IL TERZO OCCHIO LA GHIANDOLA PINEALE O EPIFISI
La conoscenza della
ghiandola pineale e l’associazione con il cosiddetto terzo occhio” (l’occhio interiore che
tutto vede) risale a tempi molto antichi e possiamo trovarne rappresentazione
in varie culture nel corso della storia umana.
Ci è possibile
riscontrarla in alcune immagini, come l’occhio di Ra degli antichi egizi (che
rappresenta proprio l’epifisi nella sezione del cervello), oppure rappresentata
in opere architettoniche spirituali (come la “pigna” del Vaticano), negli
antichi reperti come quelli degli
Anunnaki o nelle
rappresentazioni del Buddha.
Il terzo occhio viene anche chiamato Occhio centrale di Shiva o Occhio di Horus.
Una domanda nasce spontanea: perché la ghiandola pineale viene rappresentata in modo così evidente in tantissime culture nella storia dei tempi? Forse è un’informazione importante da tramandare? Forse rappresenta veramente la connessione tra il mondo visibile e quello invisibile?
Gli studiosi di religioni orientali riconoscono
al Terzo Occhio una lunga tradizione in India, Cina e Asia, dove
l’induismo, il buddismo e il taoismo dominano. Stranamente, il Terzo Occhio
viene ignorato dagli archeologi delle culture del Nuovo Mondo, nonostante ampie
prove del suo simbolismo siano presenti nell’arte delle antiche culture
americane.
Troviamo questo simbolismo del terzo occhio tra
le culture che si sono evolute negli attuali Messico, Perù, Colombia, Panama e
persino Stati Uniti (vale a dire i popoli Olmechi, Toltechi, Maya, Zapotec, Aztechi, Inca e pre-Inca, tra
gli altri).
La ghiandola
pineale fu scoperta più di 2300 anni fa dallo scienziato alessandrino Erofilo.
La prima descrizione e le prime speculazioni
su di essa si trovano nei voluminosi scritti di Galeno che trattò
la ghiandola pineale nel suo De usu partium. In esso Galeno spiega che la ghiandola deve il suo nome alla sua
somiglianza, per forma e dimensioni, a un pinolo.
Nel 1600 Cartesio la definì sede dell’anima.
Biologia e funzione della ghiandola pineale
La ghiandola
pineale o epifisi (dal
greco epi-fysin, che significa al
di sopra della natura) ha una forma simile ad una piccola pigna, da cui deriva il nome “pineale”; (pinea è
il termine latino corrispondente a pigna).
Ogni essere vivente,
mammiferi inclusi, mantiene l’equilibrio biologico–metabolico a
partire dai ritmi e dalla periodicità circadiana
giorno–notte e tali ritmi planetari determinano la sintesi e la
secrezione circadiana degli ormoni ipotalamici e ipofisari secondo una ritmicità
legata alla rotazione terrestre e lunare.
La pineale è il principale
organo del corpo umano responsabile del controllo del ritmo biologico circadiano,
sulla base del principale ritmo cosmologico, quello dell’alternanza luce-buio.
L’attività endocrina della pineale inibisce l’ipotalamo e, indirettamente,
l’ipofisi ed altre ghiandole.
L'attività secretoria
della ghiandola pineale presenta delle alterazioni ritmiche
legate alla luminosità dell'ambiente, raggiungendo i valori massimi al
buio e i valori minimi con la luce diurna.
La ghiandola
pineale è una ghiandola endocrina di circa 150 grammi, grande circa
quanto un pisello o una nocciola, incastonata in profondità dentro il cervello
dei vertebrati. Si trova, in effetti, proprio vicino al centro del
cervello, tra i due emisferi, all'estremità posteriore del terzo
ventricolo; è collegata mediante alcuni fasci nervosi pari e simmetrici
(peduncoli epifisari) alle circostanti parti nervose. È nascosta in una
scanalatura a cui aderiscono i due corpi arrotondati dell’ipotalamo, a cui la
pineale afferisce e che la rendono, così, una delle parti più protette
del corpo.
Proprio perché così
protetta, l’epifisi è una struttura che, fino a poco tempo fa, era
stata poco studiata, benché tenuta in grande considerazione: essa era infatti
conosciuta fin dall'era antica anche per la sua frequentissima calcificazione
in età matura, tanto da essere considerata la chiave per comprendere il
processo d’invecchiamento.
