LA DIMENSIONE TRASCENDENTE È IL CULTO DIVINO.Dove finisce il materialismo, può iniziare anche la consapevolezza della dimensione trascendente.
Non si viene al mondo consapevolmente spirituali, ma esseri misti, tutti noi, eccetto rarissimi casi, apprendiamo prima lentamente ad orientarci in questo mondo materiale, scoprendo solo dopo con il tempo, e grazie anche all’esperienza, i tesori più grandi che portiamo nella bisaccia sin dalla nascita. Tutti siamo stati bambini, adolescenti e poi adulti; in tenera età abbiamo tutti indossato le ali della fantasia, almeno fino a che le docce fredde della vita non ne hanno consumato quella trama sottilissima, che rendeva speciali le nostre percezioni. Crediamo allora di essere approdati, per il solo peso degli anni, sul terreno solido della ragione, in un mondo fatto di certezze, rispondente alla legge di causa-effetto; pensiamo allora di essere divenuti “grandi”, al sicuro da imprevisti. Ma è davvero così? Oppure alla prima onda poco più alta di noi navighiamo di nuovo a vista? Chi non ha avuto almeno una volta nella vita, anche se solo per un attimo, la sensazione di avere reso, per presunzione, più spessa la scorza che ci separa dal frutto della consapevolezza delle realtà ultime, allontanandoci dalla nostra meta finale? Le scoperte materiali ci hanno davvero portato a vivere in comunione con tutto ciò che ci circonda? Oppure ci siamo confinati in un mondo limitato e grossolano, del tutto periferico rispetto al cuore delle nostre aspettative? Crisi di identità, angoscia e depressione, diffuse oggi più che mai insieme al moltiplicarsi spaventoso di disturbi psicologici e di malattie neurologiche, non sono forse il segno che in questo mondo materiale non abbiamo il cibo sufficientemente ricco per la nostra mente? La nostra anima non aspira forse piuttosto a rivedere quella luce perduta, oscurata dalla nostra stessa ombra, ingigantitasi indefinitamente sotto l’influenza di una mentalità miope, frutto di una visione del mondo distorta e deviante? Alcuni di noi non hanno mai smesso di lasciarsi trasportare dai sensi e sentimenti materiali, e consentono al moltiplicarsi delle sensazioni di impazzare senza direzione nella loro vita, ignorando i caratteri incisi con chiarezza nel loro destino; altri passano la loro vita a sfuggire agli eventi, aspettando che gli cadano addosso in nome di una necessità cieca ed inesorabile; solo in pochi, prendono in mano il proprio destino, affinando Volontà ed Intelletto, con l’aiuto della Provvidenza, che come la Fortuna, sostiene nell’ audace cammino verso la realizzazione della meta trascendente. Sebbene sommersi dalle preoccupazioni dei tempi difficili che corrono, quanti conservano ancora memoria del fine della vita umana, e ne danno testimonianza con le loro azioni! Il primo passo nel cammino spirituale è rendere grazie all’AMORE che permea il TUTTO e nello stesso tempo ringraziarlo con Preghiere per averci posto accanto, per il nostro aiuto, tutti gli Esseri Divini Universali. “Esseri comandati di venire in nostro soccorso e correzione, obbligati per il nostro Bene, a lasciare l’esistenza contemplativa delle Verità eterne, e divenire reggitori di questo Universo e del destino del nostro mondo, cangiante secondo le espressioni mutevoli della Luna.” “Questi Esseri Cosmici, appartengono a Dio, vanno considerati parte dell’Essere Unico, in quanto dimorano di grado in grado intorno alla circonferenza del Tutto, PARTECIPANDO AI PENSIERI ED AI POTERI DELLA “LUCE CREATIVA D’AMORE”. “Dalla Grande Misericordia, sono stati mandati presso di noi e sono stati fatti Signori del Mondo e del nostro destino, per il Bene ultimo; il male su questa terra deriva dal loro oscuramento, conseguenza delle contingenze materiali da cui noi, in quanto esseri promiscui, senza la Preghiera, ci lasciamo facilmente soggiogare.” “Occorre amare tutti gli Esseri Divini, rendendo il culto Loro dovuto, a mezzo della Preghiera, perché da Loro deriva ogni Bene, come ogni Scienza possibile.” “Divenire simili a Loro non significa essere un dio, ma piuttosto abbracciare le proprie limitazioni di fronte all’inesauribilità del Mistero delle Realtà Ultime, al di là di ogni condizione umana, fino all’Abisso Infinito di una Sola Cosa.” “Riconoscere agli Esseri Divini il culto Loro proprio, è Vera Sapienza, sorgente unica di tutte le scienze passate e future, segno autentico di Progresso per ogni Civiltà, che con la Preghiera, dà agli Stessi il senso della Regalità per cui sono stati posti in nostro aiuto.” Dare all’Invisibile, il nome del TUTTO, Principio e Fine di ogni cosa, riconoscere