PSALMUS 141

Intellectus David, cum esset in spelunca, oratio.

Voce mea ad Dóminum clamávi: voce mea ad Dóminum deprecátus sum:

Effúndo in conspéctu ejus oratiónem meam, et tribulatiónem meam ante ipsum pronúntio.

In deficiéndo ex me spíritum meum, et tu cognovísti sémitas meas.

In via hac, qua ambulábam, abscondérunt láqueum mihi.

Considerábam ad déxteram, et vidébam: et non erat qui cognósceret me.

Périit fuga a me, et non est qui requírat ánimam meam.

Clamávi ad te, Dómine, dixi: Tu es spes mea, pórtio mea in terra vivéntium.

Inténde ad deprecatiónem meam: quia humiliátus sum nimis.

Líbera me a persequéntibus me: quia confortáti sunt super me.

Educ de custódia ánimam meam ad confiténdum nómini tuo: me exspéctant justi, donec retríbuas mihi.



SALMO 141

Maskil. Di Davide, quando era nella caverna. Preghiera.

Con la mia voce al Signore grido aiuto, con la mia voce supplico il Signore;

davanti a lui effondo il mio lamento, al tuo cospetto sfogo la mia angoscia.

Mentre il mio spirito vien meno, tu conosci la mia via.

Nel sentiero dove cammino mi hanno teso un laccio.

Guarda a destra e vedi: nessuno mi riconosce.

Non c'è per me via di scampo, nessuno ha cura della mia vita.

Io grido a te, Signore; dico: Sei tu il mio rifugio, sei tu la mia sorte nella terra dei viventi.

Ascolta la mia supplica: ho toccato il fondo dell'angoscia.

Salvami dai miei persecutori perché sono di me più forti.

Strappa dal carcere la mia vita, perché io renda grazie al tuo nome: i giusti mi faranno corona

quando mi concederai la tua grazia.

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