L'INNO ALLA CARITA'
L’influenza di San Paolo nell’opera di Giuliano Kremmerz
a cura della Schola Philosophica di Teurgia Ermetica
“Salvatore Mergè”, ultimo discepolo del Maestro Kremmerz.
Giuliano Kremmerz nominava ripetutamente san Paolo nelle conversazioni private con i rari discepoli che lo seguivano, tra cui il suo ultimo discepolo Salvatore Mergè; così anche nelle sue opere, il Maestro Kremmerz, divulgatore instancabile della dottrina ermetica cristiana, trovava sempre modo di farvi riferimento, sia esplicitamente che anche implicitamente (vedi note 1 e 2).
Come mai nessuno dei tanti studiosi kremmerziani ha mai notato ciò? Qualcuno se n’è mai domandato la motivazione?
Possibile che professori, giornalisti, scrittori, seguaci, pseudo maestri ed editori delle opere di Giuliano Kremmerz siano stati così miopi da non accorgersene? Sono stati forse e perseverano ad essere tutti atei?
È pur vero che ciascuno comprende soltanto ciò che il cuore gli suggerisce, ma come è possibile che ancora in tanti non si vergognino di aver travisato a “sfondo sessuale” (vedi le false istruzioni pratiche dello pseudo-corpus) il contenuto puro e spirituale degli scritti del Maestro Giuliano Kremmerz, uomo fuori di ogni dubbio casto, come testimoniava Salvatore Mergè nel suo Testamento spirituale?
Sono stati scritti fiumi di parole per ricostruire alberi genealogici di filiazioni iniziatiche, allo scopo di rivendicare fantomatiche primogeniture, quasi si trattasse di una corsa all’eredità, possibile invece che nessuno dei suoi “seguaci” e sedicenti autoproclamatisi maestri abbia speso un decimo del tempo per restituire la dignità “rubata” agli scritti del maestro Kremmerz, riportandone alla luce i contenuti unici ed essenziali, contribuendo così all’edificazione dei fratelli miriamici e non solo?
Le opere di Giuliano Kremmerz sono state e sono ancora oggi oggetto di vili speculazioni che le hanno deturpate, privandole dell’Amore e della cristianità da cui furono all’origine concepite.
Individui, vittime della mentalità piena di fango e gelida di un epoca impermeabile ad ogni tendenza spirituale, hanno fino ad oggi strumentalizzato gli scritti del Maestro per fini del tutto personali; essi, non vedendo oltre la sfera materiale, non hanno potuto penetrare la scorza del significato letterale per gustarne il frutto della dimensione spirituale, ed hanno finito per ridurre le opere del Maestro, quando non ne hanno addirittura travisato il senso, ad un manuale di magia, di consigli pratici e di ricette salutari, che Giuliano Kremmerz per spirito di carità inseriva tra le righe.
Tralasciamo le sterili polemiche, ed entriamo nell’argomento scelto per questo breve articolo: di certo possiamo innanzitutto dire che la figura di san Paolo è stata di ispirazione continua per Giuliano Kremmerz e che nelle sue opere se ne avverte la presenza fortemente.
Grande doveva essere la determinazione del Maestro Kremmerz nel rievocare l’insegnamento cristiano originario, ma quanto ardua era la missione che aveva preso con se!
Quale sacrificio essere un divulgatore della dottrina ermetica cristiana, per questo motivo egli fu costretto ad abbandonare la sua amata città natale e poi a fuggire lontano; perseguitato dai suoi nemici giurati, sobillati dall’avvocato Lebano, egli trovò riparo solo al di là dei confini del nostro bel paese, che malgrado tutto amò sempre tantissimo.
Non dobbiamo dimenticare che il Maestro Kremmerz visse in un’epoca molto particolare, in cui si faceva strada, battendo ogni campo, “LA FALCE” dell’avversione alla spiritualità, tanto che in tutta Europa ormai si faceva fatica a vivere liberamente una religiosità pura, scevra da strumentalizzazioni politiche; il cattolicesimo stesso aveva seppellito. sotto molteplici stratificazioni di altri pensieri, l’idea primitiva intorno alla quale erano nate le prime comunità cristiane, fino ad assumere, a seguito di un processo di secolarizzazione che continua incessante anche ai giorni nostri, le vesti esteriori di una ideologia politica e sociale, basata sulla paura di tremende punizioni nell’ al di là.
Con la scusa di rimanere al passo con i tempi, si è mascherato il tentativo di conservare, ad ogni costo, il potere materiale acquisito attraverso secoli bui per la spiritualità, tutto ciò almeno fino a quando non è giunto tra noi il Papa Santo, con cui è iniziata l’era del Perdono, dell’Amore e della Carità, che fino ad allora era stata oscurata.
