THOTH

 

Animale simbolico: IBIS - BABBUINO  -  HETET

“Gli dèi non sono che manifestazioni dell'Essere Supremo”



L'ibis sacro era un animale fondamentale nella religione egizia, dato che la sua immagine era, con quella del babbuino, associata al dio Thoth, simbolo dell'intelligenza e rappresentato anche con un ibis nel suo geroglifico. Considerato allo stesso momento utile (divorava serpenti e carogne) e puro (beveva solo acqua limpida e pura, usata poi dai sacerdoti con funzione rituale), l'ibis sacro era considerato intelligente per lo sguardo sempre fermo sull'obiettivo e le posture eleganti.

Gli ibis erano allevati in grandi spazi aperti per poi essere uccisi, mummificati e messi in anfore da dare ai fedeli che invocavano una grazia a Thoth. Lo stesso avveniva con il falco, simbolo di Horo, e migliaia di falchi e di ibis “pronti per l'uso” vennero rinvenuti nella necropoli di Ermopoli.

Qualche analogia: L'ibis vive preferibilmente presso le paludi, i fiumi, gli acquitrini e le coste marine (Acqua = Luna), il suo colore è bianco e nero (fasi lunari), il suo becco è a forma di falce lunare, depone da 2 (Luna - Gestazione) a 3 (Mercurio – Thoth - Intelligenza) uova e l'incubazione dura circa 28 giorni (mese lunare).

Le analogie relative al babbuino (LunaThoth) sono trattate nel capitolo inerente a Thoth Signore del Tempo e dello Scrivere.

          

Thoth (scritto anche Toth o Thot) è il nome dato al dio egizio della luna, magia, astrologia, astronomia, misura del tempo, saggezza, sapienza, matematica, geometria, musica, medicina, scrittura e disegno. Viene rappresentato sotto forma di uomo con la testa e con il collo di ibis (uccello che vola sulle rive del Nilo), con penne, tavoletta e ramo di palma, o sotto forma (meno frequente) di babbuino.

Sulla sua testa il disco combinato a mezzaluna.

          

Il nome di Thoth significa 'Lui di Djehut', che era una provincia del Basso Egitto.

Come per la maggior parte dei miti, le versioni sulla sua nascita abbondano. Alcuni dicono che egli era il figlio di , e altri che nacque dalla testa di Seth, come la dea greca Atena nacque dalla testa di Zeus.

Thot era un dio così antico che ha partecipato ai miti della creazione ed alla nascita di Osiride, quando la dea Nut ha richiesto la sua assistenza per avere bambini. (tanogabo).

Thoth, patrono delle scienze esatte, figura come sposo di Maat , anzi, più precisamente, come suo “fecondatore”.

Per risalire all'origine del termine “matematica” occorre andare al vocabolo egizio maat, nella cui composizione appare il simbolo del cubito, strumento di misura lineare, un primo accostamento al concetto matematico. Simbolo geometrico di questo ordine è un rettangolo, da cui sorge la testa piumata della dea egizia Maat, personificazione dei concetti di ordine, verità e giustizia. Figlia di Ra, unico Uno, creatore di ogni cosa, la sua potenza demiurgica è limitata e ordinata da leggi naturali e matematiche.

Entrambe le divinità sono presenti nella cerimonia della “psicostasia” o pesatura dell'anima del defunto, sottolineando l'immanenza di quelle leggi di ordine e di giustizia cui debbono conformarsi sia gli dèi che gli umani.

 

Il termine "psicostasia" significa "pesatura dell'anima" ed è riferito al giudizio cui deve sottostare il defunto alla presenza di Osiride e dei quarantadue giudici dei morti nell'Aula Maaty, cioè della Verità e della Giustizia. Innanzi ad ogni Giudice, egli pronuncia una formula, affermando di non aver commesso una specifica colpa. L'insieme di queste affermazioni costituiscono la sua "dichiarazione d'innocenza". La veridicità di questa dichiarazione è controllata da una bilancia, su uno dei cui piatti è posto il cuore del defunto e sull'altro la piuma, simbolo della dea Maat.

Thot registra il risultato. In caso di esito negativo lo spirito del defunto veniva sbranato da un mostro chiamato Ammit. Al termine del giudizio, superato invece favorevolmente, il defunto veniva "giustificato", dichiarato cioè "giusto di voce", ed era ammesso ai Campi Elisi.

