COMMENTO ALL'INNO AL SOLE DI GIULIANO KREMMERZ
Ultimo aggiornamento Giovedì 17 Ottobre 2024 15:12 | | Stampa | | E-mail
a cura della Schola Philosophica di Teurgia Ermetica “Salvatore Mergè”
All’ ESSERE UNICO, tra tutti gli esseri, l’ONNIPOTENTE IDDIO!
Tu che abbracci d’innumerevoli raggi ogni esistenza visibile ed invisibile, la vita si muove in Te, come l’onda nell’Oceano.
Tu che vesti la forma perfetta d’ogni esistenza, Sei Luce per l’intelletto, Amore e Perdono per il cuore, Carità per lo spirito assetato di Verità.
Tu che ami gli umili e i puri di cuore chè si sentono ignoranti e sanno di non sapere, colma le loro bisacce leggere di parole d’Amore.
Tu che non conosci il male e perdoni ogni errore, non restare indifferente alle ferite delle passioni che le pesanti catene infliggono agli uomini, prigionieri nel lordo fango mobile.
Tu che formi cuori e menti docili all’intelligenza delle cose visibili, svela loro la Tua Legge e la virtù dei Numi.
Tu che ogni nodo terreno sciogli, prestaci la forza per vincere ciò che ci trattiene dal risalire la scia al raggio infinito, oltre ogni vetta visibile, fino alla sorgente di Vita.
Tu che sei il Clemente ed il Magnifico, donaci di invocare il tuo Ineffabile Nome, al cui richiamo ogni ginocchio e capo s’inchina.
Con i tuoi raggi fecondi illumina le tenebre angosciose, nell’attesa che il Sole ritorni tra noi, vittorioso il Cristo sulla bestia immonda, l’essere umano d’orgoglio e di superbia abbonda.
. . .
Nel buio della notte un raggio di Luce prese forma, una lingua di Fuoco irruppe dal silenzio profondo, animandosi in una danza armoniosa, il cui significato si tradusse nel cuore:
“Figlio mio, ascolta, non avere paura, il Fuoco divino non brucia che la morte!”
Tra i presenti un uomo buono e puro tese aperte le mani al cielo mosso dall’entusiasmo e dalla gratitudine, a nome di chi non aveva ancora compreso, a voce alta e fiera invocò la Sapienza dei Magi con inni di lode al Signore che iniziavano così…
___________________
INNO AL SOLE
UNUS, POLLENTISSIMUS OMNIUM! O SOLE, radiante Iddio, Padre nostro, Tu, che crei le forme e dai con l’ombra rilievo alle cose visibili nell'onda del Tuo splendore eterno, illumina della tua Luce Divina colui che, puro di mente e cuore, leggerà in questo libro le leggi e le pratiche per assorgere alla potestà dei Numi: fa che egli intenda e non fraintenda: dagli l'umiltà di sapersi ignorante e la virtù di prescindere dalla sorda sensività della vita terrena, affinché dove la voce della bestia non lo seduca, senta l'alito del tuo Spirito fecondo. O SOLE, Tu, che spazzi le tenebre della gran notte dei fantasmi passionali, degli spettri delle concupiscenze più sfrenate, delle superbe creazioni dell’orgoglio umano, illumina l'ignoranza di colui che, mondo dai fremiti della voluttà delle cose temporanee, ha sete di verità eterne e fa che l'idolatra della bestia, incatenato alla vanagloria dell’ignoranza, senta il tuo raggio divino e si prepari all’avvento del Cristo. O SOLE, sfolgorante Iddio, perdona a chi mi leggerà in mala fede, ai massoni ignoranti, ai preti mestieranti o ciechi, ai dottori di teologia che non intendono la parola del tuo Spirito, ai sapienti adoratori dell'acido fenico, dei microbi e dei sieri, ai critici che non sanno e ai pinzocheri che hanno paura; fa che i tuoi Messaggeri di Luce, angeli alati e demoni cornuti, li convertano alla intelligenza della verità delle cose visibili. Ma Tu che solo ai ciechi nascondi la tua Luce, O SOLE, non negare il tuo raggio e la tua provvidenza a colui che leggendo senza la virtù dell'anima e del cuore voglia una prova sola per convertirsi alla verità. Ma se la PROVA non basta e il tentatore degli Dei, ostinato, ritenta ancora una prova senza la fede, sii clemente come sei magnifico. Perdona alla fragilità dei presuntuosi. Fa che il tuo demonio rosso non gli avvampi il sangue nelle vene e che il suo cervello non bolla per pazzia innanzi alle vaganti e fuggevoli immagini della lussuria dell'inesistente. Perdona, O SOLE, e risparmia la tua collera terribile ai ciechi conduttori della cieca turba, ai Sofi maligni e ai giullari della sapienza umana. Mentre essi negano, il gallo canta, e l'alba della luce, delle anime, delle intelligenze si annunzia all'oriente, di sopra alla catena serrata dei monti altissimi che precludono all’occhio umano la città di Dio. Mentre essi deridono ciò che non veggono, accarezzano le pecore da tondere, e i tordi grassi da pelare, cercano le carte monetate e il paradiso della suburra - fra tanto il gallo ripete il canto, l'alba diviene aurora, il mondo si risveglia alla luce e lascia i gufi, padroni della lunga notte, nelle tane a divorare il cadavere della grande menzogna che li ha nutricati la vigilia. A chi crede, a chi ama, a chi spera il senso vero della mia parola, che è la tua Legge. GIULIANO KREMMERZ |
L'INNO ALLA CARITA'
Ultimo aggiornamento Martedì 10 Settembre 2024 09:05 | | Stampa | | E-mail
L’influenza di San Paolo nell’opera di Giuliano Kremmerz a cura della Schola Philosophica di Teurgia Ermetica “Salvatore Mergè”, ultimo discepolo del Maestro Kremmerz.
Giuliano Kremmerz nominava ripetutamente san Paolo nelle conversazioni private con i rari discepoli che lo seguivano, tra cui il suo ultimo discepolo Salvatore Mergè; così anche nelle sue opere, il Maestro Kremmerz, divulgatore instancabile della dottrina ermetica cristiana, trovava sempre modo di farvi riferimento, sia esplicitamente che anche implicitamente (vedi note 1 e 2). Come mai nessuno dei tanti studiosi kremmerziani ha mai notato ciò? Qualcuno se n’è mai domandato la motivazione? Possibile che professori, giornalisti, scrittori, seguaci, pseudo maestri ed editori delle opere di Giuliano Kremmerz siano stati così miopi da non accorgersene? Sono stati forse e perseverano ad essere tutti atei? È pur vero che ciascuno comprende soltanto ciò che il cuore gli suggerisce, ma come è possibile che ancora in tanti non si vergognino di aver travisato a “sfondo sessuale” (vedi le false istruzioni pratiche dello pseudo-corpus) il contenuto puro e spirituale degli scritti del Maestro Giuliano Kremmerz, uomo fuori di ogni dubbio casto, come testimoniava Salvatore Mergè nel suo Testamento spirituale? Sono stati scritti fiumi di parole per ricostruire alberi genealogici di filiazioni iniziatiche, allo scopo di rivendicare fantomatiche primogeniture, quasi si trattasse di una corsa all’eredità, possibile invece che nessuno dei suoi “seguaci” e sedicenti autoproclamatisi maestri abbia speso un decimo del tempo per restituire la dignità “rubata” agli scritti del maestro Kremmerz, riportandone alla luce i contenuti unici ed essenziali, contribuendo così all’edificazione dei fratelli miriamici e non solo? Le opere di Giuliano Kremmerz sono state e sono ancora oggi oggetto di vili speculazioni che le hanno deturpate, privandole dell’Amore e della cristianità da cui furono all’origine concepite. Individui, vittime della mentalità piena di fango e gelida di un epoca impermeabile ad ogni tendenza spirituale, hanno fino ad oggi strumentalizzato gli scritti del Maestro per fini del tutto personali; essi, non vedendo oltre la sfera materiale, non hanno potuto penetrare la scorza del significato letterale per gustarne il frutto della dimensione spirituale, ed hanno finito per ridurre le opere del Maestro, quando non ne hanno addirittura travisato il senso, ad un manuale di magia, di consigli pratici e di ricette salutari, che Giuliano Kremmerz per spirito di carità inseriva tra le righe. Tralasciamo le sterili polemiche, ed entriamo nell’argomento scelto per questo breve articolo: di certo possiamo innanzitutto dire che la figura di san Paolo è stata di ispirazione continua per Giuliano Kremmerz e che nelle sue opere se ne avverte la presenza fortemente. Grande doveva essere la determinazione del Maestro Kremmerz nel rievocare l’insegnamento cristiano originario, ma quanto ardua era la missione che aveva preso con se! Quale sacrificio essere un divulgatore della dottrina ermetica cristiana, per questo motivo egli fu costretto ad abbandonare la sua amata città natale e poi a fuggire lontano; perseguitato dai suoi nemici giurati, sobillati dall’avvocato Lebano, egli trovò riparo solo al di là dei confini del nostro bel paese, che malgrado tutto amò sempre tantissimo. Non dobbiamo dimenticare che il Maestro Kremmerz visse in un’epoca molto particolare, in cui si faceva strada, battendo ogni campo, “LA FALCE” dell’avversione alla spiritualità, tanto che in tutta Europa ormai si faceva fatica a vivere liberamente una religiosità pura, scevra da strumentalizzazioni politiche; il cattolicesimo stesso aveva seppellito. sotto molteplici stratificazioni di altri pensieri, l’idea primitiva intorno alla quale erano nate le prime comunità cristiane, fino ad assumere, a seguito di un processo di secolarizzazione che continua incessante anche ai giorni nostri, le vesti esteriori di una ideologia politica e sociale, basata sulla paura di tremende punizioni nell’ al di là. Con la scusa di rimanere al passo con i tempi, si è mascherato il tentativo di conservare, ad ogni costo, il potere materiale acquisito attraverso secoli bui per la spiritualità, tutto ciò almeno fino a quando non è giunto tra noi il Papa Santo, con cui è iniziata l’era del Perdono, dell’Amore e della Carità, che fino ad allora era stata oscurata. Quando si sveglieranno i popoli e prenderanno coscienza di tutto ciò? Nelle intenzioni del Maestro Kremmerz la Fratellanza di Myriam avrebbe dovuto ridestare una volontà solare in tutti i cristiani, divenuti anticlericali e scettici, quando non addirittura atei, riaccostandoli alla fede cattolica, attraverso la pratica caritatevole ermetica fatta di preghiera d’Amore per il prossimo. Tra rievocazioni storiche ed echi di culture lontane, Giuliano Kremmerz mette in luce la figura eroica di san Paolo, quale simbolo della Carità, ed è proprio nel riconoscere nella Carità l’idea principale della dottrina cristiana, che si salda il legame del Maestro Kremmerz con Paolo di Tarso e la sua missione apostolica. “Il mio comandamento è questo: Amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi” dice la Sapienza divina. Scrive Giuliano Kremmerz nella Breve relazione “ai Dodici supremi Vecchi Maestri del Collegio Operante”, nell’introduzione alla Pragmatica Fondamentale: “Questo ho compiuto, sicuro di interpretare il Vostro Volere che è la semplice idea di quell’Amore e quella Carità che non ho osato consacrare nel testo della regola fondamentale, spogliando l’esteriore di ogni abbreviatura settaria, mutando le logge in accademie (che altrove definisce istituzioni di carità), statuendo la festa solare (dell’Agape) come disperdimento di tenebre angosciose che s’addensano sulla grande coscienza dei popoli sottratti ai tempi prostituiti.” Si tramanda che Paolo si fosse convertito sulla via di Damasco, egli depose le armi folgorato dalla Luce del messaggio cristiano che Dio è Amore e la CARITÀ è lo Spirito di Dio in Terra; la sua missione apostolica divenne l’evangelizzazione dei popoli, divenuti ormai incapaci