Quando si sveglieranno i popoli e prenderanno coscienza di tutto ciò?
Nelle intenzioni del Maestro Kremmerz la Fratellanza di Myriam avrebbe dovuto ridestare una volontà solare in tutti i cristiani, divenuti anticlericali e scettici, quando non addirittura atei, riaccostandoli alla fede cattolica, attraverso la pratica caritatevole ermetica fatta di preghiera d’Amore per il prossimo.
Tra rievocazioni storiche ed echi di culture lontane, Giuliano Kremmerz mette in luce la figura eroica di san Paolo, quale simbolo della Carità, ed è proprio nel riconoscere nella Carità l’idea principale della dottrina cristiana, che si salda il legame del Maestro Kremmerz con Paolo di Tarso e la sua missione apostolica.
“Il mio comandamento è questo: Amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi” dice la Sapienza divina.
Scrive Giuliano Kremmerz nella Breve relazione “ai Dodici supremi Vecchi Maestri del Collegio Operante”, nell’introduzione alla Pragmatica Fondamentale: “Questo ho compiuto, sicuro di interpretare il Vostro Volere che è la semplice idea di quell’Amore e quella Carità che non ho osato consacrare nel testo della regola fondamentale, spogliando l’esteriore di ogni abbreviatura settaria, mutando le logge in accademie (che altrove definisce istituzioni di carità), statuendo la festa solare (dell’Agape) come disperdimento di tenebre angosciose che s’addensano sulla grande coscienza dei popoli sottratti ai tempi prostituiti.”
Si tramanda che Paolo si fosse convertito sulla via di Damasco, egli depose le armi folgorato dalla Luce del messaggio cristiano che Dio è Amore e la CARITÀ è lo Spirito di Dio in Terra; la sua missione apostolica divenne l’evangelizzazione dei popoli, divenuti ormai incapaci di intendere il significato della complessa mitologia e delle figure divine tramandate dai tempi antichi, come quella di Venere-Amore o di Bacco-Ebbrezza, per ignoranza svilite al culto dell’amore profano e dei piaceri del vino.
Il Maestro Kremmerz venne considerato da molti dei suoi contemporanei egli stesso un visionario, rapito da un mondo ideale che già all’epoca era così distante dalla realtà da ritenersi utopico.
In piena euforia positivistica era difatti un tabù cercare di conciliare scienza e religione, impossibile pensare di rievocare le antiche vestigia delle scienze sacerdotali, senza essere preso per pazzo o visto con sospetto.
È passato più di un secolo e nulla è cambiato ai giorni in cui scriviamo, sebbene la mentalità contemporanea si sia radicalizzata, cristallizzandosi in figure disarmoniche prive di punti di riferimento stabili, il programma della Fratellanza di Myriam è rimasto identico, nella speranza che ogni battezzato divenuto scettico, agnostico o perfino ateo, torni ad avere fede, ad essere cattolico, dopo essere venuto a contatto con LA SCIENZA DELLA CARITÀ, OPERATA DALL’ERMETISMO CRISTIANO SPIRITUALE KREMMERZIANO: PERCHÉ LA PREGHIERA FA PARTE DEL MONDO SUPERIORE, CIOÈ QUELLO SPIRITUALE.
Resta aperta per tutti noi per mezzo della nostra Schola, la via tracciata dal Maestro Giuliano Kremmerz con la Fratellanza Terapeutico magica di Myriam.
PER CHI NON HA CAPITO E SI OSTINA A NON CAPIRE, LA NOSTRA FRATELLANZA CONSISTE NELLA SCIENZA DELLA CARITÀ, IL SUO GRADINO INIZIALE È SPERIMENTABILE DA OGNI UOMO E DONNA, PURCHÉ DOTATI DI VOLONTÀ E DI UN MINIMO DI SENSIBILITÀ, E DELLA CAPACITÀ DI AMARE IL PROSSIMO, ESSO È COSTITUITO DALLA COMPASSIONE.
“Compassione” è parola latina, il cui omologo greco è sympátheia, la loro etimologia comune rimanda al significato di “soffrire insieme”, a chi si ama.
La compassione come la sensibilità e la capacità di amare sono connaturati nell’individuo, tutti prima o poi ne facciamo esperienza: ogni madre avverte se il figlio piange per una ragione o solo per un capriccio, perché ne condivide in un certo modo la sensibilità, tutti noi avvertiamo la sofferenza altrui, e la scienza scoprirà forse un giorno che questa condivisione (o risonanza) non è solo un comportamento umano ma che è insito in ogni essere vivente e in tutto l’universo, perché anch’esso vive e proviene dall’AMORE che è CARITÀ.
