La nostra opera è diretta alle anime
che lavorano e che pensano.
(Eliphas Levi)

Il mago non è immune dalle sciagure della vita,  non vive in un paradiso terreno, senza  dolore e sofferenza.

Vive come tutti con le sue contraddizioni, si barcamena come tutti, lotta quotidianamente come tutti, per sopravvivere alla follia di questa "insensata" realtà.

Una cosa però lo contraddistingue dagli altri uomini, una piccola cosa per i più, in quanto non porta né potere né gloria, ma solo fatica e dolore.

La costante ed interminabile ricerca del perfezionamento di se stesso, ogni suo gesto quotidiano ruota attorno a questa ricerca di evoluzione.

Il mago non pensa di essere su questa terra per attendere di andare in paradiso, non di trovarsi in questo mondo per prendere la vita come viene. Il mago è un essere che vuole evolvere, vuole cambiare, vuole migliorare, ed ha fiducia che questo suo sforzo costante di perfezionamento darà i suoi frutti sia per lui che per l’umanità intera.

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Il mago come  tutti, ha ricevuto  un laboratorio,  "il suo corpo",  e sa che se questo laboratorio ha un equilibrio perfetto, la vera magia si può realizzare, la magia della conoscenza. Per  far ciò egli lavora sul suo corpo cercando di istruirlo e di plasmarlo affinché il mistero della sua anima si manifesti.

Non crede però nella sofferenza dell’espiazione volontaria, quale metodo per ottenere questa visione, ma piuttosto nell’analisi metodica scientifica ed incessante delle ragioni di ciò che vive sente e prova.

Per esempio, prendiamo l’esperienza sessuale,  egli analizza costantemente  tutto ciò che gli accade che è legato alla sua sfera sessuale, alle pulsioni non volute, egli si chiede perché queste arrivino?, del perché non riesca spesso a controllarle?, ma se non riesce a controllarle, ragione forza deve esistere una differenza tra la natura di queste pulsioni e lui stesso.

Dopo anni di analisi in tutto ciò che la sua sfera sessuale gli pone di fronte: gelosia, amore, sesso, pulsioni, amplesso …, il cerchio sulla verità di questo fenomeno inizia a stringersi  e piano piano ad arrivare al centro: l’amplesso sessuale da molti osannato come una manifestazione dell’estasi divina, non ha niente a che vedere con l’estasi divina, anzi è l’estasi della involuzione dello spirito nella carne, in quell’estasi si trova l’oscurità  della non consapevolezza; l’unione dei due corpi nulla ha a che vedere con l’unione di due anime,  e nel rapporto sessuale si fondono tra di loro solo i due corpi e non le anime.

Attenzione qui, ciò non vuol dire che gli esseri umani non debbano fare sesso anzi, devono farlo e sono liberi di farlo, conosciamo bene la natura dei divieti, e di come in molti periodi storici ne abbiamo pagato un duro prezzo, ma chi vuole evolvere deve fare sesso da  essere divino e cioè con tutta la purezza possibile, senza mai cadere nella dipendenza, cercando di avere pochissimi partners nella propria  vita (meglio se uno solo),  ed analizzando consapevolmente e costantemente ciò che gli accade, per capirne le ragioni ed i motivi, fino ad arrivare lentamente alla sublimazione naturale di questa funzione di riproduzione umana.

Il sesso come tutte le cose della vita, che non dipendono da noi, perché non riusciamo a controllare, devono essere costantemente analizzate e conosciute.

Con una ricerca costante in questa direzione, per tutti gli anni necessari (molti per alcuni, pochi per altri), di tutte le cose che quotidianamente vive, egli giunge alla visione di essere distinto dal  suo corpo, questa è una visione mistica, una visione trascendentale, che ripaga una intera vita di sacrifici e  di sforzi.

Da lì inizia il suo vero cammino verso la conoscenza delle cose occulte, delle cose divine, ma sa che ancora una lunga strada lo attende.

Per il vero mago la frase: “sono fatto così non ci posso fare nulla”, quale giustificazione al suo modo d’essere, non esiste,  perché esiste solo la frase “sono fatto così, è buona cosa oppure no?, e se no cosa devo fare per cambiare?”.

Da lì inizia una delle migliaia di strade che giornalmente si trova a percorrere, ed ad ogni strada che percorre si accorge che mille altre si diramano, ma senza guardare indietro ne avanti, analizza costantemente la propria situazione sciogliendo e coagulando, fino a trovare la vera pietra dei filosofi,  ciò non significa che a quel punto è  arrivato alla fine del labirinto, ma  che, si è dedicato incessantemente a sciogliere e a coagulare, la propria visione interiore della vita esteriore, anche attraverso i complessi rituali quotidiani, dati dal suo Maestro.

Se un aspirante non fa questo, non potrà mai diventare vero mago, perché nel mago vero c’è il seme della conoscenza e non il seme dell’inconsapevolezza.

I Fratelli di Hermes

discepoli della scuola del Kremmerz

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