La pineale controlla infatti l'orologio biologico del corpo,
“l’organizzazione circadiana” che determina il ciclo giornaliero del sonno e
della veglia. Ma essa non regola solo i ritmi del sonno, bensì il ritmo della
vita stessa, come appare più chiaramente nel regno animale: qui, in
primavera, la pineale riaccende le pulsioni sessuali; in autunno
segnala agli uccelli che è tempo di migrare, funzionando anche come una bussola
fisiologica che li mantiene sulla giusta rotta di volo; in inverno
avverte gli animali che è tempo di cercare un riparo e di entrare in letargo.
Negli esseri umani,
il ruolo della pineale è più sottile ma ugualmente importante. Essa è
definibile come il “regolatore dei regolatori” che sovraintende
alle operazioni di tutte le altre ghiandole,
aiuta a mantenere nella norma i livelli giornalieri e stagionali degli
ormoni e presiede alla crescita e allo sviluppo, dall'infanzia fino all'età
adulta.
L’epifisi
esercita il suo controllo attraverso una molecola chiamata melatonina (Melas = Nero; Tonos = Tensione):
si tratta di un ormone che regola il ritmo circadiano di sonno e veglia,
reagendo al buio o alla poca luce. La ghiandola pineale secerne difatti
melatonina solo di notte: poco dopo la comparsa dell'oscurità, le
sue concentrazioni nel sangue aumentano rapidamente e raggiungono il massimo tra
le 2 e le 4 di notte, per poi ridursi gradualmente all’approssimarsi del
mattino. L’epifisi produce la melatonina tramite alcune cellule pigmentate, i "pinealociti",
che sono simili alle cellule pigmentate della retina; esse
rendono la ghiandola sensibile alla luce e pronta a reagire all'alternanza
periodica di luce e di buio, recepita e trasmessa dall’occhio.
La melatonina è, in definitiva, lo strumento che l’epifisi
utilizza per definire tutti i ritmi umani, giornalieri e a lungo termine,
dall'infanzia in poi. Tale ormone è peraltro già presente nella vita
intrauterina: attraverso la placenta, la melatonina passa infatti dalla
madre al feto. I bambini, pur non producendo la loro riserva di melatonina
prima del terzo o quarto giorno di vita, la assorbono tramite il latte
materno.
La melatonina
viene sintetizzata da due sostanze: il triptofano e la serotonina.
Quest’ultima è un neurotrasmettitore impiegato nella regolazione della
temperatura del corpo, del senso di fame/sazietà e dell’umore è infatti soprannominata
anche “l’ormone della felicità”.
L’aspetto più
interessante della ghiandola pineale, tuttavia, è la produzione
di un’altra molecola: la DMT (Dimetiltriptamina), un neurotrasmettitore chiamato anche “la molecola dello Spirito”
che ha particolari funzioni legate principalmente al “collegamento” tra
il corpo e lo Spirito.
In alcune persone,
anche durante il sonno, la ghiandola pineale secerne una
sufficiente quantità di DMT, tale da rendere possibili
esperienze particolari come i sogni lucidi o i viaggi astrali.
In poche
parole, la ghiandola
pineale è il collegamento con il mondo invisibile o il mondo dello Spirito, argomento che gli sciamani, ad
esempio, conoscono molto bene.
Forse avrete sentito
parlare dell’Ayahuasca.
Nella lingua quecha, che si parla in Ecuador, Perù, Bolivia e Colombia, aya significa spirito e huasca significa vite. La parola Ayahuasca viene quindi tradotta col termine vite ( vino ) degli spiriti. L’Ayahuasca è un decotto ottenuto attraverso una lenta ebollizione di due piante: una liana, detta Banisteriopsis caapi, ed un arbusto noto come Psychotria viridis, utilizzato come allucinogeno nelle cerimonie sciamaniche per indurre stati di coscienza alterati a scopi terapeutici, il cui principio è proprio la DMT.
Il “terzo occhio”
(o sesto chakra)
E’ interessante notare che in India la parola “chakra”
deriva dalla parola sanscrita per “ruota” o “curva”
ed è legata alle parole “vortice” o “mulinello”.
Queste parole implicano fondamentalmente, un
cerchio con un punto al centro. Questo è degno di nota perché molte rappresentazioni
del Terzo Occhio, nell’antica arte americana, utilizzano un “cerchio
puntato”.
Dal punto di vista
esoterico/spirituale, la
ghiandola pineale rappresenta il famoso “terzo occhio”,
ovvero l’occhio dell’Anima che è in grado di vedere la realtà,
che non è quella che appare ai nostri occhi fisici ma quella più “sottile”,
celata dal “velo di maya”.