“Per esprimere idee – così scrive il Maestro Kremmerz nella Pragmatica Fondamentale - occorre un linguaggio ancora tra i terrestri ignorato. Ho dovuto bandire le parole abusate per non essere malinteso. Non ho potuto dire: questa (la Fratellanza di Myriam) è la scienza della Carità che nessuno intende; questa scienza è Amore. Chi mi avrebbe compreso se non l’adepto ermetico che già ne conosce la radice?
“La Carità non avrà mai fine – dice San Paolo nella prima lettera ai Corinzi - le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è Perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.”
Ai giorni nostri di certo non esistono più profeti, prolificano le ribellioni degli scismatici, all’interno delle famiglie i genitori non insegnano più ai figli con amore il loro credo, la supremazia delle “nuove tecnologie” ha cancellato ogni vestigia di conoscenza che non sia materiale, si vuole sostituire la stessa capacità di discernimento umano con il surrogato di una cosiddetta “intelligenza artificiale”, tutto ciò per privare i popoli dei tesori dell’Intelletto e dello Spirito, insieme all’unica risorsa che rende liberi ciascuno di noi, la Volontà di Amare l’ ESSERE UNICO e gli altri disinteressatamente.
Giuliano Kremmerz aveva visto lontano, bene comprese che alla fine dei tempi, cadute in oblio le scienze sacerdotali, non sarebbe rimasta altra via per l’ascensione umana che la Carità, come aveva profetizzato San Paolo, Essa infatti non morirà mai, proprio perché insita nella stessa natura umana.
La Carità è attributo divino insito nell’individuo, dall’Eternità, perché a mezzo di Essa egli perfezioni se stesso, oltrepassi i limiti impostigli dalla natura individuale e si reintegri, a mezzo dell’Amore, nell’Unità del Tutto.
Quando il profumo della Carità pervade la nostra coscienza, i suoi doni ci ricolmano di pace, accendendo in noi la fiamma invisibile fatta di Luce vera che riscalda ed illumina di gioia il nostro cielo interiore.
E ripetiamo ancora come si esprime nella introduzione alla Regola fondamentale il Maestro Kremmerz rivolgendosi come discepolo ai “dodici saggissimi e venerandi Maestri”: “Questo ho compiuto sicuro di interpretare il Vostro Volere che è la semplice idea di quell’Amore e quella Carità che non ho osato consacrare nel testo della Regola fondamentale, spogliando l’esteriore di ogni abbreviatura settaria, mutando le logge in accademie (istituzioni di carità), statuendo la festa solare (dell’Agape = della Carità) come disperdimento di tenebre angosciose che s’addensano sulla grande coscienza dei popoli sottratti ai tempi prostituiti.”
Qualcuno si è mai domandato chi sono i “dodici saggissimi e venerandi Maestri” invocati da Giuliano Kremmerz nella Regola Fondamentale della Fratellanza di Myriam?
“Il mio discepolo - continua Giuliano Kremmerz - impari che per spogliarsi di tutte le passioni degli uomini, per purgarsi di tutte le gravi e pesanti catene che precingono il corpo dell'angelo involuto, non bisogna che coltivare due virtù divine: L'AMORE AGLI UOMINI e il PERDONO: queste due virtù sono racchiuse nell'ideale della CARITA'. Nel fulgore delle passioni umane, quando l'amore degli uomini si traduce nella libidine e il perdono nella sommissione alle forze fatali e violente che ci opprimono senza darci il potere di ribellarci, la CARITÀ è l'araba fenice che pone le sue uova sul cunicolo di una montagna introvabile. L'uomo si foggia, come del Dio, una statuetta curiosa della carità, e la nutrisce di ambizione, di vanagloria, di ignoranza, di provvidenza umana e di filantropia.”
La Carità che il Maestro Kremmerz addita nella Pragmatica Fondamentale non indossa la “maschera della filantropia”, perché non vuole divenire uno strumento di potere ad uso dei più fortunati ai danni dei più deboli, ma piuttosto Essa è la chiave che apre le porte della libertà del mondo interiore.
La Carità è Misericordia, non si trova tra gli orgogliosi che tutto credono di sapere, ma si accompagna agli umili, poveri nello spirito, che sanno di non sapere, nascostamente li precede lungo tutto il sentiero pieno di insidie della ricerca spirituale, perché non perdano di vista il traguardo finale.
