PSALMUS 108

In finem. Psalmus David.

Deus, laudem meam ne tacúeris: quia os peccatóris, et os dolósi super me apértum est.

Locúti sunt advérsum me lingua dolósa, et sermónibus ódii circumdedérunt me: et expugnavérunt me gratis.

Pro eo ut me dilígerent, detrahébant mihi: ego autem orábam.

Et posuérunt advérsum me mala pro bonis: et ódium pro dilectióne mea.

Constítue super eum peccatórem: et diábolus stet a dextris ejus.

Cum judicátur, éxeat condemnátus: et orátio ejus fiat in peccátum.

Fiant dies ejus pauci: et episcopátum ejus accípiat alter.

Fiant fílii ejus órphani: et uxor ejus vídua.

Nutántes transferántur fílii ejus, et mendícent: et eiciántur de habitatiónibus suis.

Scrutétur fænerátor omnem substántiam ejus: et dirípiant aliéni labóres ejus.

Non sit illi adjútor: nec sit qui misereátur pupíllis ejus.

Fiant nati ejus in intéritum: in generatióne una deleátur nomen ejus.

In memóriam rédeat iníquitas patrum ejus in conspéctu Dómini: et peccátum matris ejus non deleátur.

Fiant contra Dóminum semper, et dispéreat de terra memória eórum: pro eo quod non est recordátus fácere misericórdiam.

Et persecútus est hóminem ínopem, et mendícum, et compúnctum corde mortificáre.

Et diléxit maledictiónem, et véniet ei: et nóluit benedictiónem, et elongábitur ab eo.

Et índuit maledictiónem sicut vestiméntum, et intrávit sicut aqua in interióra ejus, et sicut óleum in óssibus ejus.

Fiat ei sicut vestiméntum, quo operítur: et sicut zona, qua semper præcíngitur.

Hoc opus eórum, qui détrahunt mihi apud Dóminum: et qui loquúntur mala advérsus ánimam meam.

Et tu, Dómine, Dómine, fac mecum propter nomen tuum: quia suávis est misericórdia tua.

Líbera me quia egénus, et pauper ego sum: et cor meum conturbátum est intra me.

Sicut umbra cum declínat, ablátus sum: et excússus sum sicut locústæ.

Génua mea infirmáta sunt a jejúnio: et caro mea immutáta est propter óleum.

Et ego factus sum oppróbrium illis: vidérunt me, et movérunt cápita sua.

Ádjuva me, Dómine, Deus meus: salvum me fac secúndum misericórdiam tuam.

Et sciant quia manus tua hæc: et tu, Dómine, fecísti eam.

Maledícent illi, et tu benedíces: qui insúrgunt in me, confundántur: servus autem tuus lætábitur.

Induántur qui détrahunt mihi, pudóre: et operiántur sicut diplóide confusióne sua.

Confitébor Dómino nimis in ore meo: et in médio multórum laudábo eum.

Quia ástitit a dextris páuperis, ut salvam fáceret a persequéntibus ánimam meam.



SALMO 108

Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.

Dio della mia lode, non tacere,

poiché contro di me si sono aperte la bocca dell'empio e dell'uomo di frode; parlano di me con lingua di menzogna.

Mi investono con parole di odio, mi combattono senza motivo.

In cambio del mio amore mi muovono accuse, mentre io sono in preghiera.

Mi rendono male per bene e odio in cambio di amore.

Suscita un empio contro di lui e un accusatore stia alla sua destra.

Citato in giudizio, risulti colpevole e il suo appello si risolva in condanna.

Pochi siano i suoi giorni e il suo posto l'occupi un altro.

I suoi figli rimangano orfani e vedova sua moglie.

Vadano raminghi i suoi figli, mendicando, siano espulsi dalle loro case in rovina.

L'usuraio divori tutti i suoi averi e gli estranei faccian preda del suo lavoro.

Nessuno gli usi misericordia, nessuno abbia pietà dei suoi orfani.

La sua discendenza sia votata allo sterminio, nella generazione che segue sia cancellato il suo nome.

L'iniquità dei suoi padri sia ricordata al Signore, il peccato di sua madre non sia mai cancellato.

Siano davanti al Signore sempre ed egli disperda dalla terra il loro ricordo.

Perché ha rifiutato di usare misericordia e ha perseguitato il misero e l'indigente, per far morire chi è affranto di cuore.

Ha amato la maledizione: ricada su di lui! Non ha voluto la benedizione: da lui si allontani!

Si è avvolto di maledizione come di un mantello: è penetrata come acqua nel suo intimo

e come olio nelle sue ossa.

Sia per lui come vestito che lo avvolge, come cintura che sempre lo cinge.

Sia questa da parte del Signore la ricompensa per chi mi accusa, per chi dice male contro la mia vita.

Ma tu, Signore Dio, agisci con me secondo il tuo nome: salvami, perché buona è la tua grazia.

Io sono povero e infelice e il mio cuore è ferito nell'intimo.

Scompaio come l'ombra che declina, sono sbattuto come una locusta.

Le mie ginocchia vacillano per il digiuno, il mio corpo è scarno e deperisce.

Sono diventato loro oggetto di scherno, quando mi vedono scuotono il capo.

Aiutami, Signore mio Dio, salvami per il tuo amore.

Sappiano che qui c'è la tua mano: tu, Signore, tu hai fatto questo.

Maledicano essi, ma tu benedicimi; insorgano quelli e arrossiscano, ma il tuo servo sia nella gioia.

Sia coperto di infamia chi mi accusa e sia avvolto di vergogna come d'un mantello.

Alta risuoni sulle mie labbra la lode del Signore, lo esalterò in una grande assemblea;

poiché si è messo alla destra del povero per salvare dai giudici la sua vita.

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