Dalla nascita dei quattro elementi e delle stelle alla proprietà metallica e creaturale.

1.- Tutto d'unque proviene da una sola e unica Madre e, secondo la Legge dell'Eternità, tutto si scinde in due essenze, la mortale e la immortale, spirito e corpo. Lo spirito è la vita e  il corpo, che è come un'abitazione per lo spirito, è la morte. La santa Trinità s'afferma mercè la nascita e la Generazione. Anche in cielo si trovano l'Esenza e lo Spirito, di cui vediamo l'immagine in questo mondo esteriore, animato da quattro Elementi che provengono da un solo.

2.- Al tempo della creazione del mondo tutta l'essenza dell'Eternità di commosse e la sua forma s'arroventò pel desiderio della manifestazione, dividendosi all'atto della generazione in quattro parti: Fuovo, Acqua, Terra e Aria.  Quest'ultima è lo spirito mobile dell'essenza. E tutto ciò si può osservare nel Solfo, che comprende queste quattro cose.

3.- Gli astri sono anche generati dalla prima Madre, formano insieme come un corpo ed escono dallo Spirito interiore come un piede o una mano crescono dal tronco, secondo la forma ricevuta sin dal primo istante della vita del centro.

4.- La madre primitiva, che è il desiderio o la bramosia, s'introduce e si manifesta in sette forme, benchè non dimori che in tre sole forme.

5.- La prima forma è austera ed è un attrazione severa, causa di freddezza, del sale e di tutta la corporeità.

6.- La seconda forma è un pungolo del moto e causa la sensibilità dell'amarezza, dell'odio, delle gioie e dei dolori.

7.- La terza forma è la grande Angoscia della realizzazione, sorgente di sue volontà: l'una che tende alla più alta esaltazione del Fuoco, l'altra alla morte nel Fuoco della gioia, che s'immerge nella Collera e ritorna in sé per fornire elementi di splendore all'esaltazione del Fuoco.

8.- La quarta forma è il fuoco stesso, principio primo della Vita, mercè cui il mondo tenebroso viene separato dal mondo luminoso. Tutte le separazioni materiali si compiono nel suo ribollimento e la corporizzazione ci s'inizia così come la moltiplicazione secondo la proprietà del primo Spirito eterno, corpo mortale secondo l'Essenza, essere vivente  secondo l'effervescenza del Fuoco.

9.- La quinta forma è il secondo desiderio, che nasce dopo la separazione dal desiderio della Libertà, l'ideale più alto dell'amore, e dal desiderio del Fuoco, sorgente della Gioia ed ogni vera esistenza. L'Amore largisce l'Essenza perchè come questa è attivo e espansivo. Dio è incluso in ogni essenza e dà al fuoco la fame dell'Essenza senza della quale esso non potrebbe sussistere,  così come avviene dello splendore della Luce e del desiderio dell'Amore, perchè la luce Brilla pel fuoco e senza di esso si estingue e l'amore diventa angoscia, come si riscontra nei demoni.

10.- La sesta forma esce dalla Ruota infuocata che produce la molteplicità delle essenze, mercé il Mercurio, nel ribollimento nitroso. Una forma s'introduce nell'altra pel concorso del Fuoco; allorchè dunque il desiderio amoroso penetra le forme, esse divengono desiderose, perchè il Mercurio, Fanciullo amoroso, risiede in tutte le cose.

11.- Quì risiedono e nascono il gusto, l'odorato, l'udito, la vista, il tatto e la parola; là una nuova effervescenza contenuta nella Luce Riempie tutto; altrove rigogliano la Vita nella Morte, l'Amore nella Collera, la Luce nelle Tenebre; Quivi infine lo sposo abbraccia la sposa e Dio stesso fa tacere la collera, il furore degli elementi. Da questa forma provengono il linguaggio, l'intendimento, i sensi e la vita che circola nei vegetali, gli alberi e le erbe, a seconda delle loro proprietà particolari.

12.- La settima forma serve di corpo, e di dimora a tutte le altre, allorchè queste gustano il desiderio dell'amore per la loro azione mutua. allora in ciascuna sorge una bramosia di luce, un desiderio penetrante e una possente attrazione e dalla bramosia e dall'oggetto della bramosia scaturisce un'essenza che agisce indipendentemente dalla morte. Allorchè l'immaginazione della Bramosia è troppo veemente, se non può saziarsi, si spegne nel ventre della Madre e il nascituro muore.

13.- La prima fame del Centro innanzi al Fuoco è una fame spirituale che produce il mondo tenebroso, mentre la fame del libero piacere produce il mondo luminoso. Questi due mondi restano spirituali sino a che non attraversino il Fuoco e allora muoiono allo Spirito e di essi non restano che l'immagine e la manifestazione di quello Spirito incomprensibile che si chiama Dio nell'Amore e nella Collera.  