che ESSO solo è l’Infinito, è il solo modo che abbiamo di dare testimonianza del Mistero insondabile del Suo Essere Universale. Meravigliose sono le Opere che l’uomo può compiere, a partire da questa umile terra, accendendo in sé il lume della Preghiera, per restituire l’Amore Grande che ogni giorno riceviamo in dono. Il rifiuto di questo scambio d’Amore in cui consiste la Preghiera, comporta la negazione della dimensione trascendente dell’Essere umano, così facendo e pensando l’uomo nega infatti a sé stesso di attingere alla fonte vitale dell’Energia cosmica, quell’Olio Santo, che nutre la fiamma viva del cuore orante, e risponde direttamente ad ogni nostra domanda, disperdendo ogni male; il rifiuto di tale Infinita Grazia, getta l’uomo in balia della propria natura sensibile inferiore, ferina, in cui domina la mancanza, la divisione e la distruzione, ed il cui signore (che aleggia ora in questo mondo) porta i nomi della disperazione e desolazione senza fine. Riprendiamo il nostro cammino dove lo abbiamo interrotto, restiamo fedeli al sentiero percorso già dai nostri Maestri spirituali, che come Padri ci hanno dato l’esempio in ogni tempo ed ancora oggi non mancano in ogni nazione; seppure nascostamente, a causa dell’epoca che viviamo, essi continuano ad indicare la via mostrandosi a coloro che, animati di Fede sincera, ne fanno richiesta e non solo nel segreto del proprio cuore. Un Maestro autentico è una guida indispensabile, il suo esempio scioglie in un baleno, il labirinto di anni di faticose e assurde ricerche su sé stessi. Avventurarsi nella ricerca ermetica senza un Maestro esperto, comporta il rischio molto alto dell’annichilimento o dell’autoesaltazione, frutto delle negazioni, o dell’estensione sconsiderata, della propria individualità. La vicinanza di un Maestro ermetista spirituale ci rigenera sin dalle radici del nostro essere, egli solo può mostrarci con la sua vita esemplare, i copiosi frutti della Preghiera, sorgente d’acqua viva che sgorga spontanea da un cuore del tutto purificato. La Tradizione ermetico spirituale è la diritta via, il “filo d’oro” teso per far risuonare d’Amore Universale, un Cuore umano in perfetto equilibro. LA DIMENSIONE SPIRITUALE È IL CULTO DIVINO, l’adorazione continua e stabile, impossibile da realizzare pienamente su questa Terra, ma che un giorno sarà ricca delle primizie elargiteci in abbondanza, a testimonianza vera dell’INFINITO AMORE che riceviamo sin d’ora continuamente.
Fr+ Serio
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DAL LIBRO I FONDAMENTI SPIRITUALI DELLA VITA DEL FILOSOFO VLADIMIR S. SOLOVIEVDAL
LIBRO I FONDAMENTI SPIRITUALI DELLA VITA DEL FILOSOFO VLADIMIR S. SOLOVIEV (edizioni
LIPA Roma 1998 - pagg. 37 e 39) Riportiamo di seguito alcuni brani
scritti dal filosofo Vladimir S. Soloviev (Mosca 1853-1900) sul tema, a noi
caro, della “Preghiera”. Speriamo di fare cosa gradita,
invitando, a meditare sulle parole di Soloviev, tutti gli ermetisti ed i
lettori appassionati che seguono con affetto sincero il nostro blog sulla
tradizione ermetica kremmerziana. Sulla scia della pubblicazione del
Testamento spirituale di Salvatore Mergè, Maestro e fondatore della nostra
Accademia ermetica, ultimo discepolo del Maestro Giuliano Kremmerz, siamo certi
che le riflessioni di Soloviev sulla Preghiera e sul desiderio del BENE,
possano contribuire ad un approccio autenticamente spirituale alla tradizione
ermetica; riteniamo infatti che quello spirituale, sia l’unico approccio che
consenta di penetrare, in spirito di Verità, nei misteri dell’ermetismo, e
partire alla conquista dei segreti, che al pari di meravigliosi diademi, sono
stati donati da uomini di luce, all’Umanità, per il suo riscatto dalla
schiavitù del male, insito nella natura mista della stessa costituzione umana. Le parole di Soloviev, risuonano oggi
ai nostri orecchi, dure come pietre, ma i nostri cuori, per quanto immersi
nella mentalità dominante odierna, individualista e materialista, non possono
non provare al loro cospetto, un sussulto di Gioia, riconoscendo il Sommo Bene
che le ha ispirate. Non esiste volontà buona senza Dio, perché Dio è il Bene
dell’umanità. Sono le parole del PADRE NOSTRO che
hanno guidato il filosofo russo nello scrivere il testo da cui sono state
estratte; mentre siamo assorti nella lettura, a quelle parole la nostra
meditazione deve di continuo mirare, non perdendo mai di vista l’unica Volontà
che possiede in sé anche ogni BENE, il vero Signore del Mondo, IL PANTOCRATORE,
in nome del quale soltanto è giusto auspicare la riunificazione di tutti i
cristiani, e non solo.
