergè case-decision No. 55 of 10 June 1955.
· Maria Pino,cLa chiave
di RassciÔ-mon, 1952, Tip. Belardetti, Roma.
· Morihei Ueshiba,cLo
spirito dell'Aikido 1987, ed. mediterranee, Roma.
Note
1. ^ Elis Eliah, L’arte
di divenire simile agli dei, 2002 edizioni Mediterranee Roma
2. ^ tratto dalla
presentazione del Fondo Mergè a cura della Biblioteca Nazionale Centrale Roma -
Sezione Orientale "Un’altra piccola ma significativa raccolta di ambito
giapponese proviene da Salvatore Mergè, interprete presso l’ambasciata italiana
a Tokyo negli anni ’30, quando conobbe, e ne divenne discepolo, Morihei
Ueshiba, fondatore dell’Aikido, arte marziale giapponese. Rientrato in Italia
nel 1947, introduce in Italia questa arte, insegna giapponese presso l’Ismeo e
continua ad interessarsi di buddhismo, shintoismo e judo."
3. ^ Stefano Serpieri
(Roma 1935-2005) co-fondatore dell'Associazione di Cultura Tradizionale
Giapponese in Italia (Aikikai d'Italia) e
allievo di Mergè nell'articolo "Come iniziai l'Aikido" apparso sulla
rivista ufficiale "Aikido", gennaio 2001 anno XXXII n.01 pag.28-30
Roma scrive che il prof. Mergè "fu accettato come allievo, e l’evento fu
abbastanza straordinario, poiché il Maestro Ueshiba durante il periodo della
guerra non aveva voluto nessun nuovo studente per i corsi di Aikido, figurarsi
uno straniero!"
4. ^ In October 1964
Tada Sensei was sent to Rome, Italy in order to help establish Aikido in Italy.
He had been preceeded there by Professor Salvatore Mergè, who was mentioned by
Tada Sensei in the article “Aikido
Shihan Hiroshi Tada: The Budo Body, Part
6“.
5. ^ articolo di Simone
Chierchini (co-redattore della voce "Aikido" sull'Enciclopedia on
line della Treccani), "Salvatore Mergè: il primo occidentale alla corte di
Ueshiba"
6. ^ Accademia Placido Procesi "Mergé dal
1938 lavora all’ambasciata italiana a Tokyo. Entra in contatto con lignaggi
spirituali della tradizione Nipponica e viene introdotto, primo allievo non
giapponese, alla pratica dell’Aikido dal suo fondatore, Ueshiba sensei, che ne
intuisce le alte doti spirituali. Rientrato in Italia nel 1946, Mergè a Roma
insegna all’Ismeo e nella sua abitazione nel quartiere Nomentano dà lezioni di
Aikido e spada giapponese. Accoglie come allievo Placido Procesi, che muoverà
così i suoi primi passi nella pratica delle discipline spirituali
nipponiche."
7. ^ articolo di
Nicolas de Araujo Les Maitres de l'Aikido lo
cita come il primo tra i discepoli non giapponesi Salvatore Mergè con data
1942..."
8. ^ vedi l'opera
pressochè autobiografica di Massimo Scaligero,"Dallo Yoga alla
Rosacroce" 1972 Perseo Roma pag.58 "Non mancai di consultare ancora
una volta i Maestri, che dominavano la piazza: primo fra tutti Evola, il quale
con cordiale correttezza e distacco, mi indirizzò a Colazza e a Bonabitacola:
quest'ultimo già lo conoscevo per la mia precedente appartenenza alla
Myriam.......Riaccostai Ciccio Modugno e Salvatore Mergè."
9. ^ vedi Ugo D.
Cisaria, "L'ordine Egizio e la Miriam di Giuliano Kremmerz" 2008
Rebis Viareggio pagg.72 e succ "Delineo - nelle pagine che seguono - la
figura di questo Discepolo Diretto di Kremmerz, che per tutta la sua vita,
grato al Maestro, ha disseminati gli insegnamenti, in omologia a quelli della
sua interiore antica maestria. Salvatore Mergè nato a Rocca di Papa..."
10.^ opere di M.
Ueshiba, Lo spirito dell'Aikido, 1987 ed. Mediterranee Roma
11.^ "La mattina
del 9 settembre 1943 impiegati e funzionari dell’ambasciata italiana in Tokyo
trovarono la sede circondata dalla polizia. Prima ancora di ricevere notizie
ufficiali da Roma, l’ambasciatore Mario Indelli fu informato da alcuni
funzionari del Gaimusho che l’Italia aveva tradito il patto tripartito e che da
quel momento tutti i dipendenti dell’ambasciata, diplomatici compresi,
sarebbero stati limitati nella loro liberta’ e sottoposti ad una misura che,
inizialmente, era stata definita di “internamento”...di Pio d'Emilia
"La guerra dimenticata tra Italia e Giappone del 1945" giornalista de
il Fatto quotidiano"
12.^ Italia- United
States conciliation commission Mergé Strunsky case-decision no. 55 of 10 june
1955.
13.^ vedi Ugo D. Cisaria,
"L'ordine Egizio e la Miriam di Giuliano Kremmerz" 2008 Rebis
Viareggio pagg.74
14.^ citato l'episodio
della traduzione in una tesi di dottorato dell'Università di Padova su Alessandro Parronchi.
17.^ Testi e tavole
Altri progetti
Collegamenti esterni
· Fondo Salvatore
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