14.- Così tutto permane: la fame temporale produce un corpo temporale, la fame eterna un corpo eterno e tutte e due non formano che una cosa sola, pur senza confondersi. 

15.- La settima forma corporizza dunque questi spiriti secondo l'istessa loro fame e nella creazione del mondo s'è effettuata una separazione riscontrabile in tutte le cose: Sole, Stelle, metalli e pietre.

16.- Nel Firmamento v'hanno sette pianeti, nella Terra sette metalli; i pianeti, come i metalli, hanno proprietà costanti; gli altri minerali e le altre Stelle sono meno importanti e la nascita delle cose è sottomessa alla ruota planetaria.

17.- La Divinità, considerata come luce, è il centro d'ogni vita, proprio come è del Sole nel mondo manifestato. Dalla vita più intensa le creature più elevate sono cadute nell'angoscia più bassa. In ogni cosa esteriore si riscontrano due proprietà, la temporale e l'eterna; la proprietà del tempo è manifesta, quella dell'eternità è occulta, benchè imprima ogni cosa di sé. 

18.- Quanto proviene dal desiderio della Libertà risiede con la radice in una proprietà celeste e col corpo in una proprietà terrestre; l'eterno giace nel tempo e si manifesta per suo mezzo. Solfo è celeste nell'inferiore e terrestre nel corpo. Non dimeno produce una rassomiglianza celeste fuori dall'eterno, come è visibile nell'oro e ancora meglio nel corpo dell'uomo, se questi non sia stato corrotto dalla cupidità di Mercurio. Perchè l'uomo spirituale celeste si riscontra nel Solfo e l'uomo corporale nel Mercurio. Ugualmente la proprietà metallica è nel Solfo, la più nobile. 

19.- Anche nel mondo celeste v'ha una proprietà proveniente dall'effervescenza della Libertà, allorchè il suo desiderio s'infiamma nel regno della gioia e ciò accade quando il Solfo celeste diviene per opera Del Verbo un'essenza nel Mercurio celeste. Ma se il verbo desidera manifestarsi a somiglianza dello spirito e dell'essenza, secondo la Trinità divina e secondo l'Essenza mortale e immortale s'imprime negli Elementi e finalmente nell'Uomo,  immagine vivente di ogni Essenza, nei mondi divino e esteriore. Egualmente i metalli sono un'immagine mortale dell'essenza vivente e celeste del mondo interiore.

20.- Il Solfo ne è il principio, perchè Sol è il libero piacere della Luce desideroso di manifestarsi a mezzo del Fuoco e Fo è la sorgente del desiderio attrattivo, che produce la proprietà terrestre e teneborsa e la severità dello spirito, cioè l'essenza ignea. In questa severità si ritrova Saturno, ciò che è impresso; Mercurio; appetenza cupida e Marte, furore della fame e causa della Collera: cose che appartengono al Fo,  proprietà del desiderio libero.

21.- Questa proprietà genera l'Essenza in Saturno Mercurio e Marte, Prodigando sè stessa in ogni proprietà e improntando loro forma corporea. ma se il desiderio libero diventa anche una fame, esso modella altresì tre forme; Giove,  Sorgente del desiderio; Venere, desiderio del desiderio e Luna, corpo del desiderio; mentre il Sole è prodotto secondo la Proprietà della Luce. Tutto ciò è Spirito e ciascun Spirito si converte in Essenza a mezzo della fame, essenza fissa e variabile, mortale e immortale, celeste e terrestre.

22.- Nella proprietà saturniana, il desiderio del libero piacere produce il piombo secondo la proprietà di Saturno stesso, il sale secondo l'acqua di Saturno, le pietre e la terra secondo la terra di Saturno.

23.- Ma la libertà, agendo in Saturno secondo il suo modo particolare, vi produce l'oro. Perchè, separandosi lo spirito e il corpo, lo spirito del desiderio è sole e il corpo è oro, oro che va inteso in Saturno secondo la proprietà del Desiderio libero e non secondo la proprietà terrestre e la salinità del piombo. Il desiderio saturniano raccoglie in sè questo fanciullo dorato, non nella sua forma grigia, ma in un fulgore oscuro, così che diviene un gran Signore, non per sè medesimo ma pel figliuolo che ha in gestazione. Ed esso non è il padre suo, ma lo covre del suo manto nero, affinchè Mercurio che modella il fanciullo non possa rallietarsene, ed è il suo Fiat o il suo Creatore. Nè può largirgli un corpo differente dalla sua proprietà, perchè costituisce l'essenza del libero desiderio pervenuto al più alto grado della corporeità nella morte fissa. Nondimeno esso non è la morte, ma una chiusura rappresentativa della divina essenza celeste. 

