INTRODUZIONE

AL COMMENTO DELLA

"PRAGMATICA FONDAMENTALE

DI GIULIANO KREMMERZ"

Iniziamo oggi il nostro commento ai paragrafi della Pragmatica Fondamentale,

che i Saggi Venerandi ci siano da testimoni, sulla purezza e disinteressatezza, della nostra opera, affinché in questa epoca buia dove la maggior parte degli uomini non utilizza le proprie energie e forze per unire, ma per dividere, non per dare ma per prendere, non per salvaguardare ma per sprecare, non per affratellarsi ma per sopraffarre, il seme piantato 100 anni fa dal Kremmerz possa un giorno germogliare in forte virgulto per le generazioni future.

Che questo nostro commento sia di ispirazione a tutte quelle anime che oggi invischiate nel lordume del pensiero umano contemporaneo, ricco di facili illusioni create dalla notte della ragione, ma anche di grandi depressioni e instabilità, si aggrappino al lumicino lontano della loro vera essenza e lentamente, risalgano la china della consapevolezza fino al raggiungimento della vera realtà interiore.

Che tutti i fratelli che quotidianamente da 100 anni ormai recitano il rito fondante della scuola, ricordino l'ultima frase scritta dal Kremmerz, per la sua Fratellanza: "... che l'AMORE per il bene unisca tutti i Fr+ in una catena di affetto e di solidarietà grande..", perchè crediamo profondamente che, tutti coloro aderenti ad accademie oppure no, che quotidianamente recitano il rito, sono nostri fratelli come voluto dal fondatore, e non solo coloro che sono nella nostra più stretta cerchia; riteniamo altresì che coloro che si considerano Fratelli Myriamici, ma non recitano quotidiamente questo rito, sono a noi Fratelli sì, ma come esseri umani, non come Fratelli Myriamici.

Non esiste colpa, per nessuno degli esseri umani, esiste solo uno stato di pigrizia letargica che fa propendere per la degenerazione piuttosto che per la creazione, in questa pigrizia si insinua nascostamente il nostro nemico, il grande incantatore, il serpente, il diavolo cristiano, il mara buddista, la bestia, che si avvinghia al cervello umano schiavizzandolo e facendogli perdere quelle qualità che dovrebbero aiutarlo a crescere spiritualmente.

La vittoria potrà arrivare un giorno solo se, avremo il coraggio di seguire, i precetti di questa semplicissima e chiara regola, perché in essa c’è il segreto, la medicina alla nostra malattia, la comprensione profonda e limpida che solo con l’unione delle anime, questo povero mondo possa crescere migliorare ed evolvere, solo con lo sforzo di vera unità, priva di pensiero al profitto personale, priva di volontà di prevalere sugli altri, priva dell’egoistica considerazione che le proprie doti naturali siano fatte per ottenere avere possedere, e non per servire il mondo e alla società umana.

Gli angeli passano di qui e nessuno se ne cura, si guarda verso di loro per un attimo e poi giù a scavare nel fango, dimenticando che l’immortalità viene dall’alto, e non dal basso, e chi raspa nel fango senza guardare al cielo non potrà mai guadagnarla, ciò per dire che l’anima è una conquista, non è un diritto di nascita.

Come le doti prima citate, dobbiamo in ogni vita fare un passo per farla crescere (l'anima), in caso contrario avvizzisce e muore, e Noi ci dissolviamo con lei, per sempre, come scompaiono per sempre giornalmente decine di specie animali sulla terra.

Che il nostro tentavivo di rinvigorire il cuore di questa regola possa ottenere gli effetti sperati, che tutte le anime di buona volontà si possano un giorno ritrovare per costruire finalmente la vera Gerusalemme Terrestre, specchio puro di quella Celeste.

I fratelli di Hermes