Ma lasciando la sudicia e mostruosa pagina del peccato, parliamo ora della MAGIA DIVINA O TEURGIA, l’opera grandiosa, temeraria e onnipotente di sollevare l’animo della creatura all’altezza dei raggi illuminanti del sole creatore.

Marius Decrespe così ne parla:

 

 «La teurgia! Scienza ed arte di formare gli Dei (1) (dal greco teurghia)».

     «Questa parola o è una stolta bestemmia, o esprime il potere più meraviglioso che sia dato di concepire: perché gli dei di cui si tratta non sono né i vani idoli di legno o di pietra che i cristiani rimproverano ai pagani, e gli ebrei ai cristiani, né l’Ineffabile impersonale, totale infinito della potenzialità assoluta; gli dei del teurgo sono le terribili potenze astrali che curvano sotto il loro geloso dominio le folle devote e tremanti; non sono più come gli elementi al servizio del mago, degli spiriti vaganti, dei deboli animali; un dio è il Kamarupa (2) (vuol dire l’anima animale o Io di tutto un popolo) di tutto un popolo. Conglomerare le passioni individuali non discordanti, farne un ente collettivo, omogeneo e cosciente, almeno di una coscienza meccanica, poi assicurare la vita astrale di questo ente, tale è l’opera veramente grandiosa della teurgia: Mosè con Eloim, Alessandro figlio di Giove, Giovanna d’Arco missionaria del Re del Cielo, Napoleone dalla Illusoria stella, sono teurgi nel pieno significato della parola, ma mentre Alessandro e Napoleone, incarnando in loro stessi l’idea divina ed assorbendo le forze Kamiche dei loro popoli, sono stati dii solamente in vita, Mosè staccandosi dal dio che egli aveva creato se ne fece un alleato, un amico, «col quale parlava faccia a faccia» dice la Scrittura, e il dio di Mosè, ancora e tutt’ora vivente, conserva intatto alla posterità il nome dell’eroe che gli diede l’essenza. Le nostre anime individuali sono per noi le anime infime delle miriadi di cellule che si compongono: finché esiste uno degli esseri, le cui vibrazioni si accordano con quelle che sono la sua vita, il dio stesso esiste; Eloim è la corrispondenza astrale di Israele »; e quando gli ultimi pagani si convertirono al nascente cristianesimo, s’intesero delle voci che proclamavano; «Il gran Pan è morto, gli dei vanno via!».

     «Dove se ne andavano gli dei? Nell’inferno! Scacciati dai loro altari diventavano i demoni (spiriti dei mondi inferiori) non riflettendo più la coscienza dei loro fedeli dispersi, essi cadevano nel rango di semplici elementari, ancora più o meno potenti in ragione della loro acquistata forza; ma oramai in balia alla fatalità delle forze brutali della natura cieca che, presto o tardi, li disgrega molecola per molecola e li soffoca vibrazione per vibrazione. E intanto al verbo teurgico di Gesù un nuovo dio era nato, quello che i cristiani identificano con l’anima dello stesso Gesù che era assai più di un dio, perché Figlio di Dio per opposizione ai Figli dell’Uomo ed ai Figli della Donna; e questo dio dei cristiani, effettivamente unito con unione mistica e realmente feconda alla sua chiesa, è un Dio crudele, egoista, orgoglioso, geloso, vendicativo, ambizioso come gli dei di Mosè, di Maometto, di Lutero e tutti gli altri dii personali che non sono l’Ineffabile ».

     «Oltre queste collettive divinità terrestri, si devono annoverare nella categoria degli dii tutti gli esseri superiori all’uomo; le entità che la chiesa cattolica chiama angeli e santi ne fanno parte più spesso (3)(Qui la parola angelo è adoperata nel significato cattolico: messaggero di Dio); dal punto di vista occulto, gli angeli sono le potenze nel primo grado di manifestazione della potenzialità assoluta: sono gli esseri posti più in alto sulla scala della involuzione. Non avendo ancora meritato né demeritato, gli angeli sono felici ma incoscienti della loro felicità e la mitologia biblica ci dipinge questo stato rappresentandoci l’Adamo androgine addormentato nel paradiso terrestre, prima della separazione delle sue facoltà mascoline e femminili; la storia degli angeli ribelli è la stessa di quella dei nostri primi progenitori colpevoli, e la si può esattamente raffigurare con la seguente disposizione schematica che gli iniziati comprenderanno:»

                                                                 LUCIFERO

                                       ADAMO          GESU          EVA

                                                                 SATANA

     «Ciò ci conduce alla cabala ed alla sua pneumatologia speciale; perché ognuno dei sefirotti, cioè ognuno dei settantadue nomi divini e ciascuno degli arcani maggiori esprime e consacra una certa classe di manifestazioni delle potenze divine.»