  

                 Maat                                                           Psicostasia 

Durante gli scontri tra Seth e Horus per il regno d’Egitto, Thot era alleato con Iside e Horus per difenderli da .

Quando la dea Tefnut, figlia del sole, fuggì nel deserto della Nubia lasciando libero corso alla sua ferocia, incaricò Thot di andarla a riprendere. Questi, camuffato da babbuino, fece si che Tefnut, ritrovato il suo aspetto benefico, tornasse in Egitto.

Thot si camuffava sempre sotto due sembianze e si mostrava o come essere umano dalla testa di ibis, con un disco lunare, o come un babbuino. (tanogabo).

I sacerdoti di Thoth hanno detto di lui che era il demiurgo che ha creato ogni cosa dal suono. 

Thoth comparve già nel periodo predinastico e la città dove venne maggiormente adorato fu Ermopoli  dove venne rappresentato in sembianza di ibis e di cinocefalo.

Nella teogonia di Ermopoli Thot assunse un ruolo di grande rilevanza e fu considerato una delle divinità creatrici del mondo. Come divinità lunare venne associato al sole morto in quanto la luna stessa (Iah) compare raramente nella teologia egizia. Come i cicli della luna regolavano molti dei rituali religiosi ed eventi civili della società egiziana, così Thot fu considerato anche il primo regolatore di tali attività (wikipedia).

Per gli Egiziani sia la matematica che l'astronomia avevano uno stretto legame con la magia e la veggenza, perciò Thot venne ritenuto anche un grande mago. Durante il regno di Osiride come re d'Egitto, Thot ricoprì la carica di visir, aiutando Osiride a risolvere tutti i problemi legati alla cultura e insegnando a Iside le numerose formule magiche che più tardi le fecero guadagnare il titolo di "grande maga". Con l'aiuto delle formule magiche di Thot, Iside riuscì a far rinascere Osiride, il suo sposo morto, e a concepire un suo figlio. Thot insegnò a Iside anche tutte le magie che le servirono per curare le malattie del piccolo Horus mentre cresceva nelle paludi del Delta. Ed era Thot che, con il permesso di Ra, neutralizzò il potente veleno con cui il malvagio Seth stava per uccidere il bambino. Come dio della medicina Thot guarì anche l'occhio di Horus (Horus l'Antico) che Seth un tempo gli aveva strappato. (miezewau).

Il Babbuino (Hetet) è attribuito a Thot, signore del Tempo e dello Scrivere.

          

Esso poteva simboleggiare fra l'altro la Luna, perché:

“Quando la Luna, entrata in congiunzione col Sole, è privata della luce per la frazione di una determinata ora, il babbuino maschio non ci vede più e non mangia.

E' depresso, si aggira a capo chino per il terreno come se si lamentasse del rapimento della Luna....

Se gli egizi vogliono indicare i due equinozi disegnano un babbuino seduto: in tali periodi, infatti, l'animale urina 12 volte al giorno, cioè ogni ora, e così pure durante le due notti corrispondenti.

Non è dunque immotivato che gli Egizi scolpiscano un babbuino seduto sulle loro clessidre ad acqua, congegnate in modo tale che l'acqua fuoriesca dal membro dell'animale, poiché esso – come detto sopra – indica le 12 ore dell'equinozio”.

          

Thot, Signore del Tempo, il  babbuino richiama tutti i cicli, indipendentemente dalla loro durata:

- Il giorno (definito dalla rotazione della terra sul proprio asse);

- L'anno (determinato dalla sua rotazione attorno al Sole);

- Il grande anno” costituito da 1460 anni (365 x 4);

- Il ciclo di 26 millenni (la precessione degli equinozi, che nel calendario svolge un ruolo decisivo).

- Un altro ciclo importante che ricorre in tutti i sistemi di calendario è il mese lunare, sempre problematico da definire in quanto privo di unità di misura comuni agli altri cicli.


Quando il cinocefalo Hetet saluta il giovane Sole del mattino, quando canta – sotto il nome di Benti – la gloria di nel tramonto, quando urina ogni ora ai due equinozi, quando rivela la sua potenza respiratoria con l'enorme petto villoso e il lungo naso canino, queste caratteristiche esprimono le sue “possibilità”.