“Amore e Perdono – scrive il Maestro Kremmerz - sommati nella Carità differiscono completamente dalla filantropia, pel carattere divino della prima e dello umano della seconda. La Carità è potente come un sacrificio dell'essere relativo per l 'ESSERE ASSOLUTO; la filantropia è la passione degli zoofili che cercano di proteggere le bestie, di alleviar loro i tormenti, ma non di farle sedere alla propria mensa, né di trascinare i carri pesanti in loro vece.”
“L'Amore è la Carità più affascinante dell'istinto; la sua decadenza è la prostituzione di tutti i sentimenti nobili, cioè divini e divinificati nell'uomo.”
Il Maestro Kremmerz insegna che lo spirito di Carità diventa luminoso quando impariamo a perdonare, rischiara con il suo Amore solare le imperfezioni e le manchevolezze umane, causa di sofferenza fisica e morale, liberandoci dalla necessità della legge di causa effetto.
Egli scrive ancora: “L'Amore è il complemento più prezioso della sociabilità ed è la chiave di Iside purissima che schiude i fecondi tesori della Divinità nelle creature umane e decadute. I misteri di Venere non furono che celebrazioni del culto di questo Amore comprensivo che unisce i due poli della creazione nella creazione del mercurio vitale e intelligente.”
COME SI PUÒ PENSARE AD ALTRO!?
(nota 1)
Le frasi sottolineate sono del Maestro Kremmerz
(nota 2)
Segue l’elenco delle citazioni di San Paolo nelle opere di Giuliano Kremmerz, per chi volesse rileggerle e meditarle.
La prima raccolta in un’opera unica degli scritti di Giuliano Kremmerz venne pubblicata in tre volumi a Roma dalla Ceur nel 1950-51, fu ripubblicata poi a Milano nel 1987 da Fratelli Melita editori, rispettandone sia la scelta che l’ordine dei testi anche nella numerazione delle pagine.
Per convenienza abbiamo indicato le pagine su queste pubblicazioni anche se dal nostro punto di vista costituirono una forzatura degli scritti di Giuliano Kremmerz; egli infatti prediligeva la forma dello scrivere più vicino possibile all’insegnamento orale, ovvero il dialogo, l’epistolario, la presentazione di libri classici e non, per lo più scrisse articoli sulle riviste del settore, alcune delle quali curava in prima persona.
Per tali motivi le sopra citate edizioni, sebbene si presentassero come “Opera Omnia”, non si può ritenere potessero comprendere davvero tutto il materiale disponibile, anzi nell’assemblare frammenti così differenti tra loro e nel tentativo di dare continuità al testo, spesso finirono per tradire il significato dei singoli scritti e confondere il lettore.
Ediz. Ceur-Melita.
Volume primo - Il Mondo secreto - Preparazione - pag.121 citazione di San Paolo.
Volume primo - Il Mondo secreto – Preparazione - pag.135 si nomina San Paolo.
Volume primo - Il Mondo secreto – Preparazione - pag.190 si invoca San Paolo.
Edizioni Rebis – Il Mondo secreto.
lettera finale fasc. nov-dic 1899
mettiamo le cose a posto marzo 1898
fascicolo luglio 1898
Edizioni varie
La porta ermetica cap.III
Il libro degli arcani maggiori - ricorre tre volte il termine “paolottismo” e “paolotto” ad indicare i diversi tentativi di “scimmiottare” San Paolo falsificandone l’idea della Carità cristiana.
Il libro degli arcani maggiori - nominato San Paolo due volte nel Prologo del pazzo
Dialoghi sull’ermetismo capitolo 4°…………
Dialoghi sull’ermetismo capitolo 9°…………
Angeli e demoni dell’Amore cap. I
Pragmatica fondamentale - dedica ai saggi e venerandi dodici – ricorre il termine “paolottismo”
Commentarium fascicolo I – nego, confirmo….
Commentarium ANNOTAZIONI - Il novizio incerto, dubbioso e insoddisfatto.
Commentarium ANNOTAZIONI - Le incompatibilità.
La morte cap.5
PAOLO DI TARSO
INNO ALLA CARITA', ALL'AMORE GRATUITO
(Lettera ai Corinzi I, 13)
1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
2 E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
3 E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.
4 La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio,
5 non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
6 non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità.
7 Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
8 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà.
9 Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo.
10 Ma quando verrà ciò che è Perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
11 Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
12 Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
13 Ora dunque rimangono queste tre cose: la Fede, la Speranza e la Carità. Ma la più grande di tutte è la CARITÀ!
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