di intendere il significato della complessa mitologia e delle figure divine tramandate dai tempi antichi, come quella di Venere-Amore o di Bacco-Ebbrezza, per ignoranza svilite al culto dell’amore profano e dei piaceri del vino. Il Maestro Kremmerz venne considerato da molti dei suoi contemporanei egli stesso un visionario, rapito da un mondo ideale che già all’epoca era così distante dalla realtà da ritenersi utopico. In piena euforia positivistica era difatti un tabù cercare di conciliare scienza e religione, impossibile pensare di rievocare le antiche vestigia delle scienze sacerdotali, senza essere preso per pazzo o visto con sospetto. È passato più di un secolo e nulla è cambiato ai giorni in cui scriviamo, sebbene la mentalità contemporanea si sia radicalizzata, cristallizzandosi in figure disarmoniche prive di punti di riferimento stabili, il programma della Fratellanza di Myriam è rimasto identico, nella speranza che ogni battezzato divenuto scettico, agnostico o perfino ateo, torni ad avere fede, ad essere cattolico, dopo essere venuto a contatto con LA SCIENZA DELLA CARITÀ, OPERATA DALL’ERMETISMO CRISTIANO SPIRITUALE KREMMERZIANO: PERCHÉ LA PREGHIERA FA PARTE DEL MONDO SUPERIORE, CIOÈ QUELLO SPIRITUALE. Resta aperta per tutti noi per mezzo della nostra Schola, la via tracciata dal Maestro Giuliano Kremmerz con la Fratellanza Terapeutico magica di Myriam. PER CHI NON HA CAPITO E SI OSTINA A NON CAPIRE, LA NOSTRA FRATELLANZA CONSISTE NELLA SCIENZA DELLA CARITÀ, IL SUO GRADINO INIZIALE È SPERIMENTABILE DA OGNI UOMO E DONNA, PURCHÉ DOTATI DI VOLONTÀ E DI UN MINIMO DI SENSIBILITÀ, E DELLA CAPACITÀ DI AMARE IL PROSSIMO, ESSO È COSTITUITO DALLA COMPASSIONE. “Compassione” è parola latina, il cui omologo greco è sympátheia, la loro etimologia comune rimanda al significato di “soffrire insieme”, a chi si ama. La compassione come la sensibilità e la capacità di amare sono connaturati nell’individuo, tutti prima o poi ne facciamo esperienza: ogni madre avverte se il figlio piange per una ragione o solo per un capriccio, perché ne condivide in un certo modo la sensibilità, tutti noi avvertiamo la sofferenza altrui, e la scienza scoprirà forse un giorno che questa condivisione (o risonanza) non è solo un comportamento umano ma che è insito in ogni essere vivente e in tutto l’universo, perché anch’esso vive e proviene dall’AMORE che è CARITÀ. “Per esprimere idee – così scrive il Maestro Kremmerz nella Pragmatica Fondamentale - occorre un linguaggio ancora tra i terrestri ignorato. Ho dovuto bandire le parole abusate per non essere malinteso. Non ho potuto dire: questa (la Fratellanza di Myriam) è la scienza della Carità che nessuno intende; questa scienza è Amore. Chi mi avrebbe compreso se non l’adepto ermetico che già ne conosce la radice? “La Carità non avrà mai fine – dice San Paolo nella prima lettera ai Corinzi - le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è Perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.” Ai giorni nostri di certo non esistono più profeti, prolificano le ribellioni degli scismatici, all’interno delle famiglie i genitori non insegnano più ai figli con amore il loro credo, la supremazia delle “nuove tecnologie” ha cancellato ogni vestigia di conoscenza che non sia materiale, si vuole sostituire la stessa capacità di discernimento umano con il surrogato di una cosiddetta “intelligenza artificiale”, tutto ciò per privare i popoli dei tesori dell’Intelletto e dello Spirito, insieme all’unica risorsa che rende liberi ciascuno di noi, la Volontà di Amare l’ ESSERE UNICO e gli altri disinteressatamente. Giuliano Kremmerz aveva visto lontano, bene comprese che alla fine dei tempi, cadute in oblio le scienze sacerdotali, non sarebbe rimasta altra via per l’ascensione umana che la Carità, come aveva profetizzato San Paolo, Essa infatti non morirà mai, proprio perché insita nella stessa natura umana. La Carità è attributo divino insito nell’individuo, dall’Eternità, perché a mezzo di Essa egli perfezioni se stesso, oltrepassi i limiti impostigli dalla natura individuale e si reintegri, a mezzo dell’Amore, nell’Unità del Tutto. Quando il profumo della Carità pervade la nostra coscienza, i suoi doni ci ricolmano di pace, accendendo in noi la fiamma invisibile fatta di Luce vera che riscalda ed illumina di gioia il nostro cielo interiore. E ripetiamo ancora come si esprime nella introduzione alla Regola fondamentale il Maestro Kremmerz rivolgendosi come discepolo ai “dodici saggissimi e venerandi Maestri”: “Questo ho compiuto sicuro di interpretare il Vostro Volere che è la semplice idea di quell’Amore e quella Carità che non ho osato consacrare nel testo della Regola fondamentale, spogliando l’esteriore di ogni abbreviatura settaria, mutando le logge in accademie (istituzioni di carità), statuendo la festa solare (dell’Agape = della Carità) come disperdimento di tenebre angosciose che s’addensano sulla grande coscienza dei popoli sottratti ai tempi prostituiti.” Qualcuno si è mai domandato chi sono i “dodici saggissimi e venerandi Maestri” invocati da Giuliano Kremmerz nella Regola Fondamentale della Fratellanza di Myriam? “Il mio discepolo - continua Giuliano Kremmerz - impari che per spogliarsi di tutte le passioni degli uomini, per purgarsi di tutte le gravi e pesanti catene che precingono il corpo dell'angelo involuto, non bisogna che coltivare due virtù divine: L'AMORE AGLI UOMINI e il PERDONO: queste due virtù sono racchiuse nell'ideale della CARITA'. Nel fulgore delle passioni umane, quando l'amore degli uomini si traduce nella libidine e il perdono nella sommissione alle forze fatali e violente che ci opprimono senza darci il potere di ribellarci, la CARITÀ è l'araba fenice che pone le sue uova sul cunicolo di una montagna introvabile. L'uomo si foggia, come del Dio, una statuetta curiosa della carità, e la nutrisce di ambizione, di vanagloria, di ignoranza, di provvidenza umana e di filantropia.” La Carità che il Maestro Kremmerz addita nella Pragmatica Fondamentale non indossa la “maschera della filantropia”, perché non vuole divenire uno strumento di potere ad uso dei più fortunati ai danni dei più deboli, ma piuttosto Essa è la chiave che apre le porte della libertà del mondo interiore. La Carità è Misericordia, non si trova tra gli orgogliosi che tutto credono di sapere, ma si accompagna agli umili, poveri nello spirito, che sanno di non sapere, nascostamente li precede lungo tutto il sentiero pieno di insidie della ricerca spirituale, perché non perdano di vista il traguardo finale. “Amore e Perdono – scrive il Maestro Kremmerz - sommati nella Carità differiscono completamente dalla filantropia, pel carattere divino della prima e dello umano della seconda. La Carità è potente come un sacrificio dell'essere relativo per l 'ESSERE ASSOLUTO; la filantropia è la passione degli zoofili che cercano di proteggere le bestie, di alleviar loro i tormenti, ma non di farle sedere alla propria mensa, né di trascinare i carri pesanti in loro vece.” “L'Amore è la Carità più affascinante dell'istinto; la sua decadenza è la prostituzione di tutti i sentimenti nobili, cioè divini e divinificati nell'uomo.” Il Maestro Kremmerz insegna che lo spirito di Carità diventa luminoso quando impariamo a perdonare, rischiara con il suo Amore solare le imperfezioni e le manchevolezze umane, causa di sofferenza fisica e morale, liberandoci dalla necessità della legge di causa effetto. Egli scrive ancora: “L'Amore è il complemento più prezioso della sociabilità ed è la chiave di Iside purissima che schiude i fecondi tesori della Divinità nelle creature umane e decadute. I misteri di Venere non furono che celebrazioni del culto di questo Amore comprensivo che unisce i due poli della creazione nella creazione del mercurio vitale e intelligente.”
COME SI PUÒ PENSARE AD ALTRO!?
(nota 1) Le frasi sottolineate sono del Maestro Kremmerz (nota 2) Segue l’elenco delle citazioni di San Paolo nelle opere di Giuliano Kremmerz, per chi volesse rileggerle e meditarle. La prima raccolta in un’opera unica degli scritti di Giuliano Kremmerz venne pubblicata in tre volumi a Roma dalla Ceur nel 1950-51, fu ripubblicata poi a Milano nel 1987 da Fratelli Melita editori, rispettandone sia la scelta che l’ordine dei testi anche nella numerazione delle pagine. Per convenienza abbiamo indicato le pagine su queste pubblicazioni anche se dal nostro punto di vista costituirono una forzatura degli scritti di Giuliano Kremmerz; egli infatti prediligeva la forma dello scrivere più vicino possibile all’insegnamento orale, ovvero il dialogo, l’epistolario, la presentazione di libri classici e non, per lo più scrisse articoli sulle riviste del settore, alcune delle quali curava in prima persona. Per tali motivi le sopra citate edizioni, sebbene si presentassero come “Opera Omnia”, non si può ritenere potessero comprendere davvero tutto il materiale disponibile, anzi nell’assemblare frammenti così differenti tra loro e nel tentativo di dare continuità al testo, spesso finirono per tradire il significato dei singoli scritti e confondere il lettore.
Ediz. Ceur-Melita. Volume primo - Il Mondo secreto - Preparazione - pag.121 citazione di San Paolo. Volume primo - Il Mondo secreto – Preparazione - pag.135 si nomina San Paolo. Volume primo - Il Mondo secreto – Preparazione - pag.190 si invoca San Paolo.
Edizioni Rebis – Il Mondo secreto. lettera finale fasc. nov-dic 1899 mettiamo le cose a posto marzo 1898 fascicolo luglio 1898
Edizioni varie La porta ermetica cap.III
Il libro degli arcani maggiori - ricorre tre volte il termine “paolottismo” e “paolotto” ad indicare i diversi tentativi di “scimmiottare” San Paolo falsificandone l’idea della Carità cristiana. Il libro degli arcani maggiori - nominato San Paolo due volte nel Prologo del pazzo
Dialoghi sull’ermetismo capitolo 4°………… Dialoghi sull’ermetismo capitolo 9°…………
Angeli e demoni dell’Amore cap. I
Pragmatica fondamentale - dedica ai saggi e venerandi dodici – ricorre il termine “paolottismo”
Commentarium fascicolo I – nego, confirmo…. Commentarium ANNOTAZIONI - Il novizio incerto, dubbioso e insoddisfatto. Commentarium ANNOTAZIONI - Le incompatibilità.
La morte cap.5
PAOLO DI TARSO
INNO ALLA CARITA', ALL'AMORE GRATUITO (Lettera ai Corinzi I, 13)
1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. 2 E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. 3 E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. 4 La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, 5 non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6 non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 7 Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 9 Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 10 Ma quando verrà ciò che è Perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11 Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. 12 Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. 13 Ora dunque rimangono queste tre cose: la Fede, la Speranza e la Carità. Ma la più grande di tutte è la CARITÀ! CHE COSA E’ LA FRATELLANZA TERAPEUTICO MAGICA DI MYRIAM?
