LA LAMPADA DELLE TRENTA STATUE – LA STATUA E IL PRINCIPIO DI SATURNO
Prendendo le mosse dai diversi caratteri
in cui è stato precedentemente scomposto il concetto di uno, esamineremo il
primo degli articoli spiegati, illustrando il concetto di principio. Saturno,
padre degli dèi che governano i tre mondi, riferisce in trenta caratteri
specifici i trenta modi di essere del principio. Il principio è qui definito
secondo un’eccezione generale, in quanto comprende ogni modalità dell’iniziare,
del causare e del produrre.
I. Narrano dunque che Saturno è nato dal
padre Celio: questo indica il principio nel senso di punto d’origine. Per
questa ragione infatti intendono che il genere cui si appartiene conferisca
qualche qualità, in quanto il genere naturale è considerato il principio della
generazione.
II. Si intenda nato dal seme di Celio, per
indicare così il principio seminale: il seme è infatti il principio naturale
che presiede alla propagazione delle specie.
III. Si intenda che Saturno presiede al
consiglio o alla famiglia per indicare il principio – per così dire – di
autorità, un quanto dalla sua autorità e dal suo cenno sono governate le
attività domestiche e quelle civili. Ed è da una simile accezione del termine
«principio» che deriva il nome del principe.
IV. Poiché precede l’ordine, dobbiamo
ritenerlo principio ordinale: su questa base una cosa è definita prima in
quanto distinta da una seconda, una terza e così via.
V. Si raffigura alato, in quanto il
concetto di principio esprime anche la disposizione ad agire. Per questa
ragione lo rappresentano con le ali spiegate.
VI. Il suo strumento è la falce, per
indicare il principio strumentale.
VII. Mentre avanza ha l’occasione di
incidere e segnare tutte le cose con la falce, per indicare il principio
occasionale. Sono infatti princìpi gli eventi che offrono un’occasione e a
questo genere appartengono il caso, la sorte, e via dicendo.
VIII. Una donna cieca e per metà calva
corre davanti alla sua falce. Credono infatti che la fortuna sia una sorta di
principio, e le attribuiscono la facoltà di dare principio e, in generale, di
produrre gli eventi che capitano accidentalmente, intrecciandosi a quanto viene
deliberatamente perseguito.
IX. Guardando alla falce di Saturno alcuni
appresero l’arte di costruire un’altra falce: questo significa che arte,
scienza e architettura sono un genere di principio, in quanto da esso derivano
gli artefici.
X. La lama della falce si risolve in una
sfera, e questo denota il principio da cui prende inizio il moto. Perciò dicono
che il primo grado dell’Ariete è principio dell’orbita seguita dai pianeti,
poiché percepiamo che a partire da qui si sviluppa il loro moto.
XI. Si intende padre di molti figli, per
indicare così che nel genere del principio rientra anche la causa efficiente.
XII. Dobbiamo intendere che i figli sono
simili al padre, e appartengono alla medesima specie, per indicare sì il
principio ideale: le idee, dalle quali derivano gli esemplari delle cose da
produrre in natura e nell’arte, sono di necessità dei princìpi.
XIII. Sul trono di Saturno raffigurano un
serpente attorto in un circolo, che iniziando dalla coda morde o divora se
stesso. Questo sta a significare il principio del tempo, e per questo diciamo
che è «in principio» quando esiste dal primo istante o si situa nel primo
istante.
XIV. Dobbiamo crederlo vecchio, per
mostrare che il principio è la stessa eternità ovvero la durata assoluta,
poiché da essa dipendono tutte le cose e in essa esistono le singole cose, le
quali non possono esistere in altro principio o dipendere da altro principio;
diciamo dunque che è e avviene «in principio» quanto si produce o esiste
nell’eternità.
XV. Chi prende in esame il suo nome tenga
presente che lo chiamano Saturno in seguito al fatto che è saturno: questo
dimostra che il principio significa anche la totalità delle cose e l’ente
universale, secondo il modo in cui Parmenide e Senofane dissero l’uno principio
ed ente, poiché tutto quanto è – se veramente è – è principio; ed ogni
principio – se veramente è principio – è ciò che è. Per questa ragione, dice
Aristotele, essi definivano principio l’uno, giacché solo l’uno è ente, e
dunque si intende che è anche principio.
XVI. Lo scettro di Saturno allude alla
potenza attiva e, in modo simile, allo strumento dell’azione.
XVII. Generò figli, e li divorò – o li
divora – appena nati: per indicare che il significato del concetto di principio
si estende anche alla generazione e alla corruzione. La generazione – ovvero
l’essere tratto dal non essere all’essere, ovvero il moto dal non essere
all’ente – hanno natura del principio rispetto alla specie.
XVIII. Giove cacciò Saturno dal suo regno,
e di nuovo lo pose sul trono: ciò significa il principio rispetto a quelle
realtà che riposano per così dire in un movimento circolare, in una rivoluzione
o vicissitudine. In esse generalmente coincidono il primo e l’estremo, come nel
cerchio e nella sfera ogni punto è ad un tempo principio e fine, e a partire da
ogni punto si determinano aurora e tramonto, progresso e regresso.