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DELLA
PREGHIERA Quando abbiamo provato
nel cuore un'avversione verso il male, che domina nel mondo e in noi stessi;
quando ci siamo sforzati di combattere questo male, e per esperienza ci siamo
convinti dell'impotenza della nostra buona volontà, allora sorge per noi la necessità
morale di cercare un'altra volontà, tale che non solo voglia il bene, ma anche
lo possegga e per conseguenza possa comunicare anche a noi la forza del bene.
Una tale volontà esiste, e prima che noi la rintracciamo, essa stessa ci ha già
trovati. Essa rivela sé stessa alla nostra anima con la fede e ci unisce con sé
nella preghiera. Crediamo nel bene, ma
sappiamo che in noi stessi il bene non c’è. Perciò dobbiamo rivolgerci al bene
esistente, dobbiamo dare a lui la nostra volontà, offrirgli una vittima
spirituale, cioè noi dobbiamo rivolgergli la nostra preghiera. Colui che non
prega, cioè che non unisce la sua volontà alla volontà suprema, allora o non
crede in questa volontà suprema, non crede nel bene, oppure considera se stesso
possessore assoluto del bene, e la sua volontà come perfetta e onnipotente. Non
credere nel bene equivale è la morte spirituale, e credere in sé stessi come
sorgente del bene è follia. Credere nella fonte divina del bene, e pregarla,
dandogli la propria volontà in tutto, è vera sapienza ed è il principio della
perfezione morale. Se veramente vogliamo una
vita libera e perfetta, siamo tenuti a affidarci e darci a Colui che può
liberarci dal male, e darci la forza del bene, a Colui che in eterno possiede
la libertà e la perfezione. Infatti la nostra anima è
solamente capace di essere libera e perfetta, ma in sé stessa non possiede né
libertà né perfezione, ha in sé unicamente la potenzialità per l'una e per
l'altra. Questa possibilità verginale della nostra anima può divenire in noi la
madre di una nuova vita felice. Per questo, cioè per la nascita reale di una
nuova vita è necessaria l'azione di quello che in sé possiede un principio
attivo creatore, o germe di questa nuova vita. La capacità divina di questa
nostra anima, per non restare infeconda, ma divenire la madre (mater-materia)
di una nuova vita spirituale che possa liberamente agire e creare, deve darsi
al suo liberatore e signore, al Padre della nuova vita. Perciò il primo atto
della fede, il primo atto della nuova vita spirituale, nella quale Dio agisce
insieme con l'uomo, è la preghiera. La fede senza opere è
morta, e la preghiera è la prima opera e il principio di ogni vera azione.
Credendo in Dio, noi dobbiamo credere che in Lui si trova tutto il bene
pienamente e perfettamente, altrimenti egli non sarebbe Dio. E se tutto il bene
realmente è in Dio, ne segue che da noi stessi non siamo in grado di compiere
alcuna azione buona e vera: noi possiamo unicamente non opporci al bene o alla
grazia che viene dall'alto, e con questa non opposizione, con questo consenso
alla grazia, cooperare con essa. La grazia ci volge verso Dio, ed in ciò è
riposta l'essenza della preghiera, che è già in certo qual modo un’opera vera e
buona. Per essa noi agiamo in Dio, e Dio opera in noi. Questo è già il principio
di una nuova vita spirituale.