     «Del pari i segni dello zodiaco, i pianeti, le stagioni ed i giorni dell’anno sono retti da potenze diverse i cui nomi esprimono una collettività di spiriti di entità astrali fra cui certe sono buone, altre cattive, le une vigorose, le altre deboli ma possedenti tutte dei caratteri generali che sono la specialità del centro al quale esse appartengono; così tutti gli spiriti Gioviani, quali che siano le loro varietà, hanno certe proprietà comuni che li fanno riconoscere come appartenenti tutti a Giove o piuttosto alla corrente motrice del pianeta di questo nome.»

     «Al contrario degli angeli, i santi sono elevati ad uno stadio superiore all’umanità per la quale essi sono già passati e di cui hanno conosciuto le gioie ed i dolori; per infimo che sia relativamente il loro rango, i santi hanno dunque sugli angeli l’immenso vantaggio della coscienza; ecco perché l’umanità personificata in Maria, Vergine – Madre dell’Uomo Dio, è detta con ragione dalla chiesa cattolica: Regina degli Angeli. Ma fra i santi, solo quelli che hanno raggiunto il rango di Buddha o di Uomo Dio corrispondono all’idea che se ne fanno i cattolici; gli altri santi, benché superiori alla normalità, sono ancora sottomessi alla reincarnazione, e, per conseguenza, non possono intendere né esaudire le preghiere che vengono loro dirette ai piedi di altari forzatamente privi della loro presenza; però non vi è certamente una cappella che non sia stata il teatro di qualche miracolo. Ciò proviene dal fatto che intorno al nome invocato le volontà successive dei fedeli si sono a poco a poco agglomerate, ed hanno così dato nascimento ad una entità con Kamica tanto più potente quanto il numero dei fedeli è maggiore e la loro fede più viva. Negare i prodigi dei santuari alla moda è atto di cattiva fede o i puerilità dispettosa e rassomiglia all’accecamento di un giovanetto che dicesse «io non comprendo come si fanno i figliuoli, non ne ho mai visti di fare, dunque è falso che i figliuoli possono nascere!». Poveri piccoli frammassoni! Poveri piccoli sapientuzzi materialisti! Quanto siete lontani dal sapere ciò che sono i cavoli e le rose di cui la vostra grande sorella la chiesa cattolica ha ancora la pudica semplicità di parlarvi! ».

     «Magia, psicurgia, teurgia, queste tre sono le tre grandi divisioni della scienza occulta, le quali corrispondono ai tre mondi: naturale, umano, divino; non possiamo non studiare in alcune brevi pagine i mezzi occulti concessi agli uomini per mettersi in rapporto fra di loro e con gli esseri dei mondi naturale e divino.

Questi mezzi sono di due specie principali l’EVOCAZIONE e l’INVOCAZIONE: evocare vale far salire fino a sé un essere inferiore; invocare vale montare fino ad un essere superiore; il mago evoca gli elementari; il teurgo invoca gli dei; l’occultista che professa la psicurgia evoca ed invoca al tempo stesso gli uomini – vivi o morti – coi quali vuol mettersi in rapporto, li chiama a sé e fornisce la metà del cammino; almeno tale è il caso più frequente, poiché certi uomini devono essere assimilati agli elementari ed altri agli dei; ciò contiene un grande mistero».

     «Qualunque procedimento si adotti, a qualsiasi categoria di esseri uno si diriga, il principio della comunione dell’uomo con gli altri individui è sempre lo stesso; e questo principio è espresso dalla gran legge del sacrificio che si applica uniformemente su tutti i piani .»

