Sommario:

Si tratta di un inno in prosa intorno alla cosmogonia, comprendente da lode a Dio, una descrizione cosmogonica, con la descrizione della creazione degli esseri viventi e dell’uomo, la dissoluzione di tutti gli esseri e il rinnovarsi dell’universo.

 

1. Gloria di tutte le cose è Dio e il divino, e la natura è divina.

Principio di tutti gli esseri, Nous, natura e materia; egli è la saggezza che persegue la rivelazione di tutte le cose.

Il divino è il principio, è natura, attività, necessità, scopo e rinnovamento.

C’era una tenebra infinita nell’abisso,  e acqua, e un soffio sottile, dotato del Nous; questi elementi esistevano nel caos, grazie alla potenza divina. Da qui una luce santa si levò in alto separandosi dalla natura umida; gli elementi si condensarono e tutti gli dei divisero gli esseri della natura germinale.

2. Mentre tutte le cose erano indefinite e non ancora formate, gli elementi leggeri si separarono e salirono verso l’alto, quelli pesanti si depositarono in basso sulla sabbia umida, il tutto si divise in parti per azione del fuoco e, raccolto dal pneuma vitale, venne trasportato da questo. E il cielo si costituì in sette cerchi e gli dei si mostrarono alla nostra vista sotto forma di astri, con tutte le loro costellazioni; la natura celeste si configurò nel suo aspetto con gli dei in essa contenuti, e il cerchio esterno si mosse in moto circolare nell’aria, abbracciando il tutto, trascinato dal pneuma divino nella sua corsa circolare.

3. Ciascun dio realizzò secondo la propria natura ciò che gli era stato assegnato, così nacquero gli animali, i quadrupedi, i rettili, gli acquatici, gli alati, nonché ogni seme germinale, l’erba e il germoglio di ogni fiore; ed in sé avevano il seme della rigenerazione.

Dio ordinò poi che fossero creati gli uomini, affinché conoscessero le opere divine, fossero testimoni dell’attività della natura, accrescessero il numero degli uomini, dominassero tutto ciò che esiste sotto il cielo, riconoscessero le cose buone, crescessero e si moltiplicassero. [Dio?] pose ogni anima nella carne del corpo attraverso l’opera degli dei che si volgono nel cielo[?]. Dio creò gli uomini affinché contemplassero il cielo, la corsa degli dei celesti, le opere divine, l’attività della natura; affinché sapessero distinguere le cose buone, perché conoscessero la potenza divina, discernessero le diverse nature delle cose buone e delle cose cattive e affinché trovassero ogni arte di creare cose buone.

4. Inizia allora per essi il vivere, l’acquisire saggezza, secondo la sorte assegnata loro dagli dei che si volgono nei cieli, inizia il dissolversi in ciò che resterà di essi, dopo che avranno lasciato sulla terra grandi testimonianze della loro attività; il nome di molti sarà cancellato dal tempo, così come ad ogni nascita di un corpo animato frutto del suo seme seguirà la distruzione,  e tutto ciò che decresce sarà rinnovato secondo una legge di necessità, e per il rinnovarsi degli dei e per la corsa del cerchio della natura regolata dal numero.

Il divino è infatti combinazione cosmica nella sua totalità, rinnovata dalla natura, poiché questa ha luogo nel divino.


 

Tratto da:

I  trattati ermetici

ERMETE TRISMEGISTO

CORPO ERMETICO, ASCLEPIO

Edizione MIMESIS

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