La stessa cosa vale per lo struzzo, il corvo, lo sciacallo, e per tutti gli altri animali.

Essi sono nati da condizioni che impongono loro quelle abitudini e quei caratteri, senza i quali non sarebbero né un cinocefalo, né uno struzzo, né un corvo, né uno sciacallo.

Controparte femminile di Thot fu Seshat, scrivano immortale che con lui divideva il compito di scrivere nomi ed imprese dei defunti sulle foglie dell'albero ished; secondo altre tradizioni sposa di Thot fu anche la dea-rana Heket e la sua compagna Sesheta.

          

Seshat è Dea delle Librerie, tutte le forme di scrittura e misurazione del Tempo.

Gli Egiziani credevano che Seshat avesse inventato la scrittura, mentre Thoth l'avrebbe insegnata all'umanità. Essa era conosciuta come "Signora della Casa dei Libri" indicante che anche lei si prendeva cura della biblioteca di ortografie e rotoli.

In quanto inventore della scrittura e patrono degli scribi fu tale ruolo che ebbe anche nei confronti del dio di cui era segretario e visir (wikipedia).

Thot, scriba degli dèi e dio degli scribi.

Il ruolo degli scribi, in Egitto, è stato così importante da avere un nume tutelare: il dio Thot, l’inventore e protettore della scrittura.
Avere per dio Thot (o Dyehuty in egiziano) ha permesso agli scribi di avere un’ottima posizione sociale, infatti, erano molto vicini ai faraoni.
Thot era anche dio della musica, medicina, geometria, astronomia, magia e simbolo della luna.

Thot era un messaggero degli dei e garantiva la conformità degli eventi con i loro desideri. E’ stato identificato dai greci con il dio Ermes, e per questo motivo la città principale per il suo culto è stata battezzata come Ermopoli. Egli governò la “Casa della Vita”  (grandi centri di cultura e di magia annessi ai grandi templi) (Tanogabo).
           

In Occidente, Erodoto, Talete, Parmenide, Empedocle, Orfeo, Pitagora, tutti, nella loro epoca, andarono alla ricerca della Saggezza nelle Scuole Misteriche egizie, nella speranza di risolvere i problemi dell’universo. Ammonio Sacca insegnava che la Dottrina Segreta si trovava completa nei Libri di Thot (Ermete), da cui Pitagora e Platone trassero entrambi la loro conoscenza e molta della loro filosofia; e questi libri, egli dichiarava, erano “identici agli insegnamenti dei Saggi dell’Estremo Oriente”. Poiché il nome Thot significa un collegio, un’assemblea, non è per nulla improbabile che i libri siano stati così denominati essendo la raccolta delle dottrine del sodalizio sacerdotale di Memphis.

Thoth è stato a volte identificato con il dio greco Ermes o Hermes Trismegistus.

Autore della Tavola di Smeraldo fu Ermete Trismegisto, designato dagli antichi Egiziani come una divinità dal nome sacro di Thoth e che, secondo Plutarco, fu il primo in Egitto, a conoscere i caratteri adoperati dagli Dei. La Tavola di Smeraldo è costituita da un “denario” di dieci proposizioni ed è stata tradotta dall'arabo in latino nel 1250. I Precetti furono trovati, prima dell'era cristiana, in una tomba egizia, iscritti su una tavola di smeraldo.


Tavola Smeraldina (Tabula Smaragdina)  

- È vero senza menzogna, certo e verissimo.

- Ciò ch'è in basso è come ciò ch'è in alto, e ciò ch'è in alto è come ciò ch'è in basso, per fare i miracoli della cosa una.

- E poiché tutte le cose sono e provengono da una, per la mediazione d'una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento.

- Il sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l'ha portata nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice. Il Padre di tutto, il telesma di tutto il mondo è qui. La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in terra.

- Separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso, dolcemente e con grande industria. Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori.

- Con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e per mezzo di ciò l'oscurità fuggirà da te.

- E la forza forte di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. Così è stato creato il mondo.

- Da ciò saranno e deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui.

- È perciò che sono stato chiamato Ermete Trismegisto, avendo le tre parti della filosofia di tutto il mondo.

- Ciò che ho detto dell'operazione del Sole è compiuto e terminato.