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Cosa
significa desiderare Dio?
Quando noi nella nostra
vita naturale desideriamo qualcosa per noi stessi, questo desiderio può essere
di tre tipi: o noi desideriamo che qualcosa che ancora non esiste venga alla
luce (come per esempio i genitori desiderano la nascita dei figli, gli artisti
desiderano produrre le loro opere); oppure desideriamo che qualcosa di
esistente, che non ci appartiene, diventi di nostra proprietà, o che la
riceviamo come nostra (tali sono tutti i desideri dell'egoismo); o, infine, noi
desideriamo cambiare ciò che è in noi o negli altri (tali sono tutti i desideri
di miglioramento o perfezionamento). È chiaro che nessuno di questi desideri si
applica a Dio in sé stesso, ma ognuno di essi si applica a Lui nelle sue
relazioni con noi. Non possiamo desiderare Dio per noi come un oggetto
qualsiasi: noi non possiamo desiderare che qualcosa di nuovo si compia in Dio
stesso, essere perfettissimo, nel quale già tutto è perfetto: ma noi dobbiamo
desiderare la nostra perfezione nell'unione con Dio. Dio è eterno in sé
stesso, ma noi dobbiamo desiderare che Egli cominci ad esistere per noi.
Infatti, finché noi viviamo per la nostra volontà e per quella del mondo, Dio è
per noi come se non esistesse. Dio è l'essere
Pantocratore, in sé tutto racchiude, e noi stessi apparteniamo a Lui. Ma noi
dobbiamo appartenere a lui non solo in virtù della sua signoria, ma anche in
nome della sua divina perfezione, per Lui stesso, come bene supremo, come unico
bene; noi dobbiamo appartenergli liberamente e spontaneamente. Dio è immutabile in sé,
ma noi dobbiamo desiderare che Egli si muti per noi, vale a dire che noi ci
mutiamo in modo conforme a Lui. Così da secoli eterni il sole immutabile riceve
nuova forza per il cieco che riacquista la luce, perché il cieco si muta e
riceve nuova forza, divenendo lui stesso un ricettacolo di luce. Perciò, desiderando Dio,
noi dobbiamo desiderare, in primo luogo ch'Egli si riveli a noi, e ci dica il
suo nome: vale a dire che ci comunichi l'idea mediante la quale noi Lo
conosciamo, e distinguiamo Lui da un altro essere. In secondo luogo, conoscendo
Dio, noi dobbiamo realmente accettare la sua rivelazione e confessare il suo
nome, perché è possibile, pur conoscendo Dio, non glorificarlo come tale (Rom.,
I, 21); ed in terzo luogo, conoscendo e confessandolo come tale, noi dobbiamo
divenire conformi a Lui, affinché il suo nome sia santificato in noi: noi
abbiamo già pregato, quando abbiamo detto: “Sia santificato il tuo nome”. Ma se realmente
desideriamo ciò, dobbiamo desiderare che Dio regni non solo nell'intimo del
nostro cuore, ma anche in modo visibile; questo si avvererà quando non solo le
singole anime ma tutte le creature si abbandoneranno nelle mani di Dio e
formeranno realmente il suo regno. Un regno di Dio di tal fatta non esiste
tuttora, ma credendo in Dio, noi speriamo nel trionfo dell'opera di Dio nel
mondo. Noi preghiamo per questo visibile universale regno di Dio, quando
diciamo: “venga il tuo regno!”. APPENDICE AL TESTAMENTO SPIRITUALE DI SALVATORE MERGÈ SULL’ "ALCHIMIA MATERIALE"Nel corso del secolo scorso molti insegnamenti ermetici, alchemici e spirituali del Maestro Giuliano Kremmerz, sono stati interpretati in modo quanto meno fantasioso, per non dire grottesco, da parte di scrittori e maestri autoproclamatisi tali. Come ciò possa essere accaduto è da spiegarsi, in linea di principio, soltanto con la mancanza delle necessarie qualificazioni iniziatiche dei tanti cosiddetti neo-kremmerziani; di questi ultimi, infatti, nessuno fece mai parte della rosa ristrettissima dei rari discepoli diretti di Giuliano Kremmerz né tanto meno fu discepolo di un discepolo diretto del Maestro Kremmerz; i cosiddetti neokremmerziani si professano “seguaci” di Giuliano Kremmerz, in un modo del tutto personale, si autoproclamano maestri ed interpreti unici degli insegnamenti kremmerziani, travisando il senso di scritti, acquisiti qua e là, spulciando tra vecchie carte in biblioteche e studi privati. La confusione cosi creata intorno alla figura del Maestro Giuliano Kremmerz, per il solo gusto