Ultimo aggiornamento Venerdì 28 Giugno 2024 12:29 | | Stampa | | E-mail
Presentazione del manoscritto di Giuliano Kremmerz a cura della Schola Philosophica di Teurgia Ermetica ”Salvatore Mergè”
Riproponiamo di seguito il manoscritto di Giuliano Kremmerz già noto con il titolo “Catechismo della Fratellanza di Myriam”. Lo scritto è davvero rilevante, in quanto risponde in maniera esaustiva e concisa a molte delle domande di carattere generale più comuni, specie tra coloro che vengono in contatto per la prima volta con la Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam. Tanti seguaci di Giuliano Kremmerz, tuttavia, anche in passato, hanno tralasciato di interpretare il contenuto di questo straordinario testo, o quanto meno non ne hanno voluto trarre tutte le conseguenze, forse perché contrarie alle loro aspettative. Nelle brevi ma luminose pagine che seguono, redatte in uno stile essenziale ed in un linguaggio semplice, il Maestro Giuliano Kremmerz chiarisce una volta per tutte, agli appassionati di Ermetismo, cosa è la Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam, che cosa dobbiamo intendere con il nome di Myriam ed in che consiste la Terapeutica Magica che la contraddistingue. Iniziamo dalla parola “Fratellanza”, questa, scrive Giuliano Kremmerz, non è da intendersi in senso profano o come diremmo noi oggi a più di un secolo di distanza, non si esaurisce nella connotazione sentimentale del termine, ma piuttosto il suo significato primario è da ricercarsi in senso spirituale. La nostra Fratellanza sottolinea il Maestro Kremmerz è “Fratellanza di Myriam”, Essa, se a qualcuno ancora non fosse chiaro, lo ribadiamo, è una Fratellanza spirituale; Myriam, Maria in ebraico, rappresenta per tutti noi, se siamo credenti e non atei, la disposizione dell’essere orante, in preghiera, e tale è l’immagine di Maria in tutte le raffigurazioni dell’annuncio dell’Angelo, che la ritraggono sempre nell’atto di pregare. “Myriam, Maria, Madre di tutti i cristiani, ogni fratello ascritto alla nostra Fratellanza Ti appartiene, perché Tu sola incarni la Preghiera d’Amore, con la A maiuscola, che al pari dell’amore materno, è dono di se, senza aspettativa di premi o di ricompense.” “Myriam, Maria, Madre e Misericordia di Dio, il Tuo frutto è il Salvatore del Mondo, il Christós (come dice il Maestro Kremmerz), il Verbo fatto carne, tutti noi ci poniamo sotto la protezione del tuo manto celeste, adornato delle gemme più preziose, e nella notte della vita Ti rivolgiamo le nostre preghiere come figli. Ascoltaci!” “Myriam, Sposa di Dio, Vergine potente, portatrice del mondo della Luce, da cui ogni cosa prende forma secondo la propria specie, accendi in noi il Fuoco del Tuo Amore senza confini, perché venendo in contatto con noi ciascuno possa accogliere i doni che Tu sola elargisci copiosamente, per mezzo Tuo troviamo la Pace.” La Fratellanza di Myriam si propone, per definizione e per statuto (vedi Pragmatica Fondamentale) il fine terapeutico, esclusivamente attraverso la preghiera; Essa è costituita dall’unione di uomini e donne, dotati di tanta buona volontà di amare il prossimo fino allo stremo delle forze, in nome di una causa sacrosanta, sollevare l’umanità dalle sofferenze fisiche e morali, che ne ostacolano il libero sviluppo verso la piena consapevolezza dell’essere una creatura unica, Figlia, Sposa e Madre dell’Essere Unico. Lo spirito umano si nutre dalla volontà di pregare, soltanto attraverso la Preghiera fatta con Amore, volontariamente, si entra in contatto con la dimensione spirituale. La via tracciata dal Maestro Kremmerz con la Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam è aperta a tutti coloro che desiderano sinceramente intraprenderne il cammino, consapevoli che Essa è una via essenzialmente spirituale, proprio perché fatta esclusivamente di tantissima Preghiera d’Amore, e di nient’altro. La nostra Schola ermetica potremmo dire è una “scuola di preghiera”, se non si ha la volontà di imparare a pregare con Amore, per il bene altrui, conquistando i doni di Luce e Saggezza per se stessi e per gli altri, meglio lasciar perdere e dedicarsi ad altro. Qualsiasi istruzione pratica che contraddica tutto ciò, a qualsiasi titolo, va bandita, insieme a chi avesse l’ardire di farsene portatore all’interno della Fratellanza. “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio,” così dice la Sapienza divina. La Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam secondo le intenzioni del suo primo maestro ed iniziatore Giuliano Kremmerz, ripetiamo ancora una volta, per chi si ostinasse a non accettarlo, è una Fratellanza spirituale; seguaci, scrittori ed editori kremmerziani hanno tutti dimostrato, almeno fino ad ora, di essere atei, non hanno avuto la Volontà di vedere al di là, soggiogati dalla corrente dei pensieri che domina il mondo contemporaneo, non hanno compreso che la nostra è una Fratellanza incentrata sulla volontà dei suoi ascritti di pregare quotidianamente con infinito Amore per gli ammalati ed i bisognosi, ponendoli sotto la protezione di Myriam, Maria, agevolando così anche il proprio ascenso individuale. Il termine “magica” utilizzato nella denominazione della Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam, nelle intenzioni del Maestro Kremmerz, denota le caratteristiche peculiari proprie della “medicina ermetica”, distinguendola, senza contrapposizione, da tutte le altre forme di medicina, compresa quella ufficiale e accademica. Rimandiamo i lettori al significato proprio del termine “magia”, quale insieme di conoscenze di ordine naturale e cosmologico, ricordando in proposito che i Re magi, venuti dall’Oriente ad adorare il Signore, erano sapienti ed astrologi. Le connotazioni negative che oggi sono legate al termine “magia” dimostrano soltanto l’avversione della mentalità moderna ad ammettere l’esistenza di leggi naturali che le scienze contemporanee, con i loro strumenti, non riescono a cogliere, né tanto meno a riprodurre con le tecniche di cui attualmente dispongono; tali suggestioni costituiscono il pregiudizio comune a tutto ciò che non si è disposti ad accogliere perché ancora non si conosce. Il manoscritto prosegue con una serie di avvertenze e precisazioni circa cosa non vuole essere e neppure diventare la Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam, ed una lista dettagliata delle realtà con cui Essa non deve essere confusa. “La Fratellanza cui io appartengo, - scrive il Maestro Kremmerz - non è una società massonica perché non mira a nessun fine profano sociale, né promette aiuti ai fratelli iscritti a detrimento dei diritti che ogni uomo, in nome dell'eguaglianza dei diritti e dei doveri, ha innanzi a Dio e alla società civile”. Le finalità della Fratellanza Terapeutico magica di Myriam, scrive Giuliano Kremmerz, sono esattamente il contrario rispetto agli scopi perseguiti dalla Massoneria moderna, per cui egli proibì l’ammissione al suo interno, ad ogni livello, a tutti gli iscritti alla Massoneria, con la sola eccezione per coloro che avessero presentato le proprie dimissioni scritte ed irrevocabili dalla loggia di appartenenza. La Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam non voleva costituire e non doveva divenire, secondo Giuliano Kremmerz, una delle tante propaggini della Massoneria; le sue Accademie non si sarebbero dovute comportare come delle “Logge”, acclamanti con favore solo gli amici degli amici, ma piuttosto nelle intenzioni di Giuliano Kremmerz dovevano rappresentare associazioni libere di uomini e donne uniti dalla volontà attivissima nel Bene, predisposti ad ascoltare le ragioni di chi si fosse rivolto loro per ricevere Parole di conforto e per lenire le sofferenze. La Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam, secondo Giuliano Kremmerz, non doveva presentarsi quale una nuova terapia, alla stregua dell’omeopatia, della psicodinamica e di tante altre discipline che si stavano affacciando allora sul panorama scientifico-terapeutico di fine Ottocento; neppure fu costituita per sostituirsi alla medicina ufficiale e accademica nella somministrazione dei medicinali, piuttosto, nell’intenzione del Maestro, e così che va inteso anche oggi il termine “Terapeutico magica”, Essa deve affiancare le cure debitamente prescritte dal medico specialista, aggiungendovi quel “quid” di cui spesso lo scienziato accademico è carente o si dimentica che l’ammalato ne necessita, ovvero la forza vitale, valore umano attivato nel paziente dal sentirsi amato disinteressatamente, senza il quale valore, difficilmente inizia la guarigione. “Amor vincit omnia” diceva il poeta latino Virgilio. La Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam non vuole essere né diventare una nuova religione, Essa non si presenta portatrice di nuovi dogmi, differenti rispetto al Credo della religione di appartenenza dei suoi aderenti, Credo cui non intende in nessun modo prendere il posto, semmai Essa offre a tutti i suoi aderenti, secondo la prospettiva del suo fondatore, per mezzo della via “Terapeutico Magica di Myriam” che la caratterizza, la possibilità di interpretarne i simboli nella esperienza sincera della vita vissuta, fatta di tantissima preghiera, di altruismo e di sincero Amore e non solo per chi ci è accanto. Oltre all’esclusione dalla Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam degli iscritti alla Massoneria a qualsiasi titolo e dei “catecumeni” di nuove pseudo religioni, il Maestro Kremmerz, per gli stessi motivi, dichiarò inconciliabile l’iscrizione alla Fratellanza con l’appartenenza a gruppi che, parteggiando per interessi particolari di questa o quella parte della variegata compagine umana, potremmo definire faziosi, come partiti politici ed associazioni lobbistiche di ogni genere, agli affiliati di gruppi segreti e sette di qualsiasi natura ed ai collezionisti di titoli “iniziatici”, così come a tutti quei faciloni, sperimentalisti empirici, che per curiosità e vanagloria tutto vogliono provare solo per poterlo raccontare. __________________
CHE COSA È LA FRATELLANZA TERAPEUTICO MAGICA DI MYRIAM? Il manoscritto di Giuliano Kremmerz
