PSALMUS 48

In finem, filiis Core. Psalmus.

Audíte hæc, omnes Gentes: áuribus percípite omnes, qui habitátis orbem:

Quique terrígenæ, et fílii hóminum: simul in unum dives et pauper.

Os meum loquétur sapiéntiam: et meditátio cordis mei prudéntiam.

Inclinábo in parábolam aurem meam: apériam in psaltério propositiónem meam.

Cur timébo in die mala? iníquitas calcánei mei circúmdabit me:

Qui confídunt in virtúte sua: et in multitúdine divitiárum suárum gloriántur.

Frater non rédimit, rédimet homo: non dabit Deo placatiónem suam.

Et prétium redemptiónis ánimæ suæ: et laborábit in ætérnum, et vivet adhuc in finem.

Non vidébit intéritum, cum víderit sapiéntes moriéntes: simul insípiens, et stultus períbunt.

Et relínquent aliénis divítias suas: et sepúlcra eórum domus illórum in ætérnum.

Tabernácula eórum in progénie et progénie: vocavérunt nómina sua in terris suis.

Et homo, cum in honóre esset, non intelléxit: comparátus est juméntis insipiéntibus, et símilis factus est illis.

Hæc via illórum scándalum ipsis: et póstea in ore suo complacébunt.

Sicut oves in inférno pósiti sunt: mors depáscet eos.

Et dominabúntur eórum justi in matutíno: et auxílium eórum veteráscet in inférno a glória eórum.

Verúmtamen Deus rédimet ánimam meam de manu ínferi: cum accéperit me.

Ne timúeris, cum dives factus fúerit homo: et cum multiplicáta fúerit glória domus ejus.

Quóniam cum interíerit, non sumet ómnia: neque descéndet cum eo glória ejus.

Quia ánima ejus in vita ipsíus benedicétur: confitébitur tibi cum beneféceris ei.

Introíbit usque in progénies patrum suórum: et usque in ætérnum non vidébit lumen.

Homo, cum in honóre esset, non intelléxit: comparátus est juméntis insipiéntibus, et símilis factus est illis.



SALMO 48

Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.

Ascoltate, popoli tutti, porgete orecchio abitanti del mondo,

voi nobili e gente del popolo, ricchi e poveri insieme.

La mia bocca esprime sapienza, il mio cuore medita saggezza;

porgerò l'orecchio a un proverbio, spiegherò il mio enigma sulla cetra.

Perché temere nei giorni tristi, quando mi circonda la malizia dei perversi?

Essi confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza.

Nessuno può riscattare se stesso, o dare a Dio il suo prezzo.

Per quanto si paghi il riscatto di una vita, non potrà mai bastare

per vivere senza fine, e non vedere la tomba.

Vedrà morire i sapienti; lo stolto e l'insensato periranno insieme e lasceranno ad altri le loro ricchezze.

Il sepolcro sarà loro casa per sempre, loro dimora per tutte le generazioni, eppure hanno dato il loro nome alla terra.

Ma l'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono.

Questa è la sorte di chi confida in se stesso, l'avvenire di chi si compiace nelle sue parole.

Come pecore sono avviati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà ogni loro parvenza: gli inferi saranno la loro dimora.

Ma Dio potrà riscattarmi, mi strapperà dalla mano della morte.

Se vedi un uomo arricchirsi, non temere, se aumenta la gloria della sua casa.

Quando muore con sé non porta nulla, né scende con lui la sua gloria.

Nella sua vita si diceva fortunato: "Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene".

Andrà con la generazione dei suoi padri che non vedranno mai più la luce.

 

L'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono.

 

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