Può esserci la percezione senza la forma? Può esserci una sorta di consapevolezza al di là della forma? ed ancora che ruolo ha la forma nel nostro dire sono io, ma possiamo essere noi senza la forma?.

Qui dobbiamo procedere per gradi, lentamente per poter capire, molte persone diranno “certo” il Kremmerz disse … Nel corpus hermeticum è scritto ….. nella clavicola di Salomone si comprende che…. Pitagora ha affermato …., qui mi dispiace deludere tutti i miei pochi lettori, perché le parole del Kremmerz, di Ermete, di Salomone e di Pitagora, sono parole sterili, per coloro che le hanno solamente studiate, ed anche le parole di questi nostri illuminati Signori sono solo un piccolo lumicino per coloro che sanno cosa intendo.

La risposta alle domande sopra citate deve essere vissuta deve divenire noi stessi , tra la nostra domanda e la risposta non vi deve essere separazione, dobbiamo divenire la risposta alla domanda, altrimenti è solo una delle tante illusioni che la vita ci da.

Ed allora sapientone dimmi come posso divenire la risposta alle domande di cui sopra, molti diranno; attraverso l’unica cosa che abbiamo a disposizione, e che riteniamo anche se in parte erroneamente nostra, il nostro oscuro laboratorio di magia, oscuro perché la forma e la materia sono oscure, altrimenti non potrebbero essere illuminate, oscure perché se andiamo a ben indagare la materia e la forma non brillano di luce propria ma solo di luce riflessa, e più la materia riflette e più la consideriamo preziosa.

Questo laboratorio è il nostro corpo.

Il nostro corpo deve divenire il santuario alchemico dove elaborare la nostra evoluzione interiore, ma per far ciò, deve essere perfetto, puro, luminoso, anche qui ci sono due tipi di luminosità: quella riflessa, e quella emanata, ed entrambe hanno profonde spiegazioni, basti pensare che normalmente le persone assorbono gran parte della luminosità senza rifletterla, guardate per esempio il corpo di una persona depressa, e vedrete in lei un vorace fagocitatore di luce, e più ne assorbe e più il buio la attanaglia.

Il segreto è nell’essere sempre desti su ogni cosa che ci succede nella vita, dobbiamo fare un'opera costante e continuativa, per illuminare ed accettare il più possibile le parti più drammatiche della nostra esistenza, con una estenuante opera di analisi su noi stessi, dobbiamo attraverso il nostro perfetto santuario approfondire la realtà che viviamo, e solo attraverso la sua perfezione possiamo essere sicuri che la realtà non viene distorta da questo, ecco perché dobbiamo essere puri, e mondi, solo attraverso questa trasparenza e lucentezza materiale possiamo essere sicuri che la nostra visione sulle verità celate è corretta, perché il nostro corpo vibrerà all’unisono con la corrente cosmica e qualcosa di speciale da allora averrà in noi.

Questo è il segreto del primo separando, la conoscenza della forma al di là della forma.

L’obiettivo del primo separando è la perfetta conoscenza di noi stessi, la conoscenza più profonda del significato del nostro corpo saturniano .

Molti sono gli scritti che si possono trovare sui rituali da eseguire per ottenere questo primo separando, molte le formule, molte le pratiche, molte le storpiature, anche e spesso di origine sessuale, ma devo sottolineare, che una cosa è la strada per arrivare al traguardo, un’altra  cosa è il traguardo stesso.

Inoltre, il silenzio medioevale noi uomini contemporanei non possiamo nemmeno immaginarcelo, bombardati come siamo da sensazioni illusorie e mediatiche, pertanto le pratiche in uso fino alla fine dell'ottocento che presumevano un silenzio ambientale per costruire una precisa volontà, con l'inizio della nostra epoca moderna non possono essere più valide in quanto questa volontà ha preso una coscienza di se diversa.

Oggi dobbiamo combattere contro il troppo lavoro cerebrale che l'ambiente quotidiano ci propina, e non al contrario come succedeva un tempo, cercare di riprodurre delle immagini, degli atti e delle sensazioni, per mettere alla prova la nostra volontà.

Il traguardo è uno solo, le strade possono essere diverse,  Salvatore Mergè (il mio Maestro), a detta anche del Maestro Ugo Danilo Cisaria non fece il rituale alchemico del separando perché aveva già raggiunto il traguardo, pertanto era inutile che lo facesse.

Il primo separando è una realizzazione, uno stato dell’essere, un fiorire della luce.