Addirittura Cartesio sosteneva che la ghiandola pineale fosse proprio la sede della coscienza: nel suo libro “Le passioni dell’anima” descrive il ruolo della ghiandola pineale, appunto, come la sede principale dell’anima, nella quale la "res extensa" si unisce alla "res cogitans".
Rick Strassman, psichiatra
dell’Università del New Mexico, iniziò a fare esperimenti sulla “dimetiltriptamina”,
altrimenti detta DMT, che, come abbiamo già visto, è una sostanza
particolare presente sia in natura (in piante come l’Ayahuasca) sia
nel cervello umano, prodotta dalla Ghiandola Pineale. Strassman
aveva come finalità della sua ricerca l’utilizzo della sostanza psicotropa a
fini terapeutici. I pazienti a cui veniva somministrata la molecola sotto
stretto controllo riferivano di viaggi astrali e contatti sconvolgenti con
“altre realtà” non meno reali della nostra, abitate da esseri sovrannaturali.
La DMT rilasciata naturalmente
dalla Ghiandola Pineale si pensa faciliti il movimento dell’Anima
all’interno e fuori dal corpo e sia parte integrante dei più alti stati di
meditazione e di esperienze mistiche. Con il termine “Terzo Occhio”,
riferito alla suddetta Ghiandola Pineale, si vuole rappresentare
il nostro “Sesto Senso”.
Quante volte abbiamo sentito nominare il “Sesto
Senso”? Se avete una buona conoscenza riguardo i Chakra,
noterete che proprio il sesto denominato Ajna in
Sanscrito è la sede del Chakra del Terzo Occhio ove giacciono
tutti i sensi interiori.
Esso permette la comunicazione con lo Spirito.
Negli individui in cui questa è molto sviluppata, permettendo, quindi,
di percepire energie sottili, sia riguardo il campo visivo che uditivo, si manifesta
la Chiaroveggenza. La Ghiandola Pineale produce da
sé questa molecola particolare dal nome DMT senza il bisogno di
utilizzare altri tipi di sostanze. Per far sì che essa si decalcifichi,
necessita effettuare un profondo lavoro su se stessi.
Secondo Strassman, la DMT sarebbe la sostanza per
eccellenza in grado di aprire un “portale” verso universi e dimensioni
parallele che coesistono con la nostra realtà ma che non siamo in grado
di captare o decodificare, appunto, perché filtrati dalla valvola rappresentata
in primis dal nostro cervello, costretto a trasmettere soltanto
il “canale normale”, quello del mondo di tutti i giorni.
Secondo la fisica moderna infatti
esisterebbero un numero incredibilmente elevato di universi paralleli, o
multiversi, ciascuno dei quali simile al nostro e soggetto alle stesse
leggi fisiche ma, al contempo, “alternativo” a causa della diversa composizione
delle particelle che lo costituiscono.
A proposito del “sesto
senso”, il Kremmerz così scriveva:
“La libertà del
potere centrale intellettivo si guadagna attutendo la sensibilità fisica
dell'uomo.
I mezzi di pratica
per la intuizione della verità ultra umana si riducono a uno: Ridurre inerti i
sensi animali per dare completa libertà all'altro, al senso che è
il medio conduttore tra l'ultra umano e l'umano.
Questo mondo di là,
questo mondo di esseri già vissuti o non mai vissuti nella vita terrena non si
può né apprezzare né giudicare coi mezzi ordinari del controllo dei sensi
animali; ed è inutile volerlo far credere esistente a chi non ha sviluppata
quella proprietà speciale che è l'occhio dell'anima e che abbiamo
chiamato sesto senso o percezione sottile o telema
o mercurio intellettuale.
Come nel mondo delle
forze meccaniche così nell'iperfisico, ogni azione genera una reazione.
Ora nelle forze, nelle creature e nelle intelligenze che popolano il mondo
invisibile, l'azione è opera dell'intuente, o meglio di chi ha sviluppato il sesto
senso, percependo presente l'azione delle forze e delle intelligenze iperfisiche,
la reazione delle quali colpisce il mondo fisico.
La Ghiandola Pineale influisce sui nostri sogni
Abbiamo visto che dal punto di vista biologico, la ghiandola
pineale produce la melatonina che ha
lo scopo principale di regolare il
ritmo circadiano, ovvero le fasi del sonno e della veglia.
Abbiamo visto che la sua attività secretoria
raggiunge valori massimi al buio e minimi con
la luce.
Abbiamo anche visto che essa produce un'altra
importante molecola, la DMT, che per la sua particolare virtù di “ponte” tra il corpo fisico e il mondo spirituale è
chiamata “la molecola dello Spirito”.