24.- Mercurio è l'Architetto di questo fanciullo coperto da Saturno e l'inghiotte e lo impasta secondo la sua fame ignea e lo spoglia del suo manto nero e gli abbisogna il sole per essere saziato. Poi lavora nel fanciullo col suo fuoco, soddisfa il suo desiderio satollo della proprietà del sole di cui si è nutrito e ne sostenta il fanciullo sino a che questi non abbia assimilato i quattro elementi e gli astri. Allora il Padre gli da l'Anima come spirito igneo e la sua prima Madre, che soddisfaceva la fame di Mercurio come spirito dell'anima, o vita luminosa. La morte è discacciata in tale istante, la Tintura è prodotta, il fanciullo è nato e poco dopo s'individualizza e diventa migliore del Padre, ma non della Madre, nella semenza della quale esso era prima che il Padre operasse. Esso infrange l'essenza ignea del Padre, che è la testa del serpente e passa per la morte del Fuoco. Se tu non comprendi ciò, tu non sei nato per concepire le sublimità della scenza spagirica.

25.- Consideriamo egualmente i gradi di Azione della libertà eterna sul Solfo nelle altre proprietà dei Pianeti. La forma della Generazione è una Ruota. Così agisce il Mercurio nel Solfo. 

26.- La nascita più elevata è circolare come il Desiderio, poichè questo mondo è sferico. Allorchè la Libertà ha dato a Saturno il suo più intenso piacere, si ravvolge nel desiderio suo proprio secondo il modo della Dolcezza e della Gioia e s'inabissa; in seguito la Luna vi risiede e Mercurio vi lavora egualmente. Dalla prima Impressione, secondo la quale il Fuoco separa il giallo dal bianco, si produce allora un corpo che è l'Argento. La Luna scaturisce dal giallo e si tramuta in bianco mercè la dolcezza divina e siccome la sua sorgente ha il colore del Sole, essa sospira senza posa dietro il Sole e ne attira a sè il fulgore. 

27.- L'Argento è il metallo più prossimo all'Oro ed è generato quasi nel modo istesso; Venere lo copre del suo manto, come Mercurio, ma l'Argento non ritiene le proprietà né dell'una né dell'altro, ma quelle bensì di sua madre, la Dolcezza nella Libertà. A causa del SoleLuna ha proprietà celesti, benchè resti terrestre per la potenza del suo desiderio e semplice tabernacolo delle essenze celesti e terrestri. Lo stesso è del corpo esteriore dell'uomo che, prima del fallo d'Adamo era simile all'argento; ma poi, quando morì pel desiderio, solo la proprietà terrestre rimase in lui così che sospira sempre dietro lo splendore del Sole. Egli vorrebbe rilucere con la Luna fuori del Sole; ma non riceve che un riverbero lunare di cui si glorifica, sino a che non rinasca nello splendore del Sole, virtù divina del Mercurio celeste. Egli è allora il figlio prezzioso dell'essenza divina, attualmente coperto dalla Luna terrestre, vale a dire dalla carne.

28.- Il Domicilio dell'Argento è anche Saturno, che è causa della prima congiunzione. Ma esso volge solo il suo desiderio verso il germe d'oro, l'avviluppa nella sua proprietà terrestre e lo fa cuocere da Mercurio. 

29.- Il Desiderio del Libero Piacere è fisso; guida la sua volontà in ogni verso e colloca Giove verso l'alto della Ruota, sotto la virtù saturniana. Il suo metallo è lo Stagno; per esso il desiderio della Libertà esce dalla bramosia della Severità, che ne è il Fiat.

30.- Effettivamente il desiderio della Libertà s'intensifica e cresce come una pianta, ma Mercurio, che è l'Architetto, converte questo moviemnto in rotazione e come la nascita eterna è opera del Mercurio celeste, parola eterna del Padre generatore, così è del movimento del Padre nella creatura. L'esempio ne è visibile nel cielo planetario e nel composto umano.

31.- In primo luogo v'ha il vero uomo dal cuore d'oro, immagine della Divinità; poi l'uomo d'Essenza divina, dal corpo interiore composto nella tintura del Fuoco e della Luce, che somiglierebbe all'Argento fino se non fosse stato corrotto; in seguito l'uomo elementare gioviano, il mercuriale verdeggiante e paradisiaco, il marziano ingneo e animico secondo la virtù del Padre, il veneriano dall'eterno desiderio acquoso e in settimo luogo infine il solare, spettatore delle meraviglie di Dio. Così i sette metalli possiedono una proprietà secondo il mondo interno e una secondo il mondo estermo. 