della prevaricazione, purtroppo perdura ancora oggi, tra mille equivoci, provocando molte irrimediabili e dannose incomprensioni; a tutto ciò si va ad aggiungere una schiera di sedicenti ermetisti, che, pur non avendo mai conosciuto né Giuliano Kremmerz né alcun suo diretto discepolo, ciò nonostante si ritengono autorizzati a reinterpretarne gli insegnamenti iniziatici, autoinvestendosi di fantomatici poteri supremi, ricevuti da personaggi “occulti” di pura invenzione, o addirittura in “astrale”. Quanto grande può diventare la fantasia! Come ci si può incamminare lungo la strada che ci separa dal VERO, ignorando che per percorrerla occorre innanzitutto tanta Umiltà, restando, nel breve tempo di una vita umana, sempre e comunque incolmabile una distanza infinita? “Per noi ermetisti kremmerziani – diceva Salvatore Mergè, discepolo diretto di Giuliano Kremmerz e fondatore della nostra Schola - le qualificazioni indispensabili per essere ammessi alle prove di un percorso difficile, pieno di sacrifici, qual è la via ermetica, non possono che essere una fede salda in Dio ed una vocazione spirituale straordinaria; non intendiamo con ciò in nessun modo confondere l’ermetismo kremmerziano con lo spiritualismo, né con il neospiritualismo odierno; l’anelito dello spirito umano di abbracciare il mistero dell’ESSERE UNICO, comporta una prospettiva che non è conciliabile in nessun modo con il desiderio di divenire succube di fenomeni particolari, di qualsiasi genere essi siano, interpretati erroneamente come “illuminazioni.” “La via ermetica spirituale è l’applicazione dei principi di una scienza tramandata da millenni con precisione, fatta di tappe definite da conquistare attivamente e gradualmente, in cui il ricercatore non deve divenire il soggetto di fenomeni casuali, e che non riesce a spiegarsi, dovendogli essere chiaro, sin da principio, il suo obbiettivo finale, la realizzazione spirituale divenuta stabile.” Le diverse interpretazioni materiali dell’alchimia, cui sono giunti numerosi raffazzonati maestri del secolo scorso, purtroppo anche del presente, possono comunque essere ricondotte, ad una radice unica, quella dell’individualismo sensazionalistico dilagato ovunque, per orgoglio ed avidità, di esperienze sensoriali forti e non solo. “L’istinto della vita, in quanto energia intrinseca nel corpo umano, è riconducibile al movimento che ci ha generati nel peccato, esso non può che condannarci alla prigionia della cieca materialità, nella quale esclusivamente esercita il suo specifico raggio di azione.” “Liberare questa energia intrinseca dal corpo umano, è un sogno che colpisce oggi più che mai la fantasia eccitata degli uomini, le invenzioni e le pratiche teorizzate a questo scopo, sono divenute via via più numerose e sottili, esse appaiono ai nostri occhi di natura così discutibile da sembrarci sinistre; queste pratiche a nostro avviso, bene rappresentano la tendenza alla dissoluzione, ed auto distruzione, dilagata ovunque, segni di una civiltà in fase finale critica di disfacimento.” “I governi nazionali di mezzo mondo, e le maggiori organizzazioni internazionali, sono stati privati di ogni credo in Dio, divenuti simulacri vuoti, risuonano confusamente, facendo eco al fragore dell’individualismo ed al desiderio della sopraffazione.” In nome di una pace non vera, si gettano rami di ulivo sul fuoco, che continua così a devastare terre e nazioni, invece di spegnerlo, attingendo alla fonte inesauribile della Sapienza di Dio che è Amore infinito. Possibile che arrivati a questo punto abbiamo ancora timore di convertirci? Vogliamo forse aspettare di convertirci per la Grande Paura? Quanto è infinitamente più colpevole l’uomo, che, lasciato libero da Dio di scegliere, persegue il male deliberatamente, volgendo le spalle al Bene! “Ci preoccupiamo di non rattristare i nostri compagni di viaggio, di godere insieme di questo mondo, mentre ferire il nostro Dio, Eterno Padre, non è più un problema per molti, possiamo permetterci persino di ignorare il Suo Giudizio e Lui stesso!” “È in atto, da tempo, il tentativo di sostituire ovunque la fede in Dio, ed il culto spirituale divino con