27)Quanto al Bene in se stesso, gli Egizi ritengono che quello divino sia il Dio pensato prima di tutte le cose, mentre quello umano l'unione con questo Dio. Questo è quanto Biti ha tradotto dai libri di Ermete.

26)Tu dici, dunque, che la maggior parte degli egiziani hanno fatto dipendere dal movimento degli astri anche il nostro libero arbitrio. Ora, bisogna che io ti spieghi più diffusamente come stanno le cose, in base ai pensieri di Ermete. L'uomo ha due anime, secondo quanto dicono i suoi scritti. L'una proviene dal Primo Intelligibile, e partecipa anche della potenza del Demiurgo; l'altra ci viene fornita e inserita dalla rotazione dei corpi celesti, e in questa si insinua l'anima capace di vedere Dio.

25) - Ermete, descrivendo la natura dell'uomo, per spiegare come l'uomo sia stato creato da Dio, presentò i seguenti pensieri: «E †…† Dio sintetizzò entrambe le nature, l'immortale e la mortale, in una sola, quella dell'uomo, in quanto creò quest'ultimo in parte immortale e in parte mortale, e, portando l'uomo a metà tra la natura divina e immortale e quella immortale mutevole, lo stabilì in quel punto, perché vedendo tutte le realtà, potesse ammirarle tutte».

24) - In modo assolutamente corretto, il Trismegisto ha chiamato questa contemplazione theoptia, «visione di Dio», che non si trova minimamente in nessuna bestia.

23) - A meno che per caso non riteniamo, come pensò Orfeo, che Dio sia maschile e femminile al contempo, in quanto altrimenti non avrebbe potuto generare, a meno di possedere la facoltà di ciascuno dei due generi, come se esso si fosse unito a se stesso, oppure non fosse in grado di procreare senza unione. Ma anche Ermete era della stessa opinione, quando dice che Dio è autopàtor autométor, ossia «padre e madre di se stesso».

22) - Infatti, il Trismegisto, che ricercò, non so come, la verità quasi interamente, ha descritto spesso la potenza e la maestà del Verbo, come dimostra la citazione riportata qui sopra, in cui egli proclama che esiste un Discorso ineffabile e santo, la cui espressione oltrepassa le difficoltà umane.

21) - Ermete dice che il suo nome non può essere proferito da bocca umana.

20) - E poco dopo, rivoltosi al figlio, Ermete dice: «Esista in effetti, figliolo, un discorso ineffabile e santo di sapienza, relativo al Signore unico di tutto l'universo, pensato prima di tutto, esprimere il quale è al di sopra delle facoltà umane».

19) - Che cosa poi sia la eusébeia, la pietà, lo spiega in un altro passo con le seguenti parole: «la pietà consiste nella conoscenza di Dio».

18) - Quindi, Dio non può nemmeno essere espresso da bocca umana, come insegna Ermete dicendo: «causa di questo è la volontà di †…†, il cui nome non può essere proferito da bocca umana.

17) - Per questa ragione, il Trismegisto chiama il diavolo «capo dei dèmoni».

16) - Ma Ermete sapeva perfettamente che l'uomo è stato creato sia da Dio sia a immagine di Dio.

15) - Lo insegna anche Ermete, il quale non solo disse che l'uomo è fatto a immagine di Dio, ma tentò anche di spiegare secondo quale ingegnoso progetto Dio abbia formato le singole membra nel corpo dell'uomo, dal momento che tra queste non c'è nulla che non abbia altrettanto valore per le necessità pratiche della vita quanto per la bellezza.

14) -  Le opere di Dio si possono vedere con gli occhi, ma neanche con la mente si riesce a scorgere come Egli le abbia create, poiché, come dice Ermete, il mortale non può costarsi all'immortale, l'essere soggetto al tempo all'eterno, il corruttibile all'incorrotto. 

13) Infatti, che il mondo sia stato creato dalla divina Provvidenza, per tacere del Trismegisto che afferma questo ...

12) - Il Trismegisto, dicendo che sono esistiti soltanto pochissimi uomini dotati di una dottrina perfetta, ha annoverato tra questi i suoi parenti Urano, Saturno e Mercurio.