32.- Allorchè il movimento rotatorio oltrepassa Giove, esce mercurio con un metallo rotto secondo il suo spirito, argento vivo all'esterno, internamente operazione paradisiaca e, per la sua proprietà spirituale, è il registratore della parola e delle lingue. E' scritto che Iddio ha creato tutte le cose dal Nulla con la sua Parola; l'eterno Mercurio celeste è la Parola che il Padre profferisce nella sua Luce, l'articolazione è la sua sapienza e la Parola è la formatrice.

33.- Quando il mercurio interiore opera nella virtù di Dio, il Mercurio esteriore lo compie egualmente nell'essenza creata. Esso è lo strumento con cui Dio opera esteriormente nella vita e nella morte, secondo la proprietà di ciascuna cosa. Secondo Saturno edifica, secondo sè stesso distingue e fiacca in Saturno la durezza e lo schiude alla vita, ai colori e alle forme secondo le due proprietà terrestre e celeste. Secondo la prima fa uscire dal desiderio primordiale della natura, che è Saturno, il furore dell'impressione, che è Marte, gli dà l'essenza ignea, dirige lo Spirito igneo verso il Solfo in tutti i Pianeti e prodiga a ogni cosa la sua effervescenza e il vero spirito della vita. 

34.- Marte è la grande angoscia della prima impressione; si divide dalla libera volontà amorosa e si chiama all'ora collera di Dio e furore della eterna natura. Come l'Amore di Dio si separa dalla Collera il cielo dall'inferno, Dio dal Diavolo, lo stesso accade al nascere della natura esteriore. 

35. - L'Amore esce dal furore ed è una caduta o una umiltà, perciò Venere giace nella linea di Marte sotto il Sole. Il suo metallo è il rame perchè l'Amore è un desiderio di Luce e di Gioia; la materia di Mercurio proviene dal desiderio d'amore e se questo desiderio vuol corporizzarsi, bisogna che passi pel fiat igneo marziano prima che Saturno non lo materializzi. 

36.- Il metallo di Venere è dunque parente prossimo del Sole per la sua tendenza verso la libertà, ma siccome ritiene una gran parte di fuoco nel separarsi da Marte, è troppo igneo. 

37.- Il metallo di Marte è il Ferro, furore del Solfo in cui s'accende il Fuoco. Esso si materializza mercè la severità del Desiderio. Marte è il fuoco di Venere, l'anima sua ignea con cui essa si corporizza e senza della quale non darebbe che Acqua nell'effervescenza nitrica, perchè il Fuoco suo non è che un sorriso.  Esso non può largire per sè medesimo un'essenza corporale, essa non dà al figliuolo suo un'anima creaturale. Marte gli da l'anima, Saturno il corpo. Lo Spirito del Sole può tingere Marte e Mercurio in oro più facilmente che l'argento, ammenochè quest'ultimo non sia ridotto nella sua prima forma, in cui Saturno Marte  e Mercurio sono amalgamati nel Solfo.  Venere riceve la sua durezza da Saturno e il rossore da Marte.

38.- Il desiderio di Venere verso il Sole è violento, perchè esso è la sua prima madre. lo splendore che distingue Venere fra tutti i pianeti e le Stelle, le proviene dalla Madre così come la sua gioia e il suo riso. Venere è propriamente una vera figlia del Sole solforoso e perciò gli è prossima celestialmente e terrestremente. 

39.- Perchè Dio Padre genera l'Amore col suo cuore, di cui il Sole, che largisce le Virtù a ogni cosa e a ogni essenza, è la figura del mondo esteriore. 

40.- Tutto proviene, mercè la Trinità, dalla parola di Dio e dal suo cuore, che si manifestano in e per l'essenza, che è la saggezza per penetrare di bel nuovo verso il Cuore e la Forza, come dice San Paolo: "Ogni creatura attende con noi d'essere liberata dalla sua vanità".

41.- Così è dell'essenza esteriore dei Metalli, dei Pianeti, delle Stelle e delle Creature: tutto aspira al suo centro, alla madre prima, al Sole di solfo che è la tintura di ogni essenza. Il Sole corregge quanto il furore di Marte ha guastato del primo desiderio allorchè è passato in Saturno. E come il sole divino tinge la Collera per trasmutarla in Gioia, il Sole esteriore trasforma Saturno e Marte, che sono il solfo esteriore, così che i metalli e le creature possano crescere e prosperare. In modo che il Sol è il centro della Ruota planetaria, da cui sono sostenute tutte le cose.

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