ideologie umanitarie e atee, talvolta astruse, corredate di pratiche quanto meno particolari; nessuna di queste raffinate elucubrazioni, tanto mentali quanto materiali, può in nessun caso condurre, in linea di principio, alla realizzazione spirituale, che, anche se minima, comporta comunque l’intervento di un elemento non umano, soprannaturale”; dimostrazione di ciò sono i numerosi racconti di tanti “autorevoli adepti” che, disillusi da anni di suddette pratiche, al fianco di esaltati, atteggiati a maestri, hanno recuperato a fatica anche solo una vita materiale ordinaria, con i rimorsi di una vita negativa trascorsa. “Molti maestri kremmerziani, autoproclamatisi tali, soltanto in teoria aderenti ad “alcuni degli insegnamenti” ermetici kremmerziani, se oggi potessero parlare, senza far crollare tutto il castello di sabbia che hanno costruito intorno a sé dal nulla, definirebbero essi stessi le loro personali ideologie, elaborazioni mentali di esperienze individuali, frutto di mera invenzione, comunque in nessun modo riconducibili agli insegnamenti del Maestro Giuliano Kremmerz, né tanto meno alla Tradizione ermetica spirituale, che nessuno di loro ha mai veramente avuto voglia di approfondire né ha mai capito.” “Molti insistono nel promettere, a nome di Giuliano Kremmerz, effetti miracolosi da pratiche tanto assurde, quanto innaturali, confondendo l’estensione indefinita della condizione mentale umana, per la VERITÀ ASSOLUTA.” ETERNITÀ, INFINITO, sono attributi che si danno solo all’ ASSOLUTO, essi non indicano in nessun modo il tempo e lo spazio, solo apparentemente illimitati. Tutti costoro in un modo o nell’altro non fanno che assecondare l’ingannevole e lucifera credenza, mai tramontata, di divenire noi stessi il nostro Dio; c’è persino chi “D’io” arriva in momenti di estrema autoesaltazione, perdendo il contatto con la realtà, a scriverlo addirittura con l’apostrofo. Ci domandiamo se è rimasto loro ancora un piccolo barlume di vera e pura umanità, per accorgersi di cosa sono divenuti succubi. “Bisogna capire che il corpo odia la preghiera, esso è di impedimento alla generazione spirituale, studiarsi di eccitare le energie proprie del corpo, con pratiche particolari, ha come effetto sicuro soltanto quello di ingigantire la coscienza intrinseca corporea, ovvero l’istinto materiale, fino ad abbagliarne il cervello; la perseveranza in pratiche assurde ed innaturali espone soltanto al rischio di squilibri più o meno gravi nella persona, e nella peggiore delle ipotesi, potrebbe condurre a stati irrazionali, inferiori alla condizione propriamente umana. Non dimentichiamo mai che la Conoscenza con la “C” maiuscola inizia dal Cuore, soltanto l’Amore libera da ogni ostacolo, l’Intelligenza del Bene.” “Con quale gusto della sopraffazione si persevera nello scrivere libri e articoli, per diffondere pratiche stravaganti, ridicole, grottesche e perfino dannose, in nome di Giuliano Kremmerz, rivolte ad ignari malcapitati, il cui unico difetto è di essere alle prime armi, indifesi, ed impreparati a fronteggiare le trappole tese da sedicenti maestri di cose materiali?” La vera pratica ermetica, che ci è stata trasmessa dal nostro maestro Salvatore Mergè, ed a lui insegnata direttamente da Giuliano Kremmerz, - ci dispiace qui deludere gli aspiranti occultisti, che ci leggono in cerca dei segreti inconfessabili di Pulcinella, - consiste nel favorire il giusto equilibrio nell’individuo, attraverso l’esercizio libero e volontario del Bene, con la preghiera attiva, quotidiana, che anima lo Spirito. “Se solo non fossimo cosi presuntuosi e pieni di noi stessi, in nome di una cieca idea di progresso, da ritenere i nostri antenati dei “fratelli minori”, ci sarebbe sufficiente guardarci indietro e recuperare le loro leggi, i loro consigli e divieti, tramandati di generazione in generazione fino a noi, che rappresentiamo - ahimè!, l’ultimo anello di una catena di ignoranza e di errori umani.” “Amare il prossimo come noi stessi, mediante buone azioni ed abitudini virtuose, senza mai ferire alcuno con parole e comportamenti offensivi, diffamatori, questa è la “pratica yoga”, trasmessa a noi