D. Tu ti sei professato Fratello Terapeutico magico di Myriam. Sarei contento se tu potessi darmi delle notizie su questa Fratellanza. R. Son pronto a darne a chiunque le più diffuse spiegazioni. D. Che cosa è dunque questa Fratellanza Terapeutico-Magica di Myriam? è una società massonica? è una confraternita religiosa? è una associazione di sperimentalisti? è una setta civile o scientifica? R. Rispondo chiaramente: La Fratellanza cui io appartengo, non è una società massonica perché non mira a nessun fine profano sociale, né promette aiuti ai fratelli iscritti a detrimento dei diritti che ogni uomo, in nome dell'eguaglianza dei diritti e dei doveri, ha innanzi a Dio e alla società civile; non è una confraternita religiosa, perché non ha dommi cui obbedire per fede; non è un'associazione di sperimentalisti increduli perché tutti coloro che vi partecipano hanno completa coscienza di ogni loro atto e delle relative conseguenze; non è una setta perché non ha niente da nascondere che possa offendere anche la minima parte della società civile. La Fratellanza di Myriam è un'associazione di volontà umane votate al bene dell'umanità, un'associazione scientificamente costituita, affinché l'uomo che ne faccia parte compia la sua missione di venire in aiuto del proprio simile con tutte le sue energie psichiche, messe in movimento dalla propria volontà, purificata da ogni egoismo, e animata da tutta la coscienza di produrre il bene altrui senza ambizione di merito premiabile e senza speranza di alcun compenso. D. Dunque questa vostra Fratellanza è basata sull'utopia filosofica di trovare dei fratelli perfetti, cosa che la scienza sociale e politica ha dimostrato impossibile, poiché l'uomo che non sia egoista e che produca il bene altrui senza neanche la speranza di una pubblica onorificenza è un paradosso. R. La nostra Fratellanza non cerca per fratelli dei perfetti, diversamente sarebbe una vera associazione di santi e di eroi, ma cerca ed ascrive a sé tutti gli uomini di buona volontà, che, quantunque non perfetti, possano essere considerati come perfettibili. Tutte le religioni, tutte le fedi politiche, tutte le storie dei popoli di ogni razza annoverano a migliaia i nomi di questi perfettibili, ora considerati come santi, ora come martiri, ora come esempi di virtù e di carità. Ciò dimostra che l'uomo, come si riscontra ordinariamente, può essere migliorato fino ad un ascenso straordinario, in alcuni campioni tipici, veri luminari delle plebi morali e intellettuali, e che sono i re della virtù in mezzo alle turpitudini delle passioni egoistiche, patrimonio esclusivo dei volghi senza luce intellettuale. Colui il quale si ascrive alla Fratellanza deve già aver compreso che il Mondo Universo non è estraneo all'uomo e che l'uomo è un tutto completo con la società umana di cui egli è una cellula infinitesima. Quindi egli non considera gli uomini come esseri singoli estranei a lui per una individualità che li separa in eterno, ma come sangue del suo sangue, carne della sua carne, pensiero del suo pensiero. Questa teoria dell'Unità parrà a prima vista una utopia come quella dell'uomo perfetto, ma non lo è, perché nel fondo dell'uomo più volgare esistono quotidiane ed ininterrotte prove che egli non è estraneo a coloro che lo circondano, come non è estraneo neanche alle cose considerate per inanimate che colpiscono i suoi sensi. Gli uomini meno proclivi ad occuparsi del loro prossimo si commuovono del pianto di un bambino martoriato, del lamento di un sofferente, delle grida di disperazione di una vedova, delle lacrime di un'orfana. Che significa tutto ciò se non un senso misterioso di verità, che è nel fondo di ogni essere pensante, il quale avvisa che il pianto, il lamento, le grida, le lacrime lo riguardano più da vicino di quanto apparentemente creda? La civiltà e il progresso dei popoli moderni sono fondati sulla maturità di questi sentimenti. Per le quali ragioni tutti coloro che si sentono uniti alle gioie e ai dolori dei propri simili, sono esseri perfettibili fino all'assoluta santità, e diventano soldati anonimi di una grande società di perfettibili che lavorano per il bene dei meno progrediti. D. Da ciò comprendo che la tua Fratellanza è una società di filantropi puri e semplici; come ne esistono tante altre di forme differenti in tutto il mondo. R. Se ti piace di chiamarci filantropi, chiamaci come meglio ti aggrada, ma è necessario non fraintendere e non confonderci con le società profane. La nostra è Fratellanza Terapeutico Magica di Myriam, o, più seccamente, Fratellanza di Myriam. D. Che cosa è questo nome di Myriam? Ebraizzate il nome della Maria dei cristiani cattolici, o esumate dalle ombre dei secoli la sorella di Aronne e di Mosè? o è un nome ideale che ponete come insegna di una idealità irrealizzabile? R. Myriam è lo stato di purità verginale che fa nascere il Christós miracoloso nell'uomo, cioè il Verbo divino fatto carne oppure è lo stato operante per amore fraterno (come nel simbolismo ebreo) che da possanza alla verga del potente Mosè, il salvato dalle acque, cioè il principio divino mentale che regge in noi e da legge a tutto il mondo dell'anima umana in ogni singola manifestazione interiore o esteriore. Comunque preso, Myriam è la mistica rosa dei Rosa + Croce, l'eterna manifestazione dell’Amore che ci attira al centro unitario nel Dio, Centro universale e Legge immutabile; — è l'antera della rosa di cui tutta la umanità è un'infinita distesa di petali olezzanti, disposti in simmetria come corone invaginate l'una nell'altra intorno al trofeo dell'armonia che tutte le cose universe collega e dispone;— è una Dea, cioè la parte muliebre del classico tipo ideale del Dio Androgino, creatore e fattore di tutte le forme e tutte le specie, in un atto di amore generativo, fecondo, immenso, continuo, irresistibile, onnipotente. Perché il volgare infonda questo nome, senza aver sudato sui vecchi scartafacci della cabala ebrea, filosofia caduta in disgrazia dei moderni filosofi perché è osso duro alle bocche meglio indurite ai vetusti parlari delle scuole sapienti antiche, s'immagini Myriam o come il tipo della più benefica divinità, pulcrissima Diana, incantevole Iside miracolosa, o come il simbolo di uno stato speciale di purificazione dello spirito umano che è sorgente di tutti i più maravigliosi portenti. Questo è ciò che bisogna intendere per Myriam. D. Benissimo! È la parte mistica dell'associazione. R. Mistica no, ma scientifica. D. Il tuo linguaggio è improprio. Qui la scienza che è rappresentata, per tutti gli uomini istruiti, come una serie di precetti provati e controllati con metodi costanti e precisi, non ha niente a che vederci. R. E la nostra è una scienza per questo, perché tutti i precetti dei nostri Maestri, sono controllabili con metodi costanti e precisi da tutti gli uomini di buona volontà e di retto intendimento che vogliono e persistono nel volerne la prova. Questa che non è una scienza delle forze palesi della fisica e della meccanica comune, è scienza delle forze occulte della psiche o anima umana, e si chiama scienza occulta non perché sia settaria e tenebrosa, ma per la specie delle proprietà non palesi, non ancora delucidate, dell'anima umana. D. E' condizione indispensabile di credere per fede a questa anima umana tanto discussa dalla scienza moderna e quindi la vostra pretesa scienza occulta cessa di essere tale, perché non è fondata su di un assioma, ma su di un atto di fede, sul vecchio preconcetto di un'anima che sia parte distinta del corpo umano. R. L'anima per te è un preconcetto dommatico, quasi che per te sia prepotente il dubbio che il ragionamento inquisitorio che mi vieni snocciolando possa essere un insieme ben misto della digestione che in questo momento il tuo stomaco elabora! — Ma diciamo le cose più alla moderna: mentre il sangue circola nelle tue arterie e vene, e mentre gli acidi dello stomaco attaccano inesorabilmente la sanguinante bistecca ingoiata, tu non pensi, non ragioni, non discuti, non idei, non senti in te simpatie o avversioni? Questo essere che in te pensa, immagina, ragiona e discute, è il tuo pensiero, cioè il tuo io pensante, cioè l'anima tua. Se chiamiamo dubbia e preconcetta l'anima, debbo negare che tu pensi e ragioni. Hai il coraggio di sottoscrivere la sentenza di morte della tua ragione? Se si, l'anima è un preconcetto stupido. Non pertanto per noi, coi nostri metodi, con la nostra investigazione, noi scientificamente dimostriamo di essere composti di una forma corporea e di un pensiero o anima pensante separabili, e chiunque segua i nostri metodi con pertinacia e con prudenza arriva alla dimostrazione della verità. Se il tuo maestro ti ha detto che l'aria è un composto di ossigeno e di idrogeno; io posso sorridere a questa affermazione e crederla un domma di fede per te; — ma tu per convincermi non puoi rispondermi che così: Prova, esperimenta col metodo della nostra chimica e saprai se il domma è una verità. Le stesse parole io rispondo a te quando mi domandi dell'anima umana. D. Solamente se per anima intendete il pensiero amano, non troverete nessun uomo che rinneghi il proprio pensiero. Ciò che non comprendo è in qual modo questo pensiero umano possa diventare o essere per sé una forza. R. Tutti i filosofi, specialmente coloro che si occupano di politica e di arte, hanno dimostrato quanto sia onnipotente il pensiero umano nella storia di tutti i tempi. Ma non basta. Se tu pensi e non manifesti il tuo pensiero in nessun modo, né con la parola, né con lo scritto, né col suono, né coi colori, chi di te è più purificato e quindi più sensibile, percepisce il tuo movimento mentale, ti legge o ti intuisce nel pensiero. Se questo è vero, come ogni giorno è dimostrato nella vita comune, significa che il tuo pensiero è percepito come un movimento attivo o una vibrazione; ma la scienza sperimentale dimostra a tutti i suoi discepoli che ogni movimento è forza, quindi il tuo pensiero è una forza. Quali siano poi le leggi che regolano le manifestazioni del pensiero come estrinsecazioni di attività e di forza, è pertinenza della Scienza occulta. D. Noi non possiamo negarvi quanto tu dici, ma con ciò non provate che il pensiero o anima o psiche sia cosa che continui senza il corpo fisico. Il vapore è una forza sempre che la caldaia bolle; se spegnesi il fuoco, la forza cessa di essere prodotta. Finché l'uomo mangia e beve secondo il suo bisogno, il pensiero potrebbe anche essere una forza ponderabile, ma se cessa di alimentarsi, muore, così pensiero o anima che sia riducesi tutto a men che polvere. R. Nello stesso modo potresti dimostrarmi che il vapore acqueo ritornando allo stato liquido, perde la proprietà di ridiventare vapore una seconda e terza volta? Se il vapore ritorna acqua, e l'acqua di nuovo vapore, il tuo pensiero che è una forza ritorna allo stato di idea, di pensiero e di forza. Perciò io ti ho premesso che noi siamo Unitari, pensiero e materia è Uno, perché Una è la Legge che il volgo chiama Dio e che gli occultisti chiamano il Supremo Androgino. Se la materia è eterna, eterno è il pensiero, se l'una segue una legge immutabile di ricostituzione e di disfacimento, l'altro non cessa di vivere come immagine morta o pensiero vivo; e se la prima è materia decomposta che si ricompone in una forma, il secondo è il germe di tutte le forme che dà vita alla ricomposizione degli organismi o forme determinate. Per noi quindi il pensiero che è forza o anima è sopravvivente alle forme corporee. D. Eccoci in pieno spiritismo. Dunque la vostra Fratellanza si occupa di spiritismo? R. Della parola spiritismo si è fatto un grande abuso. Ordinariamente lo spiritismo è inteso come un cumulo di pratiche per entrare in rapporto con lo spirito o anima dei defunti poiché comunemente si crede che l'uomo morto conservi persistentemente l'individualità pensante dopo la morte del corpo fisico, cosa che la scienza dei nostri Maestri dice che non è sempre vera. Più tardi alcuni uomini preclari per il loro studio hanno voluto investigare con metodi scientifici lo spiritismo che essi hanno chiamato sperimentale e si sono imbattuti nell'inizio di alcune scoperte nuove ed inaudite di proprietà occulte dell'organismo umano di medii speciali. Altri posteriormente hanno riunito lo sperimentalismo di questi ultimi con i dommi dei primi e s'è venuto manifestando lo spiritismo moderno. Ma la nostra non è una Fratellanza Spiritica, ma Fratellanza Magica. La Magia è la scienza dell'anima umana, nei vivi e nei morti. E' la conoscenza scientifica di tutte le leggi sussidiarie della Legge Unica, tanto nel mondo delle forze conosciute o note, quanto nel campo delle forze ignorate od occulte. La Magia è la scienza assoluta delle cose nella loro essenza fondamentale, quindi il suo campo di realizzazione è immenso. Particolarmente, nel caso della nostra Fratellanza, la sua realizzazione è terapeutico-magica: è la terapeutica per mezzo delle forze occulte di cui disponiamo tanto nel visibile quanto nell'invisibile. D. Spiegami che cosa volete dire per terapeutica magica. R. Ed è necessario, diversamente è evidente il pericolo di essere malinteso. La parola greca therapeuo ha due significati affini, io servo ed io curo. Da ciò il senso diverso come questa parola venne usata. Si chiamarono terapeuti gli esseni ebrei che menavano vita austera di contemplazione e più tardi i Cristiani che vivevano nelle solitudini dell'Egitto che rinunziando ai beni terrestri non aspettavano che la vita celeste, propiziandosela con preghiere e digiuni. Più