11) - Che questo sia vero è attestato dal Trismegisto, il quale, affermando che sono esistiti soltanto pochissimi dotati di dottrina perfetta, annoverò tra questi Urano, Saturno e Mercurio, suoi parenti. 

10) - E (dice Ermete che Dio) non ha genitori, poiché deriva da se stesso e sussiste per se stesso.

9) - Infatti, lo stesso Dio Padre, origine e principio della realtà, poiché è privo di genitori, è chiamato dal Trismegisto, in modo assolutamente aderente al vero, apatòr e amétor, «senza padre» e «senza madre», in quanto non è procreato da nessun altro essere.

8) - Che dire del fatto  che quel famoso Mercurio tre volte Grandissimo, del quale ho fatto menzione in precedenza, chiama Dio non solo amétor, «privo madre», come Apollo, ca anche apàtor, «privo di Padre», poiché esso non ha origine da un qualche altro essere? Infatti, non può essere generato da nessun essere colui che ha generato esso stesso tutti gli esseri.

7) - Ermete, che per la sua eccellenza e per la conoscenza di molte arti ha meritato di essere chiamato Trismegisto, che risulta superiore ai filosofi sia per la dottrina sia per l'antichità e che presso gli Egizi è adorato come un dio, proclamando nelle sue lodi infinite la maestà del Dio unico, lo chiama Signore e Padre, e afferma che esso sia senza nome, poiché non ha bisogno di una denominazione propria, dato che è unico.

6) - Sette corpi celesti dai lunghi percorsi si rivolgono in cerchio sul suolo d'Olimpo, e con essi per sempre  l'eternità prosegue il suo cammino. 
     Sono: Luna, che brilla di notte, Crono austero, il piacevole Sole, Pafia, che reca il velo nuziale, Ares fiero ed Ermete belle ali, ed infine l'autore di tutto ciò che è nato, Zeus, dal quale anche germogliò la Natura. Questi astri ricevettero in sorte la stirpe degli umani mortali: e in noi sono - Luna, Zeus, ed Ares, e Pafia, Crono, il Sole ed Ermete: per questo noi abbiamo attenuto di trarre dall'etereo soffio le lacrime, riso, collera, e generazione, e ancora parola, sonno, impulso. E lacrime e Crono, Zeus è generazione, ed Ermete è parola, Ares ira, e la Luna è il sonno, Citèrea l'impulso; riso è il Sole, poiché grazie ad esso ogni mente mortale ed è giusto, ride, ed anche il cosmo infinito.

5) - Talete, quando gli fu domandato: «Qual è il più antico degli esseri?», rispose: «Dio, dal momento che è ingenerato». 
     Socrate, quando gli fu domandato: «Che cos'è Dio?», rispose: «l'essere immortale ed eterno».
     Ermete, quando gli fu domandato: «Che cos'è Dio?», rispose: «il creatore di tutte le cose, l'Intelletto sapientissimo ed eterno».

4) - Questi ( Ermete Trismegisto) scrisse libri, e in gran numero a dire il vero, relativi alla conoscenza della realtà divina, nei quali afferma la maestà del Dio sommo e unico, lo chiama con gli stessi nomi con cui lo chiamiamo noi: Signore e Padre. E, perché nessuno ricercasse il suo nome, disse che esso è anònymon, «senza nome», per la ragione che non ha bisogno della determinazione di un nome, evidentemente a ragione dell'unità stessa. Queste sono le sue testuali parole «Dio è unico, e l'Uno», non ha bisogno che gli si aggiunga un nome.  
     Colui, che, è, infatti, è senza nome.

3) - Anche il Mercurio egizio lo sa bene, in quanto diceva che l'anima una volta uscita dal corpo, non va a confondersi con l'anima dell'universo, bensì mantiene la propria individualità, per poter rendere conto al Padre, dice, di quanto ha compiuto quando era incarnata.

2) - Una confutazione, una volta riconosciuta come tale, o grandissimo sovrano, porta colui che è stato confutato al desiderio di quello che prima non conosceva.

1) - Anche Ermete Trismegisto parla di un unico Dio e lo professa impossibile da comprendere a da misurare.

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