«Niente per niente». Ciò sarà vero dappertutto e sempre, ed è questo il senso vero delle terribili parole di Mosè: «vita per vita, occhio per occhio, dente per dente!». Noi non possiamo sussistere altrimenti che assorbendo la vita di un gran numero di creature, ma la nostra vita è la sorgente a cui attingono l’essere una folla innumerevole di entità; è realmente in ciò che consiste la Solidarietà Universale, traduzione esatta della fallace etichetta Religione cattolica; su tutti i piani è assolutamente esatto che noi siamo tutti lo stesso Essere: solo la illusione di separatività può farci credere il contrario; quando vogliamo sentirci più uniti all’Essere totale, quando vogliamo prendere contatto con un altro personale, è uopo sacrificargli una parte degli elementi che contribuiscono a quella illusione; sopra quest’unico principio è basata la teoria di tutti i sacrifici; e si comprenderà ben presto che un sacrificio in cui la vittima si distingue dal sacerdote non può che aumentare l’illusione di separatività e, per conseguenza, rendere più difficile la comunione col’Essere. Ecco perché tutte le evocazioni, nelle quali il mago sacrifica un animale il cui sangue attira potentemente le larve, appartengono alla magia nera; tuttavia non si può dire che Mosè sia stato un mago nero, perché i suoi sacrifizi cruenti avevano per scopo: 1° d’impedire al suo popolo di mangiare il sangue; 2° di accrescere con un esercito di larve potentemente vitalizzate le forze astrali del suo Dio Kamico; ma solo la grandezza dell’opera sua può assolverlo dall’aver impiegato un tale processo. Certi stregoni sono stati anche più colpevoli: essi hanno sacrificato agli elementari sangue umano, sia il proprio sia quello dei loro prigionieri e dei loro parenti; questo è forze il più orrendo sacrificio che si possa perpetrare, perché ogni vita umana appartiene alla umanità solamente; e gli Oceani che divorano i loro genitori, diventati vecchi, non sembrano meno colpevoli di Iefte che sacrifica sua figlia al dio d’Israele, o dei Fenici che bruciano la loro prole in onore di Molok. Ma Krisna e Gesù che si sacrificarono per tutti gli uomini, Regolo, Leonida, Vercingetorige e Giovanna d’Arco, che muoiono per la loro patria, e le madri di tutti i paesi che tutti i giorni danno la vita per i loro figliuoli, partecipano in gradi diversi alla gloria pura dei Salvatori, dei Cristi, degli Uomini-Dii, dei Signori di misericordia, dappoiché il loro eroismo cancella veramente i peccati del mondo.

 

* * *

 

     «Questa apparente digressione spiegherà all’attento lettore tutte le leggi dell’evocazione e della invocazione. Ma poiché non è permesso di sacrificare del sangue agli elementari, e bisogna per necessità imprescindibile attirarli con qualche cosa in cui possono trovare da soddisfare il loro bisogno di essere, si dovranno dunque utilizzare le correnti in mezzo alle quali vivono ordinariamente gli spiriti che si vogliono evocare e gli oggetti condensatori di queste stesse correnti; per esempio, per evocare gli spiriti di Marte, si opererà di Martedì nelle ore di Marte, quando il pianeta Marte si troverà in un aspetto favorevole; e preferibilmente sotto i segni zodiacali di Ariete e dello Scorpione che gli sono consacrati; l’evocatore sarà rivestito di una veste rossa e cingerà una corona di ferro adorna di pietre di calamita, di diaspro, di smeraldo o di rubino; i medesimi minerali serviranno alla confezione dei braccialetti, collane, anelli e talismani portanti i segni speciali degli spiriti di Marte; le piante che servono alla decorazione dell’altare od alla fabbricazione dei profumi, il pepe, lo zenzero, la mostarda, il ramolaccio, la sammonea, la colloquintida ed ogni altra cosa amara o veleno che possa essere bruciato; innanzi all’altare sarà disteso un tappeto di pelle di lupo portante il pentacolo marziale; il fuoco di braciere sarà mantenuto molto vivo almeno durante la prima parte dell’operazione; la luce della lampada dovrà essere rossa; le formule incantatorie faranno spesso menzione dei nomi degli spiriti marziali: si reciteranno le preghiere speciali del Martedì ecc. ecc., e finalmente dopo aver lasciato consumare il fuoco del braciere per attenuare la luce troppo viva, si vedranno al chiarore della lampada e nella densa nebbia dei profumi apparire gli spiriti di Marte con «corpo lungo, di colore nerastro tendente al rosso: il loro aspetto è ributtante: essi hanno sul capo delle corna quasi simili a quelle del cervo; le unghie sono a forma di artigli; annunziano il loro approssimarsi con un rumore quasi simile a quello che fa il fuoco quando arde: la loro presenza è accompagnata da lampi che si fanno vedere intorno al cerchio magico». Le loro forme particolari sono: un re armato, a cavalcioni di un lupo e in abito rosso; un uomo armato; una donna portante uno scudo alla coscia; un caprone, un cavallo, un uomo con parecchie teste (3) (Secondo Pietro d’Abano) ».

