L'origine di questi termini filosofici è, essenzialmente, platonico-aristotelica: Platone chiama il mondo «grande uomo» e Aristotele contrappone il «grande mondo» al «piccolo mondo». Naturalmente, dei due termini riferentisi al concetto di cosmo, originario è quello di "microcosmo", esprimente l'idea dell'uomo come in sé organizzato in forma analoga a quella dell'universo, e quindi esso stesso "piccolo universo": e la definizione dell'«uomo» come «piccolo mondo» sembra sia stata data per la prima volta da Democrito. Contrapposto all'uomo come "microcosmo", il mondo reale doveva assumere di conseguenza il nome di "macrocosmo".

I filosofi greci Anassimene di Mileto, Pitagora, Eraclito e Platone, gli antichi gnostici, Filone giudeo e il filosofo medievale ebreo Maimonide, abbracciarono tutti l'idea del macrocosmo-microcosmo. I Sufi del XII° secolo dicevano che il macrocosmo è il microcosmo, una sorta di versione antica dell'idea di Blake di vedere il mondo in un granello di sabbia. Ermete Trismegisto disse che una delle chiavi principali per la conoscenza era la comprensione che “l'esteriore è come l'interiore delle cose; il piccolo è come il grande”. Gli alchimisti medievali distillarono questo pensiero nel motto: “come sopra, così sotto”.

Il Kremmerz così si esprimeva: “Macrocosmo e microcosmo, in ambito ermetico ed esoterico, designano due entità di cui l'una è riproduzione in scala dell'altra, e che per via della loro somiglianza formano un insieme indivisibile, un'unità dove le parti (il microcosmo) sono in rapporto al tutto (il macrocosmo)”.

Da quanto precede risulta evidente che la chiave interpretativa dei rapporti esistenti tra Macrocosmo e Microcosmo è l'”analogia”.

Sinteticamente e semplicemente, possiamo intendere l'analogia come “il rapporto che la mente coglie fra due o più cose che hanno nella loro costituzione, nel loro comportamento o nei loro processi qualche tratto comune”.

Il Kremmerz a tale proposito insegna:

“Tutto è analogico, e il processo magico per eccellenza è l'analogia”.

Poi, per spegnere gli eventuali facili entusiasmi dei novizi, precisa:

“L'analogia è il terribile scoglio del novizio alla iniziatura, in quanto egli non la discopre che col progredire della sua purificazione”. 


Ermete Trismegisto, nella seconda proposizione della sua Tavola di Smeraldo ha iscritto:

«Ciò ch'è in basso è come ciò ch'è in alto,

e ciò ch'è in alto è come ciò ch'è in basso,

per fare i miracoli della cosa una.

E poiché tutte le realtà sono e provengono da una, per la mediazione di una,

così tutte le realtà sono nate da questa realtà unica mediante adattamento.»

L'universo è il macrocosmo e l'uomo è il microcosmo.

Similmente l'uomo rappresenta il macrocosmo dell'atomo (sistema solare in piccolo).

L'uomo è il macrocosmo del microcosmo, egli riflette l'universo, è il grande simbolo dell'universo. 

     

Ciò ci conferma il postulato della saggezza antica:

“Tutto ciò che esiste nell'Universo è fatto ad immagine di Dio”.

Siamo un frammento del divino, una sua scintilla.

          

L'essere unitario immenso è globale, l'Universo grande è il pieno, il riempito, il gonfio. Etereo o pesante è compresso di materia, superbamente evaporante e determinante correnti di sottili, intelligentissime forme e forze, moto, vibrazione, armonia, ove ogni spostamento di molecole planetarie e stellari ha un riflesso e una reazione sui limiti infinitamente lontani del grande corpo. 

Il Kremmerz diceva: “L'Universo è la sintesi di un'unità immensa, incommensurabile ed è uguale – per analogia – a qualunque unità organizzata di un ordine inferiore. Il corpo umano è un esempio. Ora mettendo in relazione le due unità macrocosmo e microcosmo, cioè l'universo e l'uomo, è logico, è strettamente scientifico, per quanto non sia sempre sensibile, che qualunque movimento di una parte del creato influisce sull'altra e ne modifica le condizioni “.

La nostra Terra, immersa nell'oceano cosmico, ha legami invisibili con il mondo stellare che sovrasta, come una cupola, la nostra sfera. “Tutto è Uno”.

Le attuali scoperte della fisica matematica, applicata alla Cosmologia (Fred Hoyle, Pietro Banna, Giuseppe Arcidiacono) hanno dimostrato l'esistenza d'un principio d'interscambio, per il quale ogni particella (materiale o vivente) dell'universo è in continuo e reciproco rapporto con il tutto. Perciò nel Cosmo (quindi anche nella nostra galassia e nel nostro sistema planetario) tutte le cose sono legate tra loro da azioni o influenze reciproche, influenze di cui la scienza ancora ignora l'esatta natura (Andrea Saetti – Tratto da Cecco d'Ascoli, un poeta occultista medievale).


