LA PREGHIERA
Parag.
N. 24. – L’abitudine alla preghiera è un metodo pratico per la messa in
libertà del corpo lunare. I rosari, per esempio, e le loro lunghe recitazioni
interminabili, nelle quali la bocca si apre e si chiude meccanicamente, pronunziando
le parole con la stessa cadenza, distraggono la mente; e il corpo, per l’azione
meccanica del suono, cade in uno stato di dormiveglia. Colui il quale prega,
esprime, formula, modella la sua anima animale in conformità dello stato a cui
aspira, fino alla sua immedesimazione con lo stato stesso, e cioè fino a far
compiere, per mezzo della plasticità del suo corpo lunare, il miracolo che
appetisce.
Uno dei mezzi meccanici atti ad
impressionare il corpo lunare è la parola e, in determinate condizioni, basta
una parola a liberarti da un’ossessione e una parola per compiere il più grande
miracolo: la condizione più propizia alla sua efficacia è la preghiera, perché
nella preghiera le parole sono pronunziate in uno stato particolare di animo o
di modellatura del corpo lunare e recano in sé l’idea che si vuol realizzare in
uno stato di prima materializzazione, avvivato da un atto di potente
penetrazione immaginativa. La preghiera è tanto più efficace, quanto più la
parola ed il suo meccanismo fonico rispondono alla esplicazione dell’idea.
Parola, nel senso magico, è il suono
articolato col perfetto accordo armonico del pensiero concreto.
La parola di cui si conosce il valore
completo e già il frutto di cogitazione degli uomini precedenti: quindi risveglia
o idee addormentate nell’occulta coscienza di chi le pronuncia o da l’idea che
l’uomo non ha concepito abbastanza chiaramente da poterla rendere plastica,
cioè di sicura obbiettivazione.
La parola, pronunciata con valore magico,
crea, distrugge o modifica: ha proprietà di rapidamente o lentamente
raggiungere il suo scopo.
La parola, per sé, dovunque e comunque
pronunciata, è un atto di creazione ed è la base di tutta la prima magia.
Virtù della parola è la manifestazione
generativa della volontà nella psiche di chi la pronuncia e di chi l’ascolta.
Questa virtù spirituale che da vita alle
idee espresse e volute, si ottiene per ascetismo in religione, per iniziazione
in magia operante.
Tratto
da Kremmerz III editrice «Universale di Roma» anno 1957