XIX. Il carro cha avanza in volo
trascinato da due cervi indica il principio «dal quale» o «da dove». Per questo
definiamo principio della retta il primo punto della linea, definiamo termine
il punto da cui si inizia a correre, e definiamo l’esordio principio
dell’orazione.
XX. Le ruote del carro (mobili e facili da
guidare) e i cervi (obbedienti al minimo cenno) segnalano come anche una
potenza che non si contrappone possa designare un genere di principio
particolare. Così infatti diciamo che la pietra è il principio per cui esiste
la statua, mentre non definiamo princìpi la polvere e l’acqua.
XXI. La parte posteriore del carro, nella
quale è seduto Saturno, indica che il primo effetto della cosa – ovvero quanto
primariamente si genera nella cosa – assume ugualmente il nome di principio. In
questo senso il cuore o il cervello sono detti principio dell’essere animato,
poiché essi sono i primi a generarsi; allo stesso modo le fondamenta sono
principio della casa.
XXII. Civette e gufi, che volano qua e là
davanti al carro significano il principio nel senso di preludio, prefigurazione
e antesignano. Ecco perché definiamo il primo chiarore dell’alba e l’aurora
principio del giorno, e principio della musica il preludio suonato dai
musicisti.
XXIII. La strada aperta e calpestata che
si apre davanti al carro significa il principio che dispone la materia, ovvero
il principio per cui si determina e si prepara una certa disposizione. Ecco
perché l’accordare lo strumento è principio della musica, l’arare la terra è
principio dell’agricoltura.
XXIV. Il seminatore seduto davanti al
carro o sopra i cervi indica come la prima operazione dell’agente e l’atto con
cui mette mano all’operazione – come quando si pianta, si innesta e si semina –
assumono a loro volta il carattere di principio.
XXV. Il cavallo, nel quale dicono si sia
trasformato per stuprare Rea, significa il principio materiale, in virtù del
quale un sostrato identico può recepire forme dissimili.
XXVI. La pelle della capra Amaltea, presa
a prestito da Giove e nella quale è delineata la maggior parte delle cose,
denota un diverso significato del termine principio, che indica anche le
proposizioni più importanti sulle quali propriamente si fonda la scienza e che
si dicono, appunto, princìpi.
XXVII. Il drago che si consuma per la
propria voracità significa il massimo e il minimo, i quali assumono natura di
principio: il massimo calore si definisce infatti principio di ogni calore, e
l’ottimo si definisce principio di tutti i beni. Di conseguenza, in ogni genere
di enti, il massimo è il primo, ed ugualmente primo è il minimo: diciamo infatti
che il principio da cui si produce il caldo è racchiuso nel minimo esplicarsi
del calore, e che il principio dell’erudizione è racchiuso nella minima
informazione.
XXVIII.
Fu cacciato, dicono, negli inferi: questo significa il principio che è
il fato, o predestinazione, e che si dice causa e principio delle cause e dei
princìpi, essendo radicalmente diverso da qualsiasi altro genere di principio.
Da questo fanno dipendere la necessità e ogni condizione senza la quale non è
possibile che una determinata cosa esista: questo è infatti detto veramente e
propriamente principio della cosa.
XXIX. La Parca che seguendo il carro
subito ne cancella e confonde le tracce denota il principio privativo. La
privazione è infatti un principio necessario, in quanto concorre alla
generazione di ogni realtà destinata a prodursi: se qualcosa non si corrompe o
si dissolve, nulla potrà essere successivamente generato.
XXX. Il termine cui Saturno si dirige
trascinato dalla corsa dei cervi, dal carro che lo trasporta e dalla spinta
delle ali significa il principio finale. Il fine generale dell’azione stabilita
e iniziata dirige infatti ogni opera particolare ed è al tempo stesso il
principio da cui dipende ogni opera particolare: in esso coincidono dunque
principio e fine, ed è esso stesso il principio da cui dipende ogni opera
particolare: in esso coincidono dunque principio e fine, ed è esso stesso
principio e fine, è il primo concetto da cui muove l’opera e l’ultimo risultato
che viene conseguito, è il primo impulso che spinge all’opera e l’ultimo grado
del suo perfetto compimento.
Utilità
di questa statua
La statua qui descritta non solo ci consente di desumere le ragioni e i
modi secondo cui si definisce il concetto di principio, ma ci consente altresì
di cogliere un principio d’ordine che può essere adottato in ogni tipo di
analisi, secondo le condizioni attive e passive dell’atto di dare principio.
Tutte le cose infatti sono un principio o derivano da un principio, o hanno un
principio. Dobbiamo indagare seguendo l’ordine che collega tutte le cose, per
individuare il fondamento da cui derivano sotto il profilo dell’origine, del
seme, dell’autorità o principio, dell’ordine, dell’efficacia, dello strumento e
così di seguito. Una volta stabilito che la cosa in esame si costituisce come
principio originario ovvero principio «a partire dal quale», indaghiamo ancora,
per determinare con quale strumento, efficacia, ordine, autorità e in quale
genere o in quali semi possa esplicarsi. Nulla potrà dunque sottrarsi o fuggire
all’indagine compiuta attraverso le membra di questa statua, così da non recare
vantaggio a chi opera.