Consiglio ai lettori di approfondire il testo di questa “Tavola di smeraldo” leggendo due importanti commenti. Il primo, scritto da Mario Parascandolo (Hahajah) sulla rivista “Ibis”, nei numeri 4, 5 e 6 del 1950, del quale trasmetto qui di seguito la “Premessa”.

 

* * * * *

Autore di questa Tavola fu un Hermes, un essere, cioè umano e divino, il quale aveva saputo fondere nel proprio crogiuolo tutto se stesso, sollevandosi nella natura essenziale del ternario, fonte perenne di vita incorruttibile, che lo rese tre volte grande o trismegisto.

Il particolare nucleo di praticanti a cui queste note sono indirizzate mi dispensa da chiarimenti audaci e, peraltro, essi costituirebbero nei loro confronti una irriverente pretesa, se non fossero ispirati al principio ammesso e permesso in taluni casi dall'Ordine Osirideo Egizio di "potersi consultare su determinati punti di controllo, secondo la formula fondamentale della rivelazione ermetica" che è superfluo ripetere a chi già la conosce.

Ai fini, pertanto, di una sempre più salda impostazione del teorema alchemico non mi pare di offendere la loro sensibilità ricordando che lo smeraldo è il colore di Venere e che il segno corrispondente a questo pianeta è lo stesso segno di mercurio, privato della luna, ossia privato del principio formale.

Perché poi le proposizioni siano dieci, cioè uno e zero, e perché in esse sia molto richiamata e commentata la decima chiave del Tarocco, è cosa che essi certamente sanno.

Ma non è mai troppo soffermarsi su certe coincidenze di numero e di simbolo, riunitamente e separatamente considerate, perché a volte piccoli (apparentemente piccoli) riferimenti trascurati, possono interferire negativamente sui risultati attesi, donde disinganni e reazioni, che richiedono tempo, soprattutto tempo, per poter essere assorbiti, ovverosia eliminati.

Senonché cotesto fattore, il tempo, cioè, quando non è tenuto nella debita considerazione, mal si accorda col successo ambìto, perché - come in tutte le opere di creazione - esso ha un'importanza specifica; mentre col fare, sostare, disfare e rifare se ne va nel suo fiume la parte più preziosa della nostra esistenza, oltre la quale non restano che la rassegnazione e... la morte”.

* * * * *

Il secondo, tratto da una “Conferenza agli Anziani di Miriam” tenuta da Luciano Galleani (Jesboama) e presente negli “Scritti Kremmerziani” di questo sito. 

In una biografia del Kremmerz viene riportato:

Iniziato probabilmente da Izar Bne Escur, il giovane Ciro attinse i principi e le sue teorie filosofiche a quella tradizione ermetica che, traendo le sue lontane origini dall'Ermes Thot egizio, si diffuse nella Magna Grecia con la Scuola pitagorica e nelle terre partenopee, tant'è che ancor oggi a Napoli, nel quartiere Nilense, ove si insediarono coloni giunti da Alessandria d'Egitto nel III secolo a.C. si apprezzano monumenti che dimostrano l'importazione di culti egizi durante l'Ellenismo, come la statua dedicata al Dio Nilo, eretta dagli alessandrini nelle adiacenze di Piazzetta Nilo. 

Nel “primo Dialogo” il Kremmerz ci dice:

“Dovete comprendere invece che noi siamo Italiani, Italici della Magna Grecia e Latini e Romani che il nostro antico dio, fattore e creatore di tutta la nostra antica civiltà, fu il messaggero della Luce degli dei, Ermete il quale, con o senza la santità, corrispondeva un po’ allo Spirito Santo che per i cristiani porta la divina ispirazione, e per quanto nella favola questo nostro Mercurio lo vedete e lo leggete in poche posizioni sacre e in molte libertine, fu chiamato Trismegisto, tre volte sommo in santità. Ermete quindi, greco ed egizio, è il Mercurio latino e il Thot del Grande Nilo”. 

Parlando poi dell'Ermete aggiunge:

Ermete è la sapienza divina o sapienza di verità e si dice che discende dal cielo per illuminare la ignoranza dei mortali”.

Ermes è lo spirito intelligente nelle tre forme apparenti della natura, è il soffio di vita di tutte le cose e di tutti gli esseri: è ragione, è forza, è volontà, è scienza”.

 

   Dua-Kheti  

 

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