attraverso la Tradizione ermetica, base solida indispensabile ad ogni sviluppo spirituale, che possa dirsi propriamente tale, queste sono le fondamenta di una abitazione sicura, costruita, come dice il Vangelo, sopra una pietra angolare solida”. Pontefici, papesse, di ogni genere, si circondano sempre di uno stuolo di anime deboli, credulone, amano questi, infatti, essere incensati, si sentono grandi, in un mondo ristretto, fatto di individui ridotti a loro immagine e somiglianza; se non è prevaricazione questa, c’è da domandarsi allora, cosa è la prevaricazione? Non è forse prevaricazione forzare il diritto divino, di ciascuno di noi, ad esercitare nel bene e nel male il libero arbitrio, dono divino inalienabile? “L’AMORE è Sapienza e viceversa, Amore puro, sincero, per la luce della CONOSCENZA e della VERITÀ, senza di esso non si procede di un passo nella ricerca spirituale ed ermetica.” Dio creò a mezzo della Parola, e della Parola fece dono agli uomini, perché a loro tempo Lo invocassero, questo è il culto spirituale divino, l’unico che riconosciamo come tale, tramandato non solo dall’ermetismo kremmerziano, a chi segue dalla nascita una vita spirituale, fatta di tanta preghiera e di Amore Infinito per il TUTTO-UNO.
“Tutte le frasi evidenziate in rosso tra virgolette fanno parte degli scritti del testamento spirituale di Salvatore Mergè discepolo diretto di Giuliano Kremmerz” PREGHIERA A MARIASalve o Maria, Madre di Misericordia, Tu che hai dato al mondo l’Autore della vita, illumina il nostro cammino verso il Cielo.
Santissima Madre, donaci una vita nuova, perdona tutte le nostre debolezze, sii sempre la nostra Protettrice.
Ora ti imploriamo Madre Santa accoglici sotto il Tuo Santo manto affinché purificati, possiamo godere uniti a Tuo Figlio, della Sua immensa Gloria.
scritta dal Maestro della Schola Renato de Angelis LE MOTIVAZIONI CHE INDUSSERO GIULIANO KREMMERZ A ESCLUDERE I MASSONI DALLA NASCENTE E FUTURA FR+ TM+ DI MYRIAM.La motivazione dell’esclusione dei massoni dalla Fratellanza di Myriam, attuale e futura, deriva dal suo essere, per statuto (vedi Pragmatica fondamentale), una Fratellanza categoricamente spirituale, per questo non assimilabile in nessun modo a qualsivoglia organizzazione sociale o politica, cui rassomigliano, invece, le Massonerie moderne, le cui storie sono perciò stesso legate indissolubilmente alle vicende materiali nazionali. Giuliano Kremmerz escluse i massoni dalla Fratellanza di Myriam, seguendo per sua natura i dettami della Chiesa Cattolica, cui rimase sempre aderente, dettami oggi ancora validi poiché recentemente ribaditi dalla Dichiarazione sulla Massoneria ratificata dal Santo Padre Giovanni Paolo II nel non lontano 1983. Con la Dichiarazione sulla Massoneria, il Sommo Pontefice negò udienza speciale al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (G.O.I.), richiesta formulata a mezzo di Lettera al Santo Padre inviata per il tramite di un Cardinale dell’epoca (non interessa noi chi fece da tramite alla missiva né quali motivi l’avessero indotto a sottoscriverne la causa). La Dichiarazione è consultabile da tutti, essendo pubblicata sul sito ufficiale del Vaticano nella sezione dedicata alla Congregazione per la Dottrina della Fede; la Lettera al Santo Padre, ad oggi non ci risulta essere mai stata smentita dal G.O.I., ed è stata di recente anche pubblicata in un libro, il cui sapore esclusivamente scandalistico ci distoglie dal pubblicizzare. D’altronde per approfondire la questione che ci preme chiarire, senza fini polemici o di pettegolezzo alcuno, ci sono più che sufficienti i soli testi citati sopra ed è con questa intenzione di ricerca della verità che di seguito ne mettiamo a disposizione il contenuto, per chi volesse approfondire l’argomento. San Giovanni Paolo II con la Dichiarazione sulla Massoneria diede ampia prova di aver letto attentamente la missiva a Lui indirizzata, e soprattutto meditato bene anche quanto “non scritto”; fu per questi motivi detti e non detti, che Egli con amorevole previdenza non intravide possibilità di contatto alcuno, anche per il futuro, tra la Chiesa Cattolica e la Massoneria, anzi