     «Si procederà alla stessa guisa per tutte le altre categorie di spiriti, piazzandosi ogni volta nelle condizioni particolari alla natura speciale dell’operazione che s’imprende. E per quanto strani possano sembrare queste descrizioni medioevali, si può essere certi di un successo tanto più strepitoso quanto meglio si sarà preparato sé stesso, e quanto più scrupolosamente si saranno eseguite le indicazioni minuziose dei rituali».

     – «Andiamo via! Si vedranno degli spiriti cornuti, vestendosi di rosso e bruciando del pepe?»

     – «Certamente, perché l’indossare la veste rossa e la combustione del pepe non possono aver luogo se non dopo un periodo di preparazione di almeno sette giorni (per coloro il cui temperamento si presta meglio a tal genere di esperimenti), ed è impossibile che il cervello più robusto possa resistere: 1°, alla ossessione di una idea fissa accuratamente conservata durante cento sessantotto ore consecutive; 2°, alla induzione di correnti elettro-magnetiche, isolate, localizzate e condensate alla esclusione di qualunque altra durante lo stesso lasso di tempo; 3°, all’azione diretta di profumi allucinatori speciali inalati, nello indebolimento di un lungo digiuno».

      – «Allora, la visione degli spiriti non sarebbe altro che allucinazione»?

      – «Sarebbe per lo meno così; e semplicemente, a questo titolo, la pratica della magia cerimoniale sarebbe già tanto pericolosa quanto quella dello spiritismo; ma essa può esserlo molto di più; senza parlare della visione reale obiettiva di entità ben distinte dall’operatore, ciò che è certamente possibile, il fenomeno si può completare d’ipnosi e di esteriorizzazione del corpo astrale, che sotto l’influenza di un’auto-suggestione si materializza più o meno perfettamente e prende la forma che uno si aspetta di vedere. La realtà del fenomeno non potrebbe essere messa in dubbio ma se ne possono dare interpretazioni multiple: l’esperienza dirà quale è la buona in un dato caso».

     «L’esteriorizzazione studiata più peculiarmente dal De Rochas si riscontra alla base di ogni esperimento di psicurgia trascendentale. Già si conosce che il prana (4) (Prana, nello esoterismo buddhista corrisponde a vitalità, forza vitale) può essere considerato nella sua forma statica alla periferia del corpo; i passaggi magnetici effettuati in certe condizioni (o qualche volta le correnti elettriche) possono rendere statica una quantità più o meno considerevole delle nostre energie dinamiche; fin d’ allora la nostra tensione di esteriorizzazione aumenta, e sopravviene un istante in cui il nostro prana statico lascia la nostra pelle (come un effluvio sfugge da una macchina elettrostatica) trascinando una porzione più o meno considerevole delle molecole allo stato radiante che costituiscono il nostro corpo astrale (5) (Il Lombroso ha avuto l’intuizione di questo movimento quando parla della sensibilità corticale.). Noi abbiamo parimente constatato più sopra che il corpo astrale esteriorizzato può prendere quella forma fantasmagorica che desidera una volontà potente avente azione su di lui; se ora aggiungiamo che esso può (come i raggi Roentgen) traversare quasi tutti i corpi opachi e spostarsi in limiti molto estesi intorno al corpo fisico, noi avremo la chiave di quasi tutti i fenomeni psichici al pari di quelli che si producono sotto l’influenza della volontà determinata di un occultista che esteriorizza se stesso, o che esteriorizza gli altri, da vicino o a distanza; come pure l’avremo di quelli che nelle sedute spiritiche sembrano manifestarsi spontaneamente e come a caso e che sono in realtà, spessissimo, dovuti al volere cosciente o no, di un medium, di un magnetizzatore presente o assente, di uno spirito umano disincarnato, ovvero di uno spirito sovrumano, angelo o santo, a meno che gli elementari soli non siano in giuoco con le allucinazioni(6) (L’iconografia della forza vitale del Dottor BARADUC spande una certa luce su queste quistioni oscure e permette di intravvedere un curiosissimo metodo di investigazione del demonio psichico)».

