Possiamo conoscere solo ciò che non è vero,
ciò che è vero risiede nel silenzio.

In questa lettera affronteremo nuovamente il problema del nostro rapporto con la discendenza del Kremmerz e con le altre scuole che giustamente o ingiustamente rivendicano il primato, che a noi, come abbiamo già molte volte ribadito non interessa, non interessa perché semplicemente non esiste.
Nessuno può rivendicare un primato, perché "nessuno" fino ad ora conosciuto, ha una lettera scritta dal Kremmerz che lo nomina suo successore, e non esistendo, perché mai è esistito un capitolo operante, come lo aveva concepito il Maestro nella pragmatica fondamentale, la nomina di un successore non avvenne mai.

Infine  e soprattutto  tratteremo di cosa abbiamo fatto noi e in special modo il nostro Maestro, per mantenere onore ed impegno a continuare il ramo della nostra  scuola ermetica, discendente dal Kremmerz, per via diretta e da allora mai chiusa, rifondata o minata da diatribe interne.

Nell'apprestarci a trattare questo spinoso argomento, ci teniamo a dichiarare che la nostra scuola, dall'epoca del Kremmerz è evoluta, ha migliorato, non si è mai fermata in sterili dogmatismi, ha sempre cercato, sperimentato, migliorato gli insegnamenti del Kremmerz. Sentiamo e leggiamo, che la tradizione per essere pura non deve cambiare, deve essere riportata tale e quale, i riti devono essere immobili, ma chi ne sa un po' di magia, sa che nemmeno la morte è un fenomeno immobile. Tutto cambia, tutto è in movimento, e perfino i novizi sanno che il Kremmerz, incita a questo continuo cambiamento e miglioramento della conoscenza, i primi articoli della pragmatica fondamentale sono proprio incentrati su questo.

Il rito è un vero e proprio esperimento alla ricerca di un effetto.

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D'altro canto, però si leggono e si sentono in altri luoghi delle castronerie, che il più delle volte ci lasciano esterefatti (per esempio prendere un cordone annodarlo e consegnarlo direttamente al futuro discepolo senza il rito di consacrazione a ....., rito che non dura 5 minuti, oppure espletare il rito di Kons tenendo tra le mani  mazzi di Fiori), molti hanno la pretesa di cambiare di aggiungere di modificare senza averne la maestria, la maestria sì, perché solo un Maestro può cambiare la tradizione, perché sa e soprattutto sente come deve essere cambiata, ha il rispetto necessario per la tradizione, per poterla adattare alle epoche, senza snaturarla.

La domanda che parrebbe pertinente fare a questo punto è: "Ma voi avete un maetro?"; certo che lo abbiamo!, una persona che dall'età di 12 anni, ininterrottamente, fino ad oggi, all'età di oltre 70 anni, ha quotidianamente recitato il rito quotidinano, quotidianamente significa quotidianamente, senza mai saltare un giorno, ma non solo il rito quotidiano, normalmente la sua giornata è scandita da 4-5 riti oltre al quotidiano, come possiamo chiamarla?, se non Maestro, mai ferie, mai svaghi, mai riposo.

Qui ognuno di noi deve analizzare la propria situazione spirituale, con se stesso,  le scuse non sono ammesse, egli, comunque la si voglia dire, è uno dei Maestri Ermetici con più esperienza in Italia. Anche se mai una  riga gli è stata dedicata nelle presunte vicende storiche del periodo post Kremmerziano.

Ma continuiamo con il nostro discorso principale, in alcune analisi storiche si narra, che l'autorizzazione a proseguire la scuola viene data a coloro che hanno ricevuto dal Kremmerz il rito del cordone isiaco, che gli consente di iniziare nuovi adepti e pertanto di proseguire la scuola, e che solo due discepoli del Kremmerz nonché Presidi delle due accademie ancora attive alla morte del Kremmerz (Borracci e Bonabitacola), erano a conoscenza di tale rito,  ed alla notizia di ciò, sono immediatamente corso dal mio Maestro e gli ho fatto il terzo grado, perché da sempre noi usiamo il rito di consacrazione del cordone, e non annoveriamo nella discendenza della nostra scuola una tra le due persone citate,  "dove ha ricevuto tale rito?" gli chiesi, ed egli candidamente: "dal mio Maestro, da Zio Salvatore (discepolo del Kremmerz), glie lo diede il Kremmerz"; questa domanda glie l'avrò fatta da allora almeno cinquanta volte da buon San Tommaso, perché mi domandavo: come poteva essere, che noi ignorati in tutte le trattazioni sul tema, avessimo il rito del cordone, ma la sua risposta è sempre stata la stessa.

Altro punto fondamentale è quello dei sigilli, infatti per molti la prova inconfutabile del primato di successione, sono il possesso dei sigilli "originali"  ed anche qui, il mio Maestro un giorno, quasi mi fece venire un colpo,  molto candidamente mi disse, " li abbiamo anche noi i sigilli", "anche noi?" risposi io, "quelli che ha fatto fare lei?", "no no, quelli che il Kremmerz ha dato a Zio Salvatore (discepolo del Kremmerz)".

Molti lo so, saranno scettici, molti sorrideranno, ma abbiamo anche noi il diritto di dire la nostra verità come d'altro canto l'hanno detta tutti.