intuì, con amorevole prudenza, che occorreva sancire la loro inconciliabilità di principio ancora una volta nettamente, per sempre; e chi potrà mai smentirne la profetica lungimiranza? Non poteva sfuggire agli occhi illuminati del Santo Padre la mancanza di "Credo" nella Lettera, a tal punto da rendere impossibile qualsiasi riconoscimento spirituale fraterno da parte della Chiesa alla Massoneria, nonostante il dettagliato e vantato elenco di opere materiali portate dal G.O.I. con orgoglio a suo vantaggio. Cosa separa ciascuno di noi dalla Pura Verità più dell’Orgoglio e della presunzione? Come scriveva Giuliano Kremmerz, “Ignoranza ed Orgoglio non sono altro che la stessa identica cosa”. Quale insegnamento spirituale più profondo avrebbe mai potuto dare come esempio San Giovanni Paolo II, in qualità di Sommo Pontefice, a tutti, massoni e cattolici? La Fede non è qualcosa che si può comprare o vendere, non consiste in merce di scambio, in un manu-fatto, la Fede rappresenta il dono dello Spirito di Dio all’anima orante, ed è solo al Signore che bisogna chiederne la Luce, incessantemente, a mezzo della preghiera, con un cuore “Bambino”. La preghiera è stata la vera Vita di San Giovanni Paolo II, e tutti noi amiamo ricordarlo, anche quando sofferente nel fisico, sempre con il cuore rivolto a Maria ed al Signore, radiante Amore. Chissà quante tribolazioni dovrà subire ancora la Chiesa Cattolica Romana, per inesorabile punizione divina, a causa dei reiterati tentativi di alcuni suoi alti Prelati, di deviarne il culto spirituale divino, in senso materiale, in nome del progetto temporale di supremazia massonica? La mentalità massonica illuminista, razionalista e progressista, ha condotto l’umanità moderna verso la negazione dell’esistenza dell’anima, fino all’attuale mancanza di fede nell’esistenza di Dio; una siffatta mentalità, tanto ottusa quanto oscura, non è in nessun modo conciliabile, con la Sapienza spirituale divina, né con l’autentica Tradizione ermetica, essa è piuttosto la causa principale della inazione e della privazione spirituale, dilagata ovunque ad ogni livello. L’animale razionale “UOMO”, si è voluto consegnare prigioniero della passività materiale degli istinti, finendo vittima sacrificata sull’altare della natura irrazionale, degli esseri bruti, animali materiali. La preghiera è il vero ed unico motore della vita del credente, è questa l’autentica professione di Fede propria di ogni uomo a qualunque Credo appartenga; la Preghiera, in questo caso, è stata l’assente eccellente nella Lettera indirizzata al Pontefice dal vertice del G.O.I., e ciò non poteva sfuggire, rendendosene conto il Santo Padre, illuminato dalla Grazia di Dio, copiosamente.
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE DICHIARAZIONE
SULLA MASSONERIA
È stato chiesto se sia mutato il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore. Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie. Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione. Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa S. Congregazione del 17 febbraio 1981 (Cf. AAS 73, 1981, p. 240-241). Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione. Roma, dalla Sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 novembre 1983.
Joseph Card. RATZINGER Prefetto Fr. Jérôme Hamer, O.P. Arcivescovo tit. di Lorium Segretario
Qualora qualcuno fosse interessato al contenuto della Lettera del 1983 indirizzata al Santo Padre San Giovanni Paolo II a firma del Cardinale …. e del Gran Maestro del G.O.I. Avv. ….. ci teniamo a precisare che viene custodita copia nell’archivio della nostra Schola.
__________
Nel 1996, il Santo Padre San Giovanni Paolo II, ad ulteriore prova della fermezza delle decisioni prese nel 1983 con la Dichiarazione sulla Massoneria, rispediva al mittente il riconoscimento “Galileo Galilei”, conferitoGli dal Grande Oriente d’Italia (G.O.I.), di propria unilaterale iniziativa nell’ennesimo tentativo di “comprare” l’amicizia della Santa sede.
Articolo pubblicato dal quotidiano Repubblica il 22.12.1996. (copia conservata nella nostra Schola) |
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