tardi la terapeutica divenne la parte della medicina che si occupa dei mezzi di guarire le infermità o addolcire i dolori. Noi adoperiamo la parola nell'un senso e nell'altro poiché il Fratello terapeuta di Myriam è uomo che si accinge volontariamente alla conquista delle sue virtù super-umane o divine, per mezzo di una vita rettissima e pura; e contemporaneamente pone la conquista delle sue forze al servizio dei dolori che affliggono il suo prossimo meno progredito spiritualmente. Da questo punto di vista, il Fratello terapeuta si serve della scienza delle cause delle cose, che noi abbiamo detto chiamarsi Magia, da cui il nome della Fratellanza di Terapeutico-magica. D. Allo sguardo del profano allora può considerarsi codesta associazione come avente il fine di mettere in pratica un nuovo sistema di Medicina; come esiste la allopatia e la omeopatia, il sistema di Kune e di Kneipp, la sieroterapia, la elettromiopatia e tanti altri caduti in disuso, mirate a mettere di moda un sistema novello. R. Niente di tutto questo. La novità è radicale e comprende tutti i sistemi di cura passati e futuri senza eccezione, e dopo quanto ti ho esplicato innanzi, è facile intendermi. L'uomo volgare considera tutti i disordini fisici, le infermità dell'organismo umano, come produzione di cause fisiche esteriori o originarie dell'organismo stesso, e quindi cerca da secoli incessantemente affaticandosi il rimedio fisico che ristabilisce in un corpo ammalato la sanità temporaneamente perduta. La storia della medicina è là per dimostrare che i lunghi secoli di ricerca sono stati in gran parte infruttiferi, e che gli stessi medici più studiosi, quando la natura stessa dell'organismo ammalato non li rendono fortunati, si sentono in dovere di confessare che la terapeutica medicamentale è cosa tanto imperfetta da farli rinnegare la scienza che professano. Ciò procede da un errore fondamentale nell'indirizzo degli studi sul corpo umano. Infatti l'uomo si studia nelle università moderne solamente sotto le sue apparenze fisiche. L'anatomia del corpo umano prima e poi l'esame chimico dei suoi succhi e poi l'osservazione microscopica di ogni sua cellula ha fatto progressi rapidissimi; di pari passo sono progrediti gli studi sulle funzionalità degli organi singoli, le osservazioni sul percorso e la sintomatologia delle infermità che affettano l'organismo umano, ma il buio più misterioso si condensa sulla domanda: che cosa è la vita? Quale è la genesi della meccanica visibile delle funzioni corporee? Quale la causa di ogni infermità che si riscontra nel fisico dell'uomo? Se la scienza investigasse il problema enunciato e ne scoprisse il segreto, l'enigma terapeutico sarebbe risoluto. Il peccato scientifico è di considerare il corpo fisico dell'uomo esclusivamente come un apparecchio meccanico nell'officina di un produttore di macchine. Viceversa l'uomo è uno strumento di funzionalità complesse, le une meccaniche, ed altre intelligenti, e a completare l'anatomia dell'uomo non è sufficiente l'esame del suo corpo e degli organi corrispondenti a tutte le sue funzioni, ma l'anatomia di una seconda parte più alta che è il centro produttore di vita organica, la mente, la intelligenza, lo spirito pensante insomma che è il solo produttore delle forme umanizzate, che è la causa di tutte le alterazioni apparenti del corpo visibile. Poiché il mistero umano, patrimonio di tutte le sapienti investigazioni dei sacerdoti del vero, ci è stato tramandato sotto la forma trinitaria. Così il mondo Universo, così l'uomo vivo e pensante. L'uomo, dice la tradizione, è un angelo decaduto. I mistici intendono, a loro modo il simbolismo, ma la spiegazione più propria è questa che l’angelo è la mentalità libera che decade imprigionandosi in un corpo fisico, e creando nel suo cammino un'anima, cioè un legame di unione tra sé, pensiero o mentalità, e il suo corpo o involucro materiale. Il triangolo che la chiesa cattolica ha comune con la Massoneria simbolica, è la rivelazione dell'arcano umano il quale a sua volta è l'arcano del mondo. Ora l'anatomia degli altri due fattori dell'uomo non si fa sul marmo nudo e freddo di un teatro anatomico, ma coi mezzi e le proprietà investigatrici di cui il nostro spirito e la nostra mente sono forniti. D. Dimmi allora chiaramente, tutti voi cercate di provocare il miracolo come nei tempi di tutte le religioni? R. La scienza positiva non riconosce il miracolo, il quale non esiste che pel solo volgo ignorante, perché il miracolo è inteso come violazione della legge unica che regge tutti i fenomeni della vita universale. Ma in questo senso il miracolo è un assurdo anche per noi perché la legge unica è immutabile ed inviolabile. Nonpertanto ogni giorno avvengono e si controllano dei veri miracoli nella guarigione delle infermità fisiche, dunque bisogna conchiudere non che la Legge Unica inviolabile sia violata, ma che la Legge Unica non è nota in tutte le sue parti. Negli ultimi anni due fattori potenti sono entrati nella terapeutica comune che accennano al nuovo indirizzo che la Medicina volgare può attingere in poco tempo, il magnetismo e l'ipnotismo. Basta aver notizie di queste due pratiche per convincersi che la medicina tende alla conquista anatomica dell'anima umana, poiché l'uno e l'altro toccano i primi e più bassi strati dell'anima umana, cioè i primi gradi di quest'anatomia occulta dell'anima e della mentalità che ora sembrano utopie filosofiche. Ora noi ci occupiamo appunto di questa terapeutica complessa, che studia nell'ammalato prima del corpo fisico le proprietà della sua anima pensante, e poi magicamente, cioè con perfetta cognizione delle cause, noi curiamo o mitighiamo i suoi dolori. D. Ed in qual modo curate? servendovi di medicamenti o delle sole forze del vostro spirito pensante? R. Ho detto già che la nostra terapeutica abbraccia tutte le scuole terapiche note ed ignorate, quindi il terapeuta ha a sua disposizione tutto ciò che la natura o l'arte gli fornisce, ma soprattutto un farmaco onnipotente, l'Ermes, da cui prende nome la Medicina Ermetica. D. Un nuovo specifico? o una ricetta segreta? R. Una ricetta secretissima che non troverai mai scritta in nessun libro, perché ogni uomo che legge nella natura delle cose, perfezionandosi, spogliandosi di ciò che in lui rappresenta la preoccupazione dell'organismo, intuisce e penetra una luce misteriosa, bellissima, che gli ridona l’integrità dello spirito e dell’intelligenza del sottile e dell'inafferrabile, facendolo rivivere nel regno che ha perduto ridiventando angelo dominante la necessità costrittiva delle cose. Nessuna penna, nessun maestro può darti ciò che da te stesso devi riacquistare ascendendo la mistica scala di oro che unisce l'uomo ai cieli della intelligenza e delle cause. L'eresia manichea, tanto perseguitata dalla chiesa cattolica, aveva il suo fondamento nel conflitto delle due forze contrarie parteggiantisi il mondo, il Bene e il Male, quindi l'ipotesi di due Dii sommi in conflitto perpetuo, creatori l'uno del Bene e l'altro del Male. Ma innanzi alla scienza dell'anima umana, che si connette alla verità assoluta della Magia, Bene e Male sono i due poli dell'identica creazione positivamente intesa. L'uomo era intelligenza libera; la sua involuzione nella materia, creandosi un corpo di cui rimane prigione, gli imprimono il marchio della decadenza. Era Angelo alato, dice la leggenda orientale, e si tarpò le ali; era veggente e si accecò. Il male è la costrizione del suo involucro, è la necessità dalla vita animale e vegetativa insieme del suo corpo fisico. Perciò tutte le simboliche dipinture religiose chiamano cieco, insaziabile, vorace quel Satana che simbolizza la necessità della vita dei sensi e che è il sovrano delle tenebre, poiché ove la necessità, che è il male, impera non vi è luce. A misura che l'uomo redime se stesso, cioè affranca dalla schiavitù del corpo il suo spirito mentale prigione, l'Angelo antico, l’Ermes, il Mercurio alato messaggero degli Dei, lo Spirito Santo a forma di Colomba, riappare, ed egli monta e ridiscende dai cieli occulti nella realtà della vita palese, e parla la parola della verità. Questo è l'Ermes, questa è la luce che ritrae le immagini delle verità occulte, questo è il Trismegisto che ebbe sapienza infinita, questo è il Nebo che insegnò agli uomini la scrittura e la parola. Ora la Medicina Ermetica è la pratica di questa terapia di luce che muta il sistema empirico dell'osservazione positiva dei fenomeni nello studio delle cause che generano i fenomeni stessi. Nell'assoluto tutte le cose hanno la virtù della loro natura specifica. Tutte le erbe hanno virtù e proprietà di vegetali, tutti i minerali virtù e proprietà di minerali, e ciascun erba, e ciascun minerale, la individua virtù specifica. Il medicamento che si somministra all'infermo è dato dal medico con l'intenzione di un controveleno chimico all'azione dei fermenti velenosi che il microscopio o la chimica iatrea scopre nell'organismo infermo. Ma al di là di tutte le proprietà e virtù relative alle specie diverse dei corpi che la Natura ci appresta, v'è una parola che diventa sostanza, è la parola dello Spirito o Intelligenza umana libera, che muta tutte le virtù delle cose nell'unica virtù di produrre il fenomeno voluto — è la legge della parola del Cristo che tutti i giorni il prete celebrante pronunzia ai fedeli: Verbum caro factum est; cioè la parola si è trasmutata in fatto. Allora non esiste più la sola virtù chimica del medicamento nella cura dell'infermo, ma la Virtù trasmutatoria che lo spirito divino residente nell'uomo, nella sua perfezione, appiccica a tutte le cose. I santi non guarirono i loro infermi con delle ricette debitamente approvate dal Consiglio Sanitario del Regno, né nei tipici miracoli della leggenda evangelica il Cristo fa un esame clinico dell'infermo e analizza il suo espettorato al microscopio, ma prega e guarisce. Prega perché l'Ermes divino arrivi, e dia virtù trasmutatoria alla sua parola ed egli, l'uomo perfetto, dice: guarisci e la carne guarisce. Egli ha parlato all'anima della carne inferma, e le ha dato la forza virtuosa di risanare. I taumaturghi, i profeti, i rosacroce, non trasportavano seco un milione di barattoli delle farmacie; l'olio, l'acqua, l'aceto, il sale, il miele, roba da cuoco più che da farmacista, nelle loro mani acquistavano la virtù di purganti, di dissolventi, di purificanti, di sudoriferi, e di controveleni. Chi arriva alla conquista, per ascenso individuale, dell’Ermes è un Medico Ermetico. La Fratellanza terapeutico-magica di Myriam, non promette ai suoi ascritti che vogliono praticare il Bene, che la realizzazione più splendida della Magia, la più umana, la più facile opera della Grande Opera magica, di conquistare il potere di attirare a se l'Ermes divino e in nome della Scienza e della Luce, mitigare il dolore dei sofferenti. D. Impresa eroica! e vi pare che al secolo ventesimo possiate riuscire? R. Il ventesimo come il centesimo secolo è una maniera convenzionale per contare dei periodi degli errori umani. Ma l'uomo è lo stesso, sempre la stessa pianta che può fruttificare il bene o il male, secondo la coltivazione che gli si appropria. Il nostro simbolo è la croce essenica:
+ che comprende quattro parole capaci di tutte le novità più inaudite:
Purità Sacrificio Amore Scienza Senza la Purità non è possibile il sacrificio per il tuo simile, e senza di questo è impossibile l'Amore. L'Amore è purità e sacrificio insieme, che penetra la porta occulta dei Cieli invisibili e ne conquista la Scienza. Ho premesso che non siamo dei mistici, quindi tutto in noi è positivamente studiato; ora la fede non esiste per noi che dopo la conquista scientifica del mondo delle cause. Al ventesimo secolo noi diciamo all'uomo: non credere per fede, ma aspettati tutto dalla scienza dello Spirito umano.