L'ologramma ci conferma concretamente che nell'Uno, governato dalla Legge Unica, la parte è simile al Tutto e che l'analogia è lo strumento che permetterà all'uomo di integrarsi coscientemente con Esso.

Il termine “ologramma” deriva dal greco òlos, intero, e gramma, scrittura: registrazione completa.

L'ologramma si ottiene tramite una particolare tecnica ottica chiamata olografia che, avvalendosi di sorgenti luminose coerenti (laser), consente sia la registrazione fotografica tridimensionale di un oggetto su un'unica lastra, sia la successiva ricostruzione, sempre tridimensionale, dell'oggetto stesso. Con questa tecnica è infatti possibile registrare su una lastra fotografica il campo completo della luce diffusa dall'oggetto in osservazione (ologramma) per poi ricostruirlo con tutte le sue peculiarità: osservando il campo ricostruito non si è in grado di distinguerlo da quello naturale, e pertanto si vede un'immagine spaziale dell'oggetto assolutamente simile all'originale.


Lo studioso attento, facendo le dovute analogie tra sorgenti luminose ed aura, lastra ed astrale, immagine simile all'originale e “doppio”, potrebbe sviluppare interessantissimi concetti da sempre tramandati dalla Scienza Sacra.

L'olografia ci insegna che la lastra fotografica su cui sia impressa un'immagine olografica possiede delle proprietà straordinarie. Se frantumiamo con un martello la lastra, ne prendiamo un frammento e lo osserviamo con attenzione: scopriamo, allora, che il frammento continua a riprodurre l'intera immagine. Se prendiamo un altro frammento, troviamo anche in esso che l'immagine è riprodotta nella sua interezza. Lo stesso vale per tutti gli altri frammenti.

- Ologramma: il frammento riproduce l'intera immagine....

La scienza ci ha così offerto un magnifico esempio a conferma della massima tramandataci dalla Saggezza Perenne: “Tutto è Uno” .

Questa straordinaria proprietà dell'ologramma mi riporta alla mente un concetto della numerologia esoterica espresso dal Kremmerz:

“Se 1 è sintesi, principio attivo, universo immenso (il macrocosmo), il 2 è il principio passivo della sintesi. Ogni unità che si immagina divisa in parti, cessa di essere tale. Quelle parti in cui l'erudizione elementare (non pitagorica) delle scienze occulte ci vuol divisi corpo, perispirito e anima o spirito, non sono divisioni ma componenti organici essenziali. Ossigeno e idrogeno non sono acqua, ma combinati lo sono; l'acqua divisa nei suoi componenti non è più tale. Non è dunque possibile la concezione di parti nell'unità. Qualunque divisione di un'unità sintesi in cui le varie parti sono compenetrate, fino alla monade, contiene i 3 fattori senza separarli mai”.

Concludo con quanto insegna la Magia sulla costituzione dell'uomo e tramandataci dal Kremmerz:

“L'uomo deve essere considerato come un Essere, che contiene in sé i 4 elementi che costituiscono l'universo:

1°  Terra – Corpo Saturniano - Mangia, divora, si rinnova, si riproduce;

2° – Acqua – Corpo Lunare - Vive della fonte del primo come la Luna dalla luce del Sole;    

3° – Aria – Corpo Mercuriale - Individualità risultante, cioè uomo mentale, alato al capo e ai piedi e il più in contatto con Giove, IO Superiore;

4° – Fuoco – Corpo Solare - L'individualità divina, la quale non si manifesta all'uomo che per mezzo del corpo mercuriale, che a sua volta si manifesta al lunare e questo al saturniano.

Il novizio deve comprendere che questa divisione è puramente fatta per intenderci in maniera concreta ma non esiste veramente nell'uomo, perché questi 4 corpi sono compenetrati in modo che ogni cellula, ogni atomo del corpo fisico umano contiene gli altri 3 rudimentalmente o atomicamente”.


La saggezza perenne ci tramanda che Tutto è Uno, pertanto ne deduco che la suddetta affermazione possa applicarsi a due aspetti del mondo “Uno”.

Quali sono questi due aspetti?

Uno corrisponde alla realtà della vita di tutti i giorni, oggettiva ed esteriore, l'altro, invece, corrisponde alla nostra realtà intima, soggettiva ed interiore.

Il primo mondo è analogo allo stato di veglia e quindi di coscienza, il secondo allo stato onirico, all'inconscio, al Sé Superiore.

La ricerca non deve spingerci all'evasione dalla vita quotidiana per farci rifugiare in una vita tutta interiore, ma bensì deve condurci all'equilibrio nell'integrazione armonica dei due mondi.

Più vita, più significato, più coscienza … se realizzata nell'armonia dei due estremi.

Gli antichi saggi ci hanno tramandato che questa coscienza, nell'uomo iniziato ai misteri della Scienza Perenne, dovrà divenire vigile, attiva e realizzatrice, 24 ore su 24, il che sta ad indicare che il suo stato di coscienza dovrà espandersi anche alla dimensione onirica, nella quale egli dovrà operare e realizzare gli insegnamenti dei Maestri.

 

Dua-Kheti

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