Attraverso te l’amore per l’infinito divenne per me religione autentica, poiché vivo la tua vicinanza come presenza del Divino.

 

Ché, fu come percorrere in una grande cattedrale,

amata, quando ci incontrammo,

come se si alzassero i portali da tanto tempo chiusi

lasciando intravedere angeli benedicenti.


 

Nei tuoi occhi il mio sguardo si sollevò verso il cielo,

come se in essi avesse potuto scorgere l’immagine di Dio,

e nell’amore per te, il mio cuore

fu colmo di felicità e di un tendere infinito.


 

E tutta di luce inondata come la finestra di una chiesa,

amata, della tua anima, l’immagine mi apparve

come se fossi acceso da un che di sacro

in cui si compie un presagio della grazia del Signore.


 

Solo col tempo, quando gli occhi si abituarono alla luce,

fui in grado, amata, di vedere la tua bellezza.

Tu superi in verità ogni mio desiderio,

infinitamente più bella sei, mia felicità e mia delizia.


 

Ciò che di più bello è in te – io non lo so,

né forse mai potrò saperlo.

Tutto il tuo essere è tanto trasparente alla luce,

che non vorrei più rinunciare a nulla di te.


 

Vorrei, amata, rimirarti sempre,

perché vederti è sempre come una preghiera.

In te tutto vive: speme, amore, fiducia,

tu sei il luogo in cui Dio stesso si rivolge a me.


 

L’amore per te fu il tema in particolare del mio ultimo lavoro londinese “De gli eroici furori”.

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