II.
IL TETRAGRAMMATON
Le quattro forme intelligenti elementari D. Ora che mi hai spiegate le oscure parole di Fratellanza di Myriam, di Medicina ermetica, di terapeutica magica, dimmi più particolarmente che cosa tu chiami Dio, o meglio in che modo concepisci la potenza creatrice centrale che la Chiesa chiama Dio e la Massoneria appella il Grande Architetto dell'Universo. R. Da quanto ho detto nel precedente dialogo già avrai compreso che il nostro non è un Dio personificato che noi mettiamo al posto supremo di tutti gli esseri intelligenti esistenti. Per noi, come pei Buddisti, come per i cabalisti, gli ebrei e gli esseni, non esiste che l'Universo con una Legge inesorabile, con un Ordine, a cui nessuna cosa può sottrarsi. Se questa Legge intelligente e inesorabile tu vuoi impersonarla in una figura di uomo, io ti pregherò di non crearti per Dio Supremo un Idolo. L'universo è troppo immenso per essere abbracciato in una parola o in una figura umana. Quando gli antichi patriarchi della favola biblica parlavano della inesorabile giustizia del Geova, che rasentava la crudeltà e mai il capriccio, volevano appunto riferirsi a questa Legge Universale, rettrice e creatrice di tutto ciò che è, la cui anima è l'Essere, cioè l'Ente, cioè sostanza prima ed immutabile, e forma seconda e variabile. Questa Legge immutabile, che è anche intesa sotto la apparenza di prima sostanza intelligente universale, che scaturisce da tutte le forme delle cose visibili ed invisibili, è la più chiara concezione scientifica del Dio, la cui etimologia il Vico fece venire dal Zeus greco, che è lo scrosciare della saetta del mitico Giove. Iddio è quindi la forza intelligente infinita ed indefinibile che anima, commuove e trasmuta tutte le forme nell'Universo visibile ed invisibile. Il nome vetusto di Eà, da cui posteriormente l'Ieve ebreo, voleva dire principio e fine, e gli antichi sacerdoti delle classiche religioni iniziatiche non si servirono mai di forme definite per rappresentare il primo principio o la prima sostanza intelligente; invece abbondarono sempre nelle forme plastiche, quando vollero definire i momenti diversi dell'atto creativo — o meglio della Incarnazione del Dio Universale, come si esprimono gli orientali. Nella scienza positivamente intesa, tutti rifuggono, credendo di poter essere ingannati, dalla credenza di un Dio, e se ne evita perfino la parola. Parrebbe cosa stranissima che un uomo, il quale ha coltivato le scienze positive esperimentali, si inchini a un Dio che tutti i volgari ignoranti adorano, e la massima concessione che uno zoologo, un fisiologo, un botanico può farci è di ammettere la Natura come unica e sola divinità da poter essere discussa e studiata. Or bene tutti i simboli e i geroglifici degli antichi sapienti non ci dicono che questo: Éa ha due facce: una visibile che rappresenta la sua manifestazione nel mondo dei sensi fisici, cioè la Natura dei moderni filosofi materialisti; e l'altra invisibile che rappresenta lo spirito della Natura, cioè l'Intelligenza che è la legge di ogni manifestazione della natura. L'uomo guarda intorno a sé tutto ciò che colpisce i suoi sensi, e dice: l'albero fiorisce, l'acqua è trasparente, il minerale è duro e grave, il sole splende etc. Tutto ciò è la Natura: ma se l'albero fiorisce, se l'acqua è trasparente, se il minerale è duro e il sole splende, deve esistere invisibile ai miei occhi una Forza, una Intelligenza, un'Anima immensa che fa fiorire l'albero, trasparire l'acqua, indurire il minerale e splendere il sole. Ora il Sacerdote iniziato, che rappresenta tutto l'universo in una sintesi divina, dice così: - l'intelligenza che regola tutte le manifestazioni che colpiscono i nostri sensi è il Dio Invisibile dell'Universo, le cui manifestazioni stesse non sono che prove positive della sua esistenza; questa intelligenza universale (Dio Invisibile) per la costanza ragionevole delle sue manifestazioni è La Legge Regolatrice della Natura universale. La Massoneria ha chiamato il Dio Invisibile Supremo Artefice o Grande Architetto dell'Universo, che è l'identica concezione, seguendo un simbolismo di costruttori di tempi. Infatti tu se ti imbatti in un'opera grandiosamente artistica, come la Chiesa di S. Pietro a Roma, ammirerai le mura, l'originalità delle costruzioni, le statue, gli ornamenti, e non potrai negare che quella Chiesa è cosa vera. Ma esaminando tutte le parti dell'opera, o compendiandola tutta in sguardo sintetico, tu sarai costretto a confessare che un Architetto l'ha costruita. Ora ciò che è l'architetto di fronte all'opera realizzata, è Dio rispetto alla Natura visibile. Il primo è una mente umana che crea opera o forma umana, il secondo è una mente universale che compie ogni giorno opera universale. Un artefice è il primo, un immenso artefice il secondo. Il nome che determina la vera potestà di Dio, non esiste nel linguaggio umano, perché dei milioni di nomi dati a questa Intelligenza Prima, nessuno è universale, e tutti corrispondono a concezioni particolari, cioè ciascun uomo concepisce il Dio Universale secondo lo sviluppo suo intellettuale. Il selvaggio, che rappresenta la minima intellettuale umana lo idealizza in una statuetta di creta e l'uomo civile, cioè la massima intellettuale umana, lo intuisce come un Primo Principio astratto. Nella stessa Bibbia è chiamato ora Onnipotente, ora Creatore, ora Immensità, Saggezza, Verità Luce, Provvidenza, Santità, Giustizia, Dio, Misericordia. Tutti questi appellativi non sono che differenti qualità dell'Unica Potestà Anonima.
TRATTO DALLA CORRISPONDENZA DELLA NOSTRA SCHOLA
Ultimo aggiornamento Venerdì 17 Maggio 2024 12:09 | | Stampa | | E-mail
Lettera firmata, indirizzata al Maestro della Schola, ricevuta per email.
Buongiorno, sono arrivato sul sito della Schola Ermetica navigando in Internet, è stata per me davvero una bella sorpresa scoprire l’articolo “La coscienza che diviene Amore di Dio”, l’ho letto tutto di un fiato, mi ha colpito molto e non ho perso tempo, ho subito deciso di scriverle questa email. Premetto di sapere poco di Giuliano Kremmerz, i miei interessi sono le religioni e la spiritualità ma fino ad oggi non ero mai stato attratto dalle cosiddette “scienze ermetiche”, le ascrivevo alla categoria dell’occultismo; mi accorgo solo ora di essermi sbagliato, ingannato dagli innumerevoli siti di magia che crescono in rete come funghi e dai tanti libri sull’argomento che riempiono gli scaffali delle librerie, a vantaggio delle tasche dei loro prolifici autori. Quando ero più giovane, ho tentato approcci diversi alla spiritualità, intendo da un punto di vista non confessionale, ho cercato contatti e fonti attendibili che potessero indicarmi la via da seguire; con il tempo e la maturità ho finito per diffidare delle associazioni e gruppi in circolazione, ma la vostra Schola Ermetica mi sembra sorprendentemente diversa, perciò non ho esitato a scriverle. Le ragioni della mia diffidenza in passato sono state tante; una prima motivazione, che mi pare di condividere anche con lei, è stata innanzitutto una certa ambiguità nel linguaggio utilizzato, si spacciano per “analogie” giochi di parole davvero grossolani, in uno stile sempre e comunque autoreferenziale. Tutto ciò mi ha dato l’idea di trovarmi di fronte ad autoesaltazione di varia natura: si parla e si scrive soprattutto di sé stessi, per autoincensarsi, e lasciar passare l’informazione, “Io posseggo la Verità, la Verità non è né nella Tradizione e neppure in Dio”. Al contrario di tutti costoro, posso dirle con certezza che non sono ateo, il mio credo è ben radicato nella mia tradizione religiosa di appartenenza, con la consapevolezza che Dio resta un mistero, il Mistero da abbracciare con tutto me stesso. Sembra invece che per molte di queste associazioni di occultisti, la condizione necessaria per accedere alle chiavi della loro pratica sia lo scetticismo nei confronti della morale divina religiosa, a favore di una “morale sociale e atea”, improntata ai principi di una consorteria universale. Non posso essere d’accordo nel ritenere la morale divina religiosa controproducente nella ricerca spirituale e di certo non comprendo le ragioni per rifiutarne gli insegnamenti, ritengo infatti che trascurandone gli avvertimenti e le regole la nostra volontà non ci guadagni ma che piuttosto divenga succube delle suggestioni psichiche derivanti dai sentimenti materiali, per loro stessa natura del tutto inaffidabili, in quanto strettamente legati alla sfera corporea della sensibilità e degli umori. Nella ricerca della Verità della Legge di Dio, le divine prescrizioni che appartengono alla nostra tradizione religiosa non possono in nessun caso costituire un ostacolo, la fede anzi resta il supporto essenziale e magnifico della generazione spirituale, non può di certo esserlo il dubbio radicale sostituito al proprio credo. Non ho dubbi nel credere in Dio e nel professare la fede nella mia religione di nascita, come non ho dubbi che sia sempre esistita in ogni civiltà, compresa la nostra, una Tradizione sapienziale, oggi diremmo una Scienza sacra, riservata a pochi eletti, che comporti pratiche tali da trasformare la nostra coscienza, aprendo la nostra mente all’Intelligenza di Dio, alla Sapienza; suddette pratiche, per non contraddirsi e potersi considerare realmente trasmesse nel corso dei secoli da Maestri illuminati, devono mettere in condizione chi le eserciti di fare quadrato intorno alle Virtù, ponendo così le fondamenta per innalzarsi verso una Conoscenza più elevata di carattere spirituale. La lettura delle pagine di Giuliano Kremmerz, messe in luce dal vostro articolo, nella giusta prospettiva, mi hanno lasciato davvero qualcosa, nel cuore, accendendo in me la ferma volontà di saperne di più. Abbraccio fraternamente lei e tutta la Schola. Lettera firmata
* * *
Pubblichiamo la risposta del Maestro della nostra Schola.