Seguendo il sentiero che ci conduce al sonno, al buio e superato il
“ponte”, sotto il
quale scorre il fiume edenico con la ”molecola dello Spirito”, giungiamo
nel fantastico mondo dei sogni.
Secondo alcune ricerche, è stato confermato che ci sono alcuni periodi della notte, tra le ore una e le ore quattro del mattino, durante la fase REM dei sogni, in cui alcune sostanze chimiche vengono rilasciate nel cervello e agiscono sui nostri sentimenti, facendoci connettere con la nostra fonte superiore. Alcuni la chiamano coscienza, altri spirito, altri ancora anima, corpi sottili o altri semplicemente la chiamano ego.
E’ un argomento
complicato per certi versi, sta di fatto che quando una persona dorme e quindi “sogna”
non utilizza la mente razionale, ma semplicemente lascia scorrere per qualche
ragione le immagini. Ad esempio, se sognate un leone o una tigre, anche se
potete reagire in vari modi, tipo scappare o accarezzare l’animale, osservarlo,
urlagli contro, etc,… il vostro corpo non reagirà mai come se foste realmente
davanti ad un’animale pericoloso, e questo accade perché (quasi per tutti, a
parte per le menti allenate) nei nostri sogni facciamo da spettatori.
Se ci fate caso non possiamo far nulla, non possiamo decidere cosa fare in un
sogno, accade quello che deve accadere.
Una delle tante potenzialità che ha la nostra ghiandola pineale, una volta “risvegliata”, è riuscire a controllare i propri sogni.
Cosa vuol dire? In pratica non facciamo più da spettatori nei nostri sogni, ma
da “attori protagonisti”: in altre
parole, non faremo altro che “prendere coscienza” delle nostre
azioni.
Terminiamo questo nostro percorso con qualcosa
che risvegli in noi il nostro spirito di fanciullo e cioè una “favola”.
Forse non tutti sanno che il “Pinocchio” di Collodi è un racconto iniziatico velato sotto forma di favola
per bambini. Già il nome Pinocchio deriva dalla
composizione delle parole “pino” e “occhio”. Il pino è
l’albero i cui frutti, i pinoli, hanno la stessa forma della ghiandola pineale, che nella
tradizione esoterica rappresenta appunto il “terzo occhio”. Pin-occhio
(occhio-pineale) è pertanto una chiara allusione alla ghiandola pineale, cioè la manifestazione fisica del “terzo occhio”.
Pin-occhio
(l’occhio della pineale) è a tutti gli effetti la rappresentazione del percorso
di risveglio. Il Padre, Geppetto, ne è il Creatore,
infatti non è un vero padre nel senso comune del termine ma Colui che lo
trae dalla materia e gli dà forma.
Pinocchio non nasce da una donna e questo è il primo fatto
extra-ordinario.
Geppetto lo scolpisce nel legno, lo crea burattino, cioè un essere
“meccanico”, “addormentato”, in grado di parlare e camminare ma non
dotato di coscienza, quindi non ancora umano.
Appena creato, Pinocchio
diviene subito ingestibile, in quanto non ha ancora ritrovato
né la sua anima (la
Fata Turchina) né tanto meno il Padre, dal quale dovrà prima separarsi per conoscere le insidie del mondo,
proprio come accade al figliol prodigo nell’omonima parabola evangelica. Lungo
il suo cammino iniziatico impara a conoscersi, a gestire il corpo, le
emozioni e la mente, sorvegliato a distanza dalla sua anima, la quale –
nonostante le menzogne del burattino – lo aiuta nei momenti più bui e lo
rimette sempre sulla “retta via”.
Un pezzo
di legno, un burattino per l’appunto, a cui viene insufflata
un’anima e prende vita, ma che con varie prove (iniziatiche) riuscirà
alla fine a diventare un “Bambino Vero”.
Facile comprendere che il pezzo di legno animato, dotato di vita quindi, ma senza Volontà in quanto burattino è un’allegoria del sé inferiore, mentre il Bambino Vero (Bambin Gesù) rappresenta la nascita del Cristo nell’uomo o Sé Superiore.
Dua-Kheti
Bibliografia:
Visione olistica – La Ghiandola Pineale – Terzo
occhio
Neovitruvian – Il terzo occhio nelle antiche
culture occidentali
Neuroscienza – La ghiandola pineale
KarmaNews – La pineale e gli ormoni della
sensitività
Psicologi Italia – Dr. Andrea Napolitano – La
ghiandola dell'anima
Hackthematrix - DMT e Ghiandola Pineale – Maya Hikari
Coscienza Universale – Ghiandola pineale
influisce sui nostri sogni
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