Anche qui devo raccontare un altro aneddoto, che la dice lunga, non è che tutte queste cose il mio Maestro, le ebbe dal suo Maestro prima della sua morte; sì, ricevette tutto, ma con l'ordine di non aprire nulla fino al compimento dei cinquanta anni di età, allora ne aveva ventotto, ha solamente saputo aspettare ventidue anni (in realtà ventiquattro), senza aprire quei documenti, non ritenendosi ancora degno di visionarli, ha aspettato fino a cinquantadue anni, facendo tre anni interi di preparazione, e chi ha fatto il rito del sagittario sa bene di che preparazione parlo.
Inoltre da quel giorno, ricevuto tale Tesoro, ebbe l'obbligo di rispettare il digiuno settimanale, che è un obbligo dai tempi del Kremmerz, per tutti coloro che appartengono al circolo interno, e fino ad oggi tale impegno lo ha sempre rispettato.

Quale altro Maestro che si dice tale lo ha mai rispettato?, perché questo ci interessa di sapere nelle trattazioni storiche, non tanto come avvennero i fatti, ma come i nostri Maestri si sono resi degni del loro compito di servizio.

Nel suo percorso ermetico egli ha incontrato e/o collaborato con tutti gli ermetisti più famosi della seconda metà del '900, è entrato nella  C.E.U.R.  per quattro anni, prima di iscriversi all'accademia Pitagora di Bari diretta dal Maestro dott. Donato Harael De Cristo a cui è stato iscritto fino alla morte del De Cristo stesso,  è stato in contatto tra gli altri con: Vinci Verginelli, che soleva apprezzare le crostate fatte da sua moglie, Ciro Pugliese nipote del Kremmerz di cui prossimamente pubblicheremo  alcuni bigliettini di auguri, Ugo Danilo Cisaria, con cui ha ancora contatti fraterni, sia per telefono che di persona.

Di tutti questi ermetisti, un carissimo ricordo lo riserba ancora oggi per Ciro Pugliese, perché era un uomo di una bontà e umiltà infinita, e di un amore tale da non averne incontrato ancora alcuno.

Il nostro Maestro è l'ultimo Maestro di seconda generazione rimasto e cioè discepolo di un discepolo del Kremmerz, ha dedicato tutta la propria vita a questa arte, in silenzio e senza mai rivendicare niente, e così intende continuare, ma alcune precisazioni andavano fatte, per lo meno per scongiurare le minacce di utilizzo di carte bollate.

Potremmo continuare ancora, ma qui ci fermiamo, per ora,  senza però prima ribadire come ribadimmo già più volte, che anche noi abbiamo tutto, e quando diciamo tutto significa tutto il materiale sapienziale Isiaco ed Osirideo.

Ma soprattutto abbiamo la consapevolezza che l'evoluzione dell'essere umano non si fa attraverso il possesso di cose materiali, ma attraverso il possesso del sale dei filosofi (Sal Philosophorum), e questo sale non lo si può acquistare, non lo si può rubare, o uno lo ha o uno non l'ha, e se uno non l'ha, anche i più potenti riti sono solo un gioco barocco, che non lo condurranno da nessuna parte, a meno che non inizi da zero una pratica vera da un maestro vero, ma se uno lo ha, i riti sono solo lo specchio del suo essere, un manifestare ciò che è, il vento fresco della primavera, un ritornare a casa (chi pratica regolarmente i riti, sa di cosa parliamo).

Diciamo questo perché trattare di argomenti storici è molto utile sì, parlare di documenti di fatti è anche molto utile, ma chi pratica l'ermetismo vero sa che,  il nostro corpo è solo uno strumento, della visione (diciamo la visione perché, "il chi vede" è competenza solo di pochi Maestri), e ridurre la vicenda umana ad un percorso storico lineare ci sembra un concetto molto riduttivo, per chi si addentra sufficientemente nel mistero sa che la realtà non è solo ciò che vediamo, e che non è così lineare come pensiamo, il nostro cervello la rende lineare, perchè la delimita ad un inizio ad un percorso ed ad una fine, ma è veramente così?

Le persone normalmente pensano che il Kremmerz sia laggiù nel lontano ottocento, non è così, il Kremmerz è qui, in tutti coloro che con fede, metodo, costanza ed amore hanno percorso la strada che percorse lui, arrivando alla sua visione, non c'è differenza tra lui uomo ottocentesco e coloro che uomini di oggi vivono appieno il suo messaggio.

Il nostro Maestro ne è una prova, e per noi è un modello seppur irraggiungibile, perchè come lui non si stanca mai di dire, l'ermetismo si pratica soprattutto rituando costantemente e diligentemente, non solo con il rito lunare e il rito quotidiano, ma eseguendo  costantemente, tutti i riti che  ha lasciato il Kremmerz, altrimenti si rischia di diventare tutto tranne che ermetisti.

Il vero sigillo Osirideo è stampato nelle profondita dell'essere, non lo si può acquisire; la vera iniziazione c'è già, nell'essere, è innata, il vero Maestro vede,  e sancisce con il rito umano ciò che ha visto, ma lui sa che tutto era già stabilito.

Agli uomini d'oggi manca la capacità di sognare, di essere parte dell'universo, strumenti attivi di quel mistero che chiamiamo vita, perché sempre più si isolano in mondi solitari dove sono despoti dei loro fantasmi, il vero mago, non è isolato, è un fiore, appartiene al tutto e così facendo il tutto gli appartiene.

Un Fratello di Hermes


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