La ringrazio molto della email che con il suo cortese permesso ho riportato sopra per intero a testimonianza del mio sincero riconoscimento. Desidero innanzitutto congratularmi con lei che considero con piacere tra coloro che hanno saputo cogliere il punto cruciale della nostra Schola, come Essa si differenzi da quanto di marcio e dannoso per la salute dell’anima (ed anche del corpo) si nasconda, senza vergogna, oggi, sotto il termine tanto abusato di “ermetismo”. Mens sana in corpore sano - dicevano gli antichi – e la pratica ermetica kremmerziana non può che ribadirlo, nessuna pratica sapienziale che si rispetti infatti può prescindere da questo principio basilare di unità di tutte le componenti dell’essere umano. “Devi essere santo per divenire ermetista” – diceva il Maestro Giuliano Kremmerz al suo amato discepolo Salvatore Mergè– nessuna delle scienze ermetiche, teurgia ed alchimia incluse, contraddiranno mai i principi morali di una vita integra, uniformata ai divini comandamenti. La nostra Schola resta florida ancora oggi, trascorsi più di cento anni dalla sua nascita e tre generazioni di Maestri, perché ha continuato a trasmettere, con l’esempio, soltanto comportamenti salutari e buoni, fatti di tanto Amore e di altruismo; mentre vi sono delle associazioni o accademie ermetiche che sono finite o finiranno nel nulla, almeno finché perseverano nell’insegnare atteggiamenti e comportamenti nascosti, miopi e sbagliati. L’Ermetismo è una dottrina che abbraccia una molteplicità di scienze, alcune di ordine inferiore tra le quali la spagirica, l’omiopatia etc, che restano del tutto trascurabili rispetto ad altre di ordine superiore, tra le quali l’Alchimia e la Teurgia fino alla Cabalah; ignorare questa subordinazione, esistente tra i vari insegnamenti della Tradizione ermetica, conduce al disordine così come avviene in un corpo malato quando una singola cellula non è più in sintonia con il tutto di cui fa parte e finisce per corrompere l’accordo armonico dell’intero organismo. Giuliano Kremmerz fondando la Myriam ha tracciato una strada per tutti, fatta di Preghiera per se stessi e per il prossimo in difficoltà, per alleviare il male che deriva all’umanità dalla sofferenza fisica e morale; in questo modo egli ritenne di poter avvicinare chi ha perso la fede, per tanti motivi, riaccostandoli all’Amore divino; occorre che noi ermetisti non dimentichiamo mai la prospettiva spirituale data dal Maestro Kremmerz alla Fratellanza Terapeutica di Myriam, perché ciò vorrebbe significare che noi stessi abbiamo perso il contatto con la Sapienza Divina. “Ne assumo la direzione – scriveva il Maestro Kremmerz a conclusione della Pragmatica Fondamentale della Fratellanza di Myriam - nella forma più semplice e modesta, quale delegato generale e segretario del Collegio Operante; (e concludeva così) Tutti i fratelli preghino perché io abbia la forza, l’attitudine, la perseveranza e la virtù per compiere la Piccola e Grande Opera di Salute e di Sapienza.” Da che il Mondo è mondo, Il Sole inizia sempre il suo ciclo da Oriente, cosi le Verità Grandi trasmesse al Maestro Kremmerz dall’Antico Oriente e giunte sino a noi in Occidente sono state malevolmente travisate, per colpa dell’inveterata ed insana mentalità occidentale di accomodare ogni conoscenza ai propri fini, desideri ed inclinazioni materiali, anche quando queste poi si sono rivelate quanto meno molto particolari. Così si spiega la follia dei vari tentativi di introdurre deliranti istruzioni pratiche nel Corpus ermetico lasciatoci da Giuliano Kremmerz, adattandone gli autentici e santi insegnamenti di vita alle frenetiche fantasie di cervelli quanto meno del tutto singolari. È questo che è stato fatto aggiungendo alla prima parte del Corpus, in cui si presentano i principi della dottrina ermetica e le sue finalità, una seconda e terza parte del tutto inventate, costruite per giustificare folli istruzioni pratiche, importate in Italia da Giustiniano Lebano, nemico giurato del Maestro Kremmerz, riscritte dai suoi seguaci in un linguaggio povero, ripetitivo che rasenta l’immaturità, non raggiungendo neppure il livello concettuale ma solo la sfera pratica materiale corporea: finanche un bambino capirebbe che non sono state scritte dalla stessa mano di Giuliano Kremmerz e neppure sono state ispirate dagli stessi alti ideali di Bene, di purezza e di altruismo che hanno mosso il Maestro Kremmerz, uomo prima di ogni altra cosa giusto e santo, oltre ogni dubbio. Ci domandiamo come sia stato possibile che nessuno dei tanti studiosi ed ermetisti kremmerziani non si sia mai rivoltato contro questo tentativo vile di infangare la memoria e gli autentici insegnamenti del Maestro, trasmessi con Amore ai pochissimi discepoli diretti, tra cui il nostro amato zio e Maestro Salvatore Mergè. Di certo non potevano tutti essere informati, come lo siamo stati noi direttamente dal Maestro Mergè, del tentativo del Lebano di introdurre nella Myriam le folli istruzioni pratiche contenute nello pseudo Corpus; e nemmeno qualcuno di loro poteva mai immaginare della vendetta ordita dal Lebano contro lo stesso Giuliano Kremmerz, a causa del suo rifiuto, a mezzo di “missive” costruite ad arte; ma mi domando: tra tutti gli ermetisti che si fanno chiamare “maestri” possibile che nessuno sia stato in grado di valutare da sé che tali “Istruzioni pratiche” ( aggiunte al Corpus ermetico lasciatoci dal Maestro Kremmerz) ripugnanti ed alienanti, non fossero in nessun modo conciliabili con una Fratellanza spirituale? Forse ignorano tutti costoro che tale fu costituita la Myriam, fin dalla sua nascita, dal Maestro Kremmerz? Del fatto che solo in pochissimi fossero interessati ad informarsi sulla persona del Lebano ce ne possiamo fare facilmente una ragione, essendo il Lebano del tutto estraneo alla Myriam, ma come si sono potuti ignorare per tutto questo tempo i dettami della Pragmatica fondamentale della Fratellanza Spirituale di Myriam? Forse non si era in grado di interpretarne i suoi articoli, scritti dal Maestro Kremmerz nel 1909 con straordinaria lungimiranza e chiarezza? Nella Pragmatica Fondamentale il Maestro Giuliano Kremmerz scriveva così: “Questo programma non deve restare infruttuoso tra i libri documentali delle poesie e dei sogni. Si affida alle anime buone, come il seme alla terra fertile, perché generi un Albero robusto dal fogliame spesso, che offra ricovero contro le tempeste della vita agli uomini che, PERDUTA LA FEDE, ricercano la VERITÀ nell’Amore che è Scienza della Luce” (FEDE e VERITÀ sono solo in Dio, sono state mai interpretate queste parole, o sono tutti atei i suoi seguaci?) comma LX, Pragm. Fond. (1909). L’Ermetismo è la retta via e tale deve rimanere sempre, senza deviazioni, la porta che si apre davanti a chi giunge con grandi sacrifici ed abnegazione in fondo al cammino è strettissima, perché la Verità, sebbene sia Tutto, non può essere accomodata alle proprie urgenze, non può servire a dare ragione alle nostre mancanze, materiali e morali, come neppure ad esaltare le nostre peggiori inclinazioni, il nostro misero io con tutti i difetti che l’essere umano, per sua natura misto, porta necessariamente con sé. Quella vibrazione che leggendo le parole di Giuliano Kremmerz - lei scrive le “ha colpito il Cuore", non è che il movimento del sottilissimo velo della Verità stessa, non è altro che il Fuoco dell’Amore, con la A maiuscola, l’Energia magnifica che può trasformare noi tutti in esseri migliori. La Verità bussa continuamente alla porta del nostro Cuore, come Energia d’Amore, siamo noi che non vogliamo lasciarle conquistare il centro del nostro essere umani, ed ascoltarla con le orecchie del cuore, preferendo identificare noi stessi con i nostri pensieri e le nostre personalissime ragioni materiali. Nel congedarmi le riporto la frase di un libro che ho tra le mani, che ho appena finito di leggere, “Il Mistero dell’Amore spirituale” di Flavio Redas, edizioni Gabrielli: “quando la volontà è permeata dall’Amore, incontriamo Dio”, mi dica lei se ho sbagliato a citarla; mi permetto di suggerire a tutti i nostri amici, ermetisti e non, questo testo davvero ricco di perle di saggezza che hanno colpito me proprio come lei è stato ispirato dalle parole di Giuliano Kremmerz, chissà quanto Amore per il Signore ha coltivato l’autore nella sua vita per raccogliere un tale florilegio di aforismi. Colgo l’occasione per augurarle ancora tante esperienze buone come questa che l'ha spinta a scrivermi le sue belle parole, la Sapienza non smetta di ammaestrarla che a mezzo di parole d’Amore, Parole che noi tutti possiamo ascoltare soltanto se le accogliamo prima nel cuore perché sono misurate su ciascuno di noi! Le porte della nostra Schola sono sempre aperte a chiunque si mostri degno ed ispirato dal sincero desiderio di Conoscere, mi venga a trovare, magari continuiamo a ragionare d’Amore, sì d’Amore per Dio, come il Maestro Kremmerz ci ha insegnato. Un abbraccio fraterno. Renato de Angelis LA COSCIENZA CHE DIVIENE AMORE DI DIO
Ultimo aggiornamento Martedì 05 Marzo 2024 11:00 | | Stampa | | E-mail
Vogliamo presentare alcune delle più belle pagine scritte dal Maestro Giuliano Kremmerz ispirate dall’Amore per la Donna, tratte dal testo “Angeli e demoni dell’Amore”. Parole più che mai profetiche quelle del Maestro di cui in questi giorni stiamo forse vedendo le conseguenze più crude. Mai prima d’ora le donne erano state oggetto di così vili e ripetuti attacchi, come negli ultimi tempi, e non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico e soprattutto mentale, nel tentativo di allontanarle sempre più dalla propria natura, privandole, se mai ciò fosse possibile, di ogni grazia spirituale. Il Maestro Kremmerz scrive che la donna si “divinizza” nel divenire madre, nella maternità infatti partecipa al mistero d’Amore del Padre, per i propri Figli. Possibile mai che nessuno tra i tanti studiosi, pseudo-maestri e seguaci di Giuliano Kremmerz sia mai stato colpito dalla LUCE dello SPIRITO di AMORE che traspare così chiaramente da tutti i suoi scritti e comportamenti, preferendo piuttosto rimanere nel proprio errore? Ripetiamo ancora una volta le parole del Testamento spirituale di Salvatore Mergè: “il maestro Kremmerz soltanto nel primo volume dell’opera “Avviamento alla Scienza dei Magi”, ha nominato “Dio” 208 volte; quanto doveva amarlo per sentire il bisogno di rivolgersi a Lui così tante volte? Possibile che siano tutti atei coloro che hanno letto le sue opere e dicono di seguirne gli insegnamenti? Che vergogna! Vergognatevi!” Facciamo tesoro di queste pagine, ché diventino una guida per tutti noi, ermetisti e non; evitiamo le folli corse dietro innumerevoli pensieri, desideri ed affanni, cogliamo l’opportunità di questi giorni di Quaresima per riconquistare un piccolo lembo di Paradiso perduto, attingendo direttamente alla sorgente viva d’Amore, “con la A maiuscola”, la forza per avanzare nella meravigliosa trasformazione del nostro essere Figli. I Fratelli di Hermes