     «La pratica dello spiritismo adunque appartiene quasi sempre al campo della psicurgia e non della teurgia».

     «Per invocare degli spiriti superiori alla media intellettuale e morale della umanità presente, ci voglio altre condizioni che non quelle in cui si pongono i discepoli di Allan Kardec. Se si rischia il buon senso a far girare delle tavole, la salute ad occuparsi d’ipnotismo e la propria ragione a darsi alle evocazioni magiche (7) (L’autore fa questa nota: «noi non attacchiamo delle dottrine che troviamo troppo belle dal punto di vista morale; noi segnaliamo il pericolo evidentissimo di certe pratiche che sono gli eccitanti violenti del sistema psichico. Un nostro amico fuma l’oppio; noi abbiamo la più grande simpatia per l’uomo, ma ciò non ci rattiene dal dire che l’oppio è una droga malefica, quantunque al nostro amico piaccia moltissimo». Ma io devo aggiungere che qualunque pratica senza un maestro che sappia è un veleno che può generare dei guai. Perfino le pratiche dello spiritismo portate regolarmente fanno male allo sviluppo del medio astrale e ala salute. Ma invece niente è pericoloso quando un maestro sa adattare al temperamento del suo discepolo quanto occorra per sviluppare le facoltà), è la vita che si espone nel tentare una operazione teurgica, e forse non solamente la vita corporea; nella lotta universale per la vita i più forti divorano i più deboli, lo vogliano o no, e i vegetariani più sentimentalisti non divorano altro che alcuni miliardi di microbi al giorni; non è dunque difficile comprendere che quanto taluno si esteriorizza fino al più estremo limite dell’estasi per avvicinarsi ad una così formidabile potenza come il Kamarupa di tutto un popolo, quando si pretende di attirare su di sé l’attenzione di questo dio, si corre un pericolo per lo meno pari a quello che correrebbe un elemento di pila separato dal circuito totale ed esposto alla scarica di un condensatore carico di migliaia di elementi simili a lui. Del resto noi non possiamo dare nessuna indicazione sul rituale teurgico: quelli che vorranno studiare la cosa dovranno soprattutto approfondire il simbolismo e la magia della messa cattolica, percnè di tutte le cerimonie religiose attuali, è quella che contiene la maggior somma di esoterismo puro; e tutte le ridicole sozzure dei sabat, della goëthia la più nera, tutti i sarcasmi spasmodici del volterianesimo più stoltamente bestemmiatore, tutti i vizi più gravi del clericalismo più cretino, saranno sempre impotenti contro questa istituzione veramente divina, della quale assai pochi hanno penetrato i misteri ».

     «Ma per sollevarsi al mondo degli dei, vi è un mezzo più sicuro e più pronto di quello della teurgia cerimoniale; il metodo cioè dello sviluppo spirituale. I sensi spirituali sono pei sentimenti morali ciò che le facoltà intellettive sono per le sanzioni fisiche. Lo sviluppo dei sensi spirituali conduce all’illuminismo più puro, alla Yoga più santa; fra i metodi che ne sono stati dati, noi dobbiamo citare in primo luogo: «l’Imitazione di Gesù Cristo» la «Bhagavat Gita» e la «Luce sul sentiero»; poi gli «Esercizi Spirituali» di S. Ignazio di Loyola, di esposizione efficacissima, ma di uno spirito troppo esclusivo e di un simbolismo troppo ristretto; le opere di Giacobbe Boehme e quelle di Swedemborg, nelle quali un ricercatore potrà trovare utili indicazioni; finalmente «l’Introduzione alla vita devota» di S. Francesco di Sales che, sotto apparenza di devozione e piccole pratiche famigliari contiene eccellenti insegnamenti. Queste opere basteranno al discepolo per apprendere e non cercare fuori di sé stesso il segreto dei segreti; quando conoscerà la porta da dove comincia la strada che conduce alla perfezione, dipenderà da lui solo il picchiarvi, l’entrarvi e l’avvicinarsi alla conquista della Corona eterna, il cui possesso gli farà vedere che noi siamo tutti UNO e gli farà desiderare con piena cognizione di causa che «TUTTI GLI ESSERI SIANO FELICI».


Giuliano Kremmerz

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