Tratto da ANGELI E DEMONI DELL’AMORE di Giuliano Kremmerz
Strumento di civiltà è amore. Dove l’amore non esiste, l’eccezione alla civiltà è manifesta. Il Vico, nella sua Scienza Nuova, ne ha discorso profondamente accennando alla boria delle nazioni – e tutta la storia delle glorie umane deve ricercarsi nel successivo svolgersi di questo sentimento spirituale nella vita delle famiglie, delle nazioni e dei popoli. Il titolo di questo scritto è bello, e io ne devo scrivere aridamente, perché non si confonda la scienza dell’amore con l’arte che canta l’amore. Ne scrivo la notomia, per gli uomini e le donne che vogliano studiarne profondamente e progredire nella conoscenza della verità scientifica della vita umana, per scrutare, in tempo più lontano, nella legge che regola il sentimento dell’Amore divino. Con questa anatomia dell’amore, che certo non si pretenderà riprodurre nel teatro di un ospedale, io comincio col fare intendere ai miei lettori che altre persone e delle più note han fatto prima di me. Dante Alighieri che non è stato inteso neanche a metà dalla turba dei suoi commentatori grammatici, ne ha fatta la disamina a più riprese, pur cantandolo come un qualunque dei poeti posteriori che ne scrisse per divertire qualche Beatrice di carne e tendini, fremente di baci sensuali. Dante, come i neoplatonici suoi precursori e contemporanei, era un iniziato alle alte verità della magia divina, un occultista, come si direbbe oggi, ma di quelli che potevano essere salutati poeti alla maniera antica, quando l’iniziazione orfica aveva perpetuato nel mondo occidentale il secreto di cantare pel volgo sotto sembianze allegoriche e forme piane, le verità più secrete del santuario iniziatico. Il volgo, cioè l’uomo intellettualmente bambino, si ferma al significato letterale delle parole scritte o cantate; tal quale come il fanciullo che, contento della apparenza delle cose, non ne scruta il contenuto o la ragione di esse. L’uomo progredito, padrone della filosofia umana, la quale è relativa e non assoluta, cerca penetrarvi il valore allegorico, il quale è sempre in relazione alle conoscenze umane ed ai fatti noti. Ma l’iniziato ai secreti del Verbo divino, cioè alle verità che vengono da un mondo dove non si accede che evolvendo naturalmente ed intellettualmente, nei classici poeti antichi e filosofi vi legge anagogicamente gli arcani celesti e naturali più ascosi. Francesco Perez che è l’unico dei commentatori moderni che abbia rasentato il senso occulto della Beatrice in Dante, scrive beatrice col b minuscolo perché egli dice che «la beatrice deve allegoricamente significar tal cosa di cui l’uomo sano di mente dir possa che, rispetto all’amore per essa, quello per la filosofia sia vile e malvagio desiderio. Né ciò solo: essa deve essere tal cosa PER LA QUALE SOLTANTO LA SPECIE UMANA SUPERA TUTTO CIÒ CHE CONTIENE IL GLOBO TERRESTRE.» O donna di virtù, sola per cui l’umana specie eccede ogni contento da quel ciel che ha minor li cerchi sui. Ora per quanto l’illustre siciliano possa riferirsi all’allegoria della beatrice, nascondente la Sapienza degli Eletti, il volgo dei filosofanti non passa più in là della profana interpretazione dell’Intelligenza aristotelica e platonica, né penetra nel sublime dell’interpretazione della essenza di questa intelligenza che non è la ingannevole ragione umana, sulla quale lo sperimentalismo sensista erige tutto il suo castello di carta pesta nelle disamine riflettenti i problemi dello spirito dell’uomo. In Vita Nova, Dante scrive: Amor e cor gentile sono una cosa sì come il saggio in suo dittato pone, e così senza l’uno l’altro esser non osa come alma razional senza ragione. La gentilezza del cor, intesa nel valore anagogico occulto, bisogna intenderlo alla latina: gentile per tendente verso le genti, altruista come si scriverebbe oggi ora gentilezza alcuna non v’ha né altruismo che non significhi il sacrificio di parte del nostro io, se non tutto, alla felicità altrui. I due estremi, amore e altruismo trovano il loro opposto nell’odio e nell’egoismo. L’amore e l’altruismo definiscono i limiti delle potestà divine del mago; l’odio e l’egoismo caratterizzano tutto ciò che è stregoneria. Nell’amore vi è trasfuso tutto il bene, come nell’egoismo tutto il male; perciò l’amore che implica un qualunque sacrificio per gli altri è divino, e quello che è spinto dalle basse idealità del possesso è satanico: il primo è protetto dagli angeli, il secondo dai demonii. Agli asceti, ai religiosi, ai riformatori dei costumi lasciamo la libertà dell’amore ideale per l’umanità tutta intera. Gli uomini mediocri, quelli che non si sforzano a comprendere un altruismo che raggiunge la sua manifestazione nel completo annientamento della persona che ama, non comprenderanno né la figura dei grandi rivelatori, né coloro che si sono sacrificati per il trionfo di un’alta idea di giustizia, né quelli che hanno spenta la loro vita in olocausto alla pubblica salute. Gli uomini mediocri debbono solamente aver conosciuto un grande e vero amore, quello non raro né nell’umile capanna né nella reggia, l’amor materno. Ciò che divinizza la femmina è la maternità: perciò l’iconografia cattolica dipinge la Vergine divinizzata dalla presenza nelle sue braccia di un bambino e santifica le lagrime nell’Addolorata. Quando due creature si desiderano, e il sindaco o il prete le unisce, il quadro è umano. Appena il vagito di una creatura suggella l’unione, la deificazione della donna comincia, il suo amore non può essere che divino e non può che segnare la redenzione di qualunque amore impuro, di qualunque prostituzione anche benedetta dal prete e controllata nei registri dello stato, civile. L’amore della madre non è un calcolo né un desiderio: è un continuo e interminabile sacrificio della mente e della volontà materna per la figliolanza. La sua preghiera è una evocazione di Anael, l’amore più grande che unisca Dio alle sue creature. Chi ha esercitata la medicina, ha visto che l’intenso amore della madre per la sua creatura, d’accordo con la incrollabile fede in una Intelligenza-Dio ha compiuto più miracoli di tutti i santuari miracolosi del mondo. L’amore materno nel periodo di allattamento e fino alla pubertà determina una continua trasfusione di vita, dalla madre al figlio, fino a far confondere le due esistenze in una completa dedizione dell’una all’altra. Quando il figliuolo va sposo, la madre piange, una donna, qualunque donna, non può amare un uomo come lo ama sua madre; se così fosse, l’amore della donna per l’uomo amato sarebbe tanto angelico e sublime che ogni senso di carne inverecondo rappresenterebbe un’offesa alla purità, e la sposa o l’amante si confonderebbe con la madre e le nozze nel più orrido incesto. L’occulta filosofia dà all’amore due sedi: nel cervello e nel cuore. Nel cervello, fantasioso o calcolatore, entusiasta o briaco, l’amore è impuro, è passionale, è demoniaco. Nel cuore, sereno, obbediente, paziente è un sentimento di abdicazione e di dedizione angelico. In fisiologia si conoscono i rapporti che legano il cervello agli organi della impurità sessuale. L’amore impuro vi germoglia come un desiderio di vanità: è la Lilith e il Samael distruttori che consigliano e pungono il vanitoso a cogliere un fiore, per lascivia di potere, per calpestarlo come una sozzura: ed ogni atto di questo amore è una viltà, in cui il cuore non aumenta i suoi palpiti che nel momento in cui l’orgoglio bestiale è soddisfatto. Ma l’amore del cuore, in cui il cervello non ha versata la nebbia offuscante della sensualità, è un atto divino da cui è ad aspettarsi ogni bene. Nasce come una effusione delle anime tra due nature che spiritualmente si completano. Si annunzia come un vago sentimento di benessere: cresce ed aumenta d’intensità come un tacito consenso, tra due creature, in una fede comune. Il primo è una passione, il secondo è un ideale. Premesse queste poche considerazioni passiamo all’esame dei due principii nella pratica della magia naturale e divina, e nelle aberrazioni della stregoneria. Dott. GIULIANO KREMMERZ |
LISTA ARTICOLI
- COMMENTO ALL'INNO AL SOLE DI GIULIANO KREMMERZ
- L'INNO ALLA CARITA'
- CHE COSA E’ LA FRATELLANZA TERAPEUTICO MAGICA DI MYRIAM?
- TRATTO DALLA CORRISPONDENZA DELLA NOSTRA SCHOLA
- LA COSCIENZA CHE DIVIENE AMORE DI DIO
- UN OMAGGIO AL MAESTRO GIULIANO KREMMERZ
- LUZ, IL NOCCIOLO DELL'IMMORTALITÀ
- ESEMPI DI PRUDENZA E SAGGEZZA
- LA DIMENSIONE TRASCENDENTE È IL CULTO DIVINO.
- DAL LIBRO I FONDAMENTI SPIRITUALI DELLA VITA DEL FILOSOFO VLADIMIR S. SOLOVIEV
- APPENDICE AL TESTAMENTO SPIRITUALE DI SALVATORE MERGÈ SULL’ "ALCHIMIA MATERIALE"
- PREGHIERA A MARIA
- LE MOTIVAZIONI CHE INDUSSERO GIULIANO KREMMERZ A ESCLUDERE I MASSONI DALLA NASCENTE E FUTURA FR+ TM+ DI MYRIAM.
- GALILEO ALL'INFERNO
- CONSIDERAZIONI FRATERNE
- IL VIAGGIO DI DANTE ALLA LUCE DEI RIMANDI ASTRONOMICI
- UN PENSIERO DI RINGRAZIAMENTO PER IL TESTAMENTO SPIRTUALE DEL M° SALVATORE MERGÉ
- LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A FIRMA DI UN FRATELLO DI HERMES
- NOTIZIA STRAORDINARIA !!!
- KHEPRI
- LA PICCOLA CORONCINA PER LA DIVINA PROTEZIONE
- CURIOSITA' ASTRONOMICHE
- IL GENIO
- IL PENSIERO
- E NON CI INDUCA IN TENTAZIONE
- LETTERA A S.S. PAPA FRANCESCO
- MISURARE IL TEMPO IN CHIESA CON IL SOLE
- LETTERA DI RINGRAZIAMENTO E ALCUNE RIFLESSIONI SUL TESTAMENTO SPIRITUALE DI SALVATORE MERGÈ
- IL CUORE
- IL TERZO OCCHIO LA GHIANDOLA PINEALE O EPIFISI
- SIMBOLI DEL CUORE DI CRISTO
- LA BOCCA: LA PORTA DEL TEMPIO
- I MISTERI ISIACI
- ISIDE REGINA
- PREGHIERA A ISIDE
- LA LEGGE DELLE LEGGI
- COMUNICAZIONI
- ALMANACCO 2018
- INNO AL SOLE
- GENIO DI LUNA
- THOTH
- IGNIZIAZIONE: IL VALORE DELLA PURITÀ
- LA TAVOLA ZODIACALE - SECONDA PARTE E FINE
- LA TAVOLA ZODIACALE - PRIMA PARTE
- MACROCOSMO E MICROCOSMO
- SIMBOLISMO DEGLI ANIMALI SACRI DELL'ANTICO EGITTO
- ASTRONOMIA AD OCCHIO NUDO
- KEPLERO IL PREVEGGENTE
- ILLUMINAZIONE ... VENDESI
